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Autore: Betty    13/05/2004    26 recensioni
Lord Diamond chiama presso il suo castello il dottor Averstone, per curare il mutismo della sorella Rose. Cosa farà quando si ritrova davanti la figlia del dottore, deceduto per una bronchite non curata? Sarà costretto ad assumerla sia per sua sorella, che per se stesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Regione di York, duca di Craincross, Paul Diamond

IL SIGNORE DI CRAINCROSS

 

Eccomi qui con una nuova storia, questa volta mi introduco nel mondo della AU, sperando di non fare qualche figuraccia. Vi anticipo che non so quando finirò L'uomo della mia vita perché l'ispirazione se ne volata via. Cercherò comunque di continuarla per voi che mi avete sempre recensito ed incoraggiato. Adesso vi lascio con la mia nuova storia, credo che il protagonista che ho scelto farà molto contenta Luxy.

 

CAPITOLO 1

Settembre 1752

La osservò a lungo poi finalmente parlò "Sig.na Averstone, cosa le fa credere che io vi assuma?" la sua domanda era stata fatta con tono glaciale, le parole si bloccarono nella gola della ragazza.

"Allora?" chiese nuovamente con aria arrogante l'uomo.

"Sono l'unica che può aiutare vostra sorella, milord"

"Lei? Una donna?"

In quel momento il suo orgoglio ebbe il sopravvento "Sì, io. Una donna, ho lavorato anni interi accanto a mio padre e ho imparato a trattare questo genere di patologie. E poi sono l'unica che sarebbe disposta a trasferirsi in questo posto dimenticato da Dio"

Non si aspettava questa audacia, la ragazza aveva fegato, doveva ammetterlo "Mia sorella è un caso particolare, non è sorda e ha sempre parlato fino al giorno della morte dei miei genitori."

La ragazza si meravigliò "Signore, allora perché avete chiamato mio padre? Lui si occupava solo di sordomuti"

"Ho chiamato vostro padre, perché era la mia ultima speranza. Che è sfumata visto che vostro padre è deceduto"

Non poteva arrendersi aveva abbandonato Londra, venduto la casa e pagato tutti i debiti ed ora non aveva niente se non quella possibilità di lavoro.

"Vi ripeto che ho affiancato mio padre per quasi 10 anni nella sua attività e so come gestiva i suoi pazienti, anche se vostra sorella non è sordomuta posso cercare di aiutarla lo stesso." La donna cercava di restare più calma possibile ma se lui le avesse rifiutato il posto di lavoro sarebbe stata la fine. Lo osservava mentre lo vedeva soppesare i pro e i contro poi finalmente parlò.

"Va bene, vi terrò in prova, ma sarete solo una istitutrice e sarete pagata come tale. Benvenuta a Craincross Alexandra Averstone."

"Vi ringrazio Lord Diamond" disse sollevata, era salva aveva un lavoro.

 

Una settimana prima

Aprì l'ennesima lettera dei creditori, tutti le chiedevano soldi; non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione simile, poche settimane prima la sua unica preoccupazione era curare i pazienti di suo padre. Lui si era sempre occupato di tutto, "In modo disastroso a quanto pare" pensò la ragazza osservando le innumerevoli lettere dei creditori accatastate sulla scrivania di suo padre. Aveva venduto pezzo per pezzo tutto l'arredamento della casa situata in una zona quasi al centro di Londra, aveva pagato i primi debiti ma adesso se ne accumulavano di nuovi. Suo padre Arnold Averstone era stato un ottimo medico e un buon padre ma aveva gestito i suoi averi in modo sconsiderato e quelli erano i risultati, era poco meno di quindici giorni che era morto e le sembravano degli anni, era stato l'unico genitore che aveva conosciuto, sua madre era morta dandola alla luce, era naturale che gli volesse un bene enorme.

Anche se lui l'aveva sempre trascurata per il suo lavoro, per la sua ossessione di riuscire a far parlare, coloro che non riuscivano, solo quando lei aveva chiesto al padre di poterlo assistere erano riusciti a comunicare veramente.

Aprì altre lettere, alcune erano di condoglianze, una però attirò particolarmente la sua attenzione. Era chiusa con la ceralacca e c'era impresso lo stemma di una casata; aprì la busta incuriosita.

Egregio dott. Averstone, vi scrivo perché ho urgente bisogno del vostro aiuto. Si tratta di mia sorella lei ha una patologia che solo lei è in grado di curare. Vi prego di accettare il mio invito alla mia dimora di Craincross nella regione di York, dove vi sottoporrò il caso. Naturalmente sarete generosamente ricompensato per questo viaggio, sempre che lei voglia accettare il mio invito.

Allegate ci sono le istruzioni per arrivare fino al mio castello.

Cordialmente Paul Diamond, duca di Craincross.

Rilesse un'altra volta la lettera, quella era la sua salvezza. Avrebbe potuto andarsene da Londra e d avere un lavoro. Ma il duca avrebbe accettato una donna? Doveva rischiare, altrimenti l'avrebbero messa in prigione per debiti. Avrebbe venduto la casa e sarebbe partita subito.

Lord Diamond sono felice di poterle prestare i miei servizi, purtroppo mio padre è deceduto poche settimane fa, ma io sto continuando il suo lavoro che seguo da anni. Sistemerò delle faccende qui a Londra e partirò immediatamente, vi spedirò un telegramma per avvisarvi con esattezza della data e orario del mio arrivo.

