Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: arethafranklin    05/06/2012    8 recensioni
Storia leggera, anzi leggerissima… praticamente una piuma!
Pensieri, emozioni e tantissimi dialoghi,dove Athos e Aramis sono, loro malgrado, i protagonisti ignari delle macchinazioni dell’amico Porthos, affiancato in questa pazzia da D’Artagnan che gli farà da spalla.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Porthos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come mi avete giustamente sottolineato, la musica che ho scelto è anacronistica rispetto a questa storia.
Il tango argentino(credo sia il più vecchio ma, non ne sono sicura), è nato nella seconda metà dell’800.
Per quanto riguarda la canzone presa in esame, l’unico riscontro che ho trovato riguarda la canzone dei Police, quindi non saprei dirvi esattamente quando è stata fatta.
Però ragazze mettetevi una mano sul cuore.. non è colpa mia se le musiche che mi piacciono di più sono state composte non prima del 1700.
Per la prossima storia prometto di fare una ricerca più approfondita e di inserire ( forse ) qualcosa del1600.
Comunque per il momento persevererò nell’errore e quindi vi metterò il tango più bello che abbia mai sentito ( e anche quello più utilizzato in assoluto)


6. Alleluia!


 

Dopo l’esibizione di Athos e Aramis in cui, i due ragazzi, si erano dimostrati molto affiatati, Porthos, era deciso come non mai a battere il ferro finché fosse ancora caldo.
Rivolgendosi al guascone gli sussurrò

- D’Artagnan ora osserva il maestro all’opera e se riesci..cerca di imparare qualcosa –

Ora mi gioco il tutto per tutto.. he he! Soccomberanno certamente al mio fascino innato!

Sfoderando il sorriso più convincente di cui disponesse, Porthos si avvicinò agli amici e affabilmente propose..

- Ragazzi la vostra dimostrazione è stata fantastica ma, per meglio apprenderne i segreti, che ne direste di partecipare ad un vero ballo ? –

- Porthos sai che non mi è possibile… - tentò di giustificarsi Aramis.

- Lo so, non ti preoccupare ma, non mi riferivo ad i soliti, noiosi balli di corte, so per certo che questa sera ci sarà una festa campestre.. poco fuori le mura della città, una festa di paese dove nessuno potrà riconoscere nei panni di una fanciulla, il fiero moschettiere Aramis! -

- Non ne sono convinta.. - disse Aramis, arricciando il naso.

- Dai Aramis, potrebbe essere divertente.. fallo per me! – le si rivolse corrucciando il viso in una smorfia supplichevole.

- Comunque non ho niente da mettermi! -

- A questo ci penso io.. – dichiarò con baldanza - dopotutto il vestito che hai provato l’altro giorno ti donava moltissimo -

- Ma, non era per la tua fidanzata? -

- Sì ma, non le l ‘ho ancora regalato e, se ti piace, puoi tenerlo tu, a lei farò qualche altro dono -

- Ma…-

- Niente ma! – l’interruppe, ponendo immediatamente fine alle inutili rimostranze di Aramis – è deciso! Tu ed Athos mi avete fatto la promessa di mostrarmi come si balla ed ora, di certo, non puoi tirarti indietro per questa piccola difficoltà… allora? -

- D’accordo – disse arrendevole - ma, lo faccio solo perché sono tua amica e comunque sappi che, dopo questo favore, sei fortemente in debito con me! -




Giunti al ballo trovarono un’atmosfera goliardica e gioiosa.
Come prevedibile Aramis, vestita da donna, non mancò molto di attirare su di sé, tutta una serie di sguardi interessati e fu da subito circondata da una gruppo di gentiluomini che, non perdendo tempo, si prodigarono ad intrattenerla, mentre Athos dedicò tutte le sue attenzioni alle giovani e belle ragazze che popolavano la festa.

- Porthos sei sicuro di quello che fai? Non mi sembra che quei due stiano molto insieme anzi, sembra che ognuno si faccia gli affari propri – sentenziò D’Artagnan, analizzando la situazione.

- Uomo di malafede, procede tutto secondo i piani anzi, molto meglio di come sperassi… -

- Non ti capisco, cosa vuoi dire?– chiese stranito D’artagnan dalla sicurezza del gigante.

