Il
tramonto dipinge d’arancio alcune nuvole sparse qua e
là.
Le
chiome frondose degli alberi, mosse dalla leggera brezza autunnale,
sembrano
danzare sospinte da lievi sospiri.
Gli
snervanti rumori cittadini si mischiano ad alcune note di una musica
piacevole
e soave, frutto di uno steinway e
sons dall’inconfondibile timbro chiaro e pulito,di una
tecnica migliorata nel
tempo.
Capelli
lunghi scompigliati,un aria da duro,i ray-ban grandi e scuri,la
sigaretta tra
le labbra rosate,una ms bionda oppure una lucky strike blue,un
giubbotto di
jeans scuro ed il colletto tirato.
Occhi
grandi ed espressivi,tratti armoniosi,labbra grandi,un sorriso
mozzafiato.
Cammina
a passi veloci nella via affollata e impregnata di odori.
Urta
parecchie persone strette nei loro cappotti di tessuto più o
meno pregiato e
cordialmente rivolge puntualmente le sue scuse,frettolosamente,come
tutti quei
fantocci che presi dai ritmi quasi insostenibili delle loro giornate si
affrettano a sbrigare le loro faccende.
E
poi ai programmi tv mattutini si parla del problema concreto della
socializzazione nel xi secolo!
Perché
adesso,sostituiti dalle macchine e sempre più immersi nella
caotica vita
quotidiana,ci si ritrova ad avere sempre meno contatti con il mondo
esterno,contatti veri ed umani.
Ma
non è altro che un giorno come un altro sulla cittadina.
Una
giornata che volge al termine dopo varie ore di estenuante lavoro e
fatica,dopo
momenti di svago,di tristezza,terrore,felicità.
Una
maserati fa capolino presso un marciapiede,è il segno di un
lusso estremamente
ostentato e portato all’esasperazione.
Invece
quel ragazzo vestito di una semplicità estrema percorre a
passi felpati il
marciapiede senza degnare di uno sguardo quell’auto di lusso
tanto invidiata
dai fanatici dei motori.
Le
vetrine allestite a festa sono una tentazione invitante per i poveri
passanti,ignari delle azioni di marketing portati avanti dai
commercianti avidi
di guadagno.
Goten
avanza,alla ricerca di un idea,uno spunto,un oggetto che possa piacere
ad una
cinquantenne stressata come la madre.
Il
giorno dopo sarà il compleanno della donna e non ha avuto un
attimo di pace per
potersi occupare del suo regalo.
È
alla ricerca di qualcosa di speciale,di raro,che possa esprimere tutto
il bene
e la gratitudine che nutre nei suoi confronti.
Ma
il bene immenso verso una madre non può essere racchiuso in
un oggetto di
plastica e questo il ragazzo lo sa bene.
Bisognava
essere contraccambiato giorno per giorno nei piccoli gesti
quotidiani,nei
favori e nelle gentilezze,nelle soddisfazioni e nelle attenzioni che
però da
tempo non le riserva.
Sa
bene di averla trascurata e lasciata in disparte e vorrebbe riparare in
qualche
modo con un piccolo gesto d’amore.
Ma
sa ancora meglio che ciò che cerca non si trova nei negozi
del centro città ma
racchiuso nel suo cuore.
Nonostante
tutto ha optato per un regalo “normale”e adesso si
ritrova a girovagare tra le
vetrine in cerca di un segno.
Infine,stanco
e affamato,entra in una grande profumeria,rassegnato a regalarle un
classico
profumo dalle essenze floreali e fresche.
Si
imbatte in una commessa molto disponibile che cerca di indirizzarlo su
essenze
commercializzate in tv allo spasimo e molto costose.
Prova
e riprova profumi su profumi fino a quando non riesce a distinguere una
fragranza dall’altra.
Nulla
lo convince.
Alcuni
sono troppi leggeri,altri giovanili,altri da anziana signora di
ottant’anni
suonati.
