Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: MusicAddicted    04/06/2012    21 recensioni
Completa!!!
E se Loki avesse scoperto la verità sulle sue origini quando aveva solo sei anni?
AVVISO: All'inizio del primo capitolo trovate quella MERAVIGLIA di banner/illustrazione della super-brava MERAVIGLIOSA Eternal ... che non ringrazierò mai abbastanza!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'My little giant'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera notte fonda…. manca poco alle 2:30 sono pazza… o forse è la notte che porta consiglio, fatto sta che ho finitooooooo!!!! *misto di soddisfazione e malinconia insieme*
E allora vi chiederete… perché non hai aggiornato stanotte allora? Mi ha abbandonato il modem, ecco perché.. sperando me lo riparino presto sigh..
 
intanto sfrutto il pc dell’ufficio ora eheh, benedetta pausa ^^
bando alle ciance, un megafantasmagoricoipersuperultra GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
 
Il vostro sostegno è commovente, non ho parole, davvero, siete tutte splendide ^^

Primo Avvertimento: FLUFF FLUFFOSO anche stavolta… ma garantisco che il seguito non sarà così.. se no affoghiamo tutte nella melassa, LOL… però qui sono così piccoli e pucci ( a proposito spesso mancano volutamente i congiuntivi o il linguaggio appare un po’ sgrammaticato proprio perché si tratta di bambini! ;) )  che .. non ho resistito…. vabbè può anche darsi che il piccolo Loki sfoderi gli artigli a breve *si azzittisce*

Secondo Avvertimento: pensavo fosse un capitoletto piccino picciò… e invece mi sono usciti fiumi di parole.. ma dividerlo non aveva senso… perdonatemi il papirone ;P

Terzo Avvertimento: Mi è stato fatto carinamente notare, che fra le mie 1000 e + imprecisioni, probabilmente ad Asgard non esistono pennarelli e compagnia bella… quello che vi chiedo allora è di chiudere un occhio (due no, se no non riuscite a leggere XD) e perdonarmi qualche.. strappo alla regola.. perché ho pensato a qualcosa che trovo davvero adatto a dei bambini … ma non so se poi fosse realmente attuabile.. pertanto il ‘What If? ‘ che c’è nelle note potrebbe comprendere anche ‘E Se ad Asgard contemplassero anche l’arte del disegno e fossero presenti carta, pittura e via dicendo?’ incrocia le dita*
fine avvertimenti, buona lettura ^^:
 
IV.
 
“Thor, caro, hai sbagliato ad abbottonarti quel gilet. Vieni qua!” lo chiamò a sé Frigga, sistemandoglielo amorevolmente, sotto lo sguardo scocciato del ragazzino.

“Madre! Così mi metti in imbarazzo!” protestò il biondo, con uno sbuffo sonoro.

“Beh, sì.  E’ un po’ imbarazzante che, pur essendo più piccolo di te, io so vestirmi correttamente !” lo prese allegramente in giro Loki, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del biondo.

Erano tutti e tre radunati nella stanza di Thor, con la madre che si stava occupando degli ultimi preparativi per la festa che era stata loro promessa.
Sì, perché quella lunga, angusta e terribilmente tediante settimana di punizione, era finalmente giunta al termine.

“E’ vero, tesoro mio, ti sei vestito impeccabilmente; ma ci devono essere serie dispute fra un pettine e i tuoi capelli. Vieni qua!” gli fece segno di raggiungerlo la regina, sistemandogli con tenerezza i corvini capelli, disparati, con il piccolo che manifestava il suo disappunto.

“Eh già. Non tutti hanno la fortuna di nascere con dei capelli perfetti come i miei!” scoccò la sua frecciatina Thor, passandosi una mano fra i capelli dorati, che poi riassunsero la loro piega perfetta.

“Zitto, tu!” borbottò Loki, allontanandosi dalla madre.

“Insomma, voi due! Basta bisticciare, non vorrete subire l’ennesimo castigo!” sentenziò Frigga, con la giusta autorità che a volte compete a una madre giudiziosa.
“Scusa…” mugolarono i due bambini all’unisono. 

“La festa di stasera è molto importante e voi dovete comportarvi bene; soprattutto tu, Loki! Tuo padre ti ha spiegato cosa intende fare, vero?”     
                                                                                  
Il bambino annuì.

“E sei d’accordo?” continuò Frigga.

Loki fece spallucce.

“Non rischio certo di aumentare la mia popolarità a corte.” mormorò triste.

Come un effetto condizionato, Frigga lo strinse a sé.

“Loki, no, non parlare così. Vedrai che ti accetteranno tutti; e, se non lo fanno, sono dei ciechi e degli insensibili.” gli sussurrò. “In più, sono certa che tuo fratello non permetterà che nulla di simile accada!” aggiunse, rivolta a Thor, includendolo nell’abbraccio.

“Certo che no! Se qualcuno osa trattare male il mio fratellino, li faccio tutti neri!” spergiurò il principino più grande.
Loki lo ringraziò con un sorriso sincero.

“Però non è necessario, Thor, io so badare a me stesso!” dichiarò, con una punta d’orgoglio.

“Bene. Siete pronti. Io mi avvio alla sala, badate a non tardare!” si raccomandò la madre, lasciando la stanza.  
 
