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Autore: _only me_    19/06/2012    2 recensioni
...“Mi ami?”
Silenzio
“Allora mi vuoi rispondere?! Ti ho chiesto se mi ami o stavi solo giocando?”
Gli presi il viso tra le mani
“Abbi almeno il coraggio di guardarmi negli occhi”
Le lacrime rigavano il mio viso ma continuavo a fissarlo negli occhi aspettando una sua risposta. Alzò finalmente lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi; quante volte mi ero immersa in quelle iridi nocciola, perdendomi in quello sguardo innamorato, o almeno credevo lo fosse.
“Mi dispiace”
Se ne andò. Due parole che segnano la fine di una storia; due parole che spezzano un cuore, il MIO...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi ami?

Silenzio

“Allora mi vuoi rispondere?! Ti ho chiesto se mi ami o stavi solo giocando?”

Gli presi il viso tra le mani

“Abbi almeno il coraggio di guardarmi negli occhi”

Le lacrime rigavano il mio viso ma continuavo a fissarlo negli occhi aspettando una sua risposta. Alzò finalmente lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi; quante volte mi ero immersa in quelle iridi nocciola, perdendomi in quello sguardo innamorato, o almeno credevo lo fosse.

“Mi dispiace”

Se ne andò. Due parole che segnano la fine di una storia; due parole che spezzano un cuore, il MIO.
 
UN ANNO PRIMA

“Dai Lily alzati o farai tardi a scuola”

La voce  di mio padre mi arrivò chiara e squillante e mi diede un certo fastidio. Mi rigirai dal letto incapace ad alzarmi.

“Lily muoviti non sto scherzando è tardi”

Mio padre iniziò a scuotermi vigorosamente per farmi svegliare

“Va bene, okay, sono sveglia contento?!”

Mi girai a guardarlo sbuffando, lui alzò le spalle e uscii dalla camera.

“Io vado. Non torno per cena, ci deve essere qualcosa nel frigo, ti voglio bene”

Era forte la tentazione di aspettare che fosse uscito e rimettermi a letto. Era il primo giorno del mio ultimo anno di liceo e non mi andava a fatto di iniziarlo. Un  insistente ronzio mi riportò alla realtà, fissai lo schermo del cellulare per vedere chi fosse, anche se potevo immaginarlo.

“Lil tra dieci minuti sono da te. Muoviti”

Tutta questa fretta che aveva la gente stamattina non la capivo.
Mi alzai velocemente dal letto e inizia a prepararmi senza nessuna voglia; presi un vestito dall’armadio, mi aggiustai un po’ i capelli, l’indispensabile. Scesi di corsa le scale, afferrai una mela al volo dal tavolo della cucina e l’addentai; uscii di casa giusto in tempo per vedere arrivare la macchina, o meglio il rottame della mia "metà".

“Ciao rossa, non cambi mai eh?!”

“poche chiacchere e sbrigati, non voglio fare tardi per colpa tua”

Gli feci la linguaccia e lui mi guardò sbuffando. Matt era il mio migliore amico dai tempi dell’asilo, in realtà fu anche il mio primo fidanzato, quando avevamo circa cinque anni. Eravamo inseparabili, ne avevamo passate tante, la morte di sua madre, la separazione dei miei, delusioni d’amore, sempre insieme, sempre amici; litigavamo spesso, ma poi facevamo pace con una quantità industriale di gelato e una nottata di film. Da qualche tempo Matt frequentava una ragazza, Cassie, non sopportava quando stavo  troppo vicino a lui, io qualche volta la stuzziavo di proprosito e lei subito si lamentava con Matt che fingeva di rimproverarmi, ma io non gli davo troppo retta.

“quando ti deciderai a cambiare macchina?”

“quando ti deciderai a non rompere e ringraziarmi del passaggio?”

Odiavo quando faceva così, gli diedi un pugno sulla spalla

“ahi! Sei matta mi hai fatto male”

“femminuccia”

“brontolona”

Scoppiammo tutti e due a ridere come due bambini, mentre nel frattempo eravamo arrivati nel parcheggio della scuola.

