2. All's well that starts well
Russell
riaprì piano gli occhi, si ritrovò sull'asfalto
umido. Cercò di
tirarsi appena su ma una scarica di dolore gli percorse la colonna
vertebrale. “Ahhh..” Si lamentò, prima
di riuscire nel suo
intento. Gli doleva tutto. Si guardò intorno e vide poco
più
lontano quello che rimaneva dell'elicottero in fiamme.
“Cazzo..
Cazzo!!!” Sbottò, alzandosi in piedi a fatica.
Portò lo sguardo
nella direzione opposta e vide Jill, riversa a terra.
“Jill!!!
JILL!!” La raggiunse e si inginocchiò accanto a
lei. Respirava
ancora, aveva un graffio sulla tempia e sanguinava. “Jill,
dannazione! Aprì gli occhi!” Disse tirandola
appena su, tenendola
tra le braccia. Non voleva nemmeno pensare alla fine che avessero
fatto i loro quattro compagni.
“N-hhh...” La ragazza rinvenne
lentamente, riaprendo gli occhi. Ci vide inizialmente sfocato.
“..
Chris..?” Bofonchiò.
“Jill, sono io, Russell.” Mormorò
appena, scuotendola piano.
“R-Russell..?” Mise a fuoco l'uomo,
come un lampo si rese conto di ciò che era successo,
scattando
seduta. “Odd-uhhhh!” Si portò una mano
alla testa, sentendo il
liquido rosso, caldo e denso sporcarle la mano.
“C-cos'è successo?
Dove sono gli altri?” Chiese prima che il suo sguardo
caddesse sul
velivolo in fiamme. “Oddio...”
Russell si alzò e dopodiché
aiuto la ragazza a fare altrettanto. “Credo che... Siano
diventati
carne alla brace.” Mormorò.
Jill riuscì a tenersi in piedi per
miracolo forse, le girava tutto. C'era una puzza orribile di carne
bruciata e per le strade non c'era nessuno. “Santo
cielo...”
Deglutì. I loro compagni erano morti. “Questo
posto mette i
brividi...” Sussurrò, “Ma cosa diavolo
è successo?!” Guardò
il compagno accanto a lei.
“Non.. Non ne ho idea, quando stavamo
scendendo ho visto solo un razzo venire contro di noi e
poi...”
Scosse il capo.
“Non ci posso credere.” Mormorò la
ragazza,
poi si portò una mano all'auricolare aprendo la
comunicazione con la
sede della BSAA che avrebbe dovuto dargli supporto. “Qui
è
l'agente Valentine, mi ricevete??” Domandò. Nulla,
si sentiva solo
un lieve fruscio. “Non ci posso credere!”
“Che succede??”
Chiese Russell, guardandola.
“Siamo praticamente isolati... Non
ci ricevono, maledizione. Ma perché diavolo non
c'è nessuno qui?!”
Domandò facendo un giro su sé stessa e notando le
strade
disabitate, illuminate solo dalla fioca luce dei lampioni.
“Beh,
siamo venuti qui per scoprirlo ti ricordo.”
“Non ci posso
credere..” Ripeté la ragazza. I loro compagni
erano tutti morti.
L'uomo le posò una mano sulla spalla.
“Ehi, Jill. Calma,
d'accordo? Scopriremo cosa è successo, non preoccuparti...
L'importante è che io e te rimaniamo uniti, va
bene?”
Lei volse
lo sguardo verso di lui ed annuì piano.
“Sì, d'accordo.”
Rispose amareggiata.
“Ormai sono morti e.. Non possiamo fare
nulla. Sta succedendo qualcosa di terribilmente sbagliato qui, lo
sento.”
“Dobbiamo dare un'occhiata in giro e scoprire
cos'è
successo e... Perché non c'è nessuno.”
“Si ma Jill, sei
ferita. Dobbiamo...”
“Ehi!” Russell non fece in tempo a
finire la frase che i due sentirono la voce di una ragazza
richiamarli, così si voltarono.
Megan li raggiunse, teneva una
pistola tra le mani, guardò i due: la ragazza era lievemente
ferita,
aveva i capelli lunghi e biondi, tenuti chiusi in una coda. Gli occhi
erano azzurri ed era pallidissima. Lui, invece, era davvero un bel
tipo: era alto e ben piazzato, aveva gli occhi azzurri ed i capelli
corti, castani. Portava una lieve barbetta incolta e... Beh, se lui
fosse stato l'ultimo uomo sulla faccia della terra con cui Megan si
sarebbe dovuta ritrovare a ripopolarla, lo avrebbe fatto ben
volentieri!
