Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |       
Autore: LaMicheCoria    15/06/2012    5 recensioni
-Arthur- chiamò, piano, la voce che bubbolava nella bocca ancora addormentata -Arthur, dove sei?-
-In cucina!-
E da come
chiocciò la risposta, Francis capì che chiunque sarebbe potuto essere in cucina, tranne Arthur.
[Che siano desideri o capricci, attenti a quel che si desidera. Potrebbe avverarsi]
[Completa]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fsims

Disclaimer: I personaggi di Hetalia: Axis Powers non mi appartengono
Ma sono di proprietà
Di Hidekaz Himaruya ©
Fosse il contrario, i suddetti personaggi mi avrebbero già
Fatta fuori.

 

 

 

 

 

 

 

Alla figlia Angleterre, alla figlia France, alla nipotaH Zena.
A chi piace la FrUk e a chi non piace.
A chi legge, a chi schifa, a chi recensisce.
A chi c’è, c’è sempre stato e ci sarà da oggi.
A tutti voi <3 ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.: Fate Spesso Il Mio Sangue :.

 

 

Prologo  ~

 

 

 

-Ora stai esagerando-
-Esagerando? Ti pare che io stia esagerando?-
Sì, stava esagerando.
Francia esagerava sempre e non mancava mai di sottolineare la cosa con maestria di gesti ed espressioni, frutto di anni e anni di nullafacenza davanti allo specchio. In quel momento, poi, stava dando sfoggio di una teatralità tanto marcata che Inghilterra, già alle soglie dell’irritazione, sentì il sangue ribollire e gorgogliare nelle vene.
-E chi altri, sennò?-
Se ne stava ritto nell’androne d’entrata, la schiena rigida, la mano sinistra chiusa a pugno e le dita della destra che artigliavano la giacca scura sulla spalla; gli occhi sembravano neri, così assottigliati e stretti, e le labbra erano serrate, le guance incavate nel volto livido.
Tutto, dal tremore dei polsi al respiro accelerato, denotava l’estrema rabbia di cui era preda il francese. E persino Inghilterra, che di sfuriate con l’altro se ne intendeva abbastanza, si accorse di quanto, quella sera, le avvisaglie di un litigio ben più duro fossero troppe per essere ignorate.
Ma nulla, comunque, gli impedì di continuare nella propria, personale crociata contro Francia –il mangiarane aveva torto a prescindere, quali che fossero le scuse e le ragioni di questo mondo.
Il francese non sembrò apprezzare la domanda di Inghilterra: aprì la bocca per ribattere, ma la coprì dopo alcuni istanti di silenzio. Scosse il capo, sollevando le labbra in quello che tutto aveva tranne la somiglianza con un sorriso.
-Sei incredibile-
Inghilterra si portò le mani ai fianchi e arcuò le sopracciglia, fingendosi deliziosamente stupito dall’ultimo commento dell’altro.
-Excuse me?-
-Sei incredibile- ripeté Francia, scandendo le parole -Te lo giuro, Angleterre, non ce la faccio più. Non resisto: sono al limite-
Ah, lui era al limite.
Lui, che gli aveva fatto passare una serata infernale dentro un ristorantello da signorine, tra camerieri in livrea e baffetti a manubrio, senza scordarsi delle vecchiette di naftalina e i signorotti con monocolo. Cristallizzato in quell’atmosfera fittizia, così imbellettata di lampadari di cristallo, vini fruttati e piatti ricercati e elaborati fino allo stremo, Inghilterra aveva dovuto sopportare l’aria satura di illusione, il lezzo della tovaglia inamidata e delle rose piegate sui bicchieri di champagne.
Persino i modi di Francia gli erano parsi falsi e vuoti, battute di una commedia grottesca e già scritta: il modo in cui teneva il flute tra le dita, la bocca sollevata in un accenno di sorriso, gli occhi che ammiccavano e la punta della lingua a sfiorare appena le labbra rosse di vino. E poi il polsino bianco della camicia lasciato volutamente più corto per scoprire un lembo di polso, il collo bianco che Francia lasciava intravedere tra la camicia bordeaux e i capelli biondi, il mocassino che andava accidentalmente a sfiorargli la caviglia mentre il vinofilo accavallava le gambe e poggiava il gomito destro sulla tavola, il mento sulle nocche, per “Meglio vedere i tuoi splendidi occhi da dietro il bouquet, ma chèr
