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Autore: Samurai Riku    15/06/2012    3 recensioni
Il classico vecchietto della serie si fermò davanti a Gin, con un sacco colmo legato sulla schiena. Rimase in silenzio a fissare il samurai.
-……-
-Ricorda,-disse -nell’arte del kung fu la forza è debolezza, ma la velocità è tutto!-
-… e con questo?-
-Ti ho svaligiato la casa!!- e sogghignando corse via, lasciando tutti allibiti.
-… e-ehi!! Ma che cavolo..?!?-
Genere: Azione, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura, Toushiro Hijikata
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Adesso che facciamo? Noi non cavato buco da ragno!!-

-… come si fa a cavare un buco da un ragno?!-

-Comunque, mentre Hijikata si occupa del conto, facciamo visita ad un’altra persona, sperando in un aiuto più proficuo.-

-E da chi vorresti andare?-

-Ah, ma allora sei qui Hijikata!! Hai lasciato la mancia a Zura?-

-Col cavolo!!-

-Taccagno!!-

-Va al diavolo, Sakata!!-

-La finite voi due?!- li riprese Shinpachi.

-E adesso seguitemi!- Gintoki si incamminò in testa al gruppo.

 

Il classico vecchietto della serie si fermò davanti a Gin, con un sacco colmo legato sulla schiena. Rimase in silenzio a fissare il samurai.

-……-

-Ricorda,-disse -nell’arte del kung fu la forza è debolezza, ma la velocità è tutto!-

-… e con questo?-

-Ti ho svaligiato la casa!!- e sogghignando corse via, lasciando tutti allibiti.

-… e-ehi!! Ma che cavolo..?!?-

 

< Scusate, ma lo sketch di prima cosa c’entrava?! >

< Shinpachi, l’hai sentito anche tu, no? Hai sentito cosa ha detto!! >

< E tu gli credi?! Non c’è niente da rubare in casa tua!! >

< Io vorrei sottolineare che la casa non è nemmeno sua. >

< Tu non intrometterti, Hijikata!! >

< Forse lui sbagliato persona Gin, oppure bevuto troppo. >

< Mh, sì, sì… sarà di sicuro così, hai ragione!! >

< Stai cercando di auto convincerti? > 

< Oppure svaligiato davvero casa e portato via mobili, tv, tua insegna di zucchero, tue copie di Jump e tuo latte alla fragola!! >

< Nooooooooooooo!!!! >

< State facendo di un sassolino una montagna!!! Finitela di dire idiozie, abbiamo ben altri problemi, molto più grossi!!! >

< Ti correggo Hijikata, tu hai un grosso problema! Non siamo noi quelli  che hanno ammazzato il generale Tsukaiya!! >

< Ehi!! Io non ho ammazzato proprio nessuno!! E si chiamava Yoritomo!! >

< Ah-ah!! L’hai riconosciuto, allora lo ammetti!! >

< Razza di idiota, alla prossima cavolata che dici ti ammazzo!! Sei tu che non ricordi il suo nome!! >

< … il nome di chi? >

< Del generale Yoritomo!! >

< Ah-ah!! Tu detto di nuovo!! >

< Kagura, non dare corda alla follia di Gin! >

< Metti a verbale, Shinpachi! >

< Verbale di che?! >

< Guarda che sono io il poliziotto qui! >

< Certo, certo… eri!! >

< Finitela!!! >

< Aaah… questa scena non ha senso. >

< Ditemi, qualcosa in questo anime ha senso? >

< ... in effetti. >

< …… >

< …… >

< …… >

< … be’? >

< Be’, cosa? >

< Be’, cosa succede ora? >

< Be’… bo. >

< Finitela di parlare per monosillabi voi due!!! >

< Mi spiegate cosa dovrebbe succedere? >

< Non sai mai niente, Hijikata!! >

< Ma cosa vuoi!? Io sto seguendo voi, non riesco a capire cosa vi passa la testa!! >

< Ti rispondo io: il nulla. >

< Grazie per la conferma, Shimura. >

< E poi è Gintoki quello che procedeva in testa al gruppo, tutto determinato a testa alta. >