“Ci siamo.” sentenziò Thor.  
                                                                                                       
“Beh, pare che per una volta sarò io il protagonista!” sorrise furbetto il principino più piccolo. Thor annuì con un sorriso.

“Ma vedi di non farci l’abitudine!”aggiunse, facendogli uno scherzoso buffetto sulla guancia.

 
Si incamminarono lungo il corridoio che conduceva alla sala dedita ai ricevimenti e agli eventi importanti. 
E quello di quella sera lo era eccome.                                                                                                 
Frigga l’aveva proposto come una spensierata festa per sollevare il morale ai loro figli; ma Odino ci aveva visto l’occasione propizia per mettere al corrente tutto il regno delle reali origini di Loki.
Dato che ormai il diretto interessato ne era venuto a conoscenza, sapeva che per un motivo o per l’altro prima o poi quella notizia avrebbe finito col diffondersi a macchia d’olio; pertanto la cosa migliore era giocare d’anticipo.
Ovviamente, prima ne aveva discusso a lungo con Loki, quella mattina stessa, ed era lieto di aver ricevuto il suo pieno consenso.                                                                                                                   Odino andò incontro ai suoi figli alla fine del corridoio; permettendo a Thor di andare e mettendosi in disparte con Loki.


“Figlio mio, sei pronto?”

Loki annuì con fierezza e determinazione che sfavillavano nel suo sguardo.

“E’ un passo molto importante quello che compiremo stasera.” affermò il re.

“Lo so, padre, ma sento che è necessario compierlo.” replicò il principino.

“Molto bene.” sorrise il padre degli dei, posando una mano sulla spalla del figlioletto. “Ti avevo fatto una promessa, ricordi?”

Loki annuì di nuovo, ma stavolta più tentennante.

“Io mantengo sempre la parola data!” sorrise bonario Odino, mostrandogli un oggetto che teneva celato sotto il mantello.

Era un elmetto identico a quello delle guardie reali, ma in miniatura.                                                
Il volto di Loki si illuminò.                                                                                                             
Aveva caparbiamente insistito affinché Frigga gli permettesse di indossare l’elmetto che gli aveva realizzato Thor; ma la madre era stata irremovibile, argomentando che non era l’accessorio più indicato a un’occasione tanto solenne.


“Padre, grazie! Davvero posso… “ disse, così emozionato da non riuscire nemmeno a concludere quella domanda.

Il re annuì, consegnandogli l’ornamento fra le mani.

“E’ tuo.” confermò.

Loki non perse tempo e lo indossò, cercando il più vicino specchio per potersi ammirare. Non sapeva perché, ma indossare quell’elmetto gli infondeva più sicurezza, senza contare il fatto che gli stesse davvero bene.

“Ora raggiungi pure tuo fratello e gli altri. Ti chiamerò io quando sarà il momento dell’annuncio.” lo congedò il re e, ringraziandolo un’ultima volta, Loki corse via felice, in barba all’etichetta che gli vietava un simile comportamento scapestrato.

Odino ridacchiò, ma poi si incupì leggermente.

- Oh, Loki, mi auguro davvero che questa sia la giusta cosa da fare!-

---------------------------------------------------------------
 
La festa era ormai in corso da quasi un’ora.                                                                                           
Tra uno stuzzichino e l’altro, Thor i e suoi amichetti più fidati parlottavano del più e del meno. Loki era lì con loro, sforzandosi di sopportare la compagnia di quelli che considerava soltanto degli intrusi.                                                                                                                                                    
E la cosa era reciproca fra gli amici di Thor.


“Hey, Loki, è vero che sei scappato di casa?” domandò Fandral, un bambino biondo, dai modi aristocratici e un po’ altezzosi.

“Sì.” rispose l’interpellato, cercando di tagliare corto.

“Ed è vero che volevi lasciare addirittura il regno?” chiese goffamente Volstagg, un bambino castano, di costituzione robusta, con la bocca traboccante delle leccornie che aveva saccheggiato al buffet.

Loki lo guardò disgustato. Se non altro, Fandral almeno era molto più raffinato.

“Sì, è vero, volevo anche lasciare il regno!” lo assecondò il moro, con sufficienza.

“Per una volta che facevi qualcosa di intelligente! Non potevi evitare di tornare?”commentò acida Sif, una bellissima bambina, dai lunghi capelli biondi, ma dall’atteggiamento prettamente mascolino.

“Sif! Ritira subito quello che hai detto!” gli intimò Thor, guardandola torvo, mentre Loki accusava quel colpo basso, controllandosi per non dare loro la soddisfazione di vederlo in lacrime.

Ma gli bastò guardare il volto sorridente del fratello per ritrovare la giusta serenità. Ogni volta che Thor gli sorrideva, il resto del mondo cessava di avere la benché minima importanza, e per Loki andava tutto bene.

“Come vuoi, Thor, ma scordati che io gli chieda scusa!” sbuffò Sif, inviperita.

“Ma è vero che questa serata è in tuo onore?” domandò nuovamente Volstagg, stavolta avendo l'accortezza di non abbuffarsi.

Loki annuì.

“Che potrai avere mai di così speciale da meritarti addirittura una festa?” domandò scettico e distaccato Fandral.

