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Autore: Michy90    02/01/2007    16 recensioni
Dopo 6 anni trascorsi a New York per proseguire i suoi studi di danza classica e moderna, Sylvia Allen, migliore amica di Bulma e Goku, torna alla Capsule Corp.dove viveva prima di partire. Ma molte cose sono cambiate...Sylvia si troverà allora immersa in un mondo a lei quasi del tutto sconsciuto, fatto di sfere di ki, super saiyan e amori pronti a sbocciare, tra passi di danza e battaglie.
PS:Ho ringiovanito un pò Bulma!^_^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1  ~ Il ritorno ~

 

Splendeva un sole mattiniero quando il volo AZ-207 proveniente da New York atterrò all’aeroporto della Città dell’Ovest.

Alzando gli occhi verde chiaro dal libro che teneva in grembo, Sylvia Allen guardò fuori dal finestrino dell’aereo, riavviandosi una ciocca dei ribelli capelli castani e osservando entusiasta il profilo della città in lontananza.

La sua città.

Improvvisamente l’altoparlante amplificò la voce del pilota.- Grazie per aver scelto l’American Airlines.Vi auguriamo una buona permanenza. Arrivederci - 

“Oh, questo è poco ma sicuro. Stavolta sono tornata per restare”pensò Sylvia con un sorriso,e alzandosi dal suo posto,rivelò un corpo snello,le lunghe gambe slanciate fasciate nei jeans, un seno alto e sodo,il viso un po’ troppo magro in cui spiccavano le labbra carnose. Mentre tutti i passeggeri sciamavano verso l’uscita, dove il portellone era già aperto,la ragazza mise il libro nella borsa e si affrettò a dirigersi fuori, all’aria aperta.

Fu allora, mentre guardava la città, che da lì sembrava così distante, che si ritrovò a pensare cosa avrebbero potuto dire Bulma e Goku, i suoi migliori amici, trovandosela davanti dopo quasi sei anni.

E, con serenità, pensò che era bellissimo tornare finalmente a casa.

                                       

                                               *                                                 *

 

Quello stesso sole emanava i suoi luminosi raggi anche a chilometri di distanza, in una radura dove era riunito un congruo gruppo di persone,Terrestri e Namecciani, in preda all’angoscia.

-M…ma perché papà e Crilin non possono tornare in vita, non capisco!- disse Gohan, quasi disperato.

-Vedi, Gohan, a quanto pare non ci sarebbero problemi se avessero perso la vita qui sulla Terra come nel caso di Riff…- cominciò a spiegargli Bulma a voce bassa, guardando a terra- Le sfere di Polunga fanno resuscitare le persone nel luogo in cui hanno perso la vita,e visto che Goku e Crili si trovavano su Namecc quando sono morti, tornerebbero in vita nello spazio aperto,in quanto, come già sapete,…-qui tirò un sospiro sconsolato -Il pianeta Namecc è esploso, e oltretutto Re Kaioh non ha alcun potere in quella parte dell’universo…-

-Non è possibile, Bulma...è…una cosa…terribile…- gemette Gohan

Una risata sommessa catturò la loro attenzione, e tutti si voltarono verso la sua fonte: Vegeta, appoggiato ad un albero poco lontano, smise di ridacchiare e parlò:

-Perché non fate funzionare il cervello?- chiese ironico

-Eh?-Fece Bulma sorpresa.

-Con un desiderio potreste richiamare le loro anime sulla Terra e poi provare a resuscitarle da qui,no?- si spiegò Vegeta –Dovrebbe funzionare…-

Bulma s’illumino all’improvviso - Ma si,certo, hai ragione!!Grazie mille ,Vegeta,non ci avevo pensato!!!-

-Umph!- rispose il saiyan. Fece per voltarsi dall’altra parte, quando si accorse che il piccolo Gohan gli si era avvicinato e ora gli tendeva la mano aperta, grato del fatto che il principe dei Saiyan avesse suggerito loro un modo per far tornare in vita il suo papà.

- Desidero ringraziarti…- sorrise.

Vegeta lo squadrò di sottecchi e, d’improvviso, schiaffeggiò quella piccola mano –Non fraintendermi- disse, freddo -Voglio solo vedere quanto è diventato forte Kaaroth…E voglio batterlo assolutamente-

Gohan ritirò la mano e, stupito e un po’ dispiaciuto, continuò a guardare l’ orgoglioso Vegeta, mentre si riavviava verso Bulma, la cui attenzione fu attratta da Muri, il NeoCapo Anziano di Namecc.

-Mi scusi signorina terrestre…-

-Si?- chiese Bulma voltandosi incuriosita verso di lui

- Noi troveremo un pianeta su cui abitare non appena si riformeranno le sfere del drago…- disse -Nel frattempo vorremmo trovare un posto in cui alloggiare…-

-Allora venite a casa mia- propose Bulma allegra – È molto grande, non ci saranno problemi di spazio!-

- Veramente…Non vorremmo disturbare…- replicò Muri gentile.

