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Autore: LittleLazyHobbit    14/06/2012    6 recensioni
BadBoy!Kurt.
Kurt, non è un vero e proprio cattivo ragazzo, ha solo imparato che la vita quando ci si mette può essere davvero bastarda e che bisogna darsi da fare per andare avanti.
Blaine ha sofferto molto in passato e forse ha trovato una persona, che possa davvero comprenderlo.
Questa è la mia prima Fanfic e voglio precisare che l'idea non mi è venuta da tutti quei post che girano su Tumbrl.
Vi lascio alla storia, magari capirete meglio. Un bacio, Maddy!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Blaine era stufo del McKinley; ci si era trasferito quando aveva finito le medie, voleva andare il più lontano possibile da Westerville, dai bulli, ma soprattutto dai ricordi. 
 
Sfortunatamente nella nuova scuola le cose non era cambiate come lui avrebbe sperato.
Anche lì non mancava la gente ignorante che gli rendeva la vita un inferno, spingendolo contro gli armadietti e lanciandogli continuamente granite, ma era felice perché in fondo quello sarebbe stato il suo ultimo anno in quella città dimenticata da dio e dopodiché avrebbe cominciato una nuova vita a New York.

Si era alzato presto quella mattina, per prepararsi e trovare un cambio da infilare nella borsa nel caso in cui i bulli avessero deciso di rovinargli anche il primo giorno di scuola.

Così, con una borsa a tracolla e il cuore pesante, uscì da casa. Lungo la strada si fermò a prendere Rachel, per andare a scuola insieme.

La ragazza salì sull’auto e non aspettò nemmeno un attimo prima di incominciare a parlare, esaltata.

“B sei pronto per il primo giorno di scuola?”

Blaine le rispose con finto entusiasmo. "Si, non vedi come sono felice?”

Rachel lo guardò un po’ perplessa.

“Diamine un po’ di ottimismo B! Cosa mai ti potrebbe succedere?” gli chiese subito dopo.

Blaine alzò gli occhi al cielo prima dirisponderle.

“Sai cosa succederà? Appena varcherò la soglia di quella stupida scuola mi beccherò sicuramente qualche spintone o una granita mattutina, il tutto condito  con una raffica di insulti stupidi e ripetitivi, ma tremendamente cattivi…”

Udendo quelle parole piene di rabbia e frustrazione, Rachel si rattristò un pochino.

” E sai perché succede questo Rach? Lo sai perché? Perché quegli idioti odiano chi sono e non importa che io non abbia fatto nulla, sarò sempre sbagliato ai loro occhi solo perché mi piacciono gli uomini al posto delle donne!” continuò.
Le parole di Blaine erano piene di rabbia e Rachel lo comprendeva alla perfezione, proprio per questo voleva trovare il modo per renderlo spensierato almeno per quel giorno.

Blaine si meritava di stare bene, aveva sofferto fin troppo in passato.
Rachel sapeva quanto l'altro avesse sofferto alle medie e che proprio quella vita infernale l'aveva spinto a trasferirsi da Westerville a Lima; di quello era perfettamente a conoscenza, tuttavia non sapeva molto altro perché lui non aveva mai voluto raccontarle cosa fosse accaduto.
Al McKinley, la sua omosessualità lo aveva nuovamente reso vittima dei bulli fin dal primo anno e il fatto che facesse parte del Glee Club di certo non aiutava.
Rachel aveva provato a dirgli di cambiare scuola ma lui si era sempre rifiutato, dicendole che era già scappato una volta e non lo avrebbe fatto di nuovo.

Blaine si accorse che la sua amica sembrava essersi improvvisamente rattristita.

”Ehi Rach tranquilla, non devi preoccuparti, finché avrò il Glee Club e degli amici stupendi come voi non succederà niente. E poi un anno passa in fretta, no?”

