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Autore: _elys_DreAm    05/01/2007    25 recensioni
Nella testa di Bulma un vortice di pensieri le fece ricordare ciò che successe il giorno prima. Luce, tuono poi più niente. Bulma, Vegeta e Trunks, buio, Bulma, Vegeta, Trunks e Yamcha. Cos’era accaduto in quel istante di buio? Questo era ciò che non riusciva ancora a capire. Tutto ciò però si era dimostrato essere probabilmente collegato al suo desiderio, a quella serie di parole dette con noncuranza in un attimo di rabbia… ma come era potuto accadere? Non aveva rivolto quella richiesta né al drago delle sette sfere né tanto meno a qualcuno avente particolari poteri… almeno così credeva. Possibile che la sua risposta si trovasse proprio dinanzi a lei?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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UN DESIDERIO DI TROPPO

OVVERO COME RICONQUISTARE UN PRINCIPE IN OTTO GIORNI…

di _elys_DreAm

"Dannato scimmione che non capisce niente!" arrabbiata come non mai Bulma Brief si diresse verso la stanza del figlioletto. Trunks se ne stava tranquillamente sonnecchiando, perennemente con il ditino in bocca, in un piccolo fagottino azzurro all’interno della propria culla. Non aveva più di un anno, ma oltre ai geni paterni, che fortunatamente non si erano ancora mostrati, aveva ereditato anche quelli materni che lo rendevano già un piccolo genio. Stava imparando già a camminare, sgambettando continuamente di qua e di la per poi ricadere dopo soli due metri sbottando in un fragoroso pianto che solo Bulma sapeva placare. Aveva inoltre già iniziato a strascicare qualche parola con profondo orgoglio della madre e dei nonni.

"Piccolo mio" disse decisa andando verso il figlio "mi raccomando, non diventare mai come tuo padre!"

Il bambino, che si era appena svegliato, non capendo bene il senso di quella affermazione, non poté far altro che annuire contento dicendo "Papà! Papa!"

Bulma si sciolse come un ghiacciolo al sole di fronte all’innocenza di quel piccolo pargoletto paffutello, che dell’aspetto virile e mascolino del padre non aveva proprio niente.

"O amore mio! Non penso proprio ci sia questo rischio!" continuò prendendolo amorevolmente in braccio e dirigendosi verso la cucina, dove c’era ancora Vegeta che stava finendo di pranzare dopo averla fatta un’altra volta arrabbiare in seguito alla sua cocciutaggine negli allenamenti e nei suoi soliti modi "gentili".

"Forza cucciolotto, è l’ora della pappa!" disse rivolta al figlio sorridente. Prese il biberon che aveva preparato pochi minuti prima e imboccò il figlio.

"Quel mocciosetto mangia e dorme tutto il giorno… io alla sua età già mi allenavo e combattevo! Ci credo che poi diventa un piccolo incapace come il figlio di Kakaroth!"

"Si da il caso che mio figlio non sia un’incapace!" rispose subito lei ancora adirata "è solo troppo piccolo! Sa a malapena camminare… come puoi pretendere che si alleni?"

"Ecco, vedi… è solo un piccolo incapace! Tutti i sayan alla sua età correvano già da un pezzo…"

"Bhè, lui non è un sayan" disse pronunciando in modo scocciato la parola sayan.

"Si… magari è pure figlio di quel mammalucco del tuo ex… come si chiamava… Yanchi…"

"Yamcha! Come puoi dire una cosa del genere? Non ti preoccupare, non mi sarei mai azzardata a farlo passare per tuo se non lo fosse stato… Magari fosse figlio suo!"

Un lampo, un turbinio. Una luce accecante. Poi più niente, buio…

La testa le girava, era buio, e solo una voce riuscì a riportarla alla luce.

"Tesoro, tesoro stai bene?" era stesa sul pavimento della cucina "Ti confesso che mi sono molto spaventato quando ti ho visto svenire… ma ora stai bene?"

"Io… Yamcha, ma cosa ci fai qui?" disse non appena mise a fuoco la sagoma che la stava dolcemente sorreggendo.

"Come cosa ci faccio qui? Forse hai battuto la testa cadendo…" continuò preoccupato, quando improvvisamente Trunks si mise a piangere. Trunks! Dov’era? Si ricordava benissimo che prima di svenire lo aveva tra le braccia…

"Trunks!" gridò.

"Aspetta… è in camera sua. Si deve essere svegliato. Di sicuro avrà fame… non ha ancora mangiato oggi! Ora vado a prenderlo… ma tu sei sicura di stare bene?"

"Si, sto bene…" continuò Bulma cercando di alzarsi a fatica contro l’ostinata preoccupazione di Yamcha "Yamcha, per favore! Sto bene… non ho battuto la testa da nessuna parte, e non ho nulla di rotto!"

"D’accordo, allora io vado a prendere il bambino…" disse l’uomo non ancora troppo convinto prima di dileguarsi dalla stanza verso il piano di sopra.

