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Autore: Fuuma    01/01/2007    2 recensioni
Goccia dopo goccia la Bestia si disseta.
Chi sarà la prossima vittima inconsapevole, ingannata dalla bellezza angelica di quel demone peccatore?
La notte, quando vi coricate nei vostri letti in una illusoria sicurezza tra le pareti della vostra casa, di cosa sognate? Cosa temete? Che cosa desiderate...?
Noi siamo l'effimero.
Noi siamo la linfa dei vostri sogni e il nettare dei vostri incubi.
Siamo desiderio e perdizione.
Siamo tutto questo e anche di più.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Titolo: Kage no Sekai
Serie: Tokyo Mew Mew

Capitolo: Scaglie di oro fuso °1 di ?°

Rating: PG, A/U
Pairing: //

†Capitolo 02†
-Scaglie di oro fuso-

"Sera."
La voce di Ryou si perse nella stanza da bagno senza nemmeno raggiungere la parete dei timpani dell'altro che non aveva smesso di riflettere il suo sguardo nelle iridi celesti del biondo.
Immobili entrambi, come statue di sale, occupate in un gioco di sguardi in cui perde il primo che lo distoglie.
La mano della figura appena arrivata scorse al muro tastandolo per accendere la luce.
Quando lo fece Ryou abbassò d'istinto il capo disabituato al chiarore che portò a galla ciò che il buio celava.
Capelli fatti della stessa sostanza dell'oscurità furono ciò che per primo accarezzò la luce della lampada  permettendo loro di uscire dalle ombre, e poi grandi occhi gentili, leggermente a mandola e celati in parte da un pizzo di ciglia corvine che davano a quel volto giovane un tocco femmineo che, invero, aggiungeva fascino a quello che era solo un ragazzo.
"Buona sera." ricambiò il brunetto con un sorriso cordiale. Dolce, come lo erano i suoi lineamenti: adolescenti e dolci ma inquietanti nella loro bellezza. C'era qualcosa di strano che sfuggiva a qualsiasi analisi si facesse di lui, qualcosa che sfuggiva alla mera ragione e che, invece, si annidava nell'irrazionalità e nell'impulsività dell'involontario.
Tutto di lui pareva in un qualche modo speciale e, nello stesso modo, falso. Non si avevano dubbi sull'autenticità di quei sorrisi dolci e quegli occhi gentili, ma dentro di sè, chiunque venisse ingannato da quel ragazzo, era in qualche modo convinto che ci fosse di più, che ci fosse dell'altro nascosto da qualche parte dentro di lui. Era come se quel ragazzo portasse dentro di sè due persone distinte, uguali ed opposte, come il riflesso di uno specchio.
"Mhm." fece Ryou schermandosi gli occhi con il palmo della mano come se la luce potesse in qualche modo ferirli.
"Non sapevo fossi già tornato."
Non stava nemmeno ascoltando le parole dell'altro e non fece una piega a quello che disse.
"In questo caso ti lascio finire in pace."
Si mosse in un inchino, incurvò le labbra in un sorriso e sparì dietro la porta tornando nella stanza attigua per svuotare la piccola valigia con cui era partito, scostando dal volto i ciuffi di capelli corvini che gli infastidivano la vista. Accese la luce anche nella camera e quella, come ricompensa per averla liberata, regalò ai suoi capelli i riflessi delle profondità marine: un bel blu cobalto.