- Nessun disturbo,per me è un piacere! Anche perché vorremmo che ci deste una mano con le vostre sfere ancora una volta…Penso che sia l’idea migliore, e visto che siete in tanti è meglio che non vi facciate vedere in giro, altrimenti tutta la città sarà in fermento…- disse Bulma con un sorriso. Poi si voltò verso Vegeta, ancora appoggiato all’albero.

-E tu,bel fusto? Che intenzioni hai?- gli chiese.

- C-come che intenzioni ho?- balbettò Vegeta, imbarazzato e un po’ stupito da tanta sfacciataggine.

- Non ti unisci al gruppo? Guarda che qui gli alberghi sono un po’ cari!- disse Bulma guardando il Saiyan con aria furbetta e i pugni sui fianchi –Io cucino benissimo, sai?Potrai rimpinzarti per bene e recuperare le forze perdute… Ma non illuderti- aggiunse serafica –Lo faccio solo perché sono educata e non perché mi sei simpatico!!-

- L- l’antipatia è reciproca!- balbettò Vegeta – E sei anche bruttina…- aggiunse sempre più a disagio. Che donna irritante!Come diavolo fossero riusciti a sopportarla i suoi amici terrestri per così tanto tempo, non riusciva a spiegarselo...

Fortuna che Bulma non lo sentì fare quei commenti sul suo aspetto (poteva diventare parecchio vendicativa se si disprezzava la sua bellezza!!…), perché si voltò verso il folto gruppo e, indicando un’abitazione poco lontano, disse:

- Voi aspettate qui un momento, vado in quella casa a telefonare, chiederò a mio padre di venire a prenderci…-

- Ehm…Bulma…-la interruppe il piccolo Gohan esitando –Potrei venire a casa tua anch’io?- chiese, guardando a terra con gli indici congiunti.

-Perché non torni a casa tua? Sono sicura che la tua mamma non vede l’ora di riabbracciati!- asserì Bulma

- Il fatto è che…ho dimenticato di fare i compiti di scuola…La mamma mi sgriderà…- si giustificò Gohan strappando un sorriso di tenerezza a Piccolo che, dietro di lui aveva sentito ciò che il suo giovane allievo temeva.

- Sono sicura che sarà così felice di rivederti che non si ricorderà dei tuoi compiti, stà tranquillo!- esclamò Bulma, conoscendo la protettività di Chichi, l’apprensiva madre di Gohan.- Allora io vado.- disse, e si allontanò.

 

                                                 *                                                   *

 

- Alla Capsule Corporation, per favore – disse Sylvia all’unico tassista disponibile, dopo aver sistemato le valigie nel portabagagli ed essere salita sull’auto.

-Si, signorina – grugnì quello in risposta. Spense la sigaretta che aveva in bocca e accese pigramente il motore, dirigendosi verso la città. In pochi minuti l’auto si ritrovò congestionata nel traffico infernale del centro della Città dell’ Ovest, gremito di gente che passeggiava per le strade, e guidatori poco pazienti che suonavano in continuazione il clacson, sperando di smuovere un po’ la coda che si era creata.

Sylvia tolse gli occhiali da sole per osservare meglio la metropoli…Quanto le era mancata!!Quel luogo le ricordava tanto la sua adolescenza…

-Signorina, arriveremo un po’ tardi, spero non abbia fretta…- il tassista si voltò a guardarla sollevando distrattamente da davanti agli occhi il basco che indossava nonostante il bel tempo.

-Oh,non si preoccupi…Dopo sei anni qualche minuto in più non farà alcuna differenza..- lo rassicurò Sylvia con un sorriso.

-Ah, lei è di qui?- chiese il tassista, lieto di poter rompere la noia.

-Si sono nata qui, ma ho vissuto a New York negli ultimi anni.- rispose Sylvia

L’autista emise un lungo fischio di stupore –E…posso chiederle come mai è tornata?-

- Certo che può…Ma non saprei risponderle con esattezza…Forse nostalgia.. – assentì Sylvia pensando.

- In effetti è difficile non rimanere legati a questa città…Ti entra nel cuore..- ammise l’uomo con fare nostalgico.

- Già…- confermò Sylvia guardando fuori dal finestrino – è proprio vero…-  

Ci vollero circa quindici minuti per arrivare al grande edificio bianco a forma di cupola,poco distante dal centro città.

Sylvia scese dal taxi e osservò l’enorme scritta nera che percorreva il muro esterno dello stabile: CAPSULE CORPORATION.

Mentre il tassista scendeva le due valigie della sua cliente dal portabagagli, la ragazza si avvicinò entusiasta all’edificio dove era cresciuta, nel quale era maturata e al quale, sei anni prima, aveva detto provvisoriamente addio...