< Non è ancora caduto in un tombino? >

< Non cado nei tombini, idiota!! >

< Potremmo fare intera puntata con voci fuori campo! >

< Non è una cattiva idea, il Direttore risparmierebbe anche sul lavoro. >

< Vi volete concentrare?! Da chi stiamo andando, Sakata?! >

< Dal vecchio!! >

< Il vecchio chi? >

< Il vecchio Gengai!! >

< Cheee?? >

 

-Avete finito di fare casino davanti alla mia officina?? Non sono tutti perditempo come voi!!-

Hijikata rimase a fissare il vecchio -……… Ma tu sei ricercatoooo!!!!!-

-E non gridare!!- Gintoki lo ammonì con uno spintone -Come stai, vecchio?-

-Non dirmi che hai ancora rotto lo scooter.-

-No, no, siamo qui per lui.- disse alludendo a Toshiro.

Hijikata non riuscì a proferire parola -Un altro individuo pericoloso e ricercato… ma li conoscono tutti loro?!-

Il vecchio Gengai li condusse nella sua officina -Ma quello non è della Shinsengumi?-

-Era…- commentò Gintoki.

-Finiscila di parlare al passato!!!-

-Vecchio, tu sei il miglior esperto di meccanica che conosciamo,- iniziò il tuttofare -forse puoi darci una mano.-

-Cosa vi serve sapere?-

Shinpachi e Kagura guardarono Gin.

Il samurai abbozzò un sorrisetto portandosi l’indice alla tempia -Un’arma che ti frigge il cervello!-

-Hai già escluso l’ipotesi dell’overdose?- gli chiese Hijikata.

-A dire il vero non mi aveva mai convinto…-

-Un’arma che frigga il cervello?- pensieroso Gengai si passò una mano guantata sulla testa calva -Io non ho cose del genere.-

-Qualcosa che non lasci tracce all’esterno… nessuna ferita o traccia.- aggiunse Shinpachi.

-Nell’armamentario comune non esiste roba del genere, ragazzi.-

Hijikata si mise a scribacchiare su un taccuino -Per comune intendi umano, giusto?-

-Che stai facendo, prendi appunti come  a scuola?-

-Sì, su come arrivare in questo posto una volta che torno in servizio.-

-Ti sto facendo un favore e tu pensi ad arrestarmi?!? Razza di imbecille!!- Gengai sospirò con rassegnazione, pensando già a come farla pagare a Gintoki per avergli portato quello sbirro -Comunque, nessun funzionario del Bakufu, che io sappia, possiede armi tanto strane e tecnologiche. Hanno spade, pistole di piccolo calibro…-

-Bazooka…- aggiunse pensieroso Hijikata.

-Allora è stato altro amanto a uccidere Takamatsu!!- esclamò Kagura.

-Yoritomo!! Ma è così difficile??-

Il vecchio guardò Hijikata -Hanno ucciso un amanto?-

Lui annuì -Un generale del pianeta Ame.-

-Hijikata, anche se non sappiamo ancora chi sia stato, questa è un’evidente prova che dimostra che non sei stato tu ad ucciderlo!!- disse Shinpachi.

-Anche le ferite da taglio hanno contribuito al decesso.. potrebbero sostenere che mi sono procurato una qualche arma amanto per completare l’opera.-

Il ragazzo parve abbattuto -Allora dobbiamo scoprirne di più.-

-Non saprei in che altro modo aiutarvi… armi simili non capitano certo in mano a tutti.- disse Gengai.

-Grazie comunque per la pazienza.- Hijikata uscì dall’officina, accendendosi una sigaretta.

-Dove cerchiamo?-

Gin si grattò distrattamente la testa -Non lo so… ad essere sincero non so più dove sbattere la testa.-

-Provato contro muro?- propose con tutta la naturalezza possibile Kagura.

-Ah ah ah, spiritosa!! Davvero, davvero spiritosa!!-

-Andate a casa.-

-Nh? Tutto ok, Hijikata?-

-Si sta facendo tardi, abbiamo sprecato solo tempo. Vi farò arrivare i soldi, non preoccupatevi.-

-… ma, Hijikata, non abbiamo ancora risolto il caso!!- obbiettò Shin.

-L’ha detto anche Sakata, siamo ad un punto morto, non facciamo altro che girarci in torno, come un cane che si morde la coda.- gettò la sigaretta, calpestandola con il piede -Siete un branco di idioti, ma vi siete impegnati.  Grazie per aver tentato.- si incamminò senza voltarsi indietro.