“Siete... Vivi?” Chiese stupita e felice di
constatare ci fosse qualcuno ancora vivo.
“Non so come ma.. Sì.”
Mormorò Jill.
“Oh...” Russell notò la ragazza con gran
piacere, era decisamente una gran bella donna.
“Che cos'è
successo qui?!” Chiese poi Jill, avvicinandosi.
“Cos'è
successo al vostro elicottero? Chi siete?”
“E' stato
abbattuto. Facciamo parte della BSAA, visto le recenti anomalie qui
ad Anchorage ci hanno mandato per una ricognizione, a scoprire cosa
fosse successo e, nel peggiore dei casi, a recuperare i superstiti..
Ma superstiti di cosa? Che cosa sta succedendo?”
Domandò poi
lui.
“Abbattuto?” Come poteva essere stato abbattuto se
lì da
quelle parti c'erano solo non-morti? “Beh comunque avete
fatto un
errore, non sareste mai dovuti venire qui. Non so bene cosa stia
succedendo ma... Non prendetemi per pazza, la gente si comporta in
modo 'strano'.” Deglutì, guardandosi intorno.
“E' pericoloso
persino stare qui per le strade, sono diventati tutti dei pazzi
cannibali, dei pezzi di carne in putrefazione.”
Jill sentì un
senso di vuoto e la nausea assalirla: non poteva crederci.
“Ti
prego, dimmi che scherzi...”
“Vorrei tanto.” Rispose Megan,
guardando poi l'uomo.
Russell sembrò spiazzato. “Ed ora che
Wesker è morto chi è che si è messo a
giocare con le provette del
piccolo chimico?” Chiese alla sua partner.
“Non ne ho idea.”
Mormorò con tono lapidario. Non ci poteva credere, era
entrata in
quell'incubo di nuovo e con lei un'altra città spazzata via
da
chissà quale virus. “Ed ora?! Da dove
iniziamo?!” Chiese Jill
guardando il moro. “Cosa facciamo? Non abbiamo nemmeno
contatti con
gli altri! COSA DIAVOLO FACCIAMO!?” Fu colta da una profonda
rabbia. Chi c'era ora dietro tutto quel casino?
“Faremmo meglio
a non stare qui innanzitutto. Di notte è davvero un
inferno.. Quegli
esseri sbucano da ogni dove.” Disse Megan, guardandosi
intorno
circospetta. “Io sto qui vicina, diciamo che mi sono trovata
un
rifugio... Potremmo tornare lì e decidere in seguito cosa
fare, con
calma. Che ne dite?”
Russell annuì. “Probabilmente è l'idea
più saggia. Dobbiamo prima medicare Jill
però..”
“Sto bene.”
Bofonchiò lei.
“Non vorrai andartene in giro con una voragine
sulla tempia?” Chiese ironico, per sdrammatizzare.
“Lo sai quanto
sia facile che si trasmetta il virus, avanti.”
“C'è una
farmacia poco distante di qui. Possiamo passarci mentre torniamo ma
sbrighiamoci: non mi sento sicura a rimanere ferma per troppo tempo
in un posto simile con il buio.” Mormorò la mora.
Jill si
ritrovò costretta ad annuire e così cominciarono
ad incamminarsi.
Ci fu il silenzio più totale tra i tre, probabilmente un po'
perché
i 'nuovi superstiti' erano scossi, mai si sarebbero aspettati tale
realtà, un po' perché probabilmente cercavano di
fare attenzione a
qualsiasi rumore si sentiva nei dintorni. In quei casi bisognava
stare sempre più che attenti, massima allerta.
Arrivarono poco
dopo alla farmacia: le vetrine erano rotte così
risultò più facile
entrare.
“Io rimango qui fuori di guardia, sbrigatevi voi
due.”
Disse Megan, riponendo la pistola nella fondina e tirando fuori il
fucile.
I due agenti della BSAA entrarono. A Jill girava ancora la
testa, oltre che a farle male. Si appoggiò al bancone che
Russell
scavalcò agilmente. “Beh visto che ci siamo faccio
un po' di
scorte, cosa potrebbe servirci, vediamo... Unguento in caso di
ustioni, bende, antidolorifici, disinfettante...” Dopo aver
preso
le suddette cose si voltò verso la ragazza, la vide
abbattuta. “Ehi,
piccola Jill..” Sorrise, appoggiando le cose sul bancone e
prendendole le mani. Lei alzò piano lo sguardo, fino ai suoi
occhi
azzurri. Abbozzò un sorriso.
