Capitolo
2: Elizabét,
l’Apostolo del Male
“Sembra
che io sia riuscita a
prendere tre principessine”
Una voce
tetra riecheggiava in
quella fossa innaturale. Le quattro sirene e il pinguino si guardavano
attorno
per cercare di capire da dove arrivava quella voce minacciosa.
“Chi sei!? Fatti
vedere!!” gridò Hanon
“Cos’è, per caso hai paura di
noi?” disse
provocatoriamente Rina nel tentativo di far uscire allo scoperto
l’autore di
quell’attentato. Ma l’unica cosa che ottenne fu una
forte risata. “Ahahaha!!!
Le bambine vogliono fare le dure, eh” disse una voce
femminile provenire da
sopra le loro teste. Istintivamente si voltarono verso la fonte di
quella voce
e la videro. Una donna sospesa per aria. Aveva dei lunghissimi capelli
neri
come la pece e gl’occhi rossi come il sangue. La pelle
chiara, quasi bianca,
sovrastata da un lungo abito nero senza maniche. Era tanto bella quanto
terrificante.
“Chi
sei e che cosa vuoi da noi?”
domandò Lucia. La donna, ironicamente, rispose
“Oh, che scortese che sono. Non
mi sono ancora presentata. Il mio nome è
Elizabét”. Sentendo quel nome Madame
Takie fece un passo indietro terrorizzata. “No-Non
è possibile. E-Elizabét?
Qu-Quella Elizabét?” domandò la
veggente impietrita dalla paura. “Sono sorpresa
che una di voi mi riconosca. Si, sono proprio io” rispose la
donna. Nikora si
voltò verso l’anziana fata e le chiese
“E chi sarebbe questa Elizabét?”. Con la
voce storpiata dalla paura, Madame Takie disse “Lady
Elizabét, anche conosciuta
come L’Apostolo del Male. Secondo le leggende più
antiche era una potentissima
strega che in passato aveva cercato di distruggere il mondo”.
“Che cosa? Non ho
mai sentito una storia del genere” disse Lucia.
“Questo perché è successo
parecchi millenni fa, ancora prima dell’avvento
dell’uomo sulla terra” rispose
l’anziana fata. “Cosa? Quindi quella bellissima
donna avrebbe più di 200 000
anni?” disse ironicamente Hanon.
“C’è poco da scherzare. Se è
così potente come
dice Madame Takie allora siamo davvero nei guai” disse Rina
mettendosi in
posizione di difesa. “Non abbiamo di che preoccuparci! Con le
nostre canzoni
abbiamo sconfitto sia Gaito che Mikeru! Siamo molto più
forti di lei!” disse
Lucia incitando le amiche al contrattacco. Di tutta risposta
Elizabét scoppiò
in una grossa risata “Ahahahahah! Ora che ci penso devo
ringraziarvi. Avete
svolto davvero un ottimo lavoro eliminando definitivamente alcuni delle
mie più
grandi spine nel fianco”. Quelle parole fecero sobbalzare le
tre principesse. “Cosa
vorresti dire?” chiese Hanon. “La tribù
dei Pantarassa, la stirpe degl’Angeli e
il clan Fukari. Sono tutti famiglie che in passato mi crearono un sacco
di
problemi. Ma grazie al vostro aiuto siete riusciti a eliminarle
tutte” disse la
donna dai capelli d’ebano. “Quindi ci stai dicendo
che se non avessimo sconfitto
Gaito e Mikeru non ti saresti nemmeno fatta vedere?” disse
Rina. “Non
fraintendermi. La loro scomparsa mi rende solo le cose più
semplici, tutto qui”
rispose Elizabét “Adesso però basta con
le chiacchiere. E’ ora di porre fine
alle vostre miserabili vite”.
Le tre
principesse si guardarono.
“Ragazze...” disse Lucia. “Si!”
gli risposero Hanon e Rina facendo cenno con la
testa.
“Pink
Pearl Voice!”
“Mizuiro
Pearl Voice!”
“Green
Pearl Voice!”
Le ragazze
si trasformarono e
impugnarono i loro microfoni. Adesso erano pronte per la battaglia.
“Pichi
Pichi Voice, the live start!”
Arashi
no umi ni utarete makesou na ima wo
Furiharae
ai wo mitsumete kono mune ni
Tachiagaru
yo nando demo yakusoku no tame ni
Shakunetsu
no raito wo abite shibuki ga mau
Taiyou
yori mo atsuku atsuku atsuku
Utagoe
wa motto takaku takaku takaku
Ima
koso, ima koso
Hageshii
kodou afuredasu ai no MELODY
Takanaru
kodou shinjitsu wa tatta hitotsu
Kumori
no nai kagami ni utsushite
Tsutawaru
kodou wakiagaru ai no chikara
Soshite
umareru atsui pafekuto hamoni
“Robu
Shawa Picchi! Ankoru wai ka
ga?”
Finita la
canzone le principesse
alzarono lo sguardo verso Elizabét. “Avete finito
con queste stupidaggini?”
domandò la strega leggermente annoiata. La canzone non aveva
sorbito alcun
effetto su di lei. “Non è possibile! La nostra
canzone non ha avuto alcun
effetto su di lei!!” esclamò Hanon sorpresa.
“Forse dobbiamo esserci tutte e
sette per poterla sconfiggere” disse Rina.
“Ahahah!! Pensate davvero che voi
pesciolini possiate battermi così facilmente?”
disse la donna “Mi dispiace
darvi questa brutta notizia, ma voi sirene non avete la forza
necessaria per
sconfiggermi. Beh, non importa perché tanto morirete
qui”. Dopo aver detto
quelle parole allungò la mano destra verso l’alto.