-… tossico!!!!- lo richiamò a gran voce Kagura, ma non si fermò.

Gintoki non proferì parola.

-Non può arrendersi così se è innocente. Mi dispiace così tanto…-

-Ha deciso così, Shinpachi. Noi non possiamo farci nulla.

-Ehi, tuttofare!-

Si voltarono tutti verso Gengai.

-Adesso che ci penso forse c’è un posto dove potreste controllare.-

-Nh?-

-Be’, cosa sono quelle facce stupite?! Non ditemi che voi vi arrendete davvero così!!-

Gin abbozzò un mezzo sorriso -No, in effetti no. Dicci contro quale muro sbattere la testa, dura come l’abbiamo riusciremo lo stesso ad abbattere quel muro.-

 

-“È un posto sicuro”, aveva detto!!-

-“Non vi preoccupate, basta che vi adattate”, aveva detto!!-

-“Non c’è nulla da temere”, aveva detto!!-

-“Ce la farete di sicuro”, aveva detto!!-

-Avete finito di lamentarvi per nulla voi due!?!- sbraitò Shinpachi - Non abbiamo ancora fatto niente e già non vi sopporto più!!-

Kagura sbuffò -Uff, tu piattola Shinpachi! Non fa altro che lagnarti!!-

-Ma se sei tu che non fai altro da mezz’ora!!-

-Zitti tutti e due!! Il vecchio ha detto che questo è un quartiere pericoloso, quindi restatemi vicini!-

Shinpachi lanciò un’occhiataccia a Gin -Ma se stai tremando…-

Si sporsero da una viuzza laterale, sbirciando il quartiere in cui Gengai li aveva mandati. Era ai limiti massimi della periferia, nella zona più malfamata della città, addirittura peggiore di Kabuki-cho.  Lì si svolgeva il mercato nero. Amanto, ronin, yakuza, si poteva trovare di tutto in quel tugurio e se si aveva bisogno di un’arma strana e irrintracciabile era decisamente il posto giusto.

Tanto per adeguarsi all’atmosfera truce il terzetto si mascherò alla bell’e meglio.

Kagura indossava una pentola come cappello e un cubo di lamiera a mo’ di vestito con due fori per le braccia; Shinpachi si trascinava una gamba, fingendosi zoppo, con un occhio bendato; Gintoki indossava una parrucca ancora più riccia e una barba ispida, portando il kimono completamente abbassato in vita.

-Spero proprio che serva a qualcosa, perché mi sento ridicolo a fare questa pagliacciata!!-

-Oh, ma stai benissimo Dr. House!- lo cantilenò Gin.

-Dr. House non ha un occhio bendato!!-

-Come sei pignolo, allora sei Barbanera!-

-Sei tu quello con la barba!!-

-Non si può conversare con te! Kagura, digli qualcosa!!-

-Robot!-

-Sei un robot, ma non devi dire per forza robot!!-

-Robot!-

-… ci rinuncio.-

-Ehi, voi tre!!- li chiamò una voce -State attirando troppo l’attenzione.-

Si voltarono tutti verso la bancarella, osservando basiti l’uomo che vi stava dietro -… Hasegawa?-

-Nh? Ci conosciamo?-

-È grave non riconoscerci, questi travestimenti sono pessimi!!- sbraitò Shinpachi.

-Robot!!-

-Aah, ma siete voi!!-

Dopo questo insolito incontro, si lasciarono alle spalle il quartiere criminoso.

Il sole era tramontato, e le prime stelle iniziavano a brillare nel manto scuro della notte; il gruppetto si fermò ad un chioschetto di strada che vendevo dango e sakè caldo.

Gin si servì un po’ di liquore -Che ci facevi in quel postaccio, eh Hasegawa?-

-Soldi, Gin. le sto provando tutte e sono finito lì.-

-Ah… capisco.-

-Voi, invece?-

Shin e Kagura si contesero l’ultimo piattino di dango.

-Lavoro. Dobbiamo aiutare un cliente.-

Hasegawa abbozzò un sorrisetto -E chi è, un trafficante?-

-A dire il vero è un poliziotto… anche se più che uno sbirro sembra un criminale.-

-Aaah, tutti gli sbirri sembrano criminali, Gintoki. Anche io ero una specie di sbirro, ricordi? Lavoravo negli affari interni.- si versò da bere.