“Lo vedrai!” sogghignò Loki.

“Ma poi… che cos’è che ti sei messo in testa? Sei ridicolo!” sghignazzò Fandral.

Thor stava per dire qualcosa, ma Loki lo anticipò.

“Ridi pure! La verità è che sei solo invidioso, perché io ho un ornamento reale e tu solo un pellicciotto spelacchiato che tra l’altro indossi pure un po’ troppo spesso!” scoccò la sua velenosa frecciatina, additando proprio al pellicciotto che anche in quell’occasione l’altro bambino aveva deciso di indossare.

Fandral sobbalzò imbarazzato. Evidentemente Loki aveva colto nel segno.

Thor non riuscì a reprimere una risatina, ma non fu il solo, perché nemmeno Sif riuscì a non cedere a quella reazione.
                                                                                                                          
Quella per Loki fu una doppia vittoria.
Per tutto il tempo, Hogun, il quarto amico di Thor, si era limitato ad osservare l’intera scena in assoluto silenzio, senza però rinunciare a riservare occhiate cariche di astio a Loki, che ovviamente venivano ricambiate.
Del resto, Hogun era sempre stato un bambino taciturno, e i capelli scuri, nonché la carnagione olivastra, lo rendevano ancora più burbero.
 
 
“Loki, vieni qui!” lo chiamò a sé Odino.

“Oh, ma che peccato! Sono costretto a separarmi dalla vostra compagnia così piacevole!” commentò sarcastico Loki, fingendo profondo rammarico.

Thor ridacchiò, mentre gli amici del biondo lo guardavano allontanarsi.

Camminando a testa alta e con atteggiamento regale, Loki raggiunse Odino sul pulpito, alla fine della sala.

 
“Miei cari sudditi, mio ben amato popolo, oggi vi voglio dare prova di come la pace e l’armonia tra i regni non siano solo una mera utopia!” esordì il saggio re.

Il popolo ascoltava in devoto silenzio, pendendo dalle sue labbra.

Frigga era a fianco del suo consorte e lo invitò a proseguire.

“In vista dell’ultima, violenta e sanguinosa battaglia contro Jotunheim, mi fu fatta un’esplicita richiesta.” narrò Odino.

Del resto, se aveva omesso una parte di verità a Loki, era altrettanto doveroso farlo con il popolo intero.

“C’era un neonato di quel regno, troppo piccolo per essere considerato pienamente della sua razza, troppo indifeso per essere abbandonato a se stesso. Chi l’aveva dato alla luce, per proteggerlo da tutto questo, mi chiese di prendermi cura di lui, di accoglierlo fra la nostra gente,” proseguì, mentre Loki poteva già avvertire su di sé gli occhi di migliaia di persone.

Tuttavia, fra quei volti cercò quello amico di Thor, che gli sorrise, annuendo.

Loki ricambiò sia il cenno sia il sorriso, preparandosi ad affrontare quello che ne sarebbe conseguito.

“Io non solo ho esaudito quella richiesta, non solo l’ho accolto fra la nostra gente; l’ho accolto nella mia famiglia, come un figlio.” rivelò Odino, prendendo per mano Loki e conducendolo al bordo del pulpito, perché fosse esposto il più possibile alla folla.

“Quel neonato altri non era che Loki; ma ciò che più conta è che lui è a tutti gli effetti mio figlio!” ribadì.

Tra la sala si elevarono urla di stupore, qualche debole e poco convinto applauso di incoraggiamento e numerosi borbottii di protesta.

“Silenzio!” impose Odino. “Loki è l’anello di congiunzione fra il popolo Asgardiano e quello Jotun. E’ la nostra speranza per un’era serena e armoniosa. Egli è strumento di pace!” proclamò con orgoglio.

“Strumento di pace. Io sono uno strumento di pace.” si ripeté a bassa voce Loki, con un sorrisetto compiaciuto.

Non ne capiva ancora appieno il significato, ma quella definizione gli piaceva.

“Ora sapete la verità, ma ciò non vi autorizza in nessun modo ad attuare qualsiasi sorta di discriminazione. Mio figlio Loki merita di essere trattato come un principe di Asgard, quale è!” puntualizzò Odino.

“Sì, al pari di Thor, suo fratello. E chiunque non dovesse tenere a mente quest’uguaglianza ne risponderà a me personalmente!” si sentì in dovere di aggiungere Frigga, ammiccando benevola verso Loki, che le sorrise.


 
 
“Quindi davvero Loki è uno sporco gigante di ghiaccio?” ripeté Fandral, inorridito.

“Io l’ho sempre detto che non c’era nulla di buono in lui … e avevo ragione!” sibilò Sif.

Volstagg era troppo occupato a riempirsi la bocca, perciò annuì soltanto.

Anche Hogun stava per dire la sua, ma fu interrotto da Thor.

“Non vi azzardate a dire una sola parola di più. Vi dovreste vergognare. Non avete sentito ciò che è appena stato detto? Questo non cambia e non deve cambiare niente. Loki è mio fratello e io lo difenderò sempre … anche da voi se è necessario!” dichiarò e nell’ultima parte era percepibile una velata minaccia. “Siete i miei più cari amici, perciò cercate di continuare ad esserlo!” aggiunse freddo.