Rachel, un po’ sollevata dalle parole di Blaine,  gli rivolse un sorriso sincero per rincuorarlo.
“Ti dispiace se accendo la radio?” gli chiese, cercando di distrarlo nell’unico modo che conosceva.

Blaine annuì, mise in moto l’auto e partirono.

Arrivati a scuola i due si divisero e si misero d’accordo per ritrovarsi all’ora di pranzo.

***

Blaine pensò di avere qualche divinità dalla sua parte quando scoprì che i distributori della granita erano in manutenzione, almeno il primo giorno sarebbe rimasto pulito, tuttavia non si illuse, sapeva che i bulli non lo avrebbero lasciato in pace lo stesso.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse di Azimio che stava camminando con un sorriso beffardo sul volto. Gli finì involontariamente addosso e si rese subito conto, con terrore,  di quanto quell'errore gli sarebbe costato.

“Sc-scusa..” gli disse con voce flebile, cercando di limitare le possibili ripercussioni.

Azimio lo guardò con disprezzo, come se Blaine fosse il peggiore dei serial killer.

“Non sei altro che una femminuccia, Anderson! Gli uomini veri lottano,  reagiscono,  rispondono. Un uomo vero non scappa e non chiede scusa!” gli spiegò Azimio con una calma inquietante.

Blaine era furioso. Quelle parole lo avevano ferito profondamente, non sopportava di non essere considerato un uomo solo perché era gay e non accettava il fatto di essere ritenuto un codardo. Lo era stato una volta, ma non lo sarebbe stato più.

“Perché tu saresti  un uomo, per caso? Uno che se la prende con uno più debole di lui per sfogare la sua frustrazione non è un uomo! E’ solo un idiota,  che è stato maltrattato da qualcuno più forte di lui e si sente una nullità perché al di fuori della scuola non conta niente!” Blaine si sfogò riversando quel fiume di parole addosso ad Azimio.

La veridicità delle parole di Blaine infastidirono Azimio ulteriormente. In fondo anche lui aveva dei punti deboli e non era pronto ad accettare che fosse una stupida checca a centrarli in pieno. La rabbia lo spinse a reagire con l'unico mezzo che conosceva: la violenza. Strinse la mano a pugno, pronto a colpirlo e a sfogarsi su di lui.

 Blaine chiuse gli occhi terrorizzato, preferendo non vedere il colpo arrivare. Aspettò il pugno, il dolore, il sapore acre del suo stesso sangue, ma questo non arrivò.

Continuò a tenere gli occhi serrati, convinto che non poteva essersi salvato così facilmente. Improvvisamente udì le parole di una terza persona, rivolte direttamente al suo tormentatore.

”Senti cazzone, te l’ho spiegato chiaramente che non dovete provare a toccare nessuno senza il mio permesso! Te lo ripeterò un’ultima volta. La scuola ora è mia e voi dovete rispettare le mie regole. O vuoi che ti riservi il trattamento al quale ti sei sottratto stamattina?”

Blaine finalmente aprì gli occhi, desideroso di vedere chi fosse stato talmente coraggioso da sfidare Azimio.

La scena che gli si presentò davanti lo lasciò basito: un ragazzo teneva bloccato a mezz’aria il polso di Azimio, fulminandolo con lo sguardo. Il suo salvatore non era grosso nemmeno la metà dell'altro, eppure questo lo guardava con un’ espressione terrorizzata dipinta sul volto.

Azimio provò a liberarsi dalla stretta del ragazzo, ma questo strinse ancora di più.

“Che fai,reagisci?” lo derise lo sconosciuto.

“Lasciami, idiota!” rispose Azimio.

Il ragazzo lo guardò con aria di superiorità, poi lo lasciò andare.

“Ti sto dando una seconda possibilità, ma non ce ne sarà una terza!” lo minacciò.

Azimio, infuriato, se ne andò battendo un pugno contro l’armadietto di Blaine.