“Lo so è che... Scusa, non mi
sarei mai aspettata una cosa del genere. Pensavo che bene o male con
la morte di Wesker questa follia sarebbe finita ed invece... Ci
ritroviamo dentro a questo inferno ancora una volta, senza meta, tra
l'altro.”
“Ora devi stare solo calma, la ragazza ha detto che
ha un rifugio sicuro.. Innanzitutto pensiamo a medicarti, poi
penseremo al resto, va bene?”
Jill annuì.
“Ehi,
piccioncini! Volete darvi una mossa?! Si sentono dei rumori qui di
fuori, vedete di muovervi!” Li canzonò Megan.
“Forza,
andiamo.” Borbottò Jill.
I due si divisero le cose per
infilarle nelle varie tasche e scomparti vuoti, poi una volta al
sicuro si sarebbero organizzati meglio. Raggiunsero la ragazza fuori
la quale gli fece cenno di rimanere fermi: si sentivano dei strani
rumori e per nulla rassicuranti.
“Dai, andiamo.” Disse a bassa
voce Russell, dando una lieve spinta a Megan in quanto era lei che
doveva guidarli. La ragazza, dopo essersi voltata un attimo e aver
riservato un'occhiata gelida all'uomo, si avviò, seguita dai
due.
Camminavano a passo spedito seppur silenziosamente. Erano
arrivati all'isolato dove si trovava il portone che praticamente era
sempre aperto. Erano ad un passo dalla salvezza quando Megan, facendo
per entrare, si ritrovò davanti quelle orrende bestie: erano
due,
avevano la muscolatura esposta, sembrava che la loro carne non fosse
ricoperta dalla pelle. Alla fine di quelle che erano le loro 'zampe'
avevano lunghi e affilati artigli. Non avevano occhi e forse, la cosa
più disgustosa, era il loro cervello in bella vista.
A Megan
sfuggì un gemito di spavento, misto a schifo. Quando Jill e
Russell
arrivarono al suo fianco notarono le due bestie. 'Oddio..'
Pensò
Jill, rimanendo immobile ed in silenzio, così come il suo
compagno.
“C-cosa sono quei così?”
Biascicò Megan.
“Shh!”
La zittirono i due all'unisono, ma fu troppo tardi: i Licker si
voltarono verso i tre.
“Merda!” Sbottò Russell, spingendo
indietro le due ragazze e tirando fuori il fucile a pompa.
“Dai,
forza Jill!” Disse prima di sparare contro uno dei due, il
quale
però schivò i colpi balzando contro una parete.
L'altro Licker si
avvicinò, l'uomo ricaricò il fucile e gli
sparò un colpo. Il
mostro si lamentò, contorcendosi dal dolore, con altri due
colpi
riuscì poi a stenderlo.
Silenzio.
“Cosa diavolo erano..?”
Chiese Megan.
“Shh. Fa silenzio, hanno un udito finissimo.”
Sussurrò Jill, guardandosi intorno. Dov'era finito l'altro?
L'uomo
indietreggiò, raggiungendo le due ragazze. I tre si
guardarono
intorno circospetti finché il Licker non saltò
giù sulla strada
sembrando 'comparire' dal nulla. Il mostro tirò fuori la
lunga
lingua che si andò ad attorcigliare intorno alla caviglia di
Jill,
tirandola e facendola cadere a terra.
“JILL!!” Gridò
Russell.
La ragazza cominciò a temere che fosse la fine mentre
quell'essere la tirava con la lingua sempre più vicino alle
sue
fauci. Tirò fuori il macete con uno scatto e si
piegò appena su sé
stessa in modo da poter arrivare alla sua lingua, tranciandola di
netto. Calciò la faccia del mostro ormai così
pericolosamente
vicina per guadagnare un po' di tempo e raggiungere la fondina,
tirandone fuori la pistola e scaricando l'intero caricatore sul
Licker che si lamentava. Questi cercò di colpirla con gli
artigli ma
lei fu abbastanza pronta da rotolare sul fianco e lasciar via libera
al partner che gli sparò con il fucile a pompa, due colpi,
facendolo
fuori.
Jill rimase sdraiata a terra, ansimante, con gli occhi semi
sbarrati guardava il cielo notturno. “Se il buongiorno si
vede dal
mattino... Non.. Non credo di essere pronta per tutto questo, di
nuovo!” Annunciò ai due, poco più
lontani, ad alta voce.
Il
compagno la raggiunse. “Ehi, tutto bene?” Chiese,
porgendole la
mano.