- Perché mi guardi così? Andiamo D’artagnan, ti facevo più osservatore.. -

- Eh? -

- Ma, tu, da quanto conosci Athos? -

- Beh! Sono un paio d’anni ormai – rispose D’Artagnan, guardando intimorito lo strano sguardo che illuminava il volto dell’amico.

- E in tutto questo tempo non hai ancora imparato a conoscerlo? Guardalo… sembra che si stia intrattenendo con quella bruna ed annuisce anche con garbo a quello che gli sta raccontando, qualunque cosa sia ma, non sta ascoltando una parola… è completamente concentrato sulla nostra biondina e non la perde di vista neanche un istante anzi, ti dirò di più.. è talmente geloso delle attenzioni che gli altri uomini le riservano, che tra non molto lo vedrai fare qualcosa in merito. -

Come se gli avesse letto nel pensiero, poco dopo, Athos si congedò con un inchino dalla ragazza che aveva di fronte e si avvicinò prima all’orchestra, parlando e forse chiedendo qualcosa e poi si diresse al tavolo dove erano seduti i suoi amici.
Appena giunto, afferrò con decisione un boccale di vino e dopo averne ingurgitato l’intero contenuto in un sorso, si rivolse al suo amico.

- Porthos volevi che ti mostrassi come si balla un tango, giusto? Sono pronto ed è anche ora che la mia compagna di ballo si stacchi da tutte queste distrazioni e si concentri su quanto ci hai chiesto – disse con una voce che voleva sembrare neutrale ma, che vibrò di nervosismo.

Detto questo, il moro si diresse deciso verso Aramis.

- Porthos, amico, avevi ragione…sta ribollendo… Sembra sul punto di fare una scenata di gelosia. -

- Ah ah ah! Te lo avevo detto! Ora bisogna solo vedere la reazione di Aramis… -

Raggiunta la bionda, Athos si fece largo tra gli uomini che la circondavano e, allungando un braccio, afferrò la mano di Aramis, tirandola a sé con delicatezza ma, con decisione.
La musica iniziò.


www.youtube.com/watch?v=ZgcqijaUxdg

La trascinò così al centro della pista e dopo averle fatto fare una giravolta, le cinse la vita saldamente con un braccio, quasi a sottolinearne il possesso ai gentiluomini che si era lasciato alle spalle ed iniziò a danzare con lei tenendosela ben stretta a sé.

- Aramis non sembra essere contrariata.. tutt’altro! – esclamò il guascone euforico - Appena il nostro amico le si è avvicinato, gli ha sorriso immediatamente e anche Athos si è subito tranquillizzato e anzi, ora sembra addirittura sereno.. l’abbiamo scampata bella!

- Te l’avevo detto di aver fede.. sto diventando davvero bravo ad organizzare questo genere di tranelli. E da quello che vedo, le cose si mettono decisamente bene! -

Athos e Aramis, al centro della pista, volteggiavano con grazia e leggiadria.
I presenti li osservavano letteralmente affascinati, mentre i due non parevano interessarsi ad altro, se non al proprio compagno di ballo, persi negli occhi l’uno dell’altra, estraniando il mondo circostante.
Poi, ad un certo punto, con sua somma soddisfazione, il gigante poté notare il modo in cui i suoi amici si fossero rilassati, abbracciandosi maggiormente, appoggiando lei, il capo nell’incavo del collo di lui, mentre lui, abbassava la testa, voltandola verso di lei quasi a cercarla, quasi a sussurrarle qualcosa all’orecchio, quasi a baciarle la guancia.
Rimasero allacciati, così, ancora qualche istante, dopo che la musica s’interruppe e anche poi, nel momento in cui i loro sguardi s’incontrarono, sembrarono non voler minimamente scindere quell’abbraccio.

- Guarda D’artagnan, hai visto? -

- Visto cosa? -

- Il movimento della testa di Athos è stato quasi impercettibile ma, giurerei che il nostro amico abbia avuto l’istinto di baciare la nostra amica! – proclamò al sommo della felicità.