I suoi quattro interlocutori chinarono la testa con riluttante fare remissivo.

Il principino biondo si allontanò dai compagni e si fece strada fra la gente, verso Loki; al quale, a turno, si avvicinavano tutti gli abitanti di Asgard, per rendergli omaggio e fargli qualche domanda.   
 Assistito da Odino e Frigga, Loki cercava di rispondere, un po’ imbarazzato, facendo del suo meglio per risultare il più esauriente possibile.                                                                                
Non era abituato a ricevere tutte quelle attenzioni, lui che era sempre vissuto all’ombra di Thor.
Se da una parte gli faceva un enorme piacere, dall’altra la cosa lo coglieva notevolmente di sorpresa; ma si sforzava di non farlo trasparire.                                                                                       
Vedendo sopraggiungere il fratello, decise di concedersi una meritata pausa da tutto quell’improvviso interesse nei propri confronti.                                                                               
Con uno sguardo eloquente verso il re e la regina, Loki effettuò la sua muta richiesta, ottenendone il consenso.                                                                                                                                    
Raggiunse Thor e si appartarono in un angolo più isolato, per poter parlare in tutta tranquillità.



“Thor, hai visto? Alla fine padre l’ha detto. Ora lo sanno tutti!” esclamò il principino moro.

“Ho visto.” gli sorrise l’altro, per poi cogliere una lieve sfumatura d’inquietudine in quei grandi, incantevoli occhi di smeraldo. “Qualcosa non va, fratellino?” aggiunse, mettendogli una mano sulla spalla.

“Non lo so. Ho come l’impressione che non durerà. Stasera sono tutti carini con me, perché l’hanno ordinato padre e madre; ma forse poi questo farà aumentare il disprezzo che già nutrivano nei miei confronti.” rivelò, scostandosi.

“No, vedrai che non è così. Quello che padre ha fatto stasera ha cambiato tutto, ma in meglio. E continuerà a essere così!” lo rincuorò il biondo.

Loki girò lo sguardo verso di lui.

“Davvero? E che mi dici dei tuoi amichetti? Loro come l’hanno presa?” gli domandò.

“Beh, erano un po’ sorpresi all’inizio… ma poi questo ha fatto capire loro molte cose… e d’ora in poi troveranno più piacevole la tua compagnia.” farfugliò Thor, non riuscendo però ad affrontare le iridi indagatrici del più piccolo, che poi scoppiò in una fragorosa risata.

“Oh, Thor, ti prego! Tu non sei affatto capace di mentire!” affermò il moro.

“Hai ragione. Loro non si sono affatto comportati bene con te, né prima, né dopo quella notizia.” ammise il biondo, affrontando il suo sguardo e stavolta in quei piccoli, meravigliosi zaffiri Loki poté leggerci la scomoda verità.

“Però lo sai come sono loro, non sono cattivi, è solo che…”  riprese il discorso il più grande.

“Tu stai sempre a giustificarli, anche quando non se lo meritano!” sbottò Loki indignato.

“Loki, non posso dire che tu ti comporti sempre bene con loro.” gli fece notare Thor.

Errore. Un terribile errore.

Gli occhi del suo interlocutore si fecero lucidi.

“Tu non capisci mai niente! Si chiama legittima difesa! Sia a parole che fatti. Se loro mi insultano o mi attaccano, non puoi pretendere che io li lascio fare. Io reagisco, giusto o sbagliato che sia. Non m’importa!” replicò Loki, stringendo i pugni.

“Io non volevo…” tentennò Thor.

Voleva dirgli che aveva appena preso le sue difese con gli altri, ma preferì tacere, sapeva che non gli avrebbe mai creduto.

“Vattene, Thor. Se per te i tuoi amici sono più importanti di tutto, torna da loro!” sibilò Loki.

“NO!” si impuntò il principino più grande, con gli occhi blu intrisi di una determinazione crescente. “Tu sei più importante. Tu vieni prima di tutto, Loki!” dichiarò, serio come poche volte si era visto.
Loki sussultò sbalordito.

 “Davvero?” mormorò, asciugandosi le prima lacrime che gli erano già scese.

Thor prese una mano del più piccolo fra le sue.

“Davvero. E se c’è un modo per dimostrartelo…”

“Sì, c’è.” lo interruppe Loki, appoggiando anche l’altra mano sopra quella che Thor stava già stringendo.                                                                                                                                       
Erano quelle le parole che lui desiderava sentire e sul volto gli si dipinse un ghigno furbetto.

“Mi aiuteresti a dare una piccola lezione ai tuoi amichetti?” gli domandò.

Thor scostò le mani dalle sue.

“Loki! Siamo appena usciti da un’intera settimana di punizione. Non credi che faremmo meglio  starcene un po’ tranquilli?” cercò di farlo ragionare il biondo.

“Non è niente di rischioso. Solo un piccolo scherzetto innocente. Ma se non te la senti, posso anche fare da solo!” lo punzecchiò Loki, pienamente consapevole di star toccando i tasti giusti.

“Mai. Non ti lascerò mai solo, Loki, e lo sai. Devi soltanto dirmi che cos’hai intenzione di fare.” replicò l’altro.