-Ricordo, ricordo, ma non sembravi un criminale, sembravi un Madao.-

-Non ero un Madao!! Adesso sono un Madao, prima avevo fama e potere.-

-Eri un Madao a tua insaputa.-

-Come si fa ad essere Madao senza saperlo??- sospirò -Certo che se un poliziotto chiede aiuto a dei tuttofare…-

-Lo hai fatto anche tu, idiota!! E questo fa di te un Madao!!-

-Basta!!-

-Madao è sempre Madao!- commentò Kagura.

-Kaguraaa!! Quelli erano i miei dango!!- si lamentò Shinpachi.

-Dimmi un po’, in che casino è finito il poliziotto?-

Gintoki scrollò le spalle -Accusa di omicidio…-

Ad Hasegawa andò di traverso il sakè -Cosa!?!-

-Per di più di un generale amanto… Onishi, Ogushi, una cosa del genere.

Shi lo guardò male -Yoritomo.-

-Mh, un generale amanto, eh? Allora le indagini sono in mano ai miei ex colleghi.-

Gin restò un attimo in silenzio -Sì, abbiamo incontrate tre brutti ceffi. Quelli sì che sembrava criminali.-

-Aah, chi erano?! Chissà se si ricordano di me!-

-Mmmh… io non ho memoria per i nomi, Shinpachi ti ricordi come si chiamano quei tizi che ci hanno sbattuto fuori dalla scena del crimine?-

-Eh? Come poi pretendere che me lo ricordi?!-

-Fece spallucce -Ci ho provato.-

-Hijikata detto nome di uno di loro!- proferì Kagura -Ichitora… Ichigo…-

-… Ichimachi?-

-Come fate ad inventarvi nomi simili??-

-Ichimura?!- esclamò Taizo Hasegawa.

Gintoki batté realizzato un pugno sulla mano -Ecco!!-

-Lo conosci, Hasegawa?-

-Tsk, purtroppo sì. è capace di pestare i piedi anche all’Imperatore pur di fare carriera… a parer mio ha venduto pure la madre.-

-Davvero un bel tipo…- commentò ironico il capo tuttofare.

-Non scorre buon sangue tra gli affari interni e la Shinsengumi.-

-Non scorre buon sangue tra gli affari interni e nessun’altra unità di polizia. È un lavoro che ti garantisce prestigio, soprattutto se ricopri un ruolo importante, ma spesso vai contro al pensiero di molti e accumuli il rancore generale e tendi a serbarne anche tu.-

-allora meglio che tu diventato inutile Madao, almeno così tu vivi meglio!!- esclamò ingenuamente Kagura.

Hasegawa abbozzò un sorriso -Sì… forse hai ragione, ragazzina.-

-Dimmi una cosa, Hasegawa.- iniziò Gin.

-Nh?-

-Quando eri negli affari interni avevi sempre a che fare con amanto?-

-Sì, l’unità in cui lavoravo si occupa dell’immigrazione. Credo di aver incontrato più amanto che uomini in vita mia.-

-Chissà quante cose bizzarre hai visto.-

-Puoi ben dirlo, amico! Abitudini strane, indumenti, strane, armi strane, lingue strane, tutte cose strane…-

Gintoki si alzò -Grazie per la bella chiacchierata, Hasegawa. Adesso dobbiamo proprio andare.-

-Ah, aspetta Gintoki, io non ho un soldo, non posso pagare il conto!! La ragazzina si è strafogata di dango!!-

-Non preoccuparti, metti pure tutto in conto al nostro cliente, questa è una spesa dell’agenzia.-

-… ma…-

Un uomo arrivò di corsa al chiosco -Tuttofare!!-

-Yamazaki!?-

-Finalmente… vi ho trovati!- disse tra un respiro affannoso e l’altro -È successo un casino!-

-Si tratta di Hijikata?- si premurò Shinpachi.

Il soldato annuì -Sono venuti ad arrestarlo!! Kondo mi ha mandato subito ad avvertirvi.-

 

-Sei comodo, vicecomandante?- chiese con un ghigno beffardo Ichimura, guardando attraverso lo specchietto retrovisore, sistemandolo per godersi fino in fondo l’espressione di Hijikata -Ooh, forse dovrei chiamarti ex…-

Di risposta gli rimandò uno sguardo di ghiaccio, per nulla intimorito. Seduto tra Hanae e Ginza, con le mani ammanettate dietro la schiena.

