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Autore: RaffyRen97    18/06/2012    8 recensioni
Prima fic su Inazuma Eleven.
Raccolta su varie favole con protagonisti alcuni persaonaggi di Inazuma Eleven.
Ora vi lascio una piccola anticipazione del Prologo.
Spero leggiate e recensiate - e magari che appreziate - questa storia.
{Di notte tutti i bambini dovrebbero andare a letto, ma è proprio di notte che si scatenano le forze dei sogni.
Queste forze derivano dai desideri delle persone, belli o brutti che siano e che trovano il loro miglior rifugio nelle favole che vengono da sempre narrate ai più piccoli.}
Genere: Comico, Fluff, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La  prima favola  ad essere stata pescata dalla mano del piccolo Mamoru era la storia che voleva sentire Edgar. Si agitò un mormorio confuso tra i bambini, alcuni invidiosi della fortuna del ragazzo, altri che volevano solo ascoltare il vecchio raccontare.
- Bambini avete presente la favola della principessa sul pisello? – chiese Daisuke.
I bambini annuirono.
- Come ben sapete, il principe e la principessa si sposarono…- disse sorridendo -…sbagliato! – aggiunse poi.
I bambini lo guardarono straniti, ma anche incuriositi e divertiti.
- Dopo qualche giorno dopo le nozze la principessa cominciava ad avere strani sogni dove un uomo cattivo continuava a mettere un pisello verde sotto il materasso e ciò le dava incredibilmente fastidio.
Infatti continuava a lamentarsi e a dormire male  e ciò al principe non andava bene.
Quindi dopo un po’ la lasciò.
Questo fu uno shock per la madre del nobile, che morì di crepacuore. – Daisuke si fermò un attimo per riprendere  fiato.
- In questa storia non sono le principesse a cercare il principe, ma è lui stesso che ne cerca una.
 

