EXTRA #4 - Poi non dire che non te l'avevo detto
Sono
in salotto a guardare un film con Eleanor, quando Harry
arriva sbattendo la porta. È tardi, saranno passate almeno
quattro ore da
quando ce ne siamo andati dallo studio. Aveva detto che mi avrebbe
raggiunto a
casa in poco tempo, che doveva rivedere o riascoltare
qualcosa… non ricordo
bene, non gli ho dato troppo peso perché avevo fretta di
tornare a casa ad
aspettare Eleanor. Ora un po’ me ne pento.
«Vuoi che torni a casa mia?» mi chiede lei. Ferma
il dvd e
riaccende le luci. C’è un telecomando per tutto e
alcune volte mi stupisco di
come abbia imparato ad usarli prima di me che qui ci abito da un anno e
mezzo,
ormai.
«Harry non si aprirà con te qui, ma non voglio
neanche che
si crei un precedente. Non può pretendere che tu te ne vada
ogni volta che lui
è di malumore.»
«Lou, lo sai che non è così. E smetti
di fare il broncio.
Facciamo che io me ne vado perché domattina devo alzarmi
presto per andare a
lavoro e non posso fare tardi, ok?»
«È la verità?» chiedo. Quando
mi dice di non fare il broncio
mi viene automaticamente da farlo, sono un ragazzino troppo cresciuto,
non
posso farci niente.
«Sì, Lou.» Eleanor ha già
finito di raccogliere le sue cose
e si sta preparando per uscire. Le do un bacio.
«Domani ti racconto» le dico.
«No, non mi racconterai, perché non vorrai dirmi i
segreti
di Harry. Ma va bene così, ti amo anche perché
sei un buon amico» mi dice. Mi
fa una carezza mentre mi guarda negli occhi, sorride ed esce
dall’appartamento.
Sorrido anche io, prima di ricordarmi perché se ne
è andata
così in fretta.
Io e Harry abbiamo un conto in sospeso, adesso.
* * *
«Fai
che sia davvero grave» dico, mentre spalanco la porta
della camera di Harry. Mi aspettavo di trovarlo davanti al televisore
con le
cuffie a giocare alla playstation, come fa sempre quando a casa
c’è Eleanor e
non vuole disturbarci. E invece la stanza è completamente al
buio e quando la
accendo mi arriva un cuscino in faccia.
«Spegni quella cosa» grida, così
schiaccio di nuovo
l’interruttore prima ancora di elaborare la voce di Harry.
Che ha sempre una
voce roca, è vero, ma non così
roca.
«Harry, stavi…» mi interrompo prima di
dire ‘piangendo’. È
così ovvio che stesse piangendo, voglio dire: la luce
spenta, a faccia in giù
sul letto, la voce roca… Mi avvicino al letto, mi sdraio
vicino a lui e lo
abbraccio. Lui continua a singhiozzare per un po’, ma alla
fine si calma. Credo
si sia addormentato, ma non riesco ad andarmene da qui. È un
amico e sta male.
E io non posso fare niente per aiutarlo, anche perché non so
neanche il motivo
per cui sta male. Beh, potrei immaginarlo, ma finché non me
lo dice non lo so.
Mentre cerco il modo di andarmene e lasciarlo riposare,
Harry borbotta qualcosa.
«Lou,» mugugna. «Grazie. Ci sei sempre,
quando ho bisogno di
un amico.»
Quello che dice mi porta a credere che forse non vuole che
me ne vada, ma di certo non possiamo dormire così.
«Torno subito» sussurro.
Vado in camera mia, tolgo il materasso dal letto,
assicurandomi che lenzuola, coperta e cuscino rimangano dove sono, e lo
trascino fino alla sua camera. Lo lascio andare accanto al suo letto e
mi ci
butto sopra.
«Ti va di parlarne?» gli chiedo. Ho il dubbio
– no, in
realtà sono sicuro – che c’entri Ashley.
E la cosa mi fa arrabbiare, perché gli
avevo raccomandato di lasciarla perdere, di non innamorarsi di lei,
finché era
in tempo, e lui mi aveva promesso che sarebbe stato soltanto un buon
amico, per
lei e Liam. E guarda dov’è finito, per fare
l’amico.
«Solo se non inizi con i rimproveri.» Ecco qui,
praticamente
mi ha detto tutto quello che dovevo sapere.
«No, non ti rimprovererò, oggi.
Stai già abbastanza male per conto tuo» gli dico,
sottolineando il fatto che lo lascerò in pace solo per oggi.
O almeno fino a
quando non starà abbastanza bene per sopportare i miei “Non dirmi che non te
l’avevo detto”.
«Ero rimasto alla sala di registrazione, non so per quale
motivo. Forse speravo che lei tornasse indietro. Volevo parlarle dei
miei
sentimenti prima che qualcun altro potesse farlo. Speravo che in questo
modo
non ci sarebbero stati problemi per la nostra amicizia.» Si
ferma qualche
istante, sospira pesantemente e tira su con il naso. Quando riprende a
parlare
la sua voce è di nuovo piena di pianto. «E invece,
quando è tornata alla sala
di registrazione, non si è neanche voluta fermare ad
ascoltarmi. Mi ha detto
che Liam l’aspettava e che la nostra amicizia lo fa stare
male…»
Non riesce a continuare. La tentazione di sdraiarmi di nuovo
accanto a lui per consolarlo è tanta, ma non sarebbe giusto.