La ragazza deglutì, poi la afferrò e con un po'
di
difficoltà si alzò. “L'ho vista
veramente brutta.”
“Ma che
diavolo sono questi cosi?!” Domandò nuovamente
l'altra ragazza.
“Eh... Non crederti che zombie lenti e stupidi siano il
nostro
unico problema, d'ora in poi.” Le rispose Jill.
“Dio santo...”
Mormorò Meg. Se prima pensava che quello fosse l'inferno, si
sbagliava. Ora cosa avrebbe dovuto dire?
“Dunque è questo il
palazzo?” Russell si avvicinò nuovamente al
portone, entrando.
Notò la scala che portava al primo piano crollata.
“Si... Sì.”
Borbottò dopo essersi 'ripresa'. “Dovete
arrampicarvi per arrivare
su.. Per lo meno ci terrà lontano gli zombie anche se...
Quegli
esseri credo di aver capito che non hanno problemi ad arrampicarsi, o
sbaglio?”
“No, non sbagli.” Le rispose Jill passandole
accanto.
“Bene..” Sospirò sconsolata.
L'uomo scalò le
macerie e, una volta arrivato in cima, allungò una mano a
Jill per
aiutarla nell'ultimo pezzo. Fece lo stesso anche con Megan la quale
però non accettò il suo aiuto.
“Non per niente eh, ma devo
imparare a cavarmela. Ho capito che sarà veramente pessimo
stare
qui.” Spiegò la ragazza, passando avanti ai due, i
quali si
guardarono e fecero spallucce.
L'appartamento era al quarto piano,
abbastanza in alto. La porta si aprì su un gran salone, era
decisamente in stile moderno, i colori erano caldi. C'era un grande
divano ad angolo con davanti un tavolino basso e di fronte una
televisione. Un tavolo, delle sedie, un paio di poltrone.
La casa
era composta da altre tre camere, una cucina ed un bagno.
“Spero
che il soggiorno sia abbastanza confortevole.” Disse
Megan.
“Grazie.” Mormorò Jill, notando che non
si erano
nemmeno presentati. “Piacere, comunque, io sono Jill e lui
è
Russell.”
La ragazza sorrise e strinse la mano ad entrambi.
“Piacere, Megan.”
“Dai, forza Jill, siediti sul divano...
Vado a lavarmi le mani e ti medico.” Disse l'uomo.
“Quello
laggiù è il bagno.” Gli
indicò la mora, prima di vederlo sparire
dietro la porta.
“Come sei finita qui?” Chiese Jill alla
ragazza, sedendosi sul divano.
“Ero venuta a trovare un amica,
non potevo scegliere momento migliore, eh?”
“E lei che fine ha
fatto?”
“L'ho fatta fuori. Voleva mangiarmi.”
Mormorò
Megan.
“.. Mi dispiace.”
“E ora? Che si fa?” Cercò di
cambiare argomento lei, dopo un attimo di silenzio.
La bionda la
guardò per qualche istante, poi volse lo sguardo altrove.
“Non lo
so. Abbiamo perso i contatti con coloro che avrebbero dovuto
coordinare l'operazione. Stare fermi qui non servirà a
nulla,
dobbiamo cercare una base militare e vedere se c'è qualcuno
ancora
vivo... E dobbiamo scoprire chi è stato la causa di tutto
ciò.”
Russell raggiunse nuovamente le due ragazze, si stava
asciugando le mani con un pezzo di carta. “Non disperate,
avanti.
Troveremo una soluzione.” Disse raggiungendo Jill sul divano.
Era
sempre così ottimista lui.
“Mh.” Megan incrociò le braccia.
“Beh io avrei bisogno di farmi una doccia.”
“Senti, credo
che per stanotte sia meglio rimanere fermi qui. Io e Jill elaboriamo
un piano, cerchiamo di metterci in contatto con la BSAA e vediamo il
da farsi, d'accordo? Magari rimaniamo svegli a turni, se tu vuoi
farti una doccia e riposarti vai pure, noi stiamo qui... Verso le tre
magari ci dai il cambio, va bene?”
“Sì. Si, va bene. Magari
finalmente riesco a dormire un po', ho visto che siete in gamba, non
credo dovrò preoccuparmi.” Sorrise, prima di
allontanarsi e
chiudersi in bagno. Si sentì l'acqua della doccia cominciare
a
scorrere.
“Però, come la guardi..!” Disse Jill, a
Russell,
mentre quest'ultimo si preparava per medicare la ferita alla
ragazza.