Decide
di fare un giro per il negozio e i suoi occhi si soffermano su un
foulard non
molto appariscente ma dalle stampe già conosciute e ammirate.
Le
righe colorate e gli intrecci accennati lo riportano indietro nel
tempo,quando
gli bastava guardarla negli occhi per vedere il mare.
Ne
percepiva ancora la presenza,il respiro,la risata contagiosa,gli occhi
vivaci e
le espressioni infantili.
Vedeva
le forme da donna adulta e un maturità acquistata con fatica.
I
lunghi capelli per cui tanto si arrabbiava se arruffati da modi e gesti
troppo
bruschi e la pelle diafana che lasciava intravedere segni viola che si
ramificavano per tutto il corpo.
Le
risate,i giochi e le speranze,le decisioni troppo affrettate e i
pentimenti che
ne conseguivano,i litigi violenti,le lacrime di lei,il dispiacere di
lui e poi
la pace fatta con teneri gesti.
Possibile
che ancora tornava a tormentarlo?Dopo tutto quel tempo
pensarla,immaginarsela
cresciuta e ancora più bella,con gli occhi cristallini che
lo guardano pieni
d’amore era un colpo all’anima.
Prende
il foulard con impeto e lo trasporta alla cassa sperando di non dare
troppo a
vedere il nervosismo che all’improvviso lo ha colto.
Le
regalerà senz’altro quella seta vivace.
“55,90
grazie e arrivederci”gli intima la cassiera con parole
forzatamente misurate e
tono eccessivamente smielato.
La
saluta con un cenno e si allontana quasi correndo perdendosi tra la
folla che
si accalca davanti all’entrata di un centro commerciale.
Accende
una sigaretta in fretta e furia e la rigira tra le dita prima di
decidersi ad
aspirarne le sostanze nocive.
Si
guarda in giro per accertarsi che non ci siano volti amichevoli pronti
a
saltargli alle spalle e abbassa il capo.
Incupito
e spinto da un desiderio troppe volte seppellito tra affari di minore
importanza si slancia verso
Come
un’onda o un micio,agile e scattante,supera diversi veicoli
di case
automobilistiche diverse.
Cambia
le marce con tranquillità ,a seconda delle
necessità richiama o lascia andare
il motore.
Si
ferma sotto un palazzo signorile.
Entra
nel garage sotterraneo e posteggia la moto lucidata a dovere.
Prende
le scale e in un battibaleno arriva al quinto piano.
Apre
la porta di mogano ed entra come un razzo nell’appartamento
moderno e ben
arredato.
Fuori
è già buio.
Sulla
porta del soggiorno si affaccia un ragazzo dai capelli castani e
riccioluti,la
carnagione olivastra lo sguardo amichevole,da cucciolo rabbonito che va
a fare
le feste al proprio padrone rincasato dopo una lunga giornata.
Ha
un grembiule da casalinga disperata legato sul bel maglione blu notte e
in mano
tiene sollevata una cucchiaia di legno.
“Ben
tornato amico!” sorride cordialmente mentre goten ricambia
con un gesto poco
affettuoso.
Ben
lo guarda torvo e si porta le mani ai fianchi,ricordando
involontariamente una
mamma pronta a inveire contro il figlio dopo aver commesso una delle
quotidiane
marachelle.
Sa
che qualcosa lo turba.
Sono
due anni che dividono da buoni amici quell’appartamento e
hanno imparato
a sostenersi l’un
l’altro come solo due buoni amici potrebbero fare.
“Hai
già provveduto alla cena?” gli chiede
improvvisamente goten destando in lui
stupore per non essersi accorto della simpatica tenuta che indossa.
“si,ho
fatto la carbonara come primo piatto e ho arrostito della carne alla
brace”
afferma con evidente soddisfazione per i piatti succulenti preparati.
“non
toccava a me oggi cucinare?”gli domanda il son accigliato.
