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Autore: corysvoice    12/06/2012    1 recensioni
Elise Black è una ragazza molto timida e piena di sogni. Alle medie era innamorata di un ragazzo Vincent Hale.
Se i due dopo dieci anni si dovessero incontrare?
Vincent Hale con in quei dieci anni si è rovinato, è diventato un alcolista e drogato.
Elise Black, invece sta seguendo un corso per diventare attrice e, ancora ha dei ricordi di quel ragazzo...
Ecco un piccolo inizio:
Yellow
Venerdì 8 Giugno 2001
Grida. Tante, erano troppe. Felicità. Grossi sorrisi. Acqua, bottiglie e gavettoni. Io invece, ero dietro una maschera, non ero contenta che la scuola fosse finita, non l'avrei più potuto vedere. Lui era l'unico motivo per il quale la mattina mi svegliavo ed andavo verso quell'inferno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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      Yellow-Capitolo 2

                                                         

I turn the music up, I got my records on

I shut the world outside until the lights come on

Maybe the streets alight, maybe the trees are gone

I feel my heart start beating to my favourite song

Every Teardrop is a waterfall- Coldplay




Ore 23.30


C'erano mille luci. La musica mi dava alla testa. Odiavo tutti quei rumori. Gli LMFAO mi stavano distruggendo con quelle canzoni date dal Dj. Avevo un drink in mano, non sapevo che fosse, era qualcosa di strano. Avevo un aspetto orribile e divertito allo stesso tempo.

Indossavo un vestitino corto, con brillantini rossi che erano in tinta con le mie meche. Ero in quella discoteca con il mio migliore amico, Nicolas, l'avevo convinto a venire per farlo un po' divertire e distrarre dopo la rottura con la sua ex.

Lui era seduto all'angolo, da solo. Era in lacrime e cercava di chiamare la sua amata Haley. Io non cercai di fermarlo, perché essendo ubriaca fradicia avrei fatto di peggio.

Mi avvicinai al suo tavolo. Presi la borsetta e gli sussurrai all'orecchio in modo sexy.

"Vado un attimo al bagno..." Lo baciai sulla guancia e lui, schifato si tolse il segno di rossetto rosso.

Girovagai per qualche minuto. La testa mi girava, mi veniva da vomitare. Camminavo dispersa nella discoteca, sembravo una bambina ingenua. Non sapevo più che fare, fino a quando vidi un ragazzo incappucciato, era quello della caduta. Mi avvicinai a lui con molta calma e gli chiesi:

"Sai dov'è quel maledetto bagno?"

Fece cenno di sì e indicò verso sinistra. Io continuai per di lì e lo trovai. Entrai dentro, era vuoto, fortunatamente, non volevo farmi vedere da nessuno, andai verso lo specchio a forma di cerchio. Poggiai le mani sul lavandino bianco e guardai il mio riflesso, sapevo di delusione, ero una persona orrenda, avevo tutto ciò che volevo e dovevo per forza ubriacarmi? Non volevo una brutta reputazione.

Misi una mano sui capelli di color marrone scuro, erano così appiccicosi. In quel bagno c'era un tremendo odore di vomito, era sporchissimo, c'erano assorbenti, chiazze di rigurgito e preservativi ovunque.

Mi avvicinai a quel maledettissimo cesso e mi inginocchiai ad esso. Misi le mani pallide sul pavimento. Sentii una forte botta allo stomaco che si dilungò fino alla gola e dalla mia bocca uscii un liquido verde. Avevo appena vomitato, mi facevo schifo da sola. Non riuscivo più a fermarmi.

Puzzavo di vergogna. La testa m'iniziò a girare ancora di più. Poggiai la testa sul pavimento a quadratini bianco e neri e persi la coscienza.

