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Autore: Werewolf1991    12/06/2012    1 recensioni
E se nel momento in cui Angewomon stava per uccidere Myotismon, qualcosa fosse accaduto?
E se Myotismon avesse avuto un'insospettabile arma segreta?
La situazione avrebbe preso una piega decisamente più sinistra...
(MyotismonXAngewomon)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'offerta del Vampiro 

 

 -Raggio celestiale!- Urla Angemon, lanciando il suo attacco contro di lui. Egli si piega a terra, reggendosi il petto con le mani. Phantomon muore a causa dell’attacco.
 
-Myotismon, arrenditi subito!- Gli intima poi, rabbioso, ma con una voce melodiosa simile al canto della Fenice.
 
Lui risponde beffardamente, che non ha ancora intenzione di farlo.
 
Poi, fulmineo e letale, si volta verso di noi, lanciando il suo attacco.
 
I ragazzi, dall’altra parte del vetro che li separa dal tetto, tranne Tai, che è li davanti con MetalGreymon, sussultano, terrorizzati.
 
Io sono ferma davanti a Kari, la prescelta della Luce, la Mia prescelta, colei che ho sempre cercato, senza neanche sapere chi fosse, colei che in meno di un giorno, ha scombussolato la mia vita, fino ad allora fatta di torture, sofferenze e rabbia. E di Lui. Soprattutto di Lui.
 
Ormai sono pronta a dare la vita per lei, e mentre osservo i migliaia di pipistrelli che mi vengono scagliati contro, non posso far altro che pregare in un miracolo. O almeno di riuscire a salvare Kari.
 
Tutto ad un tratto, qualcosa d’inaspettato avviene. Si sente un rumore, come di qualcosa che è stato colpito. Ma non siamo noi.
 
No. Non può essere.
 
È Wizardmon!
 
Lo sguardo di tutti è posato su di lui. Io mi sento come paralizzata.
 
No, no, lui no!
 
La scena sembra accadere al rallentatore. Il corpo di Wizardmon s’irrigidisce, poi cade, con un tonfo.
 
Lui schernisce Wizardmon, dicendogli con crudele ironia: -Sarai contento. Il debito è saldato.-
 
Io non posso ancora credere a ciò che i miei occhi stanno vedendo. Il debito di cui lui ha parlato, risale a molto tempo fa. L’avevo dimenticato. Ma Wizardmon me l’ha fatto ricordare.
 
 
È stato proprio lui a ricordarmi che io avevo un destino diverso. Non ero stata creata per servire Myotismon, ma per essere la Digimon di Kari. Se non fosse stato per lui, non l’avrei mai saputo.
 
Se penso che, senza il suo intervento, a quest’ora, avremmo già potuto distruggere Kari…

La mia dolce Kari, si precipita in lacrime vicino a Wizardmon. Come me, del resto. Ma mentre lei cerca di parlargli, lui ha occhi solo per me.

- Stai bene, Gatomon?- Mi chiede, debolmente.

Ma cosa dici? Sei tu che stai per morire! Amico mio!

-Wizardmon… mi dispiace…- Gli rispondo piangendo.

-Di che cosa?- Mi domanda sorpreso lui.

-Ti ho coinvolto io in tutto questo…- Replico, sempre più triste. Sento che ormai sta per andarsene.

-No, non ti devi scusare…- Mi riprende lui, accidenti, smettila di sforzarti!

-Se non ti avessi incontrata… avrei vissuto un’esistenza inutile e senza scopo… sono stato felice… di poterti aiutare…- Prosegue, sempre più debolmente.

Subito dopo, chiude gli occhi, e voltando la testa, o meglio, abbassandola, mormora:

-Grazie di tutto…-

No. No. Noooooooooooooooooooo!

Mentre la mia partner grida anche lei il suo dolore, avviene qualcosa.

DemiDevimon comincia ad agitarsi. Sembra faccia fatica a tenere il Digivice di Kari.