Dal palmo della sua mano si
formò una piccola fiamma nera e a poco a poco questa si
allungava. Alla fine
prese la forma e le dimensioni di una lancia. Una pericolosa lancia
fatta di
fuoco nero. “Allora, chi sarà la prima a lasciare
questo mondo?” disse
guardando le avversarie una ad una. Alla fine il suo sguardo si
fermò sulla
principessa dalla perla verde. “Ho deciso. Dato che prima sei
stata tanto
sfrontata sarai la prima a morire!”. Detto ciò
puntò la lancia nella direzione
di Rina e infine la lanciò. Rina, impaurita chiuse
gl’occhi. All’improvviso una
luce calda e abbagliante fece scudo al gruppo.
“State
bene mie principesse
sirene?”
Le sirene
alzarono lo sguardo in
direzione di quella luce. “Aqua Regina!”
esclamarono in coro le sirene e il
pinguino. “Finalmente è arrivata!” disse
Lucia contenta di vedere la loro
salvatrice. “Adesso che è arrivata Aqua Regina
abbiamo la vittoria in pugno!”
esclamò Hanon facendo segno di vittoria. Poi si accorsero di
una cosa. C’era
una macchia nera sul candido vestito della regina. La lancia di
Elizabét aveva
trafitto la loro salvatrice. Ancora incredule, le principesse fissarono
la loro
regina mentre il suo bianco vestito si tingeva di rosso.
“Quindi tu saresti la
nuova Regina dei Sette Mari” disse la strega rivolgendosi
alla regina.
Respirava a fatica, ma era ancora in grado di parlare. “Tu...
devi essere...
Lady Elizabét...... l’Apostolo... del... Male...
” “Ma che onore. Essere
riconosciuta dalla Guardiana dell’Acqua” rispose
ironicamente Elizabét. “Avevamo...
predetto... il tuo... arrivo...” “Tsk! Quindi tutti
e quattro i Guardiani sanno
del mio arrivo. Beh, poco importa. Intanto non riuscirete comunque a
sconfiggermi” “Mi dispiace per te, ma... non
riuscirai a... vincere...”.
Sentite quelle parole la donna dai capelli neri scoppiò
un'altra volta in una
grossa risata “Ahahahah!! E pensi di potermi spaventare con
le tue ridicole
minacce? E sentiamo che cosa ti fa credere che perderò
un’altra volta? Questa
volta non ci sono nemmeno le due regine a proteggervi”. Aqua
Regina fece un
sorrisetto forzato e disse “E’ una mia certezza.
Sono sicura che queste ragazze
ti sconfiggeranno”. Un'altra risata. Finito di ridere la
strega tornò seria “Adesso
basta con queste stronzate. Finiamola una volta per tutte”.
Allungò le braccia
verso l’esterno e fece apparire due palle di fuoco nero sui
palmi delle mani, e
infine le lanciò. Intanto Aqua, con le poche forze che gli
rimanevano tirò
fuori una grossa sfera di cristallo. Sembrava che al suo interno ci
fosse
dell’acqua. “Che cosa!?”
esclamò sorpresa Elizabét. D’un tratto
un muro d’acqua
si parò dinanzi alla regina e gli fece da scudo. Poi delle
specie di catene
d’acqua bloccarono completamente la donna.
“Accidenti!!” esclamò
Elizabét.
Mentre la strega era intenta a liberarsi da quelle catene, Aqua Regina
si voltò
verso le tre principesse e si avvicinò lentamente a loro.
“Aqua Regina!!” disse
Lucia piangendo. Anche Hanon e Rina stavano piangendo vedendo la loro
amata
regina che a stento riusciva a parlare. “Tenete...”
disse la regina porgendo la
sfera blu a Lucia. La principessa si asciugò le lacrime e
prese la sfera un po’
incerta. “Adesso scappate... io vi
coprirò...” disse Aqua. “Ma cosa dice!?
Non
possiamo abbandonarla!!” esclamò Hanon.
“Se rimarrete qui vi ucciderà di
sicuro... E se ciò dovesse accadere... le poche speranze che
abbiamo di
sconfiggerla spariranno del tutto...” spiegò la
regina allontanandosi
lentamente dalle tre sirene. “Ma...”
cominciò Lucia, che però venne subito
interrotta da Nikora. “Facciamo come ci dice” disse
la sirena più matura. “Nikora....”
“Ha ragione Nikora. La regina ha riposto in noi tutte le sue
speranze e così
dobbiamo fare anche noi” disse Hippo cercando di convincere
le tre sirene ad
andarsene. Lucia rimase un attimo in silenzio. Poi si voltò
verso Aqua Regina e
con voce seria gli disse “Ce ne andremo solo se ci assicura
che tornerà da noi”.
La regina rimase sorpresa da quella frase. Guardò anche Rina
e Hanon. Anche
loro erano d’accordo con quello che aveva appena detto
l’amica. Fece un sorriso
e disse “Siete davvero delle brave ragazze... Ve lo
prometto... tornerò
sicuramente da voi...” “E’ una
promessa?” “Si...”. Con la promessa della
regina
le tre principesse si tranquillizzarono. “Adesso
però scappate” disse Aqua
Regina.
Il
gruppo fece dietrofront e
ripercorse a tutta velocità lo stesso percorso che avevano
fatto una decina di
minuti prima. Intanto Aqua era rimasta sola con Elizabét, la
quale con un urlo
spaventoso si liberò dalle catene d’acqua.
“Adesso siamo rimaste solo noi due”
disse la regina con voce pacata. Le unghie di Elizabét si
allungarono e
divennero delle affilatissime lame. “Preparati a
morire!!” esclamò la nera facendo
uno scatto in direzione della regina.