“che c’è di così divertente?”

La voce stridula di Cassie mi fece venire un brivido lungo la schiena, era davvero irritante.

“niente Cassie io e Matt stavamo ricordando quella volta che l’abbiamo fatto nella vasca a casa mia e mio padre ci ha beccati!”

Lei mi guardò indispettita e poi si aggrappò al braccio di Matt fissandolo come un cucciolo abbandonato.

“dai Lil piantala. Vieni Cassie andiamo”

“mamma mia non si può neanche scherzare! Non vi preoccupate per me vado da sola!”

Continuai a parlare anche se ormai se ne erano già andati. Mi appoggia per un momento alla macchina di Matt, decisi di aspettare ancora qualche istante prima di andare in classe.

“ehi bellezza, è dura vedere il tuo amore andarsene con un'altra eh?! Sai che se vuoi io sono disposto a consolarti”

Josh, l’atleta, il capitano della squadra di football della scuola, lo strafottente belloccio dell’ultimo anno, mi aveva raggiunto e mi si era avvicinato

“non provarci nemmeno Josh, sai che con me perdi solo tempo”

“andiamo Lily rilassati ogni tanto”

“ma io mi rilasso, solo non con te”

Lo lasciai lì a parlottare e andai in classe, salutai qualche faccia conosciuta e mi misi ad ascoltare la presentazione del programma della professoressa di letteratura. Fortunatamente il primo giorno avevamo solo due ore. Sentii il telefono vibrare, era un messaggio di Matt 

“prendi l’autobus, ci vediamo a casa tua”

Piuttosto criptico ma non gli diedi troppa importanza. Alla fine della lezione uscii dall’aula e mi diressi alla fermata del pullman; ero ormai arrivata quando mi sentii afferrare un braccio con violenza.

“tu brutta ruba ragazzi che non sei altro, sei contenta adesso eh? Matt mi ha lasciata per colpa tua, perché facevi la gelosa e non lo lasciavi stare. Adesso è tutto tuo divertitevi pure.”

Cassie me lo aveva praticamente urlato in faccia davanti a quasi tutta la scuola, non avevo nemmeno avuto il tempo di ribattere che se n’era già andata via in lacrime insieme alle sue amichette

“ lo spettacolo è finito, potete andare!”

Urlai io di rimando alla persone che continuavano a fissarmi. Non mi piaceva essere al centro dell’attenzione, ma soprattutto non ammettevo di essere insultata ingiustamente davanti a tutti. Matt avrebbe dovuto darmi delle spiegazione. Non mi aveva detto che aveva intenzione di lasciarla, e lui mi diceva sempre tutto. Corsi per prendere l’autobus che stava arrivando, andai a sedermi nell’ultima fila e notai che passando alcuni mi fissavano e bisbigliavano al vicino. Che pettegola la gente. Mi misi le cuffiette e alzai la musica a tutto volume, presi il telefono e mandai un messaggio a Matt “si può sapere che hai combinato?”

Aspettai qualche minuto ma nessuna risposta. Arrivata alla mia fermata scesi e mi diressi verso casa, trovai Matt davanti alla porta

“allora, dove eri finito? La tua ragazza mi ha fatto una piazzata pazzesca davanti a tutti a scuola dicendomi che per colpa mia vi siete lasciati”

“mi dispiace, le ho detto che era una mia decisione e che non è colpa tua”

“ma perché l’hai lasciata? E perché non me l ‘hai detto?”

“perché l’ho deciso sul momento okay?! Non devo per forza dirti sempre tutto!”

“Matt rilassati sto solo chiedendo”

“bhè adesso non mi va di parlarne”

E se ne andò

“Matt aspetta dove vai? Matt?”

Ormai era salito in macchina e aveva girato l’angolo. Mi aveva lasciato così, senza spiegazione; sembrava arrabbiato, ma non sapevo perché.
  
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