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Autore: EriStefan95    15/06/2012    1 recensioni
Una storia vera nata per caso tra sabbia e mare nella calda estate del 2010. Un'incontro inaspettato che mi ha cambiato la vita.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai il mare ansiosa di digerire il pranzo quanto prima. L'acqua era limpida e cristallina e i caldi raggi del sole facevano sudare la mia pelle. Ero andata a recuperare il pareo che avevo lasciato sulla rotonda ed ero rimasta a contemplare il paesaggio. Mi resi conto di quanto fosse realmente meravigliosa l'estate: percepivo il profumo del sale marino, l'aria era calda e la sabbia era morbida e terapeutica per i miei piedi piatti. Passavo ore a camminarci scalza sopra. Mi guardai alle spalle e vidi Arianna dirigersi verso la rotonda con Mauro e Stefano al fianco. Invidiavo la sua schiettezza e la sua sfacciataggine e odiavo la mia timidezza e la mia tendenza ad emarginarmi. Mi feci coraggio e decisi di raggiungerli aprendo una sfida con il mio pessimo carattere.
<< Ciao ragazzi >> mi sforzai di sorridere e di non far capire che mi stavo sforzando. Cercai di essere il più naturale possibile e mi accomodai nel posto libero accanto a Mauro. Difronte avevo Stefano. Era più vicino del solito.
<< Stasera usciamo insieme ? >> propose Mauro.
<< Noi usciamo sempre insieme la sera, che domande! >> risposi con una punta di acidità e aggrottando il sopracciglio.
<< Ma la domanda era rivolta a Stefano >> ribbattè.
<< Ah >> pensai che le cose andavano meglio quando restavo in silenzio << Ma certo, è ovvio che ci sarà anche lui >> mi stupii per la risposta che avevo dato. Per lo meno ero riuscita ad evadere da quella sfera rossa di vergogna in cui mi ero impelagata.
<< Si ci sono >> disse Stefano. Improvvisamente mi sentii felice. Sì, ero felice che uscisse con noi. Afferrai Arianna per un braccio e la trascinai qualche metro lontano dal tavolo in cui eravamo.
<< Perchè da quando ha detto " sì " non riesco a fare a meno di desiderare che arrivi stasera? >> mi sfogai. Lei rise;poi incrociò il mio sguardo minaccioso e si decise a rispondere.
<< E' evidente che tu sia attratta da lui >>. Era proprio la risposta che mi aspettavo. Daltronde, chi avrebbe potuto rispondere diversamente, era abbastanza evidente ormai. Ma il problema e che non riuscivo a convincermene.
<< Tu credi ? >> cercai di abbandonarmi all'idea. Tuttavia, non avevo fatto altro che fissarlo da quando era arrivato; l'ultima cosa che avrei potuto fare sarebbe stata dare torto ad Arianna.
<< Erica, è cosi. Non te ne devi vergognare! >>. Rimasi in silenzio a contemplare le sue parole.
<< Ma si, hai ragione andiamo! >>. Raggiunsi i ragazzi che erano ancora al tavolo ad aspettarci e lei mi seguitò.
Sentii il rumore del nastro adesivo e mi voltai per capire cosa fosse. Maria, la proprietaria del lido, era intenta ad incollare una locandina sul portone rosso del Bar che dava sulla rotonda. Mi avvicinai per vedere di cosa si trattasse.

" Giovedi 8 Agosto Super Festa presso Lido del Sole con Deejay - Tony Palma ".

