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Autore: _joy    06/06/2012    2 recensioni
Che cosa succederebbe se fosse Caspian a lasciare Narnia e ad arrivare nel mondo reale?
Questa fanfic è ambientata dopo Il Viaggio del veliero.
Troverete delle discrepanze spaziotemporali per quanto riguarda il mondo reale che il giovane re dovrebbe incontrare rispetto a quanto scritto da C.S. Lewis... ma, del resto, questo Caspian è moro e ha profondi occhi scuri...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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Incredibile.
Non gli veniva in mente un’altra parola per descrivere quel mondo.
Tutto ciò che vedeva non aveva corrispondenza a Narnia. Edifici costruiti non di pietra, ma di un materiale che Eustace chiamava “cemento”. Non imponenti come il suo castello, ma…tantissimi. Smisurati. Che si propagavano a vista d’occhio. E le luci. Eustace gli aveva parlato di “elettricità” e gli aveva assicurato che l’effetto migliore lo avrebbe colto solo di notte. Ma a lui sembrava già miracoloso!
In casa di Eustace c’erano minuscoli tasti e, schiacciandoli, si accendeva la luce. Fissa, potente. Altro che quella delle candele.
E per la strada passavano strani…animali…di metallo, che Eustace chiamava automobili, biciclette, camion, moto…e le persone erano così diverse da quelle che vivevano a Narnia! Anche se qui gli animali non parlavano. Nessuno. Che strano…
E il cibo…davvero, era qualcosa di meraviglioso.
Caspian abbassa gli occhi sul suo hamburger. Non aveva mai saputo che la carne si potesse cuocere in quel modo. E il pane aveva un sapore diverso da quello cui era abituato. E doveva assolutamente rifarsi di tutti gli anni in cui aveva ignorato l’esistenza delle salse e di quelle che Eustace chiamava “patatine fritte”.
«Buono?» sorride Eustace.
Caspian annuisce.
«Incredibilmente»
«Me lo hai detto almeno un milione di volte, oggi»
«Perché è tutto così…»
«Incredibile?» suggerisce Eustace.
Di nuovo, Caspian fa un cenno con il capo e si volta a guardare due persone che lo stanno fissando.
«Mi sa che sei un po’ troppo appariscente vestito così. Dovremo rifarti il guardaroba» Eustace si fa pensieroso «Forse dovevamo portare le ragazze con noi»
«Parlami di loro»
«Penelope è la nipote del mio vicino di casa. È una ragazza simpatica, la conosco da quando siamo piccoli. Quando Lucy e Edmund si sono trasferiti è stata una compagnia per me. Bella invece è la sua migliore amica. Prima abitavano entrambe nel campus, perché studiano all’università. È quel complesso di edifici in cui le abbiamo viste. Ma poi, non so perché, sono venute a vivere dallo zio di Pen»
Eustace sospira.
«Penso sia a causa di Bella» continua, esitando «Deve aver avuto qualche problema nel campus, ma non so bene di cosa si tratti. Lei non ne parla e Penelope nemmeno. Ma sembra sempre triste. E nervosa»
Caspian osserva l’amico rabbuiarsi. Esita e poi dice dolcemente.
«Mi sembra di capire che Bella ti stia particolarmente a cuore»
Eustace diventa rosso come un peperone.
«…Sì. Ma non perdere tempo a dirmi che è una battaglia persa, perché lo so già»
«Non ne avevo l’intenzione. E non so come funzionino queste cose, nel tuo mondo»
«Funzionano che se non le piaccio allora non c’è speranza»
«Ah. Quindi…è lei a decidere? Non i suoi genitori per lei?»
«Oh no! Anni fa funzionava così, con i matrimoni combinati…e forse c’è ancora qualche famiglia influente che conduce così i suoi affari, ma in generale no. E per Bella, poi…è talmente indipendente, che vorrei vedere chi potrebbe costringerla a fare qualcosa contro la sua volontà»
«Ma tu ti sei dichiarato?»
«No. So già cosa mi direbbe» ammette Eustace «La vedo irrigidirsi quando le sto troppo intorno. E poi non mi dà confidenza, è sempre sulle sue»
«Ma forse se le regalassi dei fiori, o se la invitassi a fare delle passeggiate romantiche…»
«Mi direbbe di no e mi tirerebbe dietro i fiori, probabilmente»
Eustace ride dell’espressione di Caspian.
«Non giudicarla male, è una ragazza molto dolce. Ma anche testarda»
«E Penelope?»
«È davvero una brava ragazza, ma…non è Bella. E poi, direi che si è presa una bella cotta per te!»
«Prego?»
«Una cotta…tu le piaci, Caspian»
«Io? Ma non sa nemmeno chi sono, non sa che sono un re…»
«Non le piaci perché sei un re, ma perché sei tu»
«Non credo di essere mai piaciuto a nessuno solo perché sono io»
«A me sì. E a Lucy e Edmund anche. E qui non è come a Narnia, vedrai. Qui non sei un re, sei solo Caspian»
Solo Caspian.
Questa sì che era la cosa più incredibile di tutte quelle viste finora in quel mondo meraviglioso.
 