Allora, ricapitoliamo… stava parlando con Vegeta, aveva il piccolo Trunks in braccio e gli stava dando da mangiare… un bagliore e poi più niente.

"Eccoci qui…" disse Yamcha tornando con in braccio il bambino che aveva già allungato le braccia verso Bulma "Ah… vuoi andare dalla mamma?"

"Ciao cucciolotto… amore della mamma!" disse dolcemente accogliendolo tra le braccia. Oramai Trunks rappresentava la sua unica certezza… ma doveva immediatamente scoprire cosa diavolo era successo "dov’è Vegeta?" chiese rivolgendosi a Yamcha.

"Quel gorilla si starà sicuramente allenando nella camera gravitazionale… che razza di idiota!"

"Yamcha, non ti azzardare mai più offenderlo in quel modo!" contestò Bulma offesa cercando di difendere il marito.

"Ma Bulma! Cosa ti succede oggi?"

"Ma niente, non mi succede niente! È solo che non mi piace che tu lo offenda in quel modo"

"Scusa, amore. Lo so che tu sei sempre buona e gentile con tutti, ma quando penso che quel…"

Ma Bulma non lo stava neppure ascoltando. Si era soffermata sulle sue prime due parole.

"Come, come… come mi hai chiamato?" chiese esitante lei interrompendolo.

"Cosa? Perché come ti ho chiamato?" chiese lui incerto sul da farsi.

"Tu, tu… mi hai detto ‘amore mio’!"

"Bhè, si è così che ti chiamo di solito, no?"

Aveva bisogno di capire cosa diavolo stesse accadendo…

"Scusa me lo tieni un attimo?" disse lei lanciando letteralmente il piccolo Trunks tra le braccia dell’uomo.

"Si, certo… vieni da papà" disse accogliendolo con infinita dolcezza.

Papà? Ma cosa caspita era accaduto finché lei era svenuta?

"Papà?" ripeté una Bulma sempre più incerta.

"Si… Bulma, ma sei sicura di stare davvero bene?"

La donna si avviò di corsa fuori dalla stanza mentre Yamcha la stava ancora guardando nello stesso modo in cui si guarda una pazza isterica. Uscì dalla C.C.. Fuori tutto sembrava normale: la casa, il vicinato, il giardino… tutto sembrava uguale. Poco lontano sua madre stava innaffiando le aiole, sorridente come sempre.

"Mamma" Bulma le corse incontro.

"Oh, ciao tesoro…" la accolse lei con la sua solita voce squillante.

"Mamma, dimmi con chi è che sono sposata?"

"Cosa? Come dici? Tesoro, ti senti bene?"

"Si!" urlò lei sul punto di una crisi di nervi "rispondi solo alla mia domanda!"

"Oh tesoro, con Yamcha… ricordo come se fosse ieri il giorno delle nozze… eri così bella con l’abito bianco, bambina mia!" rispose la donna sul viale dei ricordi tornando al suo solito buonumore. Ma Bulma si era già diretta nuovamente all’interno della casa… doveva parlare con un’altra persona, molto più importante.

Si diresse verso il corridoio che portava alla Gravity Room, sotto gli occhi attoniti di Yamcha, che vedendola passare la inseguì chiamandola. Ma lei non aveva il tempo di stare li ad ascoltarlo, non aveva tempo di dare spiegazioni. Girò l’ultima curva e si ritrovò addosso alla persona che stava giusto cercando. Vegeta se ne stava li, a torso nudo con un paio di pantaloncini corti e un asciugamano sulla spalla. Il volto sudato. La guarda incerta, ma sempre con quella espressione corrucciata.

"Che diavolo fai, donna? Guarda dove vai! Piuttosto preparami il pranzo che ho fame!"

"Non potresti mostrare un po’ più di gentilezza verso che ti offre vitto e alloggio gratis?" sbottò Yamcha con ancora Trunks in braccio.

"E tu che diavolo vuoi? Non mi sembra di aver detto nulla a te! Togliti di mezzo ora, che devo passare… e quando torno pretendo di trovare il pranzo pronto in tavola!" e così dicendo se ne andò verso la sua camera.

"Ma che razza di maniere! Sei ancora dell’idea di difenderlo? Ehi, Bulma… ma mi stai ascoltando?" Yamcha la stava guardando sempre più preoccupato. Bulma se ne stava li, con gli occhi sbarrati senza dire una parola. Kami, cosa aveva combinato? Ripensa. Lei, Vegeta, Trunks… lampo, buio…lei, Vegeta, Trunks… e Yamcha? Cos’era accaduto? Cos’era successo prima del lampo? Lei e Vegeta stavano discutendo, come sempre. Stavano discutendo su Trunks. Già, lui aveva detto che poteva benissimo essere figlio di Yamcha, e lei… lei aveva sperato lo fosse! No, ma com’era potuto accadere? Era stata tutta colpa sua e del suo maledetto desiderio… ma quale desiderio? Lei lo aveva detto solo perché Vegeta l’aveva provocata. Sperò con tutta se stessa che si trattasse solo di un brutto sogno, un incubo… ma le cose non sembravano decise