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Autore: everlily    17/06/2012    7 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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14.

Awareness

Elena non seppe per quanto tempo rimase immobile. Se per qualche secondo, o interi minuti. Potevano essere state ore, per quanto ne sapeva.

Non posso

Ne avvertiva ancora l’odore, il sapore, la perdizione. L’assenza.

Ed era, semplicemente, come affogare un’altra volta.

Come aveva potuto pensare, anche solo per un secondo, che lui fosse disposto a perdonarla per tutta la sofferenza che gli aveva causato, per tutte le volte che lo aveva allontanato, per tutto il tempo che gli aveva negato il suo amore solo perché troppo sbagliato, troppo intenso, troppo totale.

Lo aveva lasciato andare, e sapeva che se lui aveva deciso di andare avanti, in fondo, era giusto così. Non poteva avere la pretesa di essere ancora il suo centro di gravità.

… non posso essere egoista con te … Lei era l’egoista.

Io non ti merito … Lei non lo meritava.

Se n’era andato. Lo aveva perso.

“Elena …”

Elena alzò lo sguardo alla voce di Jeremy, incerto sulla porta, nel suo bel vestito elegante.

Jeremy la raggiunse e la scrutò, decisamente preoccupato - “Elena, stai bene?”

Elena si costrinse ad annuire, e si sforzò al suo meglio di rivolgergli un sorriso.

“Elena stai piangendo.”

Elena si passò le dita sulla guancia, e si accorse che era davvero rigata di lacrime. Rimase un attimo, con sguardo assente, ad osservare le dita bagnate di lacrime, prima di ritrovare la voce.

“Non è niente, davvero” – mentì, non sapeva se a Jeremy o a se stessa – “Sono solo le stupide emozioni da vampiro. Starò bene in un attimo, non preoccuparti.” Con una voce che non sentiva come sua, aggiunse – “Faremo tardi al ballo.”

***

“Stefan.”

Stefan alzò lo sguardo e vide Katherine, appoggiata con le braccia conserte sulla soglia della grande sala. Stefan si gettò fulmineo su di lei e la incollò al pavimento, una mano a bloccarle il polso e l’altra a stringerle la gola.

“Non così violento” – sussurrò Katherine – “Potrei eccitarmi”. Con un solo gesto, Katherine si liberò della sua presa e lo scaraventò a terra, quindi si rialzò con grazia.

“Dammi una sola buona ragione per cui non dovrei ucciderti all’istante” – ribatté Stefan in tono asciutto mentre si rialzava.

Katherine si portò un dito alle labbra e sembrò pensarci. “Te ne do due. Perché non ne saresti capace. E perché ho delle informazioni che potrebbero interessarti.”

Stefan si strinse le braccia al petto, guardandola con espressione di sfida. “Klaus ti ha di nuovo mandato a fare il doppio gioco?”

“Klaus non sa che sono qui” – rispose tranquillamente Katherine.

Stefan alzò gli occhi al cielo, prima di tornare di nuovo a sostenere il suo sguardo con decisione. “Se hai qualcosa da dire, dillo, prima che ti dimostri come la prima ragione non sia valida.”

Katherine sospirò. “Ti ricordavo più paziente.” Si diresse svogliatamente a versarsi un drink, mentre proseguiva - “Pensavo ti interessasse sapere che Klaus ha intenzione di fare l’incantesimo su Elena. Stanotte.” Prese un sorso e lo scrutò da sopra il bicchiere.

Stefan si strinse nelle spalle. “Klaus non sa come fare l’incantesimo.”

Katherine fece un mezzo sorriso, e inclinò appena la testa di lato. “E’ questo che ti ha detto Damon? Beh, non mi sorprende. E’ sempre stato più martire persino della tua ragazza.” – si fermò un attimo a riflettere. “No, scusa, mi correggo. Ex ragazza.”

Stefan strinse lo sguardo e la guardò interrogativamente. “Di cosa stai parlando?”

“Non ti ha detto neanche questo vero?” – Katherine finì il proprio drink e posò il bicchiere, lasciando che le proprie dita scivolassero attorno al suo bordo. “Il solito Damon. Per far tornare Elena umana, Damon deve morire.” Katherine aggrottò leggermente la fronte. “Ha qualcosa a che vedere con il fatto che è stato il suo sangue a trasformarla. Roba da streghe, non chiedermi i dettagli.” – proseguì alzando quindi le spalle.

“In ogni caso …” – continuò – “Ho solo pensato che ti facesse piacere saperlo, sai, nel caso avessi intenzione di fare qualcosa al riguardo.” Si avvicinò a lui e lo scrutò in attesa della sua reazione.

Stefan teneva le braccia strette al petto, ed il suo sguardo era sospettoso. “Perché me lo stai dicendo?”

L’espressione di Katherine si fece genuinamente sorpresa, considerata l’ovvietà della risposta. “Perché è tuo fratello, Stefan. Lo sai che ti ho sempre amato. E a mio modo, ho amato anche Damon.” Posò il suo sguardo attento su di lui. “Non farmene pentire.”