-Sorridi un po’, Hijikata! Non è mica la fine del mondo!-

-Tappati quella bocca, Ichimura.-

Sogghignò -Sempre il solito maleducato. Guarda l’aspetto positivo, non è poi così male la vita in prigione… puoi continuare a fumare, fai nuove conoscenze, non c’è nessuno che ti rompa le scatole e hai parecchio tempo libero.-

-Ma che bello, potrò finalmente scrivere quel romanzo che non ho mai avuto tempo di iniziare.-  ironizzò.

-Sì, be’… fino a quanto non ti fanno saltare via la testa.-

-Ho pur sempre diritto ad un processo, queste cose vanno per le lunghe.-

-Credimi Hijikata, basta dare le giuste spinte e la burocrazia fa grossi balzi in avanti!-

Hijikata Toshiro scosse la testa -Avevo sentito dire che quelli del dipartimento degli affari interni sono un branco di corrotti, ma non vi facevo così viscidi…- gli cadde l’occhio sulla katana che Ginza teneva poggiata davanti a sé.

-Facciamo solo il nostro lavoro, Hijikata. Mettiamo dietro le sbarre i cattivi e assicuriamo una benevole convivenza con gli amanto.-

-Certo, benevole convivenza… viscidi e anche stupidi.-

-Non peggiorare la tua situazione, vuoi che ti aumentiamo la pena per ingiuria contro pubblico ufficiale?-

-L’ho detto e lo ripeto, siete davvero stupidi.-

-Sentiamo, da cosa nasce questa mera convinzione?-

-Mai ammanettare un uomo con le mani dietro la schiena.-

-Cos…?!-

Riuscito a liberarsi dalle manette spostò le braccia e diede una forte gomitata alla nuca di Hanae, si voltò e prese la spada di Ginza, senza sfoderarla. Lo colpì con l’estremità alla bocca dello stomaco, facendolo piegare in due dal dolore. Rivolse poi l’arma verso Hanae, colpendolo forte sulla testa un paio di volte; assicuratosi che non aveva abbastanza fiato per reagire, afferrò la testa di Ginza facendogliela picchiare forte contro il finestrino, e colpendolo poi alla base della nuca con l’elsa della spada, atterrandolo.

Infine li ammanettò assieme.

Ichimura tentò di sterzare per far cadere Hijikata, ma il vicecomandante fu più rapido. Gli strinse la gola in una morsa con la spada, facendo pressione -Adesso accosti.- ringhiò.

-Ugh… bastardo!-

-Fa come ti dico o ti spezzo il collo, non sto scherzando Ichimura.-

-… non risolverai nulla uccidendomi.-

-Cos’ho da perdere, Ichimura? Cosa mi ferma?-

Un brivido freddo scese lungo la gola del funzionario, che cercava di mantenere stabile la vettura. La voce dell’altro  gli arrivò come un sussurro all’orecchio sinistro. Serio, deciso, minaccioso.

-Non credere di spaventarmi Hijikata, abbiamo appena iniziato.-

Sterzò bruscamente, attraversando l’altra corsia e finendo fuori strada. La macchina rotolò pericolosamente lungo il versante di un fossato, fermandosi con un tonfo di lamiere e vetri infranti sulla ghiaia, con le ruote che giravano a vuoto verso il cielo tetro.

Hijikata perse la presa sulla spada quando picchiò violentemente la testa durante la caduta. Poco prima di perdere i sensi gli parve di sentire il flebile sciabordio dell’acqua.

 

Riaprì gli occhi di scatto; si sentì una palpebra appiccicosa. Solo quando tastò la tempia sinistra capì che era sporco di sangue. Ci mise qualche secondo per capire dove si trovasse. Era tutto sottosopra.

Rimase immobile, cercando di riprendere il controllo del respiro divenuto affannoso. Non sentiva altri rumori, e se c’erano, il martellante battito del suo cuore li mascherava alla perfezione.

Si impose di calmarsi e di uscire da quella trappola di metallo; strisciò oltre il finestrino andato in frantumi, ferendosi i palmi sui vetri sparsi e sulla ghiaia. Fortunatamente non si era rotto nulla.