*****

 
Il principe Edgar stava camminando avanti e indietro, con fare nervoso, nella sala principale del palazzo dove risiedeva.
Quell’espressione seria non faceva che risaltare la sua appartenenza alla nobiltà, anche se sfigurava sul quel viso spesso rilassato e che di solito mostrava un’espressione dolce e comprensiva. Quel  viso tanto dolce che, unito ai suoi capelli azzurri e lunghi, lo facevano spesso sembrare il nonno di Kazemaru una persona dotata di poteri magici benevoli –no,non è la fata turchina -.
La  sua irrequietezza era dovuta al fatto che non riusciva a pensare un piano per trovar moglie e da quando aveva lasciato l’altra non facevano che dirgli che era stato uno stupido e che non sarebbe riuscito a trovarne un’altra.
 – Cavolo ho soli 17 anni!- rispondeva sempre lui.
Solo due settimane dopo gli era arrivata una lettera di condoglianze, non per sua madre, ma per lui.
Dopo ore e ore di lunghi avanti e indietro gli venne un’idea per trovare moglie e non dare nell’occhio.
Sarebbe andato lui a cercar una ragazza in città travestito da cittadino comune.
La cosa più difficile da fare era nascondere i suoi capelli lunghi che avrebbero sicuramente tradito la sua identità.
Il giorno dopo, senza dire niente a nessuno se non al suo fidato domestico Sein,  Edgar  uscì dal castello nascosto dentro un carro che si dirigeva verso la città.
- E ora? Che faccio?- si chiese il principe una volta arrivato, guardandosi intorno spaesato. Non era mai venuto in città, se non per qualche manifestazione o per qualche evento speciale.
-Prima di tutto devo trovare un posto dove stare.- disse tra se e se il ragazzo che cominciò a esplorare l’area alla ricerca di un’abitazione.
Il ragazzo trovò in fretta una casa disabitata e decise di comprarla, tanto di soldi ne aveva e li poteva utilizzare come più desiderava.
Fortunatamente la casa si affacciava sulla piazza principale e decise, quindi, di osservare dapprima le ragazze che passavano di lì per poter poi scegliere le più belle ed educate.
Dopo circa 2 settimane Edgar già aveva un’idea delle ragazze del luogo e ne aveva scelto 3, tutte  molto belle e, a prima vista, nobili d’animo.
La prima si chiamava Natsumi, una bella ragazza dai capelli lunghi e rossicci. Di carattere era molto diffidente e distaccata e, inoltre, gli incuteva molto timore, soprattutto dopo averla vista schiaffeggiare talmente forte il suo ragazzo da lasciargli il segno delle dita sulla faccia. Scartata.
La seconda invece era molto più dolce e sembrava animata da un forte voglia di vivere l’avventura. Si chiamava Haruna e aveva dei capelli blu lunghi fino alle spalle –punto a suo favore-. Anche con lei non riuscì a parlare, ma stavolta perché, ogni volta che ci provava, avvertiva un’aura malefica e il fruscio di un mantellino dietro di se che gli metteva i brividi. Quest’aura altri non era che il fratello, il quale era gelosissimo della sorella. Scartata.
La terza, la sua ultima speranza, era la più dolce e bella delle tre, ottima donna di casa e dotata di un cuore d’oro, che sapeva però dimostrarsi forte e determinato nel caso ce ne fosse bisogno. Questa si chiamava Aki e con lei ebbe più fortuna che con le altre, niente fidanzati né fratelli indemoniati e possessivi.
Per un mesetto visse insieme a lei e alla madre, presentandosi come un povero mendicante bisognoso di vitto e alloggio. Le due inizialmente furono un po’ sospettose, ma dopo poco si aprirono totalmente, facendolo sentire in famiglia. L’unico dettaglio non previsto nel piano del principe era un nobile americano, molto ricco e avvenente che, nel giro di 3 giorni, sposò Aki e se la portò con sè in America per non farsi più vedere.
Il giovane principe dai capelli azzurri cadde in preda allo sconforto e, sospinto dal suo nervosismo e dalla sua depressione, cominciò a fare lunghe camminate per la città senza neanche sapere dove stesse andando. Un giorno si ritrovò in campagna senza neanche accorgersene e, guardando lungo il sentiero che aveva percorso, si accorse che da tempo aveva sorpassato le mura cittadine e il sole stava tramontando.
Non sapendo che fare decise di chiedere ospitalità a un qualche contadino e, si diresse  verso una casetta. Avvicinandosi notò una ragazzina dalla pelle abbronzata e dai capelli azzurri –punto a favore per lei- che stava lavorando in un campo davanti la casa. Non appena  la vide in viso provò una sensazione mai provata prima, sentì il volto arrossarsi, le gambe tremare, iniziò a sudare freddo e non riusciva a staccare gli occhi da lei.
Solo quando riprese pieno possesso delle sue facoltà mentali riuscì a capire che la ragazza, incuriosita, si stava avvicinando e lui, come solo un nobile sa fare in queste situazioni, fuggì via, ma la ragazza fu più veloce e lo fermò.
-Hey! Chi sei? Perché mi osservavi?-  chiese la ragazza
-Ehm… ecco… io…- balbettò lui
-Allora?- esclamò spazientita e, notando che il ragazzo non rispondeva ancora, si girò e fece per andarsene.
-Aspetta…- mormorò il principe. –sono un povero mendicante… potresti aiutarmi dandomi vitto e alloggio?- chiese, imbarazzato
-Certo! A patto che tu dia una mano in casa e nei campi!- disse lei –Comunque, io mi chiamo Rika! E tu?-
-Io… io… io sono Edwin-
-Bene, Edwin! Direi che ormai è tardi per continuare a lavorare nei campi! Domani, però, dobbiamo mettercela tutta, ok?- disse molto entusiasta di avere finalmente qualcuno che la potesse aiutare
-Ehm… ok…-
La cena fu molto modesta, di sicuro niente a confronto coi lauti pasti che Edgar faceva al castello, ma a lui non importava, gli importava solo di stare con quella ragazza.
 