“Domattina. Appena sei pronto, vieni nella mia stanza e ti spiegherò tutto!” lo informò il moro. “Ora torna dagli altri e godiamoci questa festa. Io ne approfitterò per procurarmi quello che ci occorre.” lo istruì e l’altro obbedì, senza fare ulteriori domande.

------------------------------------------------------------------

L’indomani, senza nemmeno bisogno che arrivasse sua madre a destarlo dal sonno; Thor si svegliò di buon’ora e una volta pronto percorse il corridoio che portava alla camera del fratello.
Bastò bussare un paio di volte, perché Loki accorresse.

“Entra, fratello.” lo esortò, per poi richiudere la porta alle loro spalle. “A madre l’ho già detto io che avresti passato tutta la mattina da me, così non starà in ansia a cercarti.” lo informò, portandolo con sé al centro della stanza, dove c’erano dei grandissimi fogli di cartoncino resistente srotolati, tenuti fermi a terra con dei libri pesanti posti alle estremità .

“Dove li hai presi quelli?” lo interrogò basito Thor.

“Ieri ho parlato col servitore che si occupa di fornire il materiale decorativo per le feste e i ricevimenti speciali. Gli ho detto che tu ed io volevamo organizzare una grande sorpresa a padre, per questo mi ha fatto prontamente avere quanto richiesto, e in gran segreto.” spiegò il più piccolo.

“Loki! A furia di mentire, da grande diverrai il dio delle Bugie!” ridacchiò il più grande.
“Perché no? Non ha un brutto suono, in fondo.” sorrise tra sè e sè il moro.
 
“E perché ci sono tutti questi colori a tempera blu?” domandò Thor, sempre più perplesso.

“Perché per quello che stiamo per fare, il blu è il colore chiave!” gli fece l’occhiolino Loki.

“E di preciso cos’è che stiamo per fare?”

Per tutta risposta, Loki lo invitò a sedersi con lui davanti a uno dei grossi fogli, porgendogli una matita e prendendone una per sé.

“Thor, come te la cavi con il disegno?”


-----------------------------------------------------------------------

All’incirca due ore dopo, i due stavano pazientemente finendo di riempire anche i contorni dell’ultimo gigante di ghiaccio che avevano approssimativamente disegnato, in diverse pose di attacco.

“Dovrebbe bastare. Lasciamo asciugare il colore e poi ritagliamo le sagome!” suggerì Loki, ammirando soddisfatto il loro operato.

“Non sono molto convincenti come disegni…” borbottò Thor.

Del resto, non potevano pretendere molto dalle loro tenere età.

“Lo so, ma non importa, serviranno allo scopo. Se le cose vanno come spero che vadano, quelli non staranno nemmeno a guardarle le sagome!” sogghignò il più piccolo. “Prima dell’allenamento li incontrerai ai giardini, giusto?”

“Sì. Vuoi venire anche tu?” lo invitò Thor, anche se non era certo che sarebbe stata una buona idea.

“Non ci penso proprio! Preferisco allenarmi con le magie, ci sono ancora tante di quelle cose che devo imparare. Ad esempio, se ero già in grado di creare delle illusioni dal nulla, ci potevamo risparmiare questa faticata dei disegni!” precisò.

“Io mi sono divertito!” ridacchiò  Thor, mezzo imbrattato di pittura.

“Anch’io; ma appena asciugheranno ti farò vedere qualcosa di ancora più divertente.” gli anticipò Loki. “Riguardo a quello che stavo dicendo, il fatto che tu veda i tuoi amichetti oggi è determinante per la prima fase del mio piano. Ecco quello che devi fare…”

--------------------------------------------------------------

Attesero un’ulteriore ora, per andare  sul sicuro, dopodiché ritagliarono le grosse sagome, apponendole negli appositi piedistalli di legno con al centro una sottile fessura per tenerle  ferme.

“Sì, sono anche abbastanza spaventose, ma sono solo tre… non sembra un esercito!” puntualizzò scettico Thor.

“Questo lo credi tu. Sta’ a guardare!”  sorrise Loki, per poi compiere un lieve gesto della mano, guardando le tre sagome.

All’istante si moltiplicarono fino a divenire almeno venti volte tanto.
Thor le guardò esterrefatto, toccandone una e constatando che si trattava solo di un’illusione.
Con un secondo gesto della mano, Loki fece sparire il resto delle illusioni.     
 
“Erano tantissimi… e sembravano un vero esercito!” commentò Thor, con la meraviglia negli occhi.

“Sì, è vero!” annuì Loki. “E poi, pensa, fratellone, se mi applico tanto, un giorno questa magia la saprò applicare su me stesso!” lo informò, con l’entusiasmo a mille, fantasticando a occhi aperti su quella prospettiva così allettante.
 
*********************************** (Contemporaneamente)
 
“Sono chiusi nella stanza di Loki, entrambi?” domandò sorpreso Odino.

“Sì, mio re, ormai da più di tre ore!” riferì Frigga.

“Ma non gli è bastata una settimana confinata nelle loro stanze?” si chiese perplesso, accarezzandosi il mento barbuto.

