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Autore: dreamsexplorer    10/06/2012    3 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo, completamente incentrata sulla storia di Bulma e Vegeta.
Ho lasciato che la mia immaginazione vagasse liberamente su come siano potute andare le cose fra i due durante la permanenza di Vegeta alla Capsule Corporation e senza rendermene conto, mi sono ritrovata a scrivere questa storia...
Quali sono state le "strade nascoste" che hanno portato questi personaggi così diversi tra loro ad unirsi perfettamente come fossero pezzi di un puzzle? Io l'ho immaginata così.
Proprio perchè è la prima storia di questo genere che scrivo, ci tengo ad avere vostri commenti, giudizi e consigli. Spero vi piaccia.
"[..] e fu in quel momento che, con un bagliore improvviso, due occhi neri come la notte si accesero proprio di fronte a Bulma."
-dreamsexplorer.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto l’inizio della mia storia e ringrazio moltissimo Ele996 per la recensione che ha lasciato!
Continuo ora con il mio racconto..



“Hidden Roads”, capitolo 2 : “Il buon giorno si vede dal mattino”


Dopo aver ripreso, anche se con un po’ di difficoltà, il contatto con la realtà, Bulma si era alzata dal suo enorme e morbidissimo letto, posto vicino alla porta d’ingresso della camera, sul lato sinistro.
La sua stanza era molto spaziosa, luminosissima grazie alla porta finestra, che ricopriva quasi l’intera parete di fondo della stanza, e che dava su un balcone abbastanza grande che affacciava su uno dei giardini della Capsule Corporation.
La ragazza si avviò fuori e si affacciò. Era una giornata meravigliosa.
Dopo essersi frettolosamente cambiata, decise di scendere nella cucina per fare la colazione.
Al termine delle scale si trovò nel salotto, e stava quasi per continuare a camminare fino a giungere nella stanza dove era diretta, quando qualcosa di insolito nell’ambiente della camera dove si trovava in quel momento la fece fermare di colpo. Voltò lentamente il capo verso il lungo divano ad elle che troneggiava nello spazio che aveva appena superato e mise bene a fuoco la figura di Vegeta, con una tuta nera addosso, disteso supino, con il viso rivolto verso la finestra e i piedi nudi verso la direzione da cui proveniva lei.
Aveva gli occhi chiusi; la loro forma sembrava essere stata disegnata ed era perfettamente incorniciata dalle sopracciglia folte e sinuose. Un ciuffo di capelli neri sporgeva dal bordo del divano e sfiorava quasi terra. Sembrava che stesse dormendo…
La cosa che aveva fatto fermare Bulma era l’inusualità di una scena del genere: era infatti assai insolito vedere Vegeta concedersi del riposo in un momento che non fosse la notte, per di più non in camera sua ma sul divano. Il Principe dei Sayan non amava infatti trascorrere il suo tempo insieme agli umani che da circa una settimana gli davano ospitalità in casa propria. Evitava di stare oltre l’indispensabile in luoghi comuni come ad esempio la cucina, evitava di mangiare quando lo facevano gli altri, evitava di parlare, evitava gli sguardi che di tanto in tanto gli venivano rivolti, insomma, evitava qualunque tipo di contatto umano e sembrava che la cosa non gli pesasse né gli costasse sforzo.
Bulma era convinta che il comportamento del Principe fosse dovuto al modo di vivere a cui era stato abituato fino a quel momento, che la sua apatia e la sua incapacità di relazionarsi in qualche modo con qualcuno fossero dovute ad una vita completamente inaridita da qualsiasi sentimento. Non faceva quindi molto caso a questi suoi atteggiamenti.
La indisponeva però il fatto che, Vegeta sembrava non poter assolutamente rinunciare alle sue continue parole scortesi o al dare perenni ordini a destra e a manca. Se fino ad un certo punto la ragazza reagiva con disinteresse di fronte ad alcuni modi di fare del sayan, per altri faceva entrare invece in scena il suo adorabile carattere, che andava decisamente a scontrarsi con gli abituali comportamenti di quel tenebroso e spietato guerriero.
Nonostante la maggior parte delle volte le risultasse insopportabile, Bulma non poteva però negare a sé stessa che dal primo momento in cui lo aveva visto, aveva notato in lui qualcosa. Sì, si era accorta di qualcosa che probabilmente all’apparenza era facile tralasciare, come se una minuscola briciola del suo essere, sepolta sotto le tonnellate di tutto ciò che dall’esterno appariva invece evidente, nascondesse un qualcosa di diverso.
La cosa che più aveva colpito la ragazza, erano stati gli occhi del sayan: intensi, di una profondità senza fine, quasi come quando si butta in un pozzo una monetina e si aspetta di sentirne il tintinnio, che alla fine giunge lontano ed ovattato, accompagnato solo da un leggerissimo eco. Era convinta che, se si fosse scavato molto molto a fondo, si sarebbe potuta trovare quella briciola in cui erano nascosti tormenti ed incertezze e, chissà, forse anche emozioni e paure che il Principe sembrava ostinato a voler eludere.
Quella che all’inizio era stata per Bulma solo una sensazione, si era poi trasformata in una convinzione radicata e solida, ed era ora certa che quell’impressione che aveva avuto di Vegeta sin dall’inizio, non era altro che una visione molto azzeccata. Comunque, è pur vero che fra i due non c’erano state molte occasioni di contatto che quindi forse ciò di cui la ragazza si era convinta, era semplicemente dovuto alla sua ostinatezza.
Bulma osservò attentamente Vegeta, e si rese conto che quanto meno doveva essere mattina molto presto, perché, se proprio il Principe dei sayan si stava riposando nel salotto come se niente fosse stato, non lo avrebbe mai potuto fare in un orario in piena regola per allenarsi come suo solito nella Gravity Room. Quando la ragazza distolse lo sguardo e diede un occhiata all’orologio appeso alla parete che aveva di fronte, si rese infatti conto che era praticamente l’alba. Si meravigliò non poco di non essersene accorta prima e di non aver avvertito al suo risveglio alcuna stanchezza.
Pensò che comunque a quel punto valeva la pena fare colazione, e riprese quindi a dirigersi verso quella che era la sua originaria meta, ma, appena mosse il primo passo, Vegeta sollevò la testa dal divano dove l’aveva tenuta poggiata fino a qualche istante prima, e fissò su di lei i suoi occhi neri. Bulma si accorse del movimento e si voltò una seconda volta verso il sayan, incrociando il suo sguardo in un laccio nero-azzurro.
“Uh..scusa Vegeta, credo di essere stata io ad averti svegliato..” esordì.
Lui la guardò senza proferire parola per un lungo istante. “Ti muovi continuamente in giro per questa casa come fossi un elefante, anche un sordo ti sentirebbe a chilometri di distanza e credi davvero che io, il Principe dei sayan, non mi sia accorto di ogni tuo movimento e che abbia continuato a dormire placidamente come avrebbe fatto un qualunque terrestre idiota?” , disse infine con un tono da raggelare un fuoco appena acceso e con un sorrisetto di scherno che gli si iniziava a scorgere in viso.
Bulma sollevò lentamente un sopracciglio continuando a sostenere il suo sguardo nero, e alla fine, si diede un pizzico sulla coscia per non rispondergli come avrebbe dovuto, ma solo perché, così facendo, avrebbe di certo svegliato tutti.
  
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