Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: xisthemoment    03/06/2012    2 recensioni
Mi giro di nuovo verso il grande palazzo di giustizia e vedo, ad una delle finestre, Peeta che guarda giù, mi ha vista, lo guardo poi lui si gira per abbracciare qualcuno.
Apro di nuovo la bocca, cercando di formulare una frase di senso compiuto ma ne esce solo un lamento.
Meg vive nel distretto dodici, ha sedici anni e i suoi genitori sono gli unici sarti dell'intero distretto.
L'intera storia di HG vissuta da un punto di vista esterno.
spero vi piaccia
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Meg'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nothing Without You.



Cause I don’t need boxes wrapped in strings
Designer love and empty things
Just a chance that maybe
We’ll find better days
Better Days - Goo Goo Dolls




-stupidi uccellini- dico aprendo un occhio, è appiccicaticcio, devo aver pianto durante la notte; molte persone hanno gli incubi, io mi limito soltanto a piangere, un pianto disperato ma silenzioso, ormai non è una novità.
-stupido mal di testa- dico aprendo a fatica l'altro occhio e iniziandomi a massaggiarmi le tempie.
Cerco di mettermi a sedere e fare mente locale.
-ieri era il giorno della mietitura, non sono stata scelta, Daisy non è stata scelta, è stata scelta Primrose Everdeen ma sua sorella, Katniss mi faccio odiare da tutti Everdeen, si è offerta volontaria al suo posto- bisbiglio, facendo una smorfia.
-come maschio è stato scelto Peeta- dico, cercando di non scoppiare a piangere come il giorno prima.
Inizio a guardarmi intorno nella mia camera, la scrivania, che è vicina alla finestra da dove si vede la panetteria e un albero, è praticamente vuota, ci sono solo pochi fogli e una penna; l'armadio, riempito solo a metà, è posizionato proprio di fianco alla porta che dà sul minuscolo corridoio, il mio letto è attaccato al muro che è proprio di fronte alla finestra.
Scendo dal letto e mi avvicino alla porta, decisa ad andare in cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare ma dei rumori attirano la mia attenzione, mi giro di scatto e vedo Gale che corre veloce verso il prato, con un coraggio mai avuto urlo -Hey!- cercando di fare un sorriso, lui mi guarda interrogativo.
-come stai?- gli chiedo mentre mi appoggio al davanzale della finestra, lo vedo avvicinarsi con una faccia interrogativa, la mia camera è un po’ più rialzata da terra per via della piccola veranda.
-ho visto giorni migliori, tu?- mi chiede, guardandosi in giro, faccio un sorriso amaro -ammetto che ci sono state mattine più felici di questa- dico, poi continuo - stavi andando nei boschi?- chiedo, abbassando la voce - si, ora che Katniss non c'è devo sfamare anche la sua, di famiglia- mi dice, mi fermo a guardarlo, io non ho mai sofferto la fame, non so cosa si prova a pensare di morire per la fame.
-vuoi aiuto?- chiedo impulsivamente -per cosa?- mi chiede lui, sorpreso.
-non lo so, magari posso darti un pó di panini o qualcos'altro- dico cercando di sorridergli -no grazie, non voglio elemosina- dice e si incammina verso il Prato. Lo guardo un po’ poi schizzo fuori dalla porta di camera mia, esco da casa mia e gli corro dietro -Gale!- urlo, lui si gira, di nuovo.
-dimmi Meg- dice, tornando indietro.
-tu sei andato a salutare Katniss ieri?- gli chiedo appena arriva davanti a me, è alto più di 20 centimetri di me.
-si, perchè, tu non sei andata a salutare Peeta?- chiede incredulo, io scuoto la testa -sei stata stupida- dice e poi si incammina di nuovo verso il Prato, lo guardo allontanarsi -vaffanculo- gli dico, anche se ormai non mi puó sentire.