-Il Digivice di Kari è attivo!- Costata Tai.

-Accidenti, scotta!- Urla DemiDevimon, mollando la presa.

Tai, intercettato lo strumento, lo passa a Kari, dicendo: –Fanne tesoro!-

Lei lo afferra con decisione e annuisce.

Faccio in tempo a vedere l’espressione di Myotismon distorcersi in una d’orrore e lo sento appena pronunciare un –Non ci voleva!- Furioso, ma mi sembra così lontano…

Mi sento strana… sto…evolvendo!
 
Il mio corpo, avvolto da una luce rosa, si trasforma completamente, fino ad assumere sembianze di donna. Mi spuntano delle ali dietro la schiena, e il mio corpo viene coperto da una tuta, che lascia scoperti un braccio e una gamba. Un elmo argentato si posa sul mio viso, nascondendo i miei occhi. Ho uno strano laccio rosa intorno alle spalle.
 
Finita la trasformazione, sento degli –Oohhh!- Increduli.
 
-Gatomon è un angelo, che bello!- Pronuncia Kari.
 
Ma io non ho occhi che per lui. Myotismon.
 
-Ascolta Myotismon!- Pronuncio rabbiosa, la mia voce sembra riecheggiare nell’aria, quasi a voler sottolineare la mia natura divina. –Sarai punito! Ti sei scagliato contro i bambini Prescelti, hai invaso il mondo degli esseri umani, e hai ucciso il mio amico Wizardmon! Le tue colpe sono infinite!-
 
Lui mi risponde; – Volevo portare l’oscurità in questo mondo, per unirlo a DigiWorld così da governarli entrambi, non accetto i tuoi retorici sentimentalismi, ho fatto soltanto ciò che reputavo giusto!-
 
Quelle parole per me, non hanno alcun significato. No, non se la caverà questa volta. Lo devo a Kari, che mi ha aperto le porte ad una nuova vita. E soprattutto a te, Wizardmon, che l’hai sacrificata, affinché io potessi viverla.
 
-Non aggiungi altro? Non hai alcuna intenzione di pentirti?- Domanda esterrefatto Angemon, da dietro di lui.
 
Lui, si limita a ghignare e pronunciare -Ombra..-
Ma io non gliene lascio il tempo. -Cerchio del Destino!- Urlo e causo la formazione di un’aureola, che scatena una pioggia arcobaleno, che rinvigorisce i miei alleati, ma che paralizza lui.
 
Subito dopo, gli altri Digimon scagliano i loro attacchi verso di essa, facendo in modo che io possa assorbirli.
 
Non ho mai provato una simile gioia, come in questo momento. Sto finalmente per porre fine ai giorni del mio Maestro. Del mostro. Di colui che mi ha rovinato l’esistenza. E che ha ucciso l’unico essere vivente che mi sia mai stato amico.
 
Questo è per te, Wizardmon!
 
-Freccia…- Esclamo, mentre dalla mia mano guantata, si forma un arco e, contemporaneamente, l’altra mano raccoglie a sé l’energia degli attacchi di tutti.-Sacra!- Concludo, incoccando una freccia di luce bianca, che sfrigola, carica di energia.
 
-No, ferma!- Urla lui, in preda al terrore.
 
Scaglio la mia freccia con precisione. Lo colpisce in pieno, dritta al petto.
 
Lui emette un grido, il suo ultimo, su questa terra.
 
Poi, avvolto in una colonna di luce, scompare, come se non fosse mai esistito.

-Myotismon… è svanito.- Costata incredula Kari.

Sono al colmo della felicità. Lui è morto. Morto finalmente!
 
Hai visto, amico mio? Ce l’ho fatta. Anzi, ce l’abbiamo fatta.

Gli altri esultano, poi la palazzina comincia a tremare e la ragazza che ha il simbolo dell’amore, Sora, se non ricordo male, dice a tutti di uscire da lì.
 