Quando Ryou uscì dal bagno lo trovò ancora impegnato a sistemare gli abiti che aveva protato con sè, ripiegandoli con cura e riponendoli nell'armadio del lato sinistro della stanza, quello che spettava a lui. Lo vide anche nascondere qualcosa in tutta fretta al di sotto dei panni puliti, qualcosa avvolto in un panno marroncino. Decise di non dargli troppa importanza e si sedette sul proprio letto coperto da nerissime lenzuola di seta pregiata. Gentile regalo dai veri proprietari di quell'immenso appartamento: una scuoa, un collegio anzi, e anche qualcosa di più.
Tu aiutavi loro e loro, in cambio, erano gentili con te. Un favore ripagava un altro favore, era una cosa facile da imparare, una legge che si trovava alla base dell'esistenza umana. Il principio dello scambio equivalente: per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos'altro del medesimo valore.
Si trovava alle spalle del brunetto e ne studiava attentamente ogni mossa sperando di irritarlo tanto quanto, la sua sola presenza, bastava ad irritare lui.
"Posso chiederti una cosa?"
Ryou inarcò il sopracciglio quando l'altro parlò.
"Dipende da quello che vuoi chiedermi." rispose atono sdraiandosi lentamente sul morbido materasso. Sembrava di vedere un angelo sospeso su di un mare di petrolio con tutta quella seta nera sotto di lui.
"Se non te lo chiedo non saprai mai di cosa si tratta." affermò l'altro.
"Aoyama, parla."
Si era già stancato di sentire la sua voce.
"Ti sei forse ferito?"
Per i due minuti che seguirono ogni cosa si mosse a rallentatore in una realtà mutata da una domanda soltanto, mentre Ryou si rialzava di scatto mettendosi a sedere, puntando il suo sguardo assiderale in quello nocciola del compagno di stanza.
Ponderò la frase che ne seguì con estrema attenzione, ma ogni parola che scivolava dalla sua testa sembrava quella sbagliata, quindi si lanciò in un semplice: "Perchè?" sperando di leggere chiaramente fin dove voleva arrivare in realtà quell'Aoyama.
"Ho trovato del sangue..." temporeggiò, forse con l'intenzione di spiare meglio i cambiamenti nell'espressione di Ryou, e poi, compreso che era inutile continuò "...sulle scale all'ingresso."
Ryou non mutò la sua espressione.
Distante.
Vuota.
Una maschera bianca dagli occhi di ghiaccio.
"Non sono l'unico che percorre quelle scale. In questo edificio siamo in ventiquattro lo hai dimenticato?"
"No, ma di solito sei l'unico che esce a quest'ora e, visto che il sangue è ancora fresco, pensavo..." non proseguì la frase, per scelta, ma anche perchè ormai l'altro aveva capito benissimo il punto.
"Va bene, lo ammetto, mi hai scoperto." asserì Ryou con un ghigno beffardo "Che dici, ora mi aspetta la prigione per aver dichiarato il falso?"
Anche Aoyama sorrise, ma il suo fu un sorriso più gentile, persino accondiscendente, quasi da fratello maggiore.
"Perdonami, non volevo metterti nella situazione di mentirmi, ma capisco che non siano affari miei." con questo tornò a dargli le spalle fingendo che davvero fosse tutto lì e che la sua fosse stata la preoccupazione di un compagno di stanza, di un amico a voler esagerare.
Bugiardo.
Come se Ryou non lo avesse già capito.
Aoyama sospettava. Aveva un ottimo intuito e, dopotutto, essere in stanza insieme di sicuro non lo aiutava a tenergli nascosti certi segreti troppo grandi per una persona soltanto.
Eppure non aveva mai fatto intendere chiaramente di conoscere il suo segreto, forse ne aveva una vaga idea ma, cose del genere, sono difficili da credere anche quando capitano davanti agli occhi.
"Al mio paese ho incontrato una mia vecchia compagna di scuola."
