Disclaimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono
Ma sono di proprietà
Di Hidekaz Himaruya ©
Fosse il contrario, i suddetti personaggi mi avrebbero già
Fatta fuori.
Alla figlia Angleterre, alla
figlia France, alla nipotaH Zena.
A chi piace la FrUk e a chi non piace.
A chi legge, a chi schifa, a chi recensisce.
A chi c’è, c’è sempre stato e ci sarà da oggi.
A tutti voi <3 ~
.: Fate Spesso Il Mio Sangue :.
Prologo ~
-Ora stai esagerando-
-Esagerando? Ti pare che io stia esagerando?-
Sì, stava esagerando.
Francia esagerava sempre e non mancava mai di sottolineare la cosa con maestria di
gesti ed espressioni, frutto di anni e anni di nullafacenza davanti allo
specchio. In quel momento, poi, stava dando sfoggio di una teatralità tanto marcata
che Inghilterra, già alle soglie dell’irritazione, sentì il sangue ribollire e
gorgogliare nelle vene.
-E chi altri, sennò?-
Se ne stava ritto nell’androne d’entrata, la schiena
rigida, la mano sinistra chiusa a pugno e le dita della destra che artigliavano
la giacca scura sulla spalla; gli occhi sembravano neri, così assottigliati e
stretti, e le labbra erano serrate, le guance incavate nel volto livido.
Tutto, dal tremore dei polsi al respiro accelerato,
denotava l’estrema rabbia di cui era preda il francese. E persino Inghilterra,
che di sfuriate con l’altro se ne intendeva abbastanza,
si accorse di quanto, quella sera, le avvisaglie di un litigio ben più duro fossero
troppe per essere ignorate.
Ma nulla, comunque, gli impedì di continuare nella
propria, personale crociata contro Francia –il
mangiarane aveva torto a prescindere,
quali che fossero le scuse e le ragioni di questo mondo.
Il francese non sembrò apprezzare la domanda di
Inghilterra: aprì la bocca per ribattere, ma la coprì dopo alcuni istanti di
silenzio. Scosse il capo, sollevando le labbra in quello che tutto aveva tranne
la somiglianza con un sorriso.
-Sei incredibile-
Inghilterra si portò le mani ai fianchi e arcuò le
sopracciglia, fingendosi deliziosamente stupito dall’ultimo commento
dell’altro.
-Excuse me?-
-Sei incredibile- ripeté Francia, scandendo le
parole -Te lo giuro, Angleterre, non
ce la faccio più. Non resisto: sono al limite-
Ah, lui
era al limite.
Lui, che gli aveva fatto passare una
serata infernale dentro un ristorantello da signorine, tra camerieri in livrea
e baffetti a manubrio, senza scordarsi delle vecchiette di naftalina e i
signorotti con monocolo. Cristallizzato in quell’atmosfera fittizia, così
imbellettata di lampadari di cristallo, vini fruttati e piatti ricercati e elaborati
fino allo stremo, Inghilterra aveva dovuto sopportare l’aria satura di
illusione, il lezzo della tovaglia inamidata e delle rose piegate sui bicchieri
di champagne.
Persino i modi di Francia gli erano parsi falsi e
vuoti, battute di una commedia grottesca e già scritta: il modo in cui teneva
il flute tra le dita, la bocca sollevata in un accenno di sorriso, gli occhi
che ammiccavano e la punta della lingua a sfiorare appena le labbra rosse di
vino. E poi il polsino bianco della camicia lasciato volutamente più corto per
scoprire un lembo di polso, il collo bianco che Francia lasciava intravedere
tra la camicia bordeaux e i capelli biondi, il mocassino che andava
accidentalmente a sfiorargli la caviglia mentre il vinofilo accavallava le
gambe e poggiava il gomito destro sulla tavola, il mento sulle nocche, per “Meglio vedere i tuoi splendidi occhi da
dietro il bouquet, ma chèr”
Chi? Chi mai avrebbe potuto sopportare tutto quell’artificioso
bon-ton senza uscirne matto?
