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Autore: Nemsi    19/06/2012    5 recensioni
Essere i paldini del pianeta Terra comporta molte sofferenze e rinunce, anche le più impensabili.
Breve raccolta che analizza i protagonisti di The Avengers e il loro rapporto con l’amore e il sesso.
01. Tony Stark
02. Bruce Banner
03. Clint Barton
04. Steve Rogers
05. Natasha Romanoff
06. Thor
07. Loki
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E con 2 voti ha vinto il nostro adorabile piccolo chimico!
*Hulk guarda male Nemsi che gli lancia un biscottone e se lo toglie di torno*
Piccolo avviso: poiché non c’è un vero e proprio ordine logico tra i vari capitoli, ho pensato di far scegliere a voi. Potete scegliere chi volete tra gli Avengers mancanti, ma non Loki. Inserite il vostro voto nella recensione o inviatemi semplicemente il nome del prossimo condann- ahem- fortunato! Votate, gente, votate ^^
 

Bruce Banner

1115 parole

 
Sono 215 giorni che non mi trasformo. Un nuovo record, dopo l’ultimo “incidente”. Ma c’era in gioco la salvezza della Terra da un’invasione aliena, credo sia un’attenuante sufficiente.
Ora che le acque si sono calmate, sono tornato alla mio solitario esilio forzato. Questa volta non mi sono dato molta briga a coprire le mie tracce. Ormai ho capito che è praticamente impossibile uscire dal radar dello S.H.I.E.L.D. contro il loro volere. Quindi perché dannarsi. Fino a che staranno a distanza, mi sta bene. Ed ormai credo abbiamo capito la mia posizione ideologica. Una crisi d’entità mondiale? Ok, sono dei vostri. Scaramucce tra stati o deterrente nucleare vivente? Potete scordarvelo.
Degli altri, l’unico che sento ancora, e che conosce i miei spostamenti (anche se non nel dettaglio) e’ Stark. Mi fornisce beni di prima necessità e materiali per i miei esperimenti. Oltre a plichi e plichi con le ultime scoperte e le ricerche più d’avanguardia dell’intero globo. Forse lo fa solo per un suo narcisistico capriccio, ma poco importa. Sono conscio del fatto che lui veda in me una risorsa fondamentale per mantenere la pace (non potrebbe essere diversamente, per un ex-costruttore d’armi con una solida tradizione famigliare alle spalle) e che sarebbe assai felice se “mi accettassi per ciò che sono”, parole sue. Forse mi invia tutta questa documentazione, proprio per farmi capire che il mio è un caso senza speranza...
No, non ci credo neppure io. Sotto il suo cumulo di stramberie e le sue manie di protagonismo, Tony è un vero amico. E forse mi conosce meglio di quanto io stesso non pensi. Di certo mi può capire molto bene, anche se non lo ammetterà mai. Essere IronMan non è poi tanto più semplice che essere l’abominevole Hulk.
Perché odio tanto la mia condizione? Perché non è una dannata armatura che una volta tolta, mi permette di tornare ad essere un uomo normale, con una banalissima vita normale ed una famiglia maledettamente normale. No, io sono un mostro. Ormai ogni mia cellula è irrimediabilmente mutata in modo A-normale. Sono un abominazione che non dovrebbe esistere.
Ma l’Altro non mi concede neppure di farla finita, a modo mio, con le mie condizioni. Lui i proiettili li sputa. E questo è di un’ironia così feroce da farmi ridere come un pazzo, isolato nella mia disperata solitudine.
Figuriamoci permettermi di amare qualcuno.
E non intendo solo in senso fisico.
Non posso provare desiderio.
Devo stare attento che i battiti del mio cuore non superino la linea di guardia, o l’Altro potrebbe svegliarsi. E se succede in mezzo a New York, divento la miglior ditta di demolizione al mondo, tutto in un solo... individuo. Se succedesse mentre sono con lei... Non posso neppure immaginare di avere le mani grondanti del sangue di Betty senza tremare. Figuriamoci correrne il rischio. E’ vero, in passato l’ho difesa, ma è comunque da incoscienti. L’Altro è imprevedibile e la prossima volta potrebbe non andare così bene.