Appena in tempo, dato che subito dopo la parte del palazzo in cui erano crolla a terra.

Io, Kari, Tk e Patamon siamo intenti ad osservare il cielo, mentre gli altri commentano che hanno vinto lavorando in gruppo.

Ma è ancora presto per cantar vittoria, in quanto la nebbia è ancora ben visibile su Odaiba.

Poco dopo, Myotismon torna ancora più forte di prima.

Ma noi, dopo aver permesso ad Agumon e Gabumon di arrivare a livello mega, lo sconfiggiamo.

Poi si ritorna a DigiWorld, per sventare l’ennesima minaccia.    
 
Già. Come vorrei, che le cose fossero andate davvero così.
 
Mentre  osservo per l’ennesima volta il video che il mio Maestro, ha montato ad arte, quel giorno, sento un misto di disgusto e rassegnazione.
 
Disgusto verso me stessa e verso la mia vigliaccheria. Rassegnazione, perché non avrei potuto fare altrimenti.
Le cose sono andate in maniera molto diversa, quel giorno.
Lo ricordo come se fosse appena successo.
L’attacco che Myotismon ha lanciato, non era diretto a me. Non a Kari. Ma a tutto il resto.
 
Amplificata dalla nebbia, la sua Ombra Paralizzante ha bloccato tutti.
 
Tutti tranne me.
 
Tremo ancora di disgusto, al pensiero di quello che è avvenuto dopo.

La sua offerta, inaspettata, di interrompere l’attacco. Di lasciare la Terra senza mettervi più piede. Di lasciare andare Wizardmon.

All’inizio sono stata tentata di accettare. Ma prima, volli sapere che cosa volesse in cambio.

Tutto questo, aveva un prezzo, naturalmente.
 
Avrebbe fatto ciò ad una sola condizione.

C’era una cosa, che desiderava sopra ogni altra.
 
Me.
 
Mi promise, con quella sua voce suadente, che, se io avessi accettato di tornare a lavorare per lui, avrebbe fatto tutto questo, e anche di più.
 
Mi diede qualche minuto per rifletterci.
 
Alla fine, acconsentii.
  
-Scelta saggia, Angioletto!- Pronunciò, sorridendo con quella sua aria da seduttore incallito.
 
-Voglio assicurarmi che tu mantenga la parola.- Aggiunse poi subdolo. –Perciò rimarranno tutti così come sono, finché non  saremo a casa!-
 
Quelle parole, pronunciate con un tono di vittoria, mi fecero ribollire il sangue nelle vene. Ma ormai era fatta.
 
La sua carrozza arrivò dopo pochi minuti. Lui, con fare da gentiluomo, mi porse il braccio, ghignando soddisfatto della mia sottomissione.
 
Fece vagare lo sguardo su tutti gli altri, come a ricordarmi della parola che avevo dato.
 
Poi, ghignò aprendomi lo sportello e inchinandosi gentilmente:
 
-Prima le signore…- Il suo sguardo mi raggelò il sangue.

Irrigidita, mi avvicinai alla carrozza. Quando fui davanti all’apertura, lui mi prese la mano, e la baciò.
 
Sussultai, di disgusto e sorpresa. Feci di tutto per ignorare la strana sensazione che le sue labbra vellutate mi provocavano, che non aveva nulla a che vedere con l’astio che provavo per lui.
 
 
Soprattutto, cercai di non ritrarre la mano. Sapevo perfettamente cosa sarebbe successo, se avesse anche solo lontanamente immaginato che volessi ribellarmi.

Lui parve compiaciuto. Una volta che ci sedemmo, io davanti a lui,iniziò a parlare dicendomi:
-Ascolta, Angewomon.-

Era strano sentirgli pronunciare il mio nome.
 