E ci sta ancora pensando, quando Eustace lo porta in stazione a prendere Edmund. La gioia di rivedere l’amico è talmente grande che Caspian guarda quasi solo di sfuggita le grandi locomotive che occupano i binari.
Edmund sembra aver visto un fantasma, mentre i due gli vanno incontro.
«Caspian…» sussurra.
«Edmund, amico mio. Fratello mio»
Caspian lo stringe in un abbraccio, ma sente l’altro irrigidirsi.
«Che succede?»
«Ma come che succede? Dimmelo tu! Come ci sei finito qui?»
«Non ne ho idea»
«Ma come è possibile? Che succede a Narnia?»
«Niente…»
«Impossibile. Siete in pericolo?»
«No»
«Caspian, non può essere. Ci deve essere una ragione, se tu sei qui. Magari è qualcosa di cui non eri a conoscenza…»
«Edmund, non ci sono cose di cui non ero a conoscenza. Stiamo parlando del mio regno. Vuoi dire che non lo governo bene?»
«No, voglio dire che il tuo regno è enorme e per giunta è magico quindi può darsi benissimo che ci sia qualcosa che ti sfugge. In fin dei conti non è poi tanto tempo che hai scoperto dell’esistenza degli antichi abitanti di Narnia…»
Edmund si interrompe un attimo.
«Certo, se lo guardiamo dal nostro punto di vista cronologico, in realtà sono millenni…ehm…che casino. E come mai tu hai la stessa età dell’ultima volta in cui ci siamo visti e noi siamo cresciuti?»
«In effetti, sembri più vecchio di me»
«Sono più vecchio di te, temo» fa una smorfia l’altro.
«Ma io ho millenni e millenni più di voi» sorride il re.
«Ma hai un aspetto giovanile» lo prende in giro Eustace «Anzi, ha già fatto colpo!»
«Davvero? Su chi?»
«Penelope»
Edmund scoppia a ridere.
«Penelope?! Ah, pensa se avesse fatto colpo su Bella…» strizza l’occhio a Caspian «E comunque, almeno si distrarrà dalle sue pene, poverina. Ho il sospetto che prima le piacesse Eustace. Il che la dice lunga, senza offesa»
«Scemo»
«Tzè. Comunque, torniamo a noi. Per il gossip, poi ci penserà Lucy»
«Come sta Lucy?»
«Sta bene, lavora in un asilo»
«Cosa intendi dire? Perché deve lavorare? E che cos’è un asilo?»
Edmund lo fissa per un attimo, ma Eustace gli batte su una spalla con fare consolatorio.
«Edmund, non può saperlo. Insomma, non sa nulla di…tutto questo» fa un ampio cenno con la mano.
«Scusa, hai ragione. Scusa, Caspian. Dunque, Lucy lavora e anche io, perché qui si lavora per vivere. Qui non siamo Re e Regina di Narnia, ma solo Edmund e Lucy. E un asilo è un posto in cui si mandano i bambini piccoli»
«È tutto così…strano. Così nuovo. Così enorme per me…» Caspian sembra un attimo assorto.
«Eppure…non so Edmund. Io amo Narnia. È solo che a volte mi sento…soffocare. E qui invece c’è così tanto da scoprire, da vedere…»
«Bè, sì…ma Narnia ha bisogno di te»
«Ma non ho deciso io di venire via! È successo. E non so come. Ma voi siete arrivati a Narnia quando c’era un pericolo incombente, per cui, se Narnia fosse in pericolo, sareste venuti voi da me e non viceversa»
Edmund e Eustace si scambiano un’occhiata.
«Ha senso, in effetti»
«Ma allora? C’è un pericolo qui?»
«Ma qui noi non governiamo un regno! Insomma, cosa potremmo fare, per esempio, per evitare un conflitto mondiale?»
Eustace arriccia il naso.
«Già»
«E quindi?»
«Quindi niente, Edmund. Per ora non possiamo fare niente. Ma chissà se ci fosse Lucy…insomma, magari…voglio dire, ha sempre avuto un rapporto speciale con Aslan»
Edmund si guarda attorno, come se il possente leone potesse spuntare da dietro qualche panchina.
«La chiamo stasera e le chiedo di venire subito. Intanto, io resto da te se va bene»
«Certo. E, per la cronaca, Caspian è nostro cugino, è americano e sta da me al momento»
«Eustace, a chi l’hai presentato? Ma insomma, ti pare il caso?»
«Rilassati, solo a Penelope e Arabella. A proposito, oltre che un training contemporaneo gli servono anche dei vestiti»
«Già, ma è più alto di noi due, i nostri non gli stanno. Magari…mmmm….che noia lo shopping» Edmund fa una smorfia.
«Infatti. Forse potrebbe…»
«Intendete continuare a comportarvi come se io non esistessi?»
I due ridono.
«Scusa, Caspian. Non mi sono ancora ripreso dallo shock di vederti qui» Edmund gli passa un braccio attorno alle spalle.
«Ho fame. Sei pronto a scoprire la pizza?»
«No Edmund» lo interrompe Eustace «Ho detto a Penelope che avremmo cenato con loro»
«Eustace! Ma ti sembra la serata giusta?»
«Ma io pensavo…»
«Uffa» sbuffa Edmund «Non è vero che pensavi. Quando c’è di mezzo quella ragazza…»
«Senti chi parla! Chi è andato vicino a sposarsi con quella rossa di Leeds?»
«Sposarsi?» Caspian ghigna.
«Non ridere, a te piaceva mia sorella!»
«Lucy?» Eustace quasi si strozza.
«No, Susan» ribatte Edmund.
Caspian arrossisce.
«Ah, la bellezza della famiglia. Ci sono belle donne a Narnia?»
«Direi di sì, ma…non si vestono così» dice Caspian perplesso, guardando una signora in minigonna che arranca su tacchi vertiginosi mentre trascina un carrello con le sue valigie sopra.
«Peccato. Dovremo mostrarti qualcosina, insomma»
E i tre escono dalla stazione fianco a fianco, parlando e ridendo e dimenticando, per un attimo, tutte le preoccupazioni relative al mondo lontano cui tutti e tre sanno di appartenere.

   
 
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