____________________________________________________________________________________________________________________


Mi risvegliai. Ero stesa su un divano di colore bordò. Mi girava la testa, non sapevo cosa fosse successo. Addosso avevo la biancheria intima ed una camicia azzurra. C'era qualcosa di strano, non riconoscevo quella casa e mi ricordavo solo di  essere svenuta. Mi sedetti meglio e vidi un ragazzo arrivare verso di me.

Era alto e magrolino, di carnagione chiara, i suoi capelli marroni, gli occhi verdi lucenti, aveva un po' di baffetti, i lineamenti erano molto ben dettagliati e forti.

Non sapevo chi fosse ma mi ricordava qualcuno, una persona che ho anche forse amato in passato.

Mi porse una tazza di tè. Sorrisi e bevvi un sorso. Il Ragazzo si sedette accanto a me ed io gli chiesi:

"Ma sei stato tu a mettermi la camicia?"

Sorrise. Aveva i denti bianchi, era bellissimo (tranne per il naso). Io lo guardai con sguardo ebete.

"Sì"

Feci una faccia arrabbiata e gli diedi un pugno sulla spalla. Lui rise e cercò di bloccarmi.

"Tu, tu sei un pervertito, io chiamo la polizia!"

Rise nuovamente. Cosa potevo avere di strano io?!

"Ma non abbiamo fatto niente e poi tu eri ubriaca, io ti ho solo tolto il vestitino per metterlo a lavare, puzzavi di vomito."

Mi fermai, infondo era stato gentile, mi aveva tolto da quella vergogna. Mi arrotolai le maniche e continuai

"E Nicolas? Dov'è?"

Fece una faccia strana. Forse non sapeva di chi stavo parlando, allora lasciai perdere. Allungai la mia mano. Strinsi la sua. In mente mi venne un piccolo ricordo: "Un ragazzo, una scuola e me che lo ammiravo da lontano." Mi vennero i brividi.

"Piacere, io sono Elise Black"

Mi strinse la mano ancora di più e continuò.

"Io sono Vincent Hale."

Mi prese un colpo al cuore. Lui era il ragazzo di cui ero innamorata alle medie. Il cuore mi batteva a mille. Le pupille si dilatarono. Sorrisi e gli dissi:

"Posso fare una cosa?"

Vincent mi fece cenno di sì. Di scatto, era un impulso, qualcosa che volevo fare da dieci anni. Gli presi con delicatezza il viso e lo baciai con tutta la passione che avevo nel corpo. Mi vennero in mente tutti i ricordi del passato, tutte le mie sofferenze, la mia felicità nel vederlo. Mi ricordai come mi  batteva forte il cuore al solo suo pensiero.

Il ragazzo mi ricambiò quella lunga effusione. Sentivo che le nostre bocche si erano congiunte, le nostre lingue giocavano ad incontrarsi l'una con l'altra. C'eravamo solo noi ed il mio imbarazzo.

Quando mi distaccai a lui, vidi il suo volto color peperone e soddisfatto. Mi alzai di corsa per andare via. Vincent mi fermò di scatto.

"Sai, non so se tu possa andare via con solo una camicia addosso. Anche se mi hai baciato devo restituirti i tuoi vestiti puliti."

Mi sedetti sul divano e sbuffai.

"Sono una stupida. Sono veramente una stupida, perché non mi sono saputa trattenere?!"

Mi sorrise e si sedette accanto a me. Mi accarezzò la testa e mi rispose:

"Tu non sei stupida, sei perfetta e ti devo anche ringraziare, perché ora mi ricordo dove ti avevo incontrato" Il mio cuore si  bloccò "Alle medie, stavi nella mia stessa scuola. Venivi divisa nella mia classe, ecco perché hai un volto conosciuto."

Poggiai la testa sulla sua spalla e gli chiesi.

"Posso dormire qui stasera? Non voglio tornare da sola a casa. Non voglio più rivedere il mio mondo"

Fece cenno di si e mi mise una coperta addosso. Mi addormentai. 

  
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