      1. Averstone

 

Non aveva specificato il suo nome per intero, almeno avrebbe avuto una opportunità, cioè quella di poter convincere Lord Diamond di persona.

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"Sig.na Averstone, la cameriera la condurrà alla vostra camera, ormai è tardi, vedrete domani mia sorella Rose. Un'ultima cosa, quanti anni avete?" chiese Lord Diamond.

"Venticinque" rispose imbarazzata Alexandra, lo sapeva che sarebbe arrivato quel momento, lui la considerava una zitella. Ma in fondo cosa le importava? Osservò nuovamente Diamond, vestiva da cavallerizzo, sotto la camicia bianca si potevano notare la corporatura robusta e muscolosa, il viso era quello che più l'attirava, i capelli lunghi fino al collo erano tenuti legati da un nastro, il volto non aveva imperfezioni, o forse sì, le era sembrato di intravedere una cicatrice poco sopra il sopracciglio destro. Però erano gli occhi la cosa che più la attirava, erano misteriosi, freddi non avevano vita.

"Alla vostra età una bella ragazza come voi dovrebbe già essere sposata" disse Diamond, pensando di irritarla.

"E voi quanti anni avete?" ribatté Alexandra sulla difensiva, il commento di Lord Diamond era pressoché fuori luogo e il fatto che lui la schermisse le dava tremendamente fastidio, lo sapeva di non essere bella, era troppa alta, con poco seno, i capelli ricci di un colore anonimo erano difficili da domare, e il suo viso non aveva nulla di particolare.

"Trentasei"

"E non vi sembra il momento di dare un erede alla casata? Adesso se mi volete scusare vorrei ritirarmi nella mia camera, sono stanca per il viaggio"

"Vi voglio vedere domani mattina per colazione, alle otto." Fu la risposta di Diamond, Alexandra poteva sentire i suoi occhi puntati su di lei mentre si allontanava.

Paul sorrise mentre si rigirava nelle mani il bicchiere di sherry, quella donna era così strana, all'inizio le era sembrata un micino impaurito ma quando la si attaccava, diventava una leonessa. La attirava, non era di quelle bellezze mozzafiato a cui era abituato, forse per quello si era sentito subito intrigato dalla sua persona.

Era alta, le arrivava quasi al mento ed era una cosa fuori dall'ordinario per quei tempi, anche perché lui era alto quasi un metro e novanta, i capelli a stento trattenuti dalle numerose forcine, indomabili come lei e poi quegli occhi, marroni e poi verdi, occhi particolari non c'è dubbio. Pensò l'uomo. L'ultima immagine era per le sue labbra sembravano così morbide, cosa avrebbe provato a baciarla? Scosse la testa, doveva starle lontano, quella donna era lì per aiutare sua sorella e non per scaldare il suo letto. Anche perché aveva il presentimento che se l'avesse avuta non sarebbe più riuscito a farne a meno.

La camera che le avevano assegnato era a dir poco elegante, spaziosa e non era nell'ala riservata alla servitù, il grande letto a baldacchino occupava il centro della stanza, mentre alla sua destra una porta finestra conduceva su un piccolo balcone, la scrivania era accanto alla finestra ed era fatto di legno di mogano, molto pregiata. L'armadio era a dir poco enorme, sembrava la camera di un membro della famiglia, si chiese come mai l'avessero alloggiata proprio lì, ma la stanchezza ebbe il sopravvento e decise che avrebbe chiarito tutto l'indomani con Lord Diamond. Si spogliò velocemente, mise la camicia da notte e si rifugio sotto le spesse coperte, era solo settembre ma di sera faceva già freddo, pochi istanti dopo Alexandra dormiva tranquillamente.

In un'altra ala del castello Lord Diamond si rigirava nell'enorme letto, incapace di prendere sonno, stava facendo la cosa giusta? Come avrebbe reagito Rose vedendola? Doveva abituarla alla presenza di un'altra donna, un'altra istitutrice e quello non sarebbe stato facile, ma doveva provare anche quell'ultima strada, forse la soluzione stava nel metterle davanti ciò di cui lei aveva più paura.

Si alzò ormai sicuro che non sarebbe riuscito a prendere sonno, mise la vestaglia ed uscì dalla sua camera si diresse sicuro verso un'altra camera, aprì la porta lentamente ed osservò sua sorella che dormiva placidamente, era una ragazza bellissima, i lunghi capelli scuri come la pece incorniciavano il volto dalla pelle lattea, se fosse stata sveglia gli occhi di Paul avrebbero incontrato quelli verdi come smeraldi di Rose. Era stupenda, come la loro madre era la sua copia perfetta, si senti stringere il cuore al pensiero che Rose non si ricordasse niente di sua madre, non si ricordasse di quanto fosse stupenda Corrinna Diamond e di quanto li amasse. Purtroppo la polmonite l'aveva uccisa ancora giovane, quando Rose aveva poco più di due anni e così erano rimasti soli. Soprattutto dopo che era arrivata lei, che aveva allontanato ancora di più il vecchio Lord Diamond dai figli e aveva fatto del male alla piccola Rose. Se solo lui fosse rimasto al castello, invece di trasferirsi a Londra, adesso Rose sarebbe una giovane donna alle prese con la presentazione in società e non una ragazza che si comportava ancora come una bambina.

Doveva sapere cosa le aveva fatto quella donna e le circostanze in cui erano morti lei e suo padre, solo Rose aveva le risposte ma da quel terribile giorno non emetteva più un suono.

Adesso la sua unica speranza era Alexandra Averstone.

  
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