“Ma, caro, la vera punizione per loro era non poter passare del tempo assieme. Ora di sicuro staranno architettando qualcuna delle loro birbonate.” espresse la sua opinione l’arguta donna, col sorriso di chi sa.
“Prima vediamo cos’hanno in mente, poi decideremo se è il caso di prendere provvedimenti!” sentenziò il re, in fondo divertito dalle marachelle dei due figlioli, almeno nei limiti consentiti.

---------------------------------------------------------------
 
Come d’accordo, Thor ritrovò i suoi amici nel pomeriggio, ai giardini reali.

“Thor, ma come può essere che ieri, quando il re, tuo padre, ha dato quella notizia sconvolgente, tu eri così tranquillo?” osservò Fandral.

“E’ semplice io lo sapevo di già.” rispose tranquillamente Thor.

“Davvero? Te ne aveva parlato già re Odino?” lo interrogò Volstagg.

“Non esattamente. Diciamo che l’ho proprio sperimentato di persona chi fosse in realtà mio fratello!” annunciò il principino.

“Vuoi.. dire che.. tu l’hai visto cambiare aspetto?” domandò Sif, incuriosita quanto allarmata.

Thor si limitò ad annuire.

“E come è successo?” chiese Hogun.

“La scorsa settimana, eravamo nella stanza delle Armi. Ci siamo voluti andare per sfida. E stavamo bisticciando, come al solito, ma io ho detto qualcosa che l’ha fatto arrabbiare, davvero tanto e Loki, beh… non era più lui!” raccontò Thor, seguendo fedelmente le istruzioni del fratellino.

“Che…. che significa?” si inquietò Fandral.

“Si è trasformato. E’ diventato enorme, tutto blu con gli occhi iniettati di sangue. Sputava lame ghiacciate e ha eliminato due guardie  che hanno tentato di attaccarlo!” proseguì quel racconto fasullo Thor, concedendosi di esagerare qualche dettaglio, rispetto a quanto concordato con Loki.

“E… tu che hai fatto?” domandò angosciata Sif.

“Ho provato a parlargli, per tranquillizzarlo, ma lui stava per attaccare anche a me, quando poi è arrivato padre l’ha toccato e Loki è tornato quello di sempre, solo molto più spaventato, come tutti noi del resto. E allora padre ha deciso di raccontarci la verità.” concluse Thor.

“E… il re l’ha ripreso con sé… nonostante quello che ha fatto?” domandò attonita Sif.

“Certo!” sorrise Thor, facendo spallucce come se la cosa fosse di poco conto. “Padre una seconda possibilità la concede sempre, a chiunque . E poi il segreto è non fare arrabbiare Loki, così non avrete nulla da temere!”

“Ma… ma noi Loki lo facciamo arrabbiare sempre!” borbottò Volstagg, impensierito.

“Loki sa essere molto paziente. Finora vi è andata bene, ma se fossi in voi non rischierei oltre!” li mise in guardia Thor, fingendosi falsamente preoccupato.

Gli altri si guardarono angosciati fra di loro e Thor se ne compiacque.

La prima parte del piano si era conclusa a meraviglia e non vedeva l’ora di dirlo a Loki.

------------------------------------------------------------------------
Il mattino dopo, Loki si concesse una piacevole passeggiata per il parco, portando con sé uno dei suoi libri, con l’intento di leggerselo all’aria aperta.
Dalla parte opposta vide venirgli incontro quattro figure assai familiari.

“Buongiorno, Loki, non trovi sia una splendida giornata?” esordì Volstagg.

“Il tempo è ottimo, l’ideale per una buona lettura!” sorrise il principino.

“Vuoi un po’ della mia merenda?” proseguì Volstagg, allungandogli il suo cosciotto di pollo.

Loki declinò quello sgradevole invito il più gentilmente possibile.

“Perché sprecare una così bella giornata con una lettura polverosa? Sarebbe l’ideale per allenarsi un po’. Magari ti posso dare qualche lezione di scherma. Potresti diventare un abile spadaccino, come me!” si offrì Fandral.

“Per quanto sia allettante la tua offerta, no. Preferisco le mie letture polverose, grazie!” mostrò un sorriso di cortesia Loki.

“Okay, ma se vuoi fare una pausa, ci troverai sempre qua. Se vuoi ti lascio pettinare i miei capelli, acconciandoli come preferisci!” lo informò Sif.

Lei non faceva toccare mai a nessuno i suo capelli. Mai.

Così come Hogun, pur non proferendo parola, fece qualcosa di più unico che raro: sfoderò un ampio sorriso in direzione di Loki.

Loki salutò tutti con un cenno della mano e si avviò per la sua strada, arrivando puntuale all’appuntamento con Thor.
 
“Allora, com’è andata?” si interessò il fratello maggiore.

“Accidenti! Sto quasi pensando di non passare più alla fase finale del nostro piano. Mi piace questo loro nuovo modo di trattarmi!” confessò il più piccolo, raggiungendolo sul prato.
Thor gli diede un’amichevole pacca sulla spalla.

“Lo so e me ne rallegro per te, fratellino. Ma così è solo perché ti temono. Io voglio che sia perché ti rispettano!” replicò Thor.

“Quindi mi consigli di proseguire?” chiese conferma Loki.

“Assolutamente sì. E’ tutto stabilito per oggi pomeriggio. L’hai riempito il sacchettino?” si interessò Thor, lieto di vederlo annuire.