Non so cosa darei per poterla avere ancora. Trascorre le giornate di lavoro, fianco a fianco, sostenendoci ed ispirandoci a vicenda. Portarla a cena e sentirla ridere di gusto, con gli occhi che brillano di gioia. Parlare per ore, saltando dal modello atomico di Bohr-Sommerfeld all’ultimo assurdo romanzo d’amore che ha divorato in meno di un weekend.  Interrompere a metà un film noioso, noleggiato senza un perché, magari attirati da una locandina più promettente della pellicola stessa, e baciarci per ore, accoccolati sul divano. E passare la notte solo noi due, nudi su un letto sfatto, l’uno nell’altra, non solo nel corpo ma anche nella testa. E nell’anima, se ne esiste una. Sentirla mia, addormentandosi abbracciati, dopo aver fatto l’amore.
Devo smetterla. Ricordare tutto questo fa troppo male. E anche il dolore è un sentimento da evitare.
Cerco di non interrompere mai la striscia positiva. Perché in questo modo riesco ad odiarmi di meno, e a non rimpiangere ogni stramaledettissimo giorno quel maledetto esperimento. Se rimango Bruce Banner sono solo un uomo che si nega tutto, ogni gioia ed ogni dolore, vivendo senza emozioni. Mi limito ad esistere, arginando con precisione scientifica i danni al fisico ed alla psiche.
Se mi trasformo, invece, è come un’esplosione nucleare. E non solo di collera. La rabbia è solo la miccia.
Le sensazioni del mondo che mi circonda mi invadono, distorte ed amplificate, e mi travolgono come uno tsunami a cui non posso oppormi con la forza di un uomo.
E di nuovo ricordo sulla pelle, in ogni fibra del mio essere, in ogni maledettissima cellula,  com’è arrabbiarsi, avere fame, provare desiderio. Ed amare.
Il solo sentimento che mi permetto di avere è l’apatia. Anche la frustrazione è pericolosa. La linea di confine con la collera è troppo labile. Per questo mi costringo a sessioni di allenamento massacranti ed interminabili ore di meditazione, in modo da tenere la rabbia che mi divora dentro sempre entro il livello di guardia. Non so quanto questi trucchetti da prestigiatore continueranno a funzionare. La collera cresce di giorno in giorno, priva di una valvola di sfogo adeguata. Vedo il tempo trascorrere inesorabile e la vita di quelli che amo corrermi accanto, senza che io possa farne parte. E’ come se fossi morto. Senza poter provare emozioni sono un cadavere che respira. E questo manderebbe ai pazzi anche l’animo più imperturbabile.
Ogni tanto, insieme agli aggiornamenti scientifici, ricevo anche una sua foto. L’ho chiesto io a Stark. E’ il solo modo sicuro che ho trovato per far parte della sua quotidianità; così da avere sempre davanti agli occhi la sola ragione che mi resta per non arrendermi all’altro mostro che ho dentro, la Disperazione. E per quanto mi costi ammetterlo, è una compagnia molto peggiore di quella di Hulk.
Perché mi affanno alla ricerca disperata di una cura? Perché è l’unica mia speranza per riavere la mia Betty. Per poter passeggiare con lei al chiaro di luna su una spiaggia tranquilla, tenendoci per mano. Fare un’escursione in montagna, riparandoci in una baita di fortuna, davanti ad un caminetto acceso. O semplicemente svegliarla ogni mattina, portandole una tazza di EarlGrey fumante ed un rametto di Myosotis appena colto. E’ il suo fiore preferito. Ne ho piantati alcuni in vasetto di fortuna, che porto sempre con me, ad ogni mio spostamento. Hanno lo stesso colore dei suoi occhi e mi aiutano a sentirla più vicina.
Betty è il mio primo pensiero ad ogni sorgere del sole e l’ultimo ogni notte. Spesso mi addormento con la sua foto tra le mani. E sogno di poterla amare di nuovo, giorno dopo giorno, senza freni, con tutto me stesso. Darei la mia vita per poter passare un solo un mese con lei, unicamente come Bruce Banner, il chimico di laboratorio un po’ imbranato e taciturno.
Per questo non devo arrendermi, costi quel che costi.
Non posso.
Non voglio.

   
 
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