Anche perché non
sarei del tutto sincero. Per me il fatto che Ashley abbia deciso di
dare un taglio
al loro rapporto è un bene sia per Harry che per Liam, che
magari torneranno ad
essere amici. Ci vorrà un po’ di tempo, ma non
potranno negare che due anni di
amicizia valgono più di due mesi in compagnia di una
qualsiasi ragazza. Anche
se Ashley è una ragazza splendida e dolcissima.
«Lou?» mi chiama. Probabilmente il mio silenzio
vale più di
mille parole e a lui sembra strano che io stia così zitto.
«Sì?»
«Non hai detto niente» mi fa notare.
«Ho dato la mia parola che non ti avrei rimproverato, Harry.
E in questo momento ho solo rimproveri da farti per come hai gestito
tutta la
situazione, perciò è meglio che me ne stia in
silenzio.» La voce mi esce più
dura di quanto vorrei. Le mie parole sono più affilate di
quanto avrei voluto.
Ma è questo quello che penso ed Harry lo sa che non so dire
bugie.
«Grazie comunque» mi dice e mi sorprende.
«Per quale motivo?»
«Perché so come la pensi, perché avevi
provato ad avvertirmi
e non ti ho voluto ascoltare. Perché mi hai sostenuto
nonostante non credessi
veramente che ce la potessi fare -»
Lo interrompo. «Non è vero. Io ti ho sostenuto
perché
credevo davvero in te. Quello che non credeva di potercela fare eri
tu… e a
dirti la verità non credo che tu ci abbia mai provato
seriamente. Ce n’eravamo
accorti tutti che ti eri innamorato di lei, te l’avevo anche
detto, e tu mi hai
fatto credere di avere la situazione sotto controllo...»
Mi fermo, prendo fiato, e mi rendo conto che lo sto
rimproverando. Sorrido. «Scusa» gli dico.
«Dovrei essere io a chiedere scusa» mi risponde.
«Non sei tu quello che ha promesso di non rimproverarti e
poi ti ha rimproverato lo stesso.»
«Lo so, ma se mi rimproveri è perché in
qualche modo vuoi
che io sia felice, perché in qualche modo mi vuoi
bene.»
«Certo che ti voglio bene, testa di carota!»
«Ma non era ‘testa di rapa’?»
«Le rape non mi piacciono, preferisco le carote.
Perciò testa
di carota.»
Scoppia a ridere, ma dura solo un secondo.
«Penso che anche Ashley abbia dimostrato di volermi
bene»
dice, dopo aver sospirato per l’ennesima volta.
«Penso che abbia dimostrato di avere un gran cervello, oltre
che un gran cuore. E sì, ha dimostrato che tiene davvero a
te e ama davvero
Liam. E che in qualche modo tiene anche a noi, visto che il passo
indietro che
ha fatto vi impedirà di buttare all’aria due anni
di lavoro.»
«Sono stato davvero così cieco?» mi
chiede.
«Ti sei innamorato. E ti avevo raccomandato di non
farlo.»
«Devo chiedere scusa ad Eleanor.» dice, dopo
qualche istante
di silenzio. Cambia completamente argomento e mi coglie del tutto
impreparato.
«Non credo le vorrà.»
«Beh, ma devo. Vi ho rovinato la serata romantica»
ridacchia. Mi sta prendendo in giro!
«Bene, una di queste sere rimani a dormire da Niall e mi
lasci casa libera. Così ti sdebiterai.»
«Affare fatto. Domani mi metto d’accordo con
lui.»
Di nuovo un momento di silenzio. Di nuovo un sospiro.
«Lou, grazie.»
«Per cosa?»
«Perché quando ho bisogno di un amico ci sei
sempre, anche a
costo di rinunciare a una serata romantica con la tua
ragazza.»
«Devo dirti un segreto.»
«Quale?»
«Anche Eleanor ti vuole bene. Ha capito che avevi bisogno di
me prima che lo facessi io e se ne è andata di sua spontanea
volontà. Oserei
dire che non mi ha lasciato replicare alla sua decisione.»
«Sei fortunato, Lou. Spero di esserlo anche io, prima o
poi.»
Non aggiungo niente, ha detto tutto quello che c’era da
dire. Un sorriso si forma sulle mie labbra e non faccio niente per
impedirlo.
Ha ragione, sono maledettamente fortunato. E spero anch’io
che presto possa
esserlo anche lui.
***
Ho rallentato gli aggiornamenti perché sono un attimino... ehm... oberata tra lo studio e la scrittura di altra roba (leggi 'tesi di laurea') e sinceramente non mi viene proprio voglia di mettermi alla tastiera a scrivere altro... però eccomi qui, scrivo a rilento ma scrivo comunque.
Non ho molto da dire su questo extra... volevo solo mettere un po' in luce quello che è il rapporto tra Harry e Louis nella mia storia.
La canzone abbinata a questo capitolo è I'll Be There For You dei The Rembrandts, altrimenti nota come sigla di apertura e chiusura della fantastica serie TV che è stata Friends.
Ringrazio le otto persone che hanno recensito lo scorso capitolo, cioè: Mistina, Hayley 29, Zamieluna, Clo_97, Overseas, Octavia_1014, _YeahBuddy, Marti__
Il prossimo è Zayn... chissà cosa ci dirà ^^
Un bacio grande a tutti
-K-