Il brunetto non aveva ancora smesso di infastidirlo con la sua voce meliflua, dolce come una nenia per bambini che scioglieva il cuore in mille petali ed illuminava il cielo accendendone le stelle. Una voce amabile, come tutto di lui.
Quando lo pensò si trovò per un attimo a combattere contro i conati di vomito.
Quel ragazzo lo faceva stare fisicamente male, in un modo che non aveva ancora imparato a capire.
"Credo che il prossimo semestre si trasferirà a Tokyo per frequentare la nostra stessa scuola."
Ryou lo stava palesemente ignorando.
Le parole del ragazzo gli scorrevano addosso e scivolavano via, chissà dove.
"Le ho parlato di te e dice che ti trova carino."
Il biondo storse il naso.
Carino? Tsk, cose da ragazzine. Lui non era *carino*, che almeno lo si definisse *bello*!
"E' una ragazza molto dolce, penso che ti piacerà."
Era ora di farla finita.
"E tu come fai a dirlo? Non sai nemmeno che tipo di ragazza mi piace, da quando hai l'arroganza di credere di conoscermi?"
Aoyama, che ancora gli dava le spalle, non gli rispose.
Ryou attese, ma l'altro non parlò più.
"Allora?"
Pensò di averlo in qualche modo offeso, ma non c'era motivo di prendersela.
"Rispondi!" ordinò alla fine alzandosi in piedi.
Soltanto allora il brunetto si volse verso di lui mostrandogli quello che, ai suoi occhi, apparve come il più disgustoso tra i sorrisi. Odioso. Irritante.
"Scusa, hai ragione."
Scusa.
Scusa.
I loro discorsi cadevano sempre nello stesso finale: con le scuse di Aoyama.
Strinse i pugni con la voglia di colpirlo dritto in faccia e fargli sparire quel sorriso gentile.
Insopportabile.
Avrebbe voluto picchiarlo. Ucciderlo anche e abbandonare il suo cadavere in strada come cibo per giornalisti avvoltoi che avrebbero raccontato la loro storia su quel corpo, inventata o meno.
Invece infilò il suo giubbotto pronto per uscire di nuovo in una Tokyo mai del tutto addormentata.
Aoyama non fece nulla per fermarlo e Ryou se ne andò senza più aggiungere altro.
Discorso chiuso.
Le mani scivolarono ai capelli corvini ed un profondo sospiro sfilò dalle labbra di Aoyama mentre guardava gli abiti nell'armadio sotto cui aveva nascosto qualcosa. Vi frugò al di sotto estraendo un oggetto fatto su in un panno marroncino e si dedicò a scoprirlo.
Lama d'argento, rifiniture d'oro, elsa d'avorio ricoperta di ametiste e rubini.
Era un pugnale lungo una trentina di centimetri.
Ne sfiorò la lama con le dita ma le ritrasse prima di toccarlo, come se quell'oggetto racchiudesse un potere arcano di ui aver timore. Lo ricoprì con il panno rimettendolo via e chiuse l'armadio improvvisamente innervosito da quello che aveva visto e che aveva portato in quella casa lui stesso.
Chiuse gli occhi.
Le tempie avevano iniziato a pulsare dolorose, sentiva il respiro bloccarsi in gola senza che divenisse anidride carbonica o che potesse recuperare ossigeno.
"Ah..."
Cadde in ginocchio.
"Ah..."
Boccheggiante.
"Ah..."
Stava morendo, era l'unica spiegazione valida a quello che gli stava accadendo.
Poi, tutto d'un tratto, il dolore sparì e lui si sentì bene come non lo era mai stato.
Una mezzaluna d'argento incurvò le sue labbra mentre si alzava passando accanto alla finestra che riflesse per un attimo la sua immagine.
Capelli neri come la pece più lunghi di qualche irrilevante millimetro di come lo si sarebbe dovuto ricordare e occhi nocciola, brillanti, ammalianti, ricamati di scaglie di oro fuso.
E il vetro andò in frantumi subito dopo...