Per un istante gli sembrò di sentire qualcosa, e si paralizzò scrutando l’oscurità -È solo il fiume…- si mise in ginocchio, ma questa volta non ebbe dubbi. Si voltò sollevando lo sguardo e un fendente lucente calò rapido sulla sua testa.

Scaltro di riflessi, Hijikata balzò indietro evitando il colpo, ma finendo di schiena sul selciato -Aah!!- adesso riusciva a vederlo: Ichimura stava in piedi, davanti alla macchina ribaltata, con la spada sguainata stretta in pugno.

-Smettiamola di giocare, Hijikata.-

-… Sono disarmato, la spada  è rimasta incastrata tra i rottami…. E chi sta giocando.- si rialzò spolverandosi i vestiti.

-Allora arrenditi, assumiti le tue colpe e accetta il tuo destino.-

-Non mi assumo la colpa di ciò che non ho commesso.-

-Tutte le prove portano a te.-

I due avversari si studiavano, cercando di capire la reciproca prossima mossa.

-Sappiamo entrambi che non è così.- lo fissò serio e impassibile -Quell’amanto non è morto solo per le ferite della mia spada, ci è voluto ben altro per procurargli un decesso tanto rapido.- Lentamente si spostava verso la vettura, mantenendo le distanze dall’altro.

-Oh certo, lo so bene. L’indagine è affidata alla mia unità. L’arma in questione è un particolare fucile di fattura Ame, il pianeta originario del generale, funziona su una particolare lunghezza d’onda ultrasonica  e non lascia traccia.-

Hijikata lo guardò.

-Vuoi sapere la parte più interessante, Hijikata? Troveranno le tue impronte digitali anche su quell’arma.- sogghignò.

-… Impossibile!!-

-Possibile, invece. Anzi, è certo.-

-Tsk, non credo proprio!!- scattò verso la macchina, scivolando sul selciato per afferrare la katana bloccata tra il tetto e il corpo di Hanae.

-Non muoverti!!- Ichimura vibrò un fendente contro il corpo di Hijikata, pregustandosi il sangue che sarebbe uscito a fiotti dallo squarcio.

Il vice gli rivolse un sorrisetto e bloccò il colpo con un piede, poi gli diede un forte calcio sotto al mento. Riuscì a liberare la spada e si rialzò sfoderandola.

-Ugh…!!- Ichimura non demorse e partì all’attacco con un altro fendente -Mi hai stancato!!-

Hijikata lo respinse allontana dosi di lato -Fatti sotto, Ichimura. Non puoi battermi adesso.-

Il ghigno sul volto del funzionario si allargò -Sei davvero un ingenuo, Hijikata.-

-E tu sei morto!!- si fiondò con un balzo sull’avversario a spada tratta, ma ogni suo intento venne spazzato via da una gelida folata di insano stupore. Si bloccò giusto quando si ritrovò la canna di un piccolo fucile davanti agli occhi -… cosa?!-

-Io dico che posso ancora batterti, caro Hijikata.-

-L’ha sempre avuto con sé… non ci credo.-

-A questa distanza, se premo il grilletto, non ti resta nemmeno il tempo di capire come sei morto.-

Hijikata strinse l’elsa della spada.

-Ah-ah-ah!- lo ammonì l’altro -Non provarci nemmeno, non ne avresti il tempo.-

Strinse i denti -Bastardo…-

-Non mi dilungherò in un assurdo monologo  per spiegarti le ragioni che mi hanno spinto ad agire così, non mi interessa se muori nell’ignoranza, quindi…- gli sorrise -Addio vicecomandante.-

Si udì uno sparo. Hijikata chiuse gli occhi aspettando di morire, ma sommesso dall’eco dell’esplosione sentì il grido di dolore di Ichimura.

-Aaaah!! Cos’è stato?!-

Riaprì gli occhi, e la prima cosa che vidi fu il fucile a terra e Ichimura tenersi una mano sanguinante.

Alle spalle del vice, sulla strada, si accese una forte e intensa luce che lo fece voltare incuriosito, cercando di vedere cosa ci fosse.

-Mi dispiace, ma non possiamo lasciarti morire.- disse Gin.

-Già! Non ci hai ancora pagato il conto!- soggiunse Shin.