Torno verso casa mia mi metto a guardare la panetteria, dove fino al giorno prima lavorava Peeta, mi scende una lacrima solitaria ma me la asciugo di fretta. Non sono mai stata emotiva e non lo voglio diventare, mi impongo.
Mi sistemo i capelli e poi vado in 'salotto' dove non c'è nessuno, dato che i miei genitori sono già al lavoro.
Accendo la televisione e inizio a guardare il servizio sulla distruzione del distretto 13, sbuffo, annoiata, e inizio ad aspettare il servizio successivo.
Quando finisce il servizio sul distretto 13, tiro un sospiro di soddisfazione -era ora- sbotto.
Iniziano a far vedere tutte le mietiture.
Distretto uno.
Due deficienti biondi si offrono volontari, ho subito l'impulso di tirargli degli schiaffi.
Distretto due.
Due ragazzi si offrono volontari, sono abbastanza inquietanti e non vedono l'ora di uccidere.
E così via per tutti gli altri distretti fanno vedere le estrazioni, ragazzi che sorridono, che piangono, che non parlano, ecc.
Distretto undici.
Una bambina e un gigante, scoppio in una risatina per la comicità del fatto.
Distretto dodici.
Fanno vedere Prim e subito dopo Katniss che urla il 'mi offro volontaria', poi Effie si dirige verso la boccia dei maschi.
Iniziano a tremarmi le mani, così con un gesto secco spengo la televisione e mi dirigo verso la porta guardando con disprezzo la televisione -sarai il mio peggior incubo da adesso, fino alla fine degli Hunger Games- sibilo.
-Meg, tesoro, come stai?- la madre di Peeta mi stà parlando dalla porta della panetteria, mi fa segno di entrare ma quel luogo ha troppi ricordi, così mi limito a fare due passi per avvicinarmi di più.
-più o meno bene- mento -e lei?- chiedo, sapendo già la risposta, lei era sempre stata crudele con Peeta, ma con me si comportava tutto all'opposto, come una madre perfetta.
- beh, sapere che tuo figlio non tornerà mai a casa è dura, ma ho ancoro gli altri due- dice facendo un sorrisetto, io accenno ad una smorfia e la liquido dicendo che ho da fare.
Alcune compagne di scuola, che sanno del mio amore per Peeta vengono a chiedermi come stó.
Mento a tutte dicendo che stó bene ma che sono solo un pó scossa, quando in verità vorrei soltanto urlare e piangere fino a sentirmi male.
Scorgo Daisy che esce di casa e mi fiondo da lei, la abbraccio stritolandola, mentre ricaccio via le lacrime -non ti chiederó come stai perchè só già la risposta- mi dice ricambiando la stretta.
-da oggi pomeriggio inizieranno i servizi su ogni partecipante- dico -e siamo obbligati a vederli, io non ce la posso fare- dico tirando su con il naso mentre mi stacco dall'abbraccio.
-si che ce la puoi fare, io e te ne abbiamo passate tante, affronteremo anche questa- dice -ma Dais, io non ce la faró mai a superare il dolore per la perdita di Peeta, tuttalpiù se sono costretta a vederlo morire- dico, asciugandomi una lacrima con la manica della maglietta.
-ora devo andare Meg, vado a mangiare, ci vediamo più tardi in piazza- mi dice, e poi la vedo tornare nella sua casa.
Rifaccio la strada verso casa e mi scontro con Gale, lo guardo male e poi rientro in casa, prendo un cuscino, me lo metto in faccia ed incomincio ad urlare per minuti e minuti, quando finisco mi sento più libera e inizio a prepararmi per andare in piazza a 'conoscere' meglio i tributi di quest'anno, ovviamente conoscere sta per 'scopriamo quel poco che si sa di loro'.
Torno in camera e mi fiondo alla scrivania, prendo una penna e un foglio e scrivo a caratteri cubitali: 'IL PIANTO È PER PERSONE DEBOLI, IO NON LO SONO' e poi lo attacco sul muro, proprio di fianco al lato della finestra che da' sulla panetteria.