“Mi hai preso per uno sprovveduto? Ho pensato ad ogni minimo dettaglio. Tu ricordati di portare le sagome abbastanza vicino, di modo che io le possa chiamare a me facilmente.” gli ricordò il moro.
“Sarà fatto.” garantì il biondo.

--------------------------------------------------------------------------

Il pomeriggio arrivò e stavolta fu Loki a dirigersi ai giardini.
Gli altri furono stupiti di trovarlo lì.

“C-ciao Loki. Ma oggi Thor non c’è?” domandò tentennante Fandral.

“No, ha detto che arriva più tardi. La cosa vi crea qualche disturbo?” domandò con tono pacato Loki.

“N-nessuno!” assicurò Sif.

“E’ inutile che portiate avanti questa scenetta con me. Io lo so cosa vi ha detto Thor.” li informò Loki, con tono più distaccato.

“No-no… che dici? E’ che ci siamo resi conto da soli… che abbiamo esagerato con te e che dobbiamo trattarti meglio!” si arrampicò sugli specchi Fandral.

“Sono solo un mucchio di frottole!” sbraitò Loki, innervosito.

“No-non t’arrabbiare!” lo implorò Volstagg, cominciando a temere il peggio.

Loki sogghignò, palesemente divertito.

“Oh, non volete, vero? Avete paura di quello che potrebbe succedere?” disse, cominciando a stringere il sacchettino di vernice bucato che teneva nascosto in una mano, che riversò lentamente il suo denso liquido.

“G-guardate la sua mano!” strillò Sif.

“E diventata blu!”si allarmò Volstagg.

“La trasformazione sta già cominciando.” constatò preoccupato Fandral.

“Non prevedo nulla di buono.” si agitò Hogun.

Loki rise.

“Oh, è questo che temete? Allora Thor non ve l’ha detto?”

“Di-dirci cosa?” balbettò Sif.

“Che ho anche il potere di chiamare a me i miei simili, così ci penseranno loro a eliminarvi una volta per tutte!” li avvertì Loki, schioccando le dita e qualche secondo dopo, i quattro si ritrovarono accerchiati da grossi individui blu dai terribili occhi rossi.
I quattro bambini si strinsero fra loro, gridando terrorizzati.

“Thor! Thoooor! Aiutaci!” invocò aiuto Fandral.

Come per incanto, Thor accorse subito nella loro direzione.

“Loki, no! Che hai fatto?” si rivolse al fratello, col tono più adirato che riuscì ad utilizzare.

“Ormai è troppo tardi!” sentenziò acido Loki, con le grida degli altri che continuavano a fare da sottofondo.

“Oh no, attenti, amici. Stanno creando delle armi di ghiaccio con le quali attaccarvi. Scappate!” li avvisò Thor, fingendosi allarmato.

Per tutta risposta i quattro aumentarono il volume delle loro grida, stringendosi maggiormente fra loro.

“Thor! Aiutaci!” piagnucolò Sif.

“E perché mai? Secondo me ve la potete cavare benissimo da soli! Provate a guardarli un po’ meglio!” replicò arrogante il principino biondo.

“Cosa?” domandò Hogun, cercando di seguire quel consiglio, così come fecero gli altri.

“Ma… sono solo dei disegni!” constatò Fandral, buttando giù una sagoma con un pugno.

“Alcuni non sono nemmeno veri!” lo corresse Sif, calciando nient’altro che aria.

Volstagg e Higun si sbarazzarono dei disegni reali rimanenti.

“E voi vi definireste prodi guerrieri?” li sbeffeggiò Loki, ridendo con Thor.

“Ma… la tua mano!” protestò Volstagg.

Thor prese un panno inumidito e la passò sopra la mano blu di Loki che tornò gradualmente rosa.

“Visto, fessacchiotti? Vernice blu. Lavabile!” spiegò il principino moro.

Una volta che i quattro bambini si furono tranquillizzati, Thor avanzò verso di loro.

“Amici miei, Loki e io vi abbiamo insegnato una lezione: mai giudicare dalle apparenze!” proclamò Thor, per poi accingersi a spiegare loro, supportato da qualche intervento di Loki, come stessero effettivamente le cose.
 
“E così, Loki, hai architettato tutto questo da solo?” domandò Volstagg a fine racconto.

“Sì, ma senza l’aiuto di mio fratello non ce l’avrei fatta!” ammise Loki, sorridendo a Thor.

“Beh… è geniale! I disegni, la mano pitturata, le false informazioni sul tuo conto… bello scherzo, davvero, devo ammetterlo!” riconobbe Fandral.

“Sai, Loki ne sa fare a centinaia di scherzi, anche molto più elaborati di questo!” li informò Thor.

“E puoi insegnare qualcosa anche a noi?”domandò timoroso Volstagg.

Loki sorrise.

“Perché no? Più siamo, più scherzi si possono fare!” approvò.

“Però è utile anche per gli allenamenti.. farci questo genere di trabocchetti. Pensi di riuscire a farne altri?” lo interrogò Sif.

“Tutti quelli che vuoi!” dichiarò sorridente Loki.

Hogun gli si avvicinò cautamente.

“Beh, in fondo non sei poi così male, piccoletto!” affermò con un mezzo sorriso.