“Sono pur sempre un uomo, non so se te ne sei accorta
Miss Valentine!” Ridacchiò, prima di avvicinarsi
un poco e
scansarle i capelli dalla fronte. Cominciò a passarle piano
un
batuffolo imbevuto di disinfettante sul taglio.
“Ahh..” Una
lieve smorfia di dolore si dipinse sul volto della bionda, che
socchiuse gli occhi.
Ci furono alcuni istanti di silenzio prima
che Russell riprese, “E poi l'agente Valentine non accetta
mai le
mie avance, dovrò pur cambiare obbiettivo no? Non posso mica
continuare a sbattere la testa contro il muro.” Disse
ironico,
seppur il filo gliel'aveva fatto in passato.
Lei si limitò a
sorridere.
“Ma... So che preferisci aspettare mister Redfield
che chissà a cosa sta ad aspettare per farsi
avanti.”
“Ehi,
ma che dici?” Riaprì gli occhi, guardandolo.
“Dai, avanti,
vuoi che non si sappia? Tutti sanno alla BSAA che tra te e Chris
c'è
un debole. Da quanto ne so si sapeva sin dai tempi della
S.T.A.R.S.”
“Finiscila, non.. Non è vero. Siamo solo
partner.” Rispose
lei, un po' a disagio.
“Certo, solo partner... E allora perché
una bella ragazza come te se ne sta sempre sola e ancora non ha un
uomo?”
“Che domande sono? Che ne so? Sarà che non ho
ancora
trovato quello giusto!” Disse accigliata.
Russell ridacchiò.
“Se lo dici tu. Non potrei essere io l'uomo
giusto?” Chiese
serio, seppur scherzasse e Jill lo sapeva.
“No! Parli troppo!”
Rispose lei un po' scocciata ma poi rise. Lui fece lo
stesso.
“Davvero, non capisco cosa stia ad aspettare Redfield,
è
proprio un cretino.” Le sorrise, prima di metterle un cerotto
per
coprire il taglio.
“Eh..”
“Se va avanti così dovrai
farti avanti tu.” Le diede una lieve gomitata, poi mise in
ordine
le cose sul tavolino di fronte a loro.
“Finiscila.. Avrà
bisogno di tempo, che ne so.”
“Sono passati anni Jill,
sveglia!” Ridacchiò.
“Magari non gli interesso abbastanza.”
Fece spallucce.
“Beh lo sai, se hai bisogno di qualcuno che ti
consoli...” Mormorò ironico.
“No, per ora ho solo bisogno di
riposare.” Rispose lei, declinando la sua offerta.
“Ho un mal di
testa..”
“Dai, riposa. Io penserò a fare la guardia, non
preoccuparti.”
“Dobbiamo prima cercare di comunicare con gli
altri.”
“Ma tanto non ci ricevono Jill, che vuoi fare? Siamo
isolati... E soli.” Disse Russell prima di tirare fuori un
palmare,
lo accese. “Wow, è un miracolo che non si sia
rotto sotto il peso
delle mie chiappe dopo la caduta..” Ridacchiò.
“Funziona??”
Chiese sporgendosi per osservare il dispositivo.
“Si ma non
gasarti bella, ci servirà si e no per la mappa di Anchorage,
non c'è
campo.”
“Sembrava troppo bello per essere vero..”
Sospirò,
dopodiché si ritirò, si tolse le varie fondine e
si sdraiò sul
divano. “Appena senti qualcosa che non va...”
Sbadigliò,
portandosi una mano alla bocca. “Svegliami..”
Sussurrò,
chiudendo gli occhi.
“Certo.” Rispose lui prima di appoggiarsi
contro lo schienale del divano ed accavallare le gambe, mettendosi a
smanettare con l'oggetto.
________________________________
Eh sì, lo
so... Non l'ho aggiornata per un casino: quando ho riaperto il file ho
trovato un capitolo già pronto ed uno in lavorazione!
Bene... Questo è il secondo capitolo! Ho avuto voglia di
tornare a scrivere questa fiction, non so perché, dopo un
periodo buio! Speriamo duri! :3
E nulla... Adoro Russell! E' un simpaticone! :P Non lo ricordavo
così simpatico!
Nonostante non aggiorno da un sacco spero ci sia ancora qualcuno!
Se avete voglia di lasciarmi una recensione mi farebbe davvero piacere,
anche per capire se una storia completamente inventata su un possibile
continuo sia gradita! :)
Ringrazio ad ogni modo chiunque leggerà o avrà
voglia di recensire e la mettera tra le seguite/ricordate/preferite!
Tanti baci! :)