-SVEGLIAAAAA!-
Fu questa la prima cosa che Edgar sentì al mattino: un unico urlo così forte da renderlo sordo per una mezz’ora buona. E quella fu la cosa più piacevole della giornata…
Lui, che era un principe, non era abituato alla vita che faceva Rika e, il suo primo impatto, fu pessimo.
Non fece colazione, e lui mangiava di più durante quel pasto che nel resto della giornata.
Dovette arare i campi e poi seminare, e il massimo del suo sforzo fisico era prendere un libro da una libreria.
Dovette andare a prendere l’acqua dal pozzo, e lui, l’acqua, era abituato a farsela prendere dai maggiordomi e servitori.
Inoltre lavorava malissimo e, nonostante Rika non glielo facesse pesare, si sentiva sempre più demoralizzato ad ogni errore, soprattutto perché poi era la ragazza che doveva aggiustare tutto e lui non poteva fare altro che scusarsi e guardare.
Fortunatamente era un ragazzo intelligente e determinato e già dopo una settimana era migliorato notevolmente e Rika cominciava addirittura a complimentarsi con lui, nonostante facesse ancora moltissimi errori.
Ogni giorno la sua abilità manuale cresceva e, insieme a questa, anche la su affinità con Rika. Questa crebbe così tanto che, tra i vari contadini, si era sparsa la voce che fossero fidanzati, se non addirittura sposati.
L’unico difetto nella loro relazione era che Edgar continuava a mentirle sulla sua identità.
Il principe rimase in quella casa per circa 1 anno, vivendo dei frutti del suo lavoro e della compagnia di quella ragazza solare e simpatica, ma tutto ciò finì.
Esattamente un anno dopo l’incontro con Rika, le lamentele su una mancanza di un re in quella città divennero vere e proprie manifestazioni, spesso violente, che avevano come risultato solo la morte di moltissime persone, ed Edgar non poteva rimanere indifferente a tutto ciò.
 
-Cos’hai?- gli chiese Rika, un giorno –Ultimamente sembri molto nervoso, preoccupato… Che ti succede?-
-Uh… Eh? Nulla…- rispose lui distratto, ma Rika sapeva che stava male e aveva l’intenzione di scoprire il perché. La ragazza aveva notato che, da circa due  settimane, Edgar usciva ogni due sere per farsi poi rivedere soltanto la mattina dopo.
Quella sera Rika, bene attenta a non farsi scoprire, seguì il ragazzo per le vie della campagna e, dopo circa un’ora di cammino, vide Edgar entrare in una capanna abbandonata. Lei si fermò fuori la porta ad origliare.
- Succede qualcosa di nuovo a palazzo?- chiese il ragazzo
- No, signore… La situazione è sempre la stessa: panico e nervosismo aleggiano tra i nobili suoi parenti, ma nessuno di loro vuole far nulla per placare l’animo dei cittadini- rispose l’altro uomo, con una voce molto seria
- Ma perché, mi chiedo!- Esclamò il nobile, quasi urlando.
-Perché nessuno vuole addossarsi il problema di risolvere i problemi causati dalla sua assenza, Signore. In fondo, lasciando il castello, non ha che reso certa la fine del regno, mio Principe-
A quelle parole Rika rimase più che schioccata e fuggì via verso casa, anche se, in fondo, lo sapeva che non poteva essere quel che lui voleva farle credere. Era troppo elegante e colto per essere un così povero mercante.
Arrivata a casa sbarrò la porta e scoppiò a piangere fino ad addormentarsi.
Edgar tornò a casa solo dopo aver dato al servitore gli ordini da seguire per i prossimi due giorni e voleva prendersi quei due giorni per poter parlare con Rika, spiegarle che doveva tornare al suo posto a palazzo e che, non appena fossero finite le rivolte, era intenzionato a sposarla. Ma non sapeva che gli sarebbe servito molto meno che un paio di giorni.
Tornato a casa trovò la porta chiusa e, dalla finestra, vide Rika stesa a terra che dormiva. Pensando le fosse successo qualcosa aprì la porta con un calcio, prese in braccio Rika e la portò nel suo letto.
La ragazza si svegliò nel pomeriggio. Era ancora un po’ intontita, ma ricordava quel che aveva sentito la sera prima.
- Dimmi la verità, Edwin… o dovrei dire Edgar- chiese prima che lui potesse dirle nulla.
Edgar rimase sorpreso dalla sua pretesa, ma sapeva che prima o poi lei avrebbe scoperto tutto e quindi le disse tutta la verità, che doveva tornare a palazzo per acquietare le rivolte, che sarebbe partito il giorno seguente. L’unica cosa che non le disse era la sua intenzione di sposarla il prima possibile.
Si scambiarono poche parole quel giorno e anche la mattina dopo l’addio tra i due fu molto sbrigativo. Nessuno dei due voleva far vedere all’altro che stava soffrendo.
Edgar tornò a palazzo e riuscì a calmare le rivolte in 6 mesi, ma doveva ancora calmare i nobili del palazzo, molto arrabbiati col ragazzo, nonostante fossero stati proprio loro a non voler prendere il suo posto per evitare di avere problemi col popolo. Dopo esattamente 1 anno tutto tornò alla normalità, cioè a prima che il principe se ne andasse, ma lui non era felice. L’unica cosa che poteva renderlo felice era quella ragazza dai capelli azzurri e la pelle abbronzata, con quel carattere allegro e giocoso.
 Fortunatamente, al contrario del principe, Rika non mancava di iniziativa e, dopo essersi stancata di aspettarlo partì verso il castello. Non era sicura di trovarlo, né che fosse ancora disponibile per lei, ma voleva andarci lo stesso. Però, appena arrivata alle porte del palazzo, il coraggio le mancò per un secondo, ma poi, più decisa che mai, si gettò verso l’ingresso del castello. Subito le guardie le si scagliarono contro, ma lei riuscì comunque a entrare e cominciò a correre per il palazzo senza sapere dove andare.
Edgar stava passeggiando per il cortile interno, quando sentì un gran trambusto. Le guardie stavano correndo a destra e a manca urlando.
Il principe andò subito a vedere cosa stesse succedendo e, prima che potesse rendersene conto, si ritrovò steso a terra con una ragazza addosso.
 