Ma era tornata. E questo contava.

Con il cuore a mille, superò il cancelletto del muro di cinta e, arrivata alla porta, suonò il campanello.

“Calma,Sylvia,calma,che ti succede?Perchè sei così emozionata? Ommamma, qualcuno sta venendo ad aprire…”

Le sudavano le mani,tanta era la tensione. Stava per rivedere le persone più importanti della sua vita,la reazione che avrebbero avuto, se sarebbero stati contenti di riabbracciarla…

La porta si aprì e comparve una donna dai capelli biondo chiaro,acconciati elaboratamente sulla testa. La madre di Bulma.

-Si?- chiese interrogativa, guardando Sylvia.

Quest’ultima sorrise dando il tempo alla donna di fare i dovuti collegamenti. Poi…

-OHHHH!!!!!!Ma tu sei…Sylvia!!!Oh, Kami!!!!Sei tornata!!Caro!!!CARO!!!!- gridò rivolta al marito che probabilmente si trovava all’interno della casa – Oh,lasciamo perdere, sarà di nuovo chiuso in quel laboratorio!- Poi tornò a rivolgersi a Sylvia –Ma che sorpresa ci hai fatto!Questa è l’ultima cosa che mi sarei aspettata!!!Oh, sono così contenta che tu sia tornata!!- l’abbracciò così stretta che Sylvia temette per un attimo che stesse per soffocare. -Fatti guardare, fatti guardare!!- la scostò osservandola e sorridendo – Come sei cresciuta!!-

-Beh, meno male!- rispose Sylvia facendo l’occhiolino –Non potevo certo rimanere diciottenne come quando sono partita!!-

La madre di Bulma rise –Oh, non sei cambiata poi di molto, la tua simpatia è intatta!Sei anni!!E chi si sarebbe aspettato di vederti sbucare così all’improvviso!!Aspetta che lo saprà la mia Bulma…Impazzirà di gioia!- esclamò con voce acuta.

Già, Bulma…-Ma dov’è?- chiese Sylvia. Conoscendo il carattere curioso e un po’ invadente della sua migliore amica, Sylvia si sarebbe spettata di vederla comparire alla porta due secondi dopo il suono del campanello. Almeno così succedeva quando erano piccole! Rimosse momentaneamente i bei ricordi dalla mente per ascoltare la risposta della donna che aveva davanti.

-Mi dispiace cara,Bulma non c’è- rispose quella.

-Come non c’è?- fece Sylvia sconvolta. Si era aspettata di trovarla lì! Doveva essere lì!!Sylvia era tornata per lei! –E dov’è?-

-È una storia un po’ lunga…Ma perché non entri?Così potrò spiegarti tutto!- propose la donna.

-Va bene…- si rassegnò Sylvia. -Prendo le valigie e vengo.-

Tornò al taxi, dove l’autista, spazientito, aspettava da dieci minuti il pagamento della corsa. Sylvia lo pagò e tornò in casa con i suoi bagagli.

-Lasciali pure qui nell’atrio, tesoro, li sistemeremo poi…-

La ragazza obbedì e quando fece per seguire la donna in salotto,un uomo di mezza età,dai capelli e baffoni grigi,con una sigaretta in bocca e un minuscolo gattino nero sulla spalla, si presentò davanti a loro, comparendo da chissà dove.

-Caro!!Ti ho chiamato ben due volte prima dov’eri finito?- lo rimproverò la moglie severa

-Io ero…- tentò di rispondere il signor Brief, ma fu interrotto.

-Lasciamo stare…Hai visto chi c’è?La riconosci?-

-Certo che s…- cercò di dire lui

-È Sylvia!!Non mi dire che non ti ricordi di lei!- trillò sua moglie.

-Certo che s…-

-Ah, sei il solito smemorato!Non si può mai contare su di te!Vado a preparare il tè!- dichiarò la donna sparendo in cucina.

Sylvia sorrise a quella scenetta. Non erano cambiati,i coniugi Brief…lui,sempre preciso e “succube”della moglie,e lei,eternamente allegra e un po’ logorroica.

Spiazzato, il signor Brief salutò la ragazza.

-Come stai,cara?-

-Benissimo, grazie!Anche tu mi sembri in forma…Gli anni non sono passati per voi!- disse Sylvia sorridendo.

-Non mi lamento…- rispose il signor Brief. -Ma torniamo a te…ti credevo a New York!-

-Diciamo che ho deciso di tornare.-

-Spero che sia per un bel po’!- disse il signor Brief

-Oh, si!Stavolta non me ne andrò tanto facilmente!A proposito…Ho già chiesto a tua moglie…Dov’è Bulma?- aggiunse sperando in una risposta esauriente.

-Mi ha appena telefonato, devo andare a prenderla…Perché non vieni con me?-

-Si,certo!!!- esclamò Sylvia felice.

                                                 

                                             *                                                      *

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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