- Caspita Porthos, non ti facevo così acuto.. -

- Zitto tu! – gli mollò un sonoro scappellotto sulla nuca.

Quasi a fatica, i due giovani si separarono e solo perché Athos, notando gli uomini di poco prima tornare alla carica, svelto, trascinò Aramis verso gli altri amici.

- Ragazzi dobbiamo andare… forza! -

- Chiamiamo una carrozza per Aramis – propose D’Artagnan.

- Non c’è tempo! Andiamo altrimenti saremo coinvolti in una rissa.. –

- Una rissa?! – chiese incredulo il guascone.

- Sì, quella che scatenerò io se non ci muoviamo da qui! -

Non se lo fecero ripetere due volte, montarono subito in sella.
Athos con destrezza, sollevò e posizionò Aramis di fronte a sé.
Lanciarono i cavallo al galoppo.
Buttando ogni tanto lo sguardo dietro di sé, Porthos notò come Aramis piano, piano si appoggiasse sempre più contro il petto di Athos, voltando il capo verso di lui ed abbandonandoglielo sulla spalla e il moro dal canto suo la strinse, se possibile, maggiormente a sé, avvolgendola in un caldo abbraccio.
Arrivati alle mura di Parigi fecero tornare i cavalli ad una andatura più rilassata, lasciandoli al passo.
Poco dopo, Athos fermò il suo destriero e si rivolse agli altri.

- E’ stata una bella serata ma, è giunta l’ora di salutarci… -

Gli altri due lo guardarono incuriositi e il moro continuò

- Bisogna che la nostra principessina faccia ritorno a casa… inizia a fare troppo freddo per lei e inoltre per questa sera ha già fatto abbastanza … -

Chinò il capo fino coprire parte del viso di Aramis alla vista degli altri, tanto che solo il suo sorriso fu visibile

– Se non ti avessi portata via da lì avrei dovuto battermi con tutti quei gentiluomini che tentavano di insidiarti. -

Voltò repentinamente il cavallo a si allontanò

- Evviva! - Urlò il gigante quando  i due giovani furono spariti, saltando sulla sella del povero animale che lo trasportava

- Porthos contieniti per amor del cielo! -

- Come puoi chiedermi di contenermi? Ce l’abbiamo fatta, quei due si amano…urrà! Non sto più nella pelle sono così felice che dobbiamo andare a festeggiare

- Porthos lo abbiamo fatto fin ora… possibile che tu sia così insaziabile?

- Non parlo di mangiare, sciocco! Bisogna assolutamente brindare!


 




Il mattino successivo all’arrivo in caserma il sorriso del gigante era ancora estatico.
La curiosità di sapere cosa fosse successo dopo la separazione della sera precedente lo faceva fremere tutto.
Ma, purtroppo per lui, non ci fu occasione di fare domande fino alla sera, quando si trovarono tutti a desinare a casa di Athos.
Nessuno dei due parve particolarmente loquace e il gigante presto spazientito formulò finalmente quella domanda che gli bruciava sulla lingua dal mattino.

- Allora? – chiese allusivo ai due.

- Allora cosa? – domandò a sua volta Athos.

- Cosa è successo tra voi due ieri sera? Come avete proseguito la serata?

- Ma, che domande… l ‘ho riaccompagnata a casa e poi sono andato a dormire -

- Cosa? Non è possibile! – il gigante iniziava a perdere le staffe.

- Porthos ma… cosa non è possibile?! – Athos non riusciva a comprendere cosa volesse l’amico.

- Siete due testoni, io ci rinuncio! –

Athos e Aramis si guardarono allibiti.

- Non ho mai conosciuto due teste di legno come voi due.. sapevo che eravate entrambi ottusi ma, non fino a questo punto – urlò esasperato.

- Porthos calmati.. – cercò di intervenire Aramis

- Calmarmi, un corno! – sbraitò picchiando pesantemente il pugno sulla tavola.

- Ma, dico sei impazzito?! – lo redarguì Athos, spazientito.