-Solo perché ho insultato quel tuo accidenti
ristorante tutto pizzi, nastri e cotillon, le rose e tutte le altre tue
stupidate? Andiamo, France! Noi ci
insultiamo costantemente, quindi smettila di fare l’attricetta drammatica, per
favore..-
E c’era anche una lieve punta di soddisfazione alla
fine di quella frase, perché Inghilterra sapeva esattamente come sarebbero andate le cose, da lì in avanti.
Francia che gli si avvicinava e lo afferrava per le
spalle, lui che si dimenava e gli tirava l’ennesima frecciatina, l’altro che ghignava
e si faceva vicino, sempre più vicino, terribilmente più vicino, fino a quando
dell’androne, di Londra, dell’Inghilterra e del mondo non sarebbe rimasto null’altro
che il fiato di Francia, punteggiato di vino, le sue labbra calde di rabbia,
morbide di perdono, le sue mani ai fianchi, alla schiena, alle braccia, ai
glutei, il respiro mozzo, pesante, veloce, lento, il suo corpo bollente
contro..
E fu per un gesto istintivo che Inghilterra si
irrigidì, incassando la testa nelle spalle: non sarebbe caduto senza
combattere.
-Je m’en fous!-
Inghilterra sgranò gli occhi e arretrò di un passo,
sorpreso dalla reazione inattesa di Francia; questi contrasse la mascella, le
vene che pulsavano sul collo teso.
-Je suis
fatigué de toute cette merde!- continuò, alzando le braccia al cielo -Fa’
questo, fa’quello, comportati così, comportati cosà- lasciò cascare le spalle
con un sospiro, scuotendo la testa -Tu pretendi che il mio comportamento sia
quello che vuoi tu e qui se soucie di me. Tu ti
aspetti da me qualcosa che tu hai già
scritto. Anche prima, vero, pensavi che ti avrei baciato e sbattuto tra le
lenzuola, c’est vrai?-
Inghilterra non rispose, ma lo
stomaco si torse.
Francia dava sfogo di un tale
sovraccarico di termini in madrelingua solo in due casi: quando era ubriaco…e
quando era infuriato, terribilmente infuriato, quando non sarebbero bastati né baci
né carezze né sussurri per calmarlo e riportarlo in carreggiata.
Se solo si fosse arrabbiato come
una persona normale e avesse cominciato a sbraitare e a lanciare roba e
distruggere cose, Inghilterra almeno si sarebbe trovato nella sempre piacevole
posizione di vantaggio costituta dalla ragione.
Ma Francia aveva un modo di arrabbiarsi che faceva sempre sentire l’ avversario
palesemente in torto.
E più si sentiva intrappolato
nell’angolino del torto, più Inghilterra si faceva furioso.
-So, cosa dovrei fare secondo te?- chiese, sarcastico –Trovare un
incantesimo at random e cambiare dal
giorno alla mattina? Tutto per un tuo capriccio?-
Francia deglutì, il volto livido.
Per un istante sembrò davvero sul punto di aggiungere qualcosa, ma anche quell’intento
scivolò via dagli occhi slavati dalla rabbia e, soprattutto, dalla delusione.
Francia non era mai stato deluso
da lui. Era stato arrabbiato, felice, se credeva alle sue parole, addirittura innamorato. Ma mai, mai era stato deluso.
-Fa’ come vuoi- sibilò,
infilandosi la giacca -Io me ne tiro fuori-
Inghilterra si chiese se il boato
della porta che si chiudeva sarebbe stato altrettanto forte, con i gracidii
della rana a coprirlo.
.: Le mie
mani hanno il tuo stesso colore,
ma mi
vergognerei ad avere un cuore bianco come il tuo :.
{ Lady Macbeth } –
Note di Fine Capitolo
Non
credo sarà più lunga di quattro capitoli, ma..Oh. Ho avuto un sacco di
ispirazione assai <3