***

Caroline aveva fatto un lavoro letteralmente incantevole. Fiori, piante, viti e rampicanti finti pendevano dal tulle leggero che ricopriva il soffitto e le pareti, con una tale grazia da sembrare quasi veri, avvolgendo tutto in una strana atmosfera ovattata. Solo qua e là, il tutto era interrotto da piccole farfalle ricoperte di brillantini, che mandavano leggeri bagliori ogni volta che vi si posava la luce.

“Care, è stupendo!” – esclamò Elena, alla vista della sua amica che le veniva incontro sorridente, vestita di un leggero abito turchese.

“Vero? E’ perfetto per il nostro ultimo ballo scolastico!” – osservò con un sorriso, prima di alzare le spalle – “In fondo, dai, l’idea di Rebekah non era così male.”

“Ehi, Matt.” – Jeremy e Matt si salutarono con una leggera pacca sulla spalla.

“Dov’è Tyler?” – chiese Matt.

“Con alcuni ragazzi della squadra, laggiù. Anzi, ora che ci penso vado a reclamarlo per portarmi a ballare.” – rispose Caroline con un sorriso, prima di allontanarsi.

Jeremy si guardò attorno – “E Bonnie?”

Matt si strinse nelle spalle – “Non l’ho vista, amico.”

“Sarà con quel Jamie.” – commentò Jeremy con una smorfia – “Beh, vado a prendere da bere.”

Elena si rivolse a Matt, posando le mani sulle sue spalle come a lisciargli il vestito – “Sei davvero affascinante stasera, Matt.” Si avvicinò e gli sussurrò nell’orecchio – “Evelyn Fell non ti toglie gli occhi di dosso.” Matt si voltò esitante, e notò, in effetti, Evelyn Fell sorridere nella sua direzione e abbassare lo sguardo.

Matt sorrise, un po’ imbarazzato e un po’ compiaciuto – “Beh, che vuoi farci. Sono l’uomo perfetto per tutte le donne.”

Matt le porse la mano – “Mi concedi il primo ballo?”

“Un ballo non può certo farmi male.” – rispose Elena con un leggero sorriso, accettando la mano che Matt che le stava porgendo.

Si mescolarono alla folla, e Matt le posò una mano sul fianco, mentre Elena gli cingeva il collo con le braccia.

“Sembri triste” – osservò Matt.

Elena abbassò lo sguardo, non sapendo bene cosa rispondere.

“Sono solo …” – si bloccò per qualche secondo, scosse la testa, e alzò di nuovo gli occhi su di lui, sforzandosi di sorridere – “Lascia stare.”

Matt alzò un sopracciglio, e la guardò sospettoso - “Damon?”

Elena rimase leggermente sorpresa - “Come lo sai?”

Matt si strinse le spalle - “Hai sempre quello sguardo quando si tratta di lui.”

Elena lo osservò con sincero affetto - “Lo sai, mi rendo conto che, in qualche modo, tu sei l’unico con cui riesco veramente a parlare di lui. Non mi hai mai giudicato.”

“Elena, ti conosco da sempre. Non c’è niente da giudicare.” – rispose semplicemente Matt.

“L’ho perso, Matt” – confessò Elena d’un fiato, ed il solo dirlo ad alta voce le fece stringere il cuore dolorosamente.

Matt la strinse un po’ a sé, e restarono in silenzio, finché Matt non le chiese solo - “Ma lo vuoi?”

A quella domanda, Elena avvertì una strana consapevolezza dentro, e non ebbe alcuna esitazione nel rispondere - “Più di qualsiasi altra cosa.”

“E allora che aspetti?” – le domandò Matt, aggrottando leggermente lo sguardo – “Vai a riprendertelo.”

Elena rimase un secondo assorta. Poi, si sentì sorridere, ed immediatamente fu come se quel dolore, quella pena, quel senso di perdita, si fossero fatti più leggeri.

Diavolo, sì.

Avrebbe trovato il modo, e si sarebbe fatta perdonare tutto il male che gli aveva fatto. Non importava a quale costo, o quanto tempo ci sarebbe voluto.

Lei era una Petrova, dopo tutto. Non aveva paura.

Sapeva che avrebbe dato tutto, e che avrebbe lottato per lui.

***

Elena riagganciò, e compose nuovamente il numero di Damon, ma, di nuovo, rispose solo la segreteria.

“Maledizione” – mormorò.

Stava per voltarsi e tornare dagli altri, ma non ne ebbe il tempo.

Avvertì distintamente un brivido di terrore correrle lungo la schiena, un solo attimo prima di sentire il proprio collo spezzarsi e perdere i sensi. Era stato poco più di un sussurro, ma non poteva sbagliarsi, avrebbe riconosciuto ovunque quella voce, così carezzevole e agghiacciante.

Hello, sweetheart.”






Spazio autrice.
Ed eccoci qua ... la nostra Elena ne ha fatta di strada, non credete?
Dico solo che sto scrivendo il finale e, credetemi, non è facile...
un bacio e un grazie di cuore a chiunque mi segue/preferisce/ricorda e soprattutto recensisce questa storia!
a presto,
baci

   
 
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