- Possibile che non capiate? Davvero non ci arrivate da soli? Athos da quant’è che ti conosco? Te lo dico io… un mucchio di tempo! Ti ho visto accompagnarti ad un sacco di donzelle, perché hai sempre capito tutte le sfumature per accattivarne le simpatie ma, quanto finalmente ti trovi quella giusta, proprio davanti agli occhi… non fai assolutamente nulla! Sei un ottimo osservatore dell’animo umano.. questo te lo concedo ma, quando si tratta di te, sei un vero caprone! Anche i muri hanno capito che quello che provi per Aramis non è semplice amicizia ma, amore allo stato puro!

- E tu! – si rivolse ad Aramis con fare minaccioso – non fare la furba, non credere di scamparla così, la stessa cosa vale per te..diamine! Vuoi toglierti quelle enormi fette di prosciutto che hai sugli occhi? È chiaro come il giorno che sei innamorata di Athos! Siete entrambi due zucconi e io sono stufo di questa farsa D’Artagnan, andiamo! –

- Ma, veramente stavo ancora finendo di mangiar.. hei! –

Il gigante lo afferrò per un braccio e lo trascinò letteralmente fuori dall’abitazione.
Appena fuori dalla porta il guascone gli si rivolse scandalizzato..

- Porthos ma sei impazzito? Cos’era quella piazzata?

- Sshh, zitto! Con loro ogni strategia è risultata vana e quindi ho deciso di giocarmi l’ asso nella manica! Stai a vedere… -

Accucciandosi, si posero ad osservare dalla finestra.
Athos e Aramis rimasero, sbigottiti, per qualche minuto, a fissarsi ,incapaci di proferire parola alcuna poi, Aramis si riebbe ed alzandosi disse

- Sarà meglio che vada ora… -

- Aspetta! –

In un attimo, il moro fu in piedi, aggirò il tavolo e si pose di fronte all’amica che non poté far altro che abbassare lo sguardo imbarazzata.

- Hai paura di me? – le chiese dolcemente.

- Io.. no –

- Allora guardami negli occhi per favore…. -

Dopo qualche esitazione, lei riprese a guardarlo negli occhi aiutata nell’impresa anche dalle dita di Athos che, posandosi sotto al suo mento, le fecero sollevare il viso.
Appena i loro occhi si incontrarono, il moro si abbassò per congiungere le proprie labbra a quelle di lei, in un delicato sfioramento di bocche

- ooh! Si sono baciati che teneri – esclamò D’Artagnan.

- Ssh! Qualcosa mi dice che non finisce qui, continua a tacere ed osservare…-

Dopo quel primo contatto, ce ne fu un altro più intenso e coinvolgente.

- Oh mio dio! D’artagnan non guardare! –

Gli poggio una mano sul capo e lo abbassò di colpo.

- Perché, che succede.. spiegamelo! -

- Non sta bene guardare… -

Le mani di Athos presero a muoversi convulse sul corpo di lei alla disperata ricerca dei bottoni che componevano la sua giacca che, una volta raggiunti, caddero uno ad uno sotto le sue dita esperte.

- Mi hai detto tu di farlo! – il guascone cercava inutilmente di sottrarsi alla pressione che il gigante esercitava sulla sua testa.

- Ma, adesso la situazione si sta evolvendo in maniera quasi insperata… -

- Uh?! Cosa!? voglio vedere! -

- No! – rispose deciso, schiacciando maggiormente il povero D’Artagnan a terra.

- Uffa! Ma, che sarà mai.. –

- D’Artagnan..- lo rimproverò bonariamente – non dovresti spiare le coppie che si baciano con tanto ardore.. lo sai che non si fa!-

- Voglio vedere anche io.. ahi! -

- Non se ne parla! -

- Avanti… in fondo ho già visto più di te! Io e Constance..-

- Per l’appunto… Cosa direbbe la tua Constance se sapesse che spii una tua amica nuda? -

- N..nuda?! – il guascone si bloccò di colpo, arrossendo fino alla radice dei capelli.

- Tra poco lo sarà… - rispose sibillino.

All’interno dell’abitazione, Athos le sfilò anche la camicia lasciandola coperta solo con le bende che le fasciavano il petto, mentre ora anche le mani di Aramis si affaccendavano con l’abbigliamento di lui.