“Oggi
sono particolarmente felice e in uno slancio di bontà ho
deciso di risparmiarti
questa fatica immensa”
Ridono
di gusto ripensando ai pasticci che Goten riesce a combinare in cucina.
Abbandonata
la postazione davanti alla porta d’ingresso i due Si siedono
e cenano
tranquillamente tra commenti di eventi accaduti e risate spontanee.
“adesso
lava i piatti.
io
ho cucinato e sono molto stanco,credo andrò a
riposare” esordisce il riccio
alzandosi per andare in camera prima che Goten con la sua aria sorniona
possa
ribattere.
“perfetto!-dice
sarcastico il son-e adesso a noi due!”e lancia una sfida
guardando dritto negli
occhi un piatto di porcellana sporco di olio che sembra aver risposto
con un
ghigno malefico.
Tra
piatti,tazzine e posate torna un po’ di malinconia e gli
viene naturale
ripensare ai tempi andati quando abitava con i genitori tra le immense
distese
boscose dei monti paoz.
Ma
si cresce e Goten è ormai un adulto responsabile delle sue
scelte.
Ha
27 anni e tante peripezie e momenti difficili alle spalle.
Inizialmente
è stato difficile andare a vivere
da solo nella grande città ,in un appartamento che era un
tugurio e dove
soffriva la fame,ma adesso dopo aver fatto un po’ di carriera
e avere un posto
fisso presso una finanziaria può concedersi più
lussi,come per esempio abitare
in un grande appartamento signorile seppur condiviso con un amico.
Ripensando
alla sua infanzia e alle corse nei prati si ricorda improvvisamente di
una chiamata
promessa al suo amico di sempre.
Con
ancora i guanti insaponati digita velocemente il numero sulla tastiera
e
aspetta che una voce familiare risponda…
“Pronto?chi
parla?”
“Imbecille
che non sei altro chi deve essere?non vedi il numero sul
display?”e sorride
beffardo come per prendersi gioco del suo migliore amico.
“Oh
Goten!carissimo!ormai avevo perso ogni speranza di una tua chiamata.
Non
ho fatto caso al numero..scusami è che sono a cena con
chisaitu e non riesco a
connettere bene.sono molto teso.”
Goten
strabuzza gli occhi per la sorpresa “Sei riuscita a farle
accettare un tuo
invito??ma sei un grande!e com’è?dove siete
adesso?hai fatto qualche
passo?dimostra interesse?racconta su!”
“Oh
Dio sembri una ragazzina imbecille!mi sono allontanato solo un attimo
ma tu
capirai che non posso stare una serata all’ingresso del
ristorante per farti il
resoconto.Comunque siamo all’etoile.Ci sentiamo domani.
Magari
in serata passi da me oppure chiamo gli altri per una partita di
calcetto come
ogni mercoledi.ciao!”
Trunks
lo liquida in fretta,quasi dimenticandosi di parlare con
l’amico ancora in
linea.
Goten
immaginava fosse in un ristorante di lusso.
Da
diversi mesi Trunks si è invaghito della figlia di una cara
amica di sua madre
e spudoratamente le fa la corte senza risultati.
Naturalmente
il tutto condito con molta classe e cortesia .
Finalmente
ha avuto una risposta positiva e l’ha portata nel migliore
ristorante della
città.
Ma
non conosce i dettagli e dovrà aspettare fino al mattino
successivo se non più
tardi.
Affaticato
per la lunga giornata si lascia andare sul divano a disegni
cachemire,accende
la tv e si addormenta cullato da una brezza fresca che si insinua tra
gli
infissi e il sapore di un dolce ricordo che purtroppo è
intriso da una punta di
amarezza…
I
primi due capitoli della fic li avevo proposti due anni fa ma
poi per mancanza di tempo e di idee non l’avevo portata a
termine.Ora
rileggendola ho deciso che sarebbe una buona idea
continuarla…
Fatemi
sapere cosa ne pensate J
nel bene e nel male.
Più tardi o domani vi pubblicò l’altro capitolo ;)