Loki era veramente felice. Non si trattava più di una messinscena dettata dal timore. Ora lo stavano accettando per davvero.

--------------------------------------------------------------------------

Non appena al re giunse notizia di quello che avevano combinato i figli, non solo approvò il gioco di squadra che contribuiva a rafforzare il loro legame fraterno, ma fu estremamente soddisfatto del fatto che non fossero ricorsi a nessun tipo di violenza.

“Avete impartito una giusta lezione in un modo più che legittimo e, Loki, tu hai dato ulteriore prova di quanti progressi tu stia facendo con la magia… anche se mi sento in dovere di incoraggiarti a non trascurare le pratiche guerriere.” si raccomandò il re.

“Cercherò di fare il possibile, padre.” assicurò Loki. “Niente punizione quindi?” chiese conferma con anticipato ottimismo.


“Nessuna punizione. Al contrario. Vi meritate un premio!” sorrise loro benevolo il re.

“Davvero?” sfavillò di entusiasmo Loki.

“Chiedetemi ciò che volete. Io lo esaudirò.” garantì Odino.

Thor sapeva già cosa chiedere.

“Padre, possiamo tornare da soli, Loki e io, nella stanza delle Armi?” domandò.

Il re sussultò a quella richiesta inaspettata.

Anche Loki rivolse uno sguardo scombussolato al fratello.

“Perché?” domandò Odino al figlio più grande.

“Voglio solo accertarmi di una cosa. Ti prometto che non combineremo nessun guaio. Ci consideri meritevoli della tua fiducia?” insistette Thor.
“E sia!” acconsentì il padre.

------------------------------------------------------------
 
“Che cosa?” domandò sconvolto Loki.

“Hai capito bene. Ti ho detto di toccarlo!” ribadì Thor.

Si trovavano nella stanza delle Armi, da soli, davanti allo scrigno degli Antichi Inverni.

“Ma sei impazzito? Ti ricordi cos’è successo l’ultima volta?”

“Certo. E voglio che succeda di nuovo.” dichiarò deciso il biondo.

“Ne sei sicuro? Giuri che poi non ti spaventi e mi chiami mostro di nuovo?” si imbronciò Loki, molto poco convinto di quel che stava per fare.

Thor annuì, incitandolo a eseguire quanto richiesto.

Loki toccò quello scrigno con una mano e mutò completamente aspetto quasi subito.

Thor non faceva altro che fissarlo incuriosito, avvicinandosi sempre di più.

“Hai visto? Non mi spavento più.” gli sorrise.

“No, Thor, sta’ lontano. Non ricordi? Padre dice sempre di non toccare i giganti di ghiaccio, è doloroso!” si allarmò Loki.

Incurante dei suoi avvertimenti, Thor si avvicinò ulteriormente, posandogli un delicato bacio sulla punta del naso che si tinse subito di rosa.
 
*********************** (Contemporaneamente)

Nonostante la fiducia accordata, sia Odino che Frigga erano al cospetto di Heimdall, di modo da poter monitorare la situazione.

“E adesso cosa vedi, Heimdall?” domandò il re.

Il guardiano sorrise.

“Vedo due fratelli.”

************************** (Contemporaneamente)
 
Da adombrato, Loki ritornò sorridente, fissando il fratello con i suoi occhi rossi, ricolmi di affetto nonostante il loro aspetto tetro.

“Mi puoi  toccare! Non ti ho fatto male!” si capacitò, felice. “Ma com’è possibile?” si domandò.

Per tutta risposta, Thor gli posò un altro bacio, stavolta sulla guancia, che divenne altrettanto rosa, per poi portare la bocca al suo orecchio.

“Perché tu sei speciale, mio piccolo gigante!”
 
--
THE END
 
Io mi sono affezionata a questi piccoli, adorabili birbanti… spero siano piaciuti anche a voi ^^
Qualche nota:
 
Per la parte sulla divulgazione della notizia delle origini di Loki, ringrazio FrancescaAkira89 , che con la sua domanda mi ha dato l’idea ^^
Per la parte di Sif e i piccoli guerrieri, il ringraziamento va a Edvige86, che voleva appunto vedere Loki interagire con questi ‘adorabili ‘ personaggini.. eddaì , non garantisco che durerà per il futuro, ma un pochetto qui alla fine si sono riscattati? ;)
 
Mentre il  finale è stato ispirato da questa meraviglia , dono della bravissima Eternal  , che trovate anche a inizio storia:

Image and video hosting by TinyPic
 
Insomma.. questo capitolo appartiene almeno al 20% a ciascuna di voi tre *le abbraccia tutte*
 
Datemi qualche giorno e  arriverà anche ‘Expecting’  ( l'ho già cominciata su carta) ^^
Quanto al seguito di questa, ‘Tricked Thunder’… beh , mi prendo un attimo di respiro.. una o due settimane… magari penso anche a un altro fandom che sto trascurando un po’ troppo, lol
grazie di tutto e, mi raccomando, di qualunque tipo siano, fatemi sapere le vostre opinioni su questa parte conclusiva,  anche solo una parola per me è preziosissima!! ^^
 
a presto, smaaaaaack!
   
 
Leggi le 21 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: MusicAddicted