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Autore: EriStefan95    19/06/2012    1 recensioni
Una storia vera nata per caso tra sabbia e mare nella calda estate del 2010. Un'incontro inaspettato che mi ha cambiato la vita.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le due di notte. Se non fossi tornata a casa entro mezz'ora la mamma mi avrebbe messa in punizione per il resto dell'estate. Fortunatamente la festa era finita e tutti se ne erano quasi andati.
<< Stefano la accompagni a casa tu ? >> gli chiese Mauro che camminava per mano con Arianna.
<< Si >> disse  << Si, si >> ripetè due secondi dopo. Mauro ci salutò squotendo la mano e dandoci appuntamento a domani mattina.
Arianna mi scoccò due baci sulle guance e seguì Mauro che era quasi arrivato alla macchina in cui la madre lo stava aspettando.
<< Fa freddo con la moto >> mi disse Stefano voltandosi verso di me, guardandomi negli occhi per la prima volta.
<< Non ci sono problemi per me >> risposi. Avevo la sua felpa appoggiata sulle spalle e l'aria non la percepivo neanche. Lui era abbastanaza coperto da un'altra felpa blu acceso, era tutto perfetto. Mi sorrise, poi estrasse le chiavi della moto dalla tasca del pantalone e si avviò al parcheggio. Io gli ero dietro. Lo seguivo ovunque, anche solo con lo sguardo. Non gli staccavo gli occhi di dosso neanche per un'attimo. Era al centro delle mie attenzioni. In realtà prestavo attenzione solo a lui, era il mio unico interesse. Aprì il sellone e afferrò il casco, me lo porse e questa volta seppi agganciarlo autonomamente. Aspettai che scendesse la moto dal cavalletto e salii sopra senza esitare troppo. Avvolsi le mie mani intorno al suo bacino e intravidi il suo sorriso dallo specchietto della moto. Mi sentii a mio agio e decisi di andare a fondo. Posizionai la mia testa sulla sua spalla tirando un sospiro di adattamento. Sentivo il suo respiro, i battiti del suo cuore. Riuscivo persino a tenere il conto finchè non mi abbandonai al calore del suo corpo e cominciai a sognare.

<< Siamo arrivati >>. La sua voce rimbombò nelle mie orecchie. Mi sentii stordita, dovevo essermi addormentata. Eppure ricordavo che stavo sognando la stessa scena: io appoggiata a lui sulla moto mentre le mie mani accarezzavano i suoi addominali scolpiti. Non riuscivo più a distinguere la realtà dal sogno. Mi stiracchiai un pò e scesi dalla moto pesantemente e anche grondante di sonno.
<< Ciao >> gli dissi uscendo tutti e trentadue i miei denti di fuori.
<< Ciao >> rispose lui con il suo solito sorriso. Esitai prima di andarmene. Avrei voluto rimanere lì a guardarlo, sarei rimasta a fissarlo per ore. Ormai era certo, mi piaceva. Mi decisi ad andarmente dandogli la buonanotte. Feci per voltarmi ma lui mi afferrò per il braccio e mi spinse verso di lui. Il mio corpo era a pochi centimetri dal suo. Provai imbarazzo, un forte imbarazzo. Lui sembrava tranquillo. Le sue mani afferrarono violentemente ma anche elegantemente e con dolcezza al mio viso e lo accompagnarono accanto al suo in pochi secondi. Le sue labbra non esitarono a sfiorare le mie. Si appoggiarono voracemente quasi ansiose di gustarne il sapore. Non mi mossi. Lasciai che le sua bocca si impossessasse delle mia senza impedire alcuna mossa. Poi si fermò e riprese a guardarmi senza dire niente, sorrise e basta. Questa volta il sorriso era più vicino, i suoi denti erano davanti ai miei occhi. Sorrisi anche io senza distogliere lo sguardo dalla sua bocca. Mi aveva baciata, lo conoscevo da un giorno e mi aveva baciata. Lasciò scivolare via le mani lasciando respirare le mie guance calde. Sorrisi imbarazzata.
<< Allora io vado >> disse poi sedendosi sulla moto. Il grigio metalizzato sembrava quasi nero con il buio.
<< Certo, va bene >> risposi. Mi sorrise. Gli sorrisi. Mi sorrise di nuovo. Gli sorrisi ancora. Andammo avanti cosi per un'altra manciata di minuti finchè dissi che dovevo entrare o mia madre mi avrebbe chiamata. Mi salutò per l'ultima volta e poi si allontanò nel buio in sella al suo liberty. Lo guardai finchè non scomparì. Sorrisi....... 