 
 
*Angolo dell’autore*
Giorno/Sera/Pomeriggio a tutti! Scommetto di sapere ciò che vi siete chiesti fin dall’inizio! Voi volete sapere chi era la madre di Edgar, vero? (ma anche no!) Curiosi?
Ve la presento.
Rococo: gfdrtyghiu D: Perché sono sua madre? Abito dall’altra parte del mondo .w.
Io: non perché sei maschio? Vabbè… riferirò a Natsumi… sei tu sua madre perché mi serviva qualcuno coi capelli blu e con la voce da donna e Kazemaru NON ha la voce da donna… e poi lui è il figlio –o il nipote-.
Natsumi: Con chi hai avuto quel figlio?  è___è
Zexion: Avec moi!
Edgar: non può essere mia madre O_____O
Rococo: sei stato adottato!
Edgar: MADDAI?! E chi sono i miei veri genitori?
Rococo: … … …Tachimukai e Haruna!
Edgar: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO TACHIMUKAI NOOOOO
Tachimukai: cosa mi dovrebbe rappresentare questo?
Io: che fai schifo, forse?
Tachimukai: e perché mai?
Io: semplice, perché ti fai fare goal dai tiri semplici delle squadrette a 4 che si trovano passeggiando per strada! Ergo, fai schifo!
Tachimukai: *corre via piangendo e cade nella fossa degli Arbok*
Kidou:*rivolto ad Edgar* nipotino miooooo
Io: *lancia tutti nel fossato dei coccodrilli* bene! Ora che si sono risolti i loro problemi familiari, passiamo alla fic! Tralasciando il fatto che è penosa, vi ricordo che è solo la prima fic che scrivo, quindi spero che sarete clementi, ma accetterò comunque ogni tipo di correzione che mi farete!
Ci vediamo al prossimo capitolo! °w°
Raffy o Ren
 
p.s Grazie a tutti quelli che seguono la fic, ma soprattutto grazie a chi la ha recensita e a chi la recensirà!
Inoltre scusate se ci ho messo tempo per postare, ma col caldo che c’è qui la voglia di stare al computer cala di brutto =w=

  
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