" Ma è oggi " pensai. Tornai dagli altri e dissi quello che avevo letto.
<< Perchè non rimaniamo qui allora ? >> propose Arianna. Amava le feste, ogni volta che ce ne era una si scatenava fino allo svenimento. Era anche un'ottima ballerina. Quando era più piccola aveva seguito un corso di Salsa e Merenghe ed era arrivata prima alle nazionali della sua categoria. Li occhi della gente erano sempre fissi su di lei ogni volta che ballava.
<< Ottima idea! >> approvò Mauro. Anche lui era amante di quel genere di feste.
<< Per me va bene >>. Anche Stefano era daccordo e la cosa mi allettava più di una camminata al centro.
I loro occhi erano rivolti verso di me e cercavano la mia approvazione.
<< Sì, ci sono anche io >> mi sbrigai a rispondere prima che i loro sguardi mi divorassero. << Aspettate >> aggiunsi poi << Non ho portato il cambio >>. Non potevo rimanere ad una festa del genere con un pantaloncino strappato e una maglietta sporca che puzzava di salsedine; e poi, volevo rendermi presentabile a Stefano.
<< Io non sono venuto con la mia macchina altrimenti ti avrei accompagnata a casa a prendere un vestito >> rispose Mauro. Aveva preso la patente quest'anno e mia madre non mi avrebbe mai permesso di salire in macchina con lui.
<< Non preoccuparti, ora chiedo a papà se mi porta a casa >> lo ringraziai con un sorriso e mi voltai per raggiungere mio padre che era nella pineta difronte le cabine a leggere il gionale.
<< Se vuoi, ti porto io. Ho un casco in più >>.
Mi voltai e vidi Stefano in attesa di una mia risposta. Deglutii. Deglutii dinuovo. Avevo le palpitazioni. Il cuore batteva forte come faceva prima di tuffarmi per una gara di nuoto; sport abbandonato per la mia pigrizia. Rimasi in silenzio pochi secondi, tempo opportuno affinchè tornassi cosciente. Capii che non era un bel sogno ma me lo aveva chiesto davvero.
<< Se per te n..... no.. non è un prob.....prolema per me va bene >> balbettai frustata. << Grazie >> finii, aggiungendo a quelle sei lettere fredde un sorriso che  per la prima volta non era forzato. Lui Sembrava rilassato. Le sue guance non erano a rischio di incendio come lo erano state ogni volta che aveva spiccicato parola. Era apparentemente tranquillo e non sembrava pentito di ciò che mi aveva chiesto. Capii che era arrivato il momento che anche io cominciassi ad essere me stessa. Insomma, con i miei amici ero sempre stata estroversa, esplosiva, vivace e coinvolgente. Tutti mi amavano per questo lato del mio carattere e adesso desideravo mostrarlo anche a lui.
<< Quando vuoi prendo le cose e andiamo >> gli dissi con la massima naturalezza.
<< Possiamo andare anche ora >> rispose con un'altro di quei meravigliosi sorrisi. Mi sentii come una macchina che nel buio della notte sbanda perchè abbagliata da un'altra macchina.
<< Ok, allora...andiamo? >> cercai di balbettare il meno possibile ma il suo sorriso aveva avuto ancora li stessi strani effetti su di me: Stordimento, perdita di sensi e felicità. Tanta felicità.
Si alzò dalla panchina di legno su cui era seduto. << Andiamo >>.
Salutai Arianna e Mauro con due baci sulle guance e seguii Stefano che si era limitato a salutarli scuotendo la mano e dandogli appuntamento a stasera. Arianna mi guardò accennando uno dei suoi sorrisi maliziosi e si portò le dita verso li occhi come per dire " ti tengo d'occhio ". Le sorrisi divertita e mi voltai in avanti prima di scontrarmi con qualcuno o peggio ancora qualcosa. [...]
<< Mamma faccio un salto a casa a prendere un vestito e torno qui per la festa >> urlai a mia madre mentre raccoglievo tutte le mie cose dalla cabina. Mia madre non rispose; guardò il ragazzo che mi stava aspettando alla moto e capì la situazione.
<< Va bene >> si limitò a dire senza aggiungere altro. Non era da lei. Conoscendola avrebbe dovuto dire " attenta a come guida, non andate troppo veloci ", e invece non disse nulla. Un punto a mio favore. Diciamo che l'ostacolo più difficile lo avevo superato stravolgendo le mie aspettative. Raggiunsi Stefano alla moto pregando Dio affinchè nessuno ci stesse guardando; l'ultima cosa che avrei desiderato era creare scalpore. Mi porse il casco che aveva già pronto in mano e mentro lo allacciavo scese la moto dal cavalletto.
<< Cavolo ma come diavolo si allaccia questo coso ! >> mi lamentai. Ero la solita impedita.
<< Aspetta, ti aiuto io >>. Afferrò il gancio della cinghia sfiorando la mia mano. << Ecco >>. Sentii il calore della sua pelle e un brivido mi percorse la schiena provocandomi un leggero tremolio.
<< Hai freddo? >> mi chiese mentre girava la chiave per mettere in moto.
<< No, tranquillo è stato solo un brivido. Sto bene >>. Le mie parole volarono via trasportate dal vento perchè in pochi secondi si sfilò la felpa che aveva stetta alla vita e me la porse.
<< Infila questa, è pulita >> disse tenendola con la mano in attesa che la prendessi.
<< Tranquillo, sto bene >> mi ostinai a ripetere consapevole che mi avrebbe costretta ad indossarla comunque.
<< Insisto >>.
Presi la felpa e la infilai.
<< Grazie >> dissi.
Dentro quella felpa ci sarebbero potute entrare due me: era enorme ma profumava; emanava un profumo buonissimo che si mischiava con il vento e si disperdeva nell'aria. Non potevo fare a meno di annusarla. Per tutto il tragitto non feci altro. Quell'odore mi stava facendo letteralmente impazzire. E non solo il profumo di quella felpa...

 

  
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