-Non ti ho fatto questa offerta solo perché sono molto magnanimo.-
 
Magnanimo lui? Su questo avrei voluto ribattere, ma mi zittii, per evitare ritorsioni.
 
-Ho un’altra motivazione.- Proseguì, ambiguo.
 
-Ma non intendo rivelartela, adesso.- Terminò, sfoggiando uno dei suoi migliori ghigni.
 
Non che m’importasse, all’inizio, ma una piccola parte di me, voleva saperlo.
 
Mentre dunque cercavo una risposta, lui mi si sedette accanto.
 
Una delle sue mani si poggiò sulla mia spalla. Sussultai, leggermente.
-No, no, no… non devi fare così, Angioletto…- Mi riprese, in tono provocante lui, sussurrando al mio orecchio.
 
Io, scioccamente, feci per allontanarlo da me.
 
Realizzai un secondo troppo tardi il mio errore.
 
La sua espressione mutò in una di rabbia.
 
Uscì dalla carrozza, e, in un attimo, materializzò una frusta infuocata, la stessa che aveva usato tante e tante volte, per frustarmi…
 
Cercai disperatamente di uscire, ma la porta era bloccata.
 
Premetti le mani contro il vetro, allora, in un silenzioso grido di dissenso.
 
Lui mi guardò, con un’espressione che significava: –Tu l’hai voluto!-

Poi, la sua frusta fu scagliata in direzione di Kari.
 
A quel punto mi abbandonai in ginocchio, sul sedile, tremando.
 
Dopo qualche secondo, lui era di nuovo lì, accanto a me.
 
Io ero ancora terrorizzata, così lui mi tirò su, e mi ordinò, in tono serio:
-Guarda!- Poi mi sollevò leggermente, in modo che potessi guardare, dato che il mio corpo sembrava aver perso la capacità di muoversi.

Ero già pronta a vedere il corpo di Kari straziato e coperto di ferite insanguinate, ma quello che vidi mi lasciò spiazzata.
 
Era tutto normale. Non aveva nemmeno un graffio.
 
Mi voltai, sconcertata verso di lui, alla ricerca di risposte.
 
Lui enunciò: – Mi pare di averti già detto di essere magnanimo.-
 
Io ancora non potevo credere alle mie orecchie. E ai miei occhi.
 
-Ti sto concedendo un’altra chance. Non sprecarla.-
 
Aggiunse, nel frattempo avendomi appoggiata sul sedile.
 
Stavolta lo lasciai fare, mentre mi sospingeva lentamente verso di sé, e subito dopo, mi faceva sdraiare, colla testa appoggiata alle sue gambe.  
 
-Brava. Così, Angioletto.- Sussurrò, mentre io giacevo inerte su di lui, quasi in trance.
 
Lo schock mi aveva lasciato addosso uno strano senso di torpore, che aveva pervaso le mie membra. Non ero più in grado di ragionare lucidamente. Ma non per causa sua.
 
Non riuscivo ancora a capacitarmi di quanto fosse avvenuto.
 
-Andrà tutto bene. Fra poco saremo a casa.- Continuò, in tono che alle mie orecchie suonò stranamente dolce, mentre mi accarezzava i capelli.
 
Non aggiunse altro fino al nostro ritorno al castello.

Subito dopo il nostro arrivo, fece in modo che tutta la città di Odaiba, ricordasse in quel modo com’erano andate le cose.
 
Io non so come abbia fatto a far credere a tutti che io fossi stata ancora insieme a loro, ma dopo poco tempo, assistetti alla digi-evoluzione a livello mega di Agumon e Gabumon.

O meglio, la causai. Lui, mi permise di farlo.
 
-Se io non posso conquistare il mondo, allora nessuno può!- Fu l'unica spiegazione che diede per giustificare il suo atto.
 
Io non seppi davvero cosa pensare, in quel momento.

So solo che dopo quel giorno, la mia vita è stata decisa da lui e che ormai, io vivo solo per ubbidirgli.
 

  
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