Kagura caricò il suo ombrello, sparando un altro colpo che centrò in pieno la spada che teneva Hijikata, spezzandola.

-Cosa fai?? L’avevi già disarmato, perché hai sparato anche a me!!??-

-Scusa, partito colpo!-

-E voi tre chi siete?!- inveì Ichimura.

I tre lasciarono lo scooter a bordo della strada, e affiancarono Hijikata.

-Noi siamo l’agenzia tuttofare.-

-Non ho bisogno del vostro aiuto, ve l’ho già detto.-

-Prima ci paghi, poi puoi anche morire!- disse Kagura.

-Lo avevi già capito, vero?-

Hijikata guardò Gin, senza rispondere.

Ichimura si riassettò -Bene, modificheremo un po’ la storia.- squadrò il gruppo davanti a sé -Hijikata non vuole accettare la realtà e la fine della sua carriera. Riesce a fuggire dall’auto che lo stava trasportando in prigione facendola sbandare. Viene raggiunto dai suoi amici che cercano di farlo ragionare, ma perso ormai il controllo li aggredisce, uccidendoli.- il ghigno sul suo volto si accentuò -Resosi conto di ciò che ha fatto, roso dai sensi di colpa, si toglie la vita. Be’, direi che è perfetto!-

-No, scusa…!!- si intromise Gin -Io dovrei essere ammazzato da questo qui!?-

-Preso noi per scemi!?-

-Non hai capito proprio niente!- continuarono Kagura e Shinpachi.

-Sta di fatto che morirete tutti!!-

Intuita la mossa di Ichimura, Gintoki corse subito ai ripari -Kagura!!-

-Yaaah!!!- la ragazza crivellò di colpi il fucile amanto che Ichimura si era fiondato a recuperare.

Gin scattò di lato per aggirarlo.

-Aspetta!! Lui è mio!!- gli gridò dietro Hijikata.

-Prendi!- Shinpachi gli passò la sua spada di legno -Con quel moncherino di metallo fai ben poco!-

-Eh, bella mossa Shimura.-

Ichimura brandì la sua spada, bloccando il colpo di Gin -Idiota!! Morirete tutti qui, ho detto!!-

Di rimando Gin gli sorrise beffardo -Idiota sarai tu. Non lo sai che nell’arte del kung fu la forza è debolezza…-

Ichimura lo guardò confuso, pensando che stesse delirando, ma appena il suo attacco venne respinto dal samurai avvertì un brutto presentimento.

-Ma la velocità è tutto!!!- Hijikata lo colpì con una steccata micidiale che lo fece stramazzare al suolo.

-Aaah….-

-Anf… anf… ecco quello che meriti, bastardo.- lasciò cadere la bokuto.

-Ben fatto Hijikata!- si complimentò Shin.

Gintoki se ne stava steso a terra, con le mani premute sul naso -Imbecille!!! Hai colpito anche me!!!-

-Eri nella linea di tiro.-

-Nella linea di tiro un corno, mi hai rotto il naso!!-

-Oh, ma quante storie! Che razza di uomo sei?!-

-Un uomo con il naso rotto!!-

-Ma sta zitto!!-

In strada si erano accalcate le auto della Shinsengumi e sul bordo c’era Kondo che si sbracciava chiamando l’amico -Toshi!! Toshi!!-

-Ah, eccoli finalmente…- disse Gin.

-Hai visto, Sogo?! Lo avevo detto che lui non c’entrava nulla!! Avevo ragione e Toshi sta bene!!- continuava a gridare, strattonando il ragazzo per la gioia.

Hijikata si coprì il volto con una mano, sconcertato dell’atteggiamento infantile del comandante.

-Noi ce ne torniamo a casa.- Gintoki mise le braccia sulle spalle di Shinpachi e Kagura, incamminandosi lungo il corso del fiume -Dopo questa peripezia vogliamo un aumento. Non era previsto nel contratto che ti ho fatto firmare.-

-Non mi hai fatto firmare nessun contratto.-

-Il contratto della vita!-

-Ci vediamo, Hijikata!-

Il vicecomandante si accese una sigaretta, assaporandone il dolce aroma, e il fumo si disperse verso la luce del sole nascente -… comunque, grazie.-

-Ah-ah!! Ti abbiamo sentito!!!-

-…!! State zitti!!!-

  
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