Anime & Manga > Naruto
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Autore: Midori_chan    15/06/2012    2 recensioni
Raccolta 4 elementi.
ARIA: Breath. [Sasuke/Naruto; Giallo; Shonen-ai; Angst; Dopo la serie]
[...]L’ultimo respiro di Naruto fu quello di Sasuke.[...]
FUOCO: Rankle. [Sasuke/Naruto; Verde; Shonen-ai; Angst; Dopo la fuga]
[...]...quell’eccesso di dolore che lui chiamava egoisticamente amore.[...]
ACQUA
TERRA
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ok, buondì u.ù è passato un po' dall'ultima volta che ho pubblicato su questo fandom, soprattutto per le long, ehm... ma sto scrivendo e già stasera o domani avrete Flash Rosso, giuro!
Questa storia, che mi è costata qualche giorno di fatica visto ce non sono abituata a storie vagamente tristi, è il frutto di un contest, a cui però ho deciso di non partecipare più.
Ne ho preso spunto per scrivere quattro capitoli, il primo, appunto è questo: Aria.
Poi ci saranno gli altri elementi...

Il racconto sarà: Sasuke/Naruto; Giallo; Shonen-ai; Angst; Dopo la serie

Comunque nel frattempo non sono stata a dormire, ho scritto cambiando fandom, sperimentando.
Sono finita a scrivere su OnePiece 1 , 2 e 3, perfino su Dragonball 1, per finire anche una storica 1.
Quiiindi piccoli pampini, a breve aggiornerò FR e Mediaval, tenetevi pronti, oppure no u.ù
Alla prossima,
                             Mid_

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[L'ho rubato a Lusty che l'avra rubato da qualcu'altro]

