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Autore: Martins    09/06/2012    5 recensioni
La ragazza sentì gli occhi gonfiarsi di lacrime tanto di gioia, quanto di rabbia. Non sapeva cosa dire, come comportarsi. Se saltargli al collo e abbracciarlo oppure prenderlo a pugni per non essersi fatto vivo tutto questo tempo.
Rimasero parecchi istanti a guardarsi, quando finalmente uno dei due si decise a parlare.
“Ciao, Ran. Mi sei mancata.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Immobile. Dopo quelle parole Ran rimase immobile di fronte a un detective imbarazzato, incapace di qualsiasi movimento, tanta la sua paura ed emozione.
“Ti prego, ti prego, ti prego, fa che non mi attacchi con una sua mossa di karate” implorava mentalmente Shinichi “ oh, fa che sia di buon umore oggi”.
Inaspettatamente, dopo parecchi minuti di straziante silenzio, Ran scoppiò in una risata divertita.
“Ciao Ran mi sei mancata? Ahahah!” cominciò a dire “Ciao Ran mi sei mancata?” ripetè poi con tono più serio “Dico io, sono mesi che non ti fai sentire, un anno che non ti fai vedere e torni credendo di aggiustare tutto con dolci e tenere paroline? Eh no! Ti sbagli di grosso mio caro”.
Shinichi, ormai convinto che di lì a poco avrebbe incontrato Arthur Conan Doyle, l’unica cosa che potè fare fu ascoltare i rimproveri della ragazza: in effetti, se li meritava.
La giovane Mouri era un fascio di nervi, pronta a saltare addosso al detective e picchiarlo, se solo lui avesse provato a interromperla o contraddirla, cosa che, per fortuna, non accadde.
Dopo aver finito gli insulti e la voce, Ran, con respiro affannato, si sedette nel primo scalino della porta d’ingresso, sguardo abbassato, pronta a scoppiare in un pianto arrabbiato e disperato.
Shinichi allora la guardò a lungo, pensando a quanto fosse bella quando lo sgridava, quanto fosse fragile, quanto fosse ingenua. Si inginocchiò, arrivando alla sua altezza, le prese il mento con due dita e le alzò delicatamente il viso per guardarla nei suoi bellissimi occhi azzurro-lilla.
“Oh Shinichi, mi sei mancato anche tu! Come stai? Hai risolto quel caso?” disse ridendo di gusto il detective, che smise subito appena vide lo sguardo torvo che gli rivolgeva la ragazza.
“Scusami Ran, hai ragione. Sono stato uno stupido, perdonami! Ma almeno una promessa l’ho mantenuta…sono tornato no? E adesso ti prometto che non ti lascerò più da sola, che non ti farò più preoccupare per me.”
Stettero in silenzio per più di cinque minuti guardandosi negli occhi, quando Ran scoppiò in un pianto disperato e saltò al collo dell’amico d’infanzia stringendolo come se lo volesse tutto per se, dopo tanto tempo, come se esistessero solo lei e lui in quell’istante.
“M-m-i s-s-s-ei m-a-n-c-c-c-ato a-anche t-tu” disse tra un singhiozzo e l’altro, mentre si stringeva ancora di più a Shinichi.
Quanto tempo che non lo abbracciava così, quanto tempo che lo desiderava, quanto tempo che voleva dirgli tutto.
Adesso che era tornato, però, tutto era diverso. Potevano stare insieme e avere tutto il tempo per raccontarsi ogni cosa, per chiarire ogni dubbio.
Quante lacrime che Ran aveva versato per lui, quante volte si deprimeva perché non le era accanto, ma adesso non sarebbe più stato così. Sarebbero stati solamente lei e Shinichi in balia delle loro emozioni e dei loro sentimenti che, piano piano, sarebbero usciti allo scoperto.
Sciolto finalmente l’abbraccio, entrambi, imbarazzati si sedettero a parlare di quanto entrambi si siano mancati, si siano cercati e, per colpa del destino, mai trovati…fino a quel momento.
“Che ne dici,gelato?” disse poi Shinichi, preso da un insolito coraggio. Era deciso a confessarle tutto quello che provava per lei, ora che era tornato la voleva solo per se, voleva che divenisse sua, che nessuno gliela portasse via.
Sicuramente tutto sarebbe stato facile, le parole gli sarebbero venute guardandola negli occhi con sincerità, cosa che da tempo negava alla ragazza; per proteggerla si, ma non era mai contento di essere costretto a mentirle.         
Si avviarono l’uno accanto all’altra verso il Bar più vicino, ridendo, scherzando, sentendosi i ragazzi più fortunati della Terra.
Una splendida sensazione di gioia invadeva il cuore di entrambi, soprattutto quello di Ran, che in quel momento si sentiva al settimo cielo.
Finalmente aveva ritrovato quella serenità che non aveva più da parecchio tempo, e che le permetteva di vivere ogni attimo della sua giornata, senza pensieri, senza preoccupazioni, insieme a Shinichi.
Anche lei era decisa a confessargli tutto, ce l’avrebbe fatta stavolta, oppure sicuramente se ne sarebbe pentita per sempre.
 
  
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