. . .


La mattina dopo mi svegliai con lo stesso sorriso. I raggi di sole piombavano dalla finestra proprio sui miei occhi e fui costretta ad alzarmi. Erano le 10 del mattino di un caldo venerdi ed ero ansiosa di arrivare a mare quanto prima. Ripensavo al bacio. Era un semplice bacio a stampo, niente di più, ma per me era stato come un fuoco d'artificio, un tuffo nel cuore. Mi precipitai in bagno a prepararmi, i miei erano già pronti e se non fossi stata pronta anche io entro dieci minuti ero sicura che mi avrebbero lasciata a casa. Mezz'ora dopo ero a mare.[...]
Sparpagliai le mie cose nella cabina e mi precipitai a vedere il mare prima che mia madre mi inveisse contro costringendomi ad andare a prendere un po di acqua per pulire il tavolo. Odiavo andare a prendere l'acqua, cercavo sempre di scaricare quel compito a mia sorella Marzia.
Il mare era calmo, il vento poco e i capelli volavano meno di ieri. Anche oggi un punto a mio favore. La piastra si notava più oggi di ieri. Non era arrivato ancora nessuno, c'ero solo io con i miei mille pensieri e la mia ansia di rivederlo. Tornai in cabina  per prendere una sedia da sdraio; anche mia sorella era appena arrivata al tavolo e faceva fatica a portare un secchio pieno di acqua. Anche oggi l'avevo scampata. Estrassi il libro di Nikolas Sparks che stavo leggendo dalla borsa e mi misi comoda sulla sdraio che avevo posizionato sotto l'albero all'ombra in attesa che i miei amici arrivassero. Amavo il modo di scrivere di Sparks, ogni volta che leggevo le sue righe mi estraniavo dal mondo e mi sentivo la protagonista delle sue storie. Mi piaceva sognare. Si, i suoi libri mi facevano sognare sempre ad occhi aperti. Non mi stancavo mai di leggere, se chiudevo il libro era perchè dovevo fare qualcos'altro. Passarono ore e di Mauro, Arianna e Stefano nemmeno una traccia. Nel frattempo avevo quasi finito il libro, mi mancavano giusto un paio di capitoli poco più e sperai affinchè i ragazzi arrivassere in tempo per la fine altrimenti dopo non avrei saputo cosa fare. Improvvisamente il motore di una moto rimbombò nelle mie orecchie. Esitai a voltarmi per paura di rimanere illusa e vedere la moto sbagliata, ma quando lo feci era proprio lui. Non sapevo se alzarmi ed andargli incontro o aspettare che fosse lui a venire da me. Optai per la prima. Misi il segnalibro nella pagina che dovevo finire di leggere e chiusi il libro.
<< Ciao Stefano >> lo salutai mentre lo raggiungevo sotto l'albero " delle moto ". Era lì che tutti parcheggiavano le loro moto.
<< Ciao >> mi rispose mentre era intento a slacciare il casco nero che gli copriva i capelli.
<< Mauro e Arianna non sono ancora arrivati >> lo informai per aprire un argomento e rompere il silenzio che si stava creando.
<< Lo so >> disse << Mauro mi ha mandato un messaggio dicendomi che viene verso le due >> aggiunse poi.
Erano solo le dodici e mezza, cosa avrei dovuto fare tutto quel tempo sola con lui?
Mi limitai a sorridergli.

  
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