 

+†+SECONDO CAPITOLO FINE+†+

-Thanks to-

.Ryashiro. Grazie mille, mi fa piacere non ti annoino le mie descrizioni^^!
.PferPfer. Yo\*.*/! Grazie per i complimenti^O^, se mai la fic diverrà yaoi prometto che farò del mio meglio per ficcarci tante scene hothot *ç*! Ah, come amo lo yaoi*O*... *andata in visibilio, pregasi ripassare più tardi*

-Note *super-mega-extra-lungamente inutili* dell'Autore-

*Trin Trin Trin* =>solita musichetta di suspence XD
Visto che Aoyama-kun tecnicamente ha rotto la finestra, pagherà i danni? Lui e Ryou riusciranno ad andare d'accordo prima o poi>_>? Masaya la smetterà di chiedere sempre scusa come un idiota é_è? Ed io riuscirò a costruirmi un mio harem come si deve*_*?
Ryou: Veramente questo non frega a nessuno=_=!
A: Tu devi sempre distruggere i miei sogni di gloria eh>_>?

Ryou: Se sono sogni stupidi non è colpa mia v_v.

A: Tsk! COMUNQUE*____*!!!
Ryou: Argh, idiota, non urlare nel mio orecchio>.< !
A: Silenzio, sto parlando io non vedi èOé? Dicevo, COMUNQUE*____* *urla ancora nell'orecchio di Ryou ma questa volta usa anche un megafono ed il biondo sviene a causa dell'orribile stridore della sua vocetta da gallina* Ehm... oh, povero Ryoucciolo ò.o... vabbè, più tardi lo legherò e lo venderò a qualche fan impazzita v.v... tornando a noi, mi scuso per il capitolo corto-corto ma non avevo voglia di dilungarmi (come al solito XD). In ogni caso ringrazio chi l'ha letto e chi lo commenterà^^! *si dedica ora a pungolare il cadavere di Ryou aiutata da Masaya*
Ryou: Ma non sono morto>_< !
Masaya: Oh, davvero? Eppure lo sembravi ^___^.

Ryou: Ma che cavolo ti sorridi, dannato é_è?
Masaya: Scusa, mi spiace che ti dia fastidio il mio sorriso ^__^.
Ryou: Eppure continui a sorridere-__-...
Masaya: Ti sbagli, in realtà sono molto dispiaciuto, solo che mi è venuta una paralisi e ora non posso fare a meno di sorridere ^___^!
A: Ohooo, povero Saya-kun ç___ç!!!
Masaya: E non chiamarmi Saya!!! ^__^
A: Ma se ti piace così tanto*_*!
Masaya: Non è vero! ^_^
A: Massì invece, stai pure sorridendo*__*v!!!
Masaya: ...Io ti odio... ^_^

Ryou: ...Questa paralisi facciale inizia a piacermi*_* *sta pensando a come sfruttarla* Ehy, voi, teppisti in motocicletta, quel tipo lì ha detto che siete degli imbecilli e ha offeso pure vostra madre! *indica Masaya*
Motociclisti: Che cosa?!? Ha offeso la mamma è_____________é?!?!? Ammazziamolo ragazzi!!!
Masaya: Mhm? ^__^
Motociclista: Te la facciamo perdere noi l'abitudine di sorridere, idiota!!!
Masaya: Aiut... ^_^...........

A: Oddio, Saya-kun, texoro ç_ç... che crudeltà prendersela con un povero ragazzo innocente la cui colpa è solo quella di sorridere alla vita ç_ç!
Masaya: Macchè sorridere alla vita, è colpa tua che in sta fic non mi fai fare altro che sorridere e chiedere scusa a Shirogane>_____________< !!!
A: Oh, ti è sparita la paralisi*_*!
Masaya: E' vero*__*! Evviva, ora finalmente anch'io avrò una vita normale ç_ç!
Ryou: Ma... e i motociclisti incazzati ò_o?
Masaya: Oh, quelli ò_o? Infondo sono brave persone, ho parlato loro di quanto il mondo soffra e di come ci sia bisogno di persone che si impegnino per proteggere l'ambiente e di come sia indispensabile usare vetture solari e non la benzina e blablabla *continua così per un paio d'ore* e hanno deciso di vender le loro moto e unirsi a Green Peace v_v.

Ryou: ...Questo ragazzo.. è un mostro O_O""...

   
 
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