- Porthos andiamocene se è come dici tu è bene che neanche tu guardi… -

- Ma, io di donne nude ne ho viste tante mentre tu… -

- Questo è vero ma, se Athos scoprisse che li hai spiati e soprattutto che hai spiato Aramis mentre si spogliava… -

- Per chiarire.. è lui che sta spogliando lei -

- Porthos!

- Va bene, va bene! ho capito, hai ragione, dopo tutto quello che ho fatto per far avvicinare quei due..non vorrei che per ricompensarmi Athos mi trapassasse con la sua spada! -




 




Il mattino successivo alle prime ore dell’alba Porthos si introdusse furtivo, nell’abitazione del moro e si diresse direttamente nella stanza da letto dove, ovviamente, la porta era rimasta aperta.
Si appostò dietro l’uscio ad osservare la scena.
Athos era sopra ad Aramis e la stava baciando con desiderio mal celato a cui lei rispondeva con egual impeto e passione.
Attese così, beandosi di quella visione, finché non percepì distintamente, attraverso le lenzuola, le gambe di lei che si sollevavano a cingere i fianchi del moro ed allora si mosse finalmente nella loro direzione.

- Buon giorno ragazzi! - esordì gaio - splendida mattinata non trovate? – il suo volto esprimeva una gioia infinita.

- Porthos! – esclamarono allarmati per l’incursione inaspettata dell’amico.

- Ma che diavolo ci fai qui? – disse il moro schiacciandosi maggiormente contro il petto della sua compagna per celarne il più possibile le fattezze – ti sembra il modo di piombare in casa della gente?

- Scusate ma, la porta era aperta.. e poi ero troppo curioso di scoprire come si era evoluta la serata e se eravate arrivati fino in fondo -

- Porthos! - questa volta fu Aramis che pronunziò quel nome con una punta di disperazione e profondo imbarazzo.

Facendo finta di nulla il gigante si avvicinò maggiormente alla coppia

- Ed ora che farete? –

Davanti alle facce stupite e agli occhi sbarrati dei due si affrettò a spiegarsi

– No, non intendo in questo momento, anche perché le vostre intenzioni sono evidenti.. mi domandavo come vi comporterete per il futuro.. -

- Ma che domande! Per prima cosa cambierò la serratura della porta di casa.. e poi me la sposo non c’è da dubitarne! – proclamò orgoglioso.

Si girò verso Aramis e pronunciò con estrema dolcezza.

- Aramis vuoi sposarmi?

Per tutta risposta lei gli sorrise e attirandolo a sé riprese a baciarlo

- Ehi, Athos! questo sì, che è un sì con i fiocchi! –

- Ciao Porthos – disse Athos tra un bacio e l’altro senza staccare gli occhi da Aramis.

- Come sono felice ragazzi… non preoccupatevi organizzerò tutto io.. farò un banchetto degno di un re e … ragazzi? Uffa non mi ascoltano più… va bene.. è meglio che me ne vada… io so quando è ora di levare le tende perché sono una persona molto discreta e… -

- Porthos - ripeté il moro impaziente.

- D’accordo…Vi saluto! –

Si voltò ed uscì, lasciando finalmente soli i due piccioncini.
Attraversando le strade parigine illuminate dai primi bagliori del giorno poté finalmente lasciarsi andare ad un pensiero profondo…

Finalmente la mia missione ha avuto successo!
Anche se non è stato facile alla fine tutto si è concluso tutto per il meglio… senza contare che ora ho una nuova vocazione nella vita… accoppiare le persone è molto divertente e potrebbe benissimo essere il mio lavoro in futuro…magari potrei anche farmi pagare…
Sì, decisamente… d’ora in poi mi farò chiamare Porthos il cupido!



 




Per concludere l’apoteosi della follia permettetemi di aggiungere la colonna sonora presa in prestito dalla gran donna a cui ho rubato anche il nome!
Visto quello che vi ho propinato fino ad ora, ci può stare una gran ballata finale con tutti i protagonisti come i film della Disney…
Ovviamente questa canzone non c’entra nulla ma, è tanto bellina e allegra e viene da cantarla a squarciagola agitandosi sulla sedia, no?!

http://www.youtube.com/watch?v=HqYnevHibaI

  
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