Blaine lo stava fissando con ammirazione; era rimasto colpito dal modo in cui quel ragazzo aveva affrontato Azimio e da come lo aveva fatto scappare a gambe levate. Tuttavia,nonostante quella scena gli fosse sembrata surreale, la cosa che lo aveva colpito di più era l’aspetto del ragazzo.

Era poco più alto di lui ed indossava una semplice canottiera bianca, che metteva perfettamente in risalto i suoi addominali scolpiti, una giacca di pelle sul quale erano attaccate varie spillette,  un paio di jeans neri attillati, che gli fasciavano perfettamente le gambe, e degli stivali bianchi un po’ trasandati. Nonostante quel corpo mozzafiato, la cosa più bella che Blaine notò in quel ragazzo fu, senza dubbio, il suo viso.
La sua pelle era nivea.
“Sembra quella di un angelo.” Si ritrovò a pensare.
 Aveva un piercing al sopracciglio e un dilatatore all’orecchio destro.
Poi Blaine notò gli occhi e, Dio, gli occhi di quel ragazzo erano qualcosa di ineguagliabile. Avevano una sfumatura tra il blu mare e l’argento, messa meravigliosamente in risalto dalla matita scura che il ragazzo aveva indossato. Sembrava che risplendessero di luce propria.

Quel misterioso salvatore, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si rivolse finalmente a Blaine.

”Ti ha fatto del male?” gli chiese con apprensione, cercando di infondergli sicurezza con il proprio sguardo e un tono di voce pacato.

Blaine voleva rispondere ma la voce gli si era bloccata in gola, si limitò dunque a fargli un cenno di diniego col capo.

L’altro sorrise.

” Allora ciao Blaine.”  E detto questo se ne andò.

Quelle ultime parole lo lasciarono ancora più confuso. Non aveva mai visto quel ragazzo a scuola, né da nessun’altra parte, eppure lo aveva appena salutato con il suo nome.

Dopo pochi minuti lasciò perdere i suoi pensieri e si diresse in mensa, dove lo aspettava Rachel.



Appena entrato nella stanza trovò subito l'amica, seduta la tavolo con i ragazzi del Glee, e si mise a sedere vicino a lei.

”Ehi ragazzi, avete visto il nuovo arrivato?” squittì Rachel, eccitata.

Le prime a rispondere, in coro e con espressione sognante, furono Mercedes e Tina.

”Si era con noi nel corso di storia. E’ davvero intelligente, è riuscito a rispondere a tutte le domande di Mr. Parker senza cadere nei suoi trabocchetti!”

Anche il commento di Santana non tardò ad arrivare.”Diamine, sì che l’ho visto! Per uno del genere potrei anche diventare etero! Anche se sembra che il ragazzo giochi nella mia stessa squadra.”

“Ma chi è? C’è un nuovo arrivato?” chiese Blaine, sperando che parlassero proprio del ragazzo che aveva fermato Azimio poco prima.

Fu Santana a rispondergli, con la sua solita gentilezza.
“Si hobbit, si dice che si sia appena trasferito da un collegio maschile.”

Rachel improvvisamente strattonò il braccio di Blaine.
”Eccolo B! E’ quello lì, si chiama Kurt Hummel ed è all’ultimo anno come noi!” gli bisbigliò all'orecchio.

”Quello stamattina ha dato una gran lezione a Karofsky e Azimio. Speriamo solo che non se la prenda con noi!”

Blaine non sentì neanche una parola di quello che aveva detto Finn, troppo occupato a fissare il ragazzo che lo aveva salvato e che aveva appena scoperto chiamarsi Kurt.




Ed eccolo quì. Mi sembra di aver partorito un figlio! Allora se siete arrivate fino a quì significa che siete davvero coraggiose! Devo ringraziare veramente di cuore la mia beta Kyelenia ( 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=26522 ) senza di lei non sarei riuscita davvero a pubblicarla! Grazie mille ancora! Ah e se volete farmi sapere se vale la pena di andare avanti, ditelo pure! ;D
   
 
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