|| Air: breath. ||









Ogni respiro costava  forza, come ogni forza spesa toglieva vita alle membra; il corpo contuso dalle fiamme e mangiato dalle piaghe soffriva alla mancanza di freschezza: c’era sempre caldo su di lui.
Non c’era sollievo neppure con la morfina, non respirava bene neanche con la macchina ad aiutarlo, ma mai avrebbe preferito il coma o la morte a questo.
Gli occhi non guardavano più il soffitto bianco della stanza, dolevano ed era faticoso lasciarli aperti.
Gli avevano detto che era diventato cieco da un occhio, ma non voleva proprio provare a vedere con quella nuova visuale dimezzata.
Percepiva a stento il tatto sulla sua pelle, ma sentiva, sentiva tutto.
Ascoltava tutto il giorno i movimenti intorno a lui, ascoltava le infermiere che gli cambiavano le vesti invece di percepirne il tocco.
Aspettava, aspettava impaziente l’arrivo dei suoi cari, un poco di dolcezza e tristezza in quel mare di dolore nero.
Venivano tutti i giorni Sakura, Kiba e perfino l’annoiato Shikamaru si smuoveva dal suo prato fresco per andarlo a trovare.
Eppure gli mancava qualcosa, qualcuno. Lo aveva inseguito a lungo, lo aveva odiato, poi amato e poi nuovamente odiato, ma continuava ad amarlo; aveva pensato a lui come ad un amico, compagno, traditore, amante, maniaco, nemico, fratello.
Quel giorno sentì un’altra presenza nella stanza e pregò che fosse lui, che si avvicinasse al suo letto.
-Naruto, come va oggi?-, lo salutò Sakura, come faceva ogni volta, con un sorriso sul viso di malinconia.
Riconobbe il tocco gentile della mano di Shikamaru sulla testa quasi del tutto priva di capelli: pochi ciuffi biondi erano rimasti a costellare il capo.
La rosa gli sussurrò nell’orecchio ,-E’ qui-.
Non seppe con esattezza quale emozione si mosse nel suo petto, fu solo tremendamente piacevole, come se un blocco di marmo si fosse finalmente dissolto.
-Andiamo Sakura, Naruto ci vediamo domani, eh?!-, disse Shikamaru spingendo via la ragazza.
Il biondo continuò a sentire la presenza dell’altro, aspettando una sua mossa.
-Naruto…-, lo chiamò, ma ancora lontano.
Il biondo avrebbe voluto rispondergli, avrebbe voluto parlagli, ma quella macchina che gli spingeva l’aria nei polmoni, che lo faceva respirare, lo costringeva ad un mutismo forzato.
-Questo è per colpa mia?-, domandò non aspettandosi una risposta, la voce era incrinata in un suono che l’Uzumaki non aveva mai sentito.
Con grande sforzo aprì gli occhi, voleva vederlo, capirlo.
Sasuke aveva il viso contratto, che non lasciava trasparire emozioni, i suoi occhi scuri erano incatenati a quelli chiari.
Camminò fino ad arrivargli tanto vicino da toccarlo e disse ,- I tuoi occhi…i tuoi capelli…-.
Il moro non riusciva a distogliere lo sguardo dall’occhio destro, opaco e dal capo senza più i fili ribelli biondi; allungò una mano, come ad accarezzargli il viso, ma si fermò ritirandola indietro chiusa in un pugno, l’altra mano davanti il viso a nascondere le emozioni.
Naruto afferrò la stoffa bianca dei suoi pantaloni, riportando l’altro alla realtà di quella stanza dopo che i suoi occhi si erano persi in chissà quali oscuri oceani.
La fasciatura sulla mano si macchiò di sangue, le piaghe ancora aperte e sanguinolente.
-Mi sono accorto a metà del nostro combattimento che ti stavi facendo colpire apposta e ho compreso solo alla fine che hai fatto tutto questo, spingendoti fino a…fino quasi ad ucciderti solo per scoprire cosa avrei fatto. Sei un folle-
E Naruto avrebbe voluto rispondergli che non era più folle di lui, ma l’altro sembrò comprenderlo lo stesso perché emise un soffio quasi divertito.
Una lacrima scese sulla guancia graffiata, una sola lacrima, il suo sguardo si era fatto improvvisamente triste, come se avesse avuto un’illuminazione: niente di quello che aveva fatto avrebbe fermato Sasuke dai suoi proposti.
Questa nuova coscienza gli fece tremendamente male, più male delle piaghe delle bruciature prodotte dall’amaterasu, più male di tutti quegli anni di ricerca infruttuosa e morti innocenti.
La carezza lo prese alla sprovvista, quel tocco freddo, ma tuttavia incredibilmente bollente, costrinsero la macchina a funzionare con più rapidità a passo quel cuore che aveva preso a galoppare.
-Mi dispiace-
Era già morto, non se ne era accorto, ma doveva essere così, com’era solo pesabile che Sasuke Uchiha gli avesse appena detto quelle due parole?
-Mi hai inseguito così a lungo, ti sei sacrificato, eppure io non mi fermerò. Mi dispiace per te, così misero e debole nello spirito-
Naruto perse un battito, quella frase ebbe lo stesso effetto di un rasengan nello stomaco.
-Senza di te in giro io ho vinto, nessuno dei Jonin che ora mi aspettano fuori potranno farmi qualcosa. Se perfino tu, la volpe, l’allievo di Jiraya, l’hokage, mi hai sconfitto, come potranno loro-, proruppe in un risata per poi bloccarsi improvvisamente.
Si calò sul viso del Jinchuuriki, una mano era salita leggera sul suo petto ed era andata a stringersi intorno al tubo per l’aria.
Lo strappò fuori dalla sua gola, furono inutili le unghie della volpe nella pelle chiara.
Con entrambe le mani Sasuke bloccò la testa al biondo e lo costrinse ad aprire la bocca, ormai non respirava più e si dimenava in cerca d’aria e fece aderire le loro bocche.
Soffiò.
L’ultimo respiro di Naruto fu quello di Sasuke.
“Così egoista”, l’ultimo pensiero.
   
 
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