Notizie sui tributi, interviste ai parenti, notizie sui tributi, interviste ai conoscenti, morti, perdite, pianti.
Questo è quello che ogni anno succede durante gli Hunger Games, questo è quello che succede secondo i cittadini del distretto 12.
Rimango seduta sul divano a guardare la madre del tributo maschile del distretto due che parla, dice di essere fiera di lui, mi vengono dei conati di vomito e spengo la televisione, ora che posso, dato che dall'inizio dei giochi sarà obbligatorio guardarla. Ovviamente per ora vengono intervistate solo le famiglie dei distretti dove ci sono i favoriti e da un certo lato lo preferisco, non sopporterei vedere qualcuno in tv, che per giunta conosco, parlare di Peeta. Non sopporterei di venire intervistata.
Una volta ero stata scelta come 'ragazza da intervistare', a 12 anni una mia compagna di classe era stata scelta come tributo, inutile dire che era morta subito nel bagno di sangue e quindi non mi avevano mai intervistata.
Sento un sacco di rumori provenire da fuori, mi alzo e mi dirigo verso la porta.
Fuori c'è la madre di Peeta che parla con degli uomini, devono essere di Capitol City, a giudicare dai vestiti. - quella donna non lavora mai?!- mi chiedo mentre cerco di avvicinarmi per origliare senza farmi scoprire.
-Meg, tesoro! Perchè non vieni a parlare con questi intervistatori?- mi chiede, sorridendomi -lei è Meg, era la fidanzata di mio figlio Peeta, non so come abbia fatto a lasciarla!- dice, sorridendomi per poi tornare a parlare con gli uomini di Capitol City.
Mi avvicino guardando storto i due, passo una buona mezz'ora ad ascoltare i discorsi falsissimi della donna, sul suo amore per Peeta, che metto seriamente in dubbio.
-Meg! Ciao! Mi servirebbe il tuo aiuto!- un ragazzo comparso dal nulla mi salva da quel supplizio mettendomi una mano sulla spalla, non lo guardo neanche, colgo l'occasione al volo -devo andare, mi dispiace- bofonchio e scappo via, soltanto dopo essere uscita dalla visuale della madre di Peeta e dei due avvoltoi di Capitol City, guardo in faccia il mio 'salvatore'. Gale.
-Grazie- gli dico, acidamente
-non c'è di che- dice, sarcastico - ho visto che eri in difficoltà, ma la prossima volta non ti aiuteró- -infatti non ho bisogno del tuo aiuto- rispondo, guardandolo male.
-noi dovremmo supportarci- dice dopo un minuto di silenzio.
-scusami!?- chiedo -tutti e due stiamo male, tu per Peeta, io per Katniss, siamo gli unici che possiamo capirci- dice lui, io faccio una smorfia -ma anche no- ribatto acida, tornando verso casa mia -perchè devi sempre cercare di litigare con me?- mi chiede -io non faccio proprio niente, è la tua faccia che mi scatena questo odio- gli faccio un occhiolino strafottente, la Meg di sempre stava tornando.
-come stai?- mi chiede -ancora parli?- gli dico, guardandolo negli occhi.
-come stai?- mi chiede, di nuovo -bene- dico -non è vero- dice lui -lo dici soltanto perchè vuoi sembrare forte, ma la verità è che stai malissimo- dice schernendomi -non sai niente di me- gli dico.
entro in casa sbattendo la porta ignorando bellamente la madre di Peeta che mi chiama.
Riaccendo la televisione e stanno trasmettendo un servizio prima della dichiarazione dei voti di ogni tributo.
Iniziano a bussare alla porta, sbuffo e a grandi passi arrivo alla porta, la apro ed una Daisy agitata si fa largo in casa mia.
-ciao- mi dice stringendomi a se fino a soffocarmi -come stai?- mi chiede, io indugio -bene- le rispondo, fingendo un sorriso.
-sembra tutto così calmo senza le urla della strega contro Peeta- dice lei emettendo un risolino, mentre si posiziona sul divano -già- dico guardando dalla finestra la madre di Peeta che corre in casa, forse per vedere il voto di suo figlio. Seguo Daisy a ruota sul divano ed incominciamo a guardare la televisione in silenzio.
Dopo poco inizia l'inno di Panem, faccio una smorfia di disgusto e cerco di prepararmi psicologicamente.
Distretto uno. Bei voti
Distretto due. Ottimi voti -che novità- bofonchio
Distretto tre
Quattro
Cinque
Distretto dieci
Distretto undici. voti mediocri
Claudius annuncia il distretto dodici, dice il nome di Peeta e vedo la sua foto comparire sullo schermo della mia tv, il mio cuore salta un battito.
Otto.
Peeta ha preso un OTTO
Inizio ad urlare di gioia, un otto per un ragazzo del distretto dodici significa speranza e speranza significa possibile vittoria.
Inizio a tremare non so bene per che cosa, sento che un peso si alza dal mio stomaco, ma ci ricade subito appena Katniss totalizza un undici.
Undici batte otto e questo significa niente sponsor per Peeta.
Daisy mi guarda con i suoi grandi occhioni, io la incenerisco e urlo un -la odio!- per poi andare in camera mia, lasciando da sola Daisy che è sconcertata e la televisione accesa.
-Meg!- sento urlare dal 'salotto', faccio finta di non aver sentito e continuo a fissare il soffitto di camera mia cercando di trattenere le lacrime di rabbia.
-Meg!- urla di nuovo Daisy, mi rialzo dal mio letto e vado da lei.
-che vuoi?- abbaio, lei fa finta di niente -otto non è comunque male e poi pensala così, se Katniss ha totalizzato più punti tutti si concentreranno su di lei e non su Peeta- dice, strappandomi un sorriso -sai, Daisy, a volte non sei così stupida come sembri- le dico, abbracciandola
 


L'angolo della Deficiente.

Prim(a) di tutto Buon Pomeriggio.
Secondo Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, personalmente non mi piace ma è un capitolo di passaggio, e quindi sono costretta a scriverlo.
Nel prossimo capitolo ci saranno le interviste uuuuh (?)
Comunque, in questi giorni mi sono scervellata nel cercare il volto di Meg e Daisy.
Ho scelto queste due bellezze.
Per Meg: Ayla Kell.
Per Daisy: Sasha Pieterse.
Spero vi piacciano.
Qui sotto vi lascio anche una bella Gif di Ayla\Meg u.u
Al prossimo capitolo, un bacio,

Nicole









Image and video hosting by TinyPic









 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: xisthemoment