Chi? Chi mai avrebbe potuto sopportare tutto quell’artificioso bon-ton senza uscirne matto?
-Solo perché ho insultato quel tuo accidenti ristorante tutto pizzi, nastri e cotillon, le rose e tutte le altre tue stupidate? Andiamo, France! Noi ci insultiamo costantemente, quindi smettila di fare l’attricetta drammatica, per favore..-
E c’era anche una lieve punta di soddisfazione alla fine di quella frase, perché Inghilterra sapeva esattamente come sarebbero andate le cose, da lì in avanti.
Francia che gli si avvicinava e lo afferrava per le spalle, lui che si dimenava e gli tirava l’ennesima frecciatina, l’altro che ghignava e si faceva vicino, sempre più vicino, terribilmente più vicino, fino a quando dell’androne, di Londra, dell’Inghilterra e del mondo non sarebbe rimasto null’altro che il fiato di Francia, punteggiato di vino, le sue labbra calde di rabbia, morbide di perdono, le sue mani ai fianchi, alla schiena, alle braccia, ai glutei, il respiro mozzo, pesante, veloce, lento, il suo corpo bollente contro..
E fu per un gesto istintivo che Inghilterra si irrigidì, incassando la testa nelle spalle: non sarebbe caduto senza combattere.
-Je m’en fous!-
Inghilterra sgranò gli occhi e arretrò di un passo, sorpreso dalla reazione inattesa di Francia; questi contrasse la mascella, le vene che pulsavano sul collo teso.
-Je suis fatigué de toute cette merde!- continuò, alzando le braccia al cielo -Fa’ questo, fa’quello, comportati così, comportati cosà- lasciò cascare le spalle con un sospiro, scuotendo la testa -Tu pretendi che il mio comportamento sia quello che vuoi tu e qui se soucie di me. Tu ti aspetti da me qualcosa che tu hai già scritto. Anche prima, vero, pensavi che ti avrei baciato e sbattuto tra le lenzuola, c’est vrai?-
Inghilterra non rispose, ma lo stomaco si torse.
Francia dava sfogo di un tale sovraccarico di termini in madrelingua solo in due casi: quando era ubriaco…e quando era infuriato, terribilmente infuriato, quando non sarebbero bastati né baci né carezze né sussurri per calmarlo e riportarlo in carreggiata.
Se solo si fosse arrabbiato come una persona normale e avesse cominciato a sbraitare e a lanciare roba e distruggere cose, Inghilterra almeno si sarebbe trovato nella sempre piacevole posizione di vantaggio costituta dalla ragione. Ma Francia aveva un modo di arrabbiarsi che faceva sempre sentire l’ avversario palesemente in torto.
E più si sentiva intrappolato nell’angolino del torto, più Inghilterra si faceva furioso.
-So, cosa dovrei fare secondo te?- chiese, sarcastico –Trovare un incantesimo at random e cambiare dal giorno alla mattina? Tutto per un tuo capriccio?-
Francia deglutì, il volto livido. Per un istante sembrò davvero sul punto di aggiungere qualcosa, ma anche quell’intento scivolò via dagli occhi slavati dalla rabbia e, soprattutto, dalla delusione.
Francia non era mai stato deluso da lui. Era stato arrabbiato, felice, se credeva alle sue parole, addirittura innamorato. Ma mai, mai era stato deluso.
-Fa’ come vuoi- sibilò, infilandosi la giacca -Io me ne tiro fuori-
Inghilterra si chiese se il boato della porta che si chiudeva sarebbe stato altrettanto forte, con i gracidii della rana a coprirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.: Le mie mani hanno il tuo stesso colore,
ma mi vergognerei ad avere un cuore bianco come il tuo :.
{ Lady Macbeth } –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di Fine Capitolo
Non credo sarà più lunga di quattro capitoli, ma..Oh. Ho avuto un sacco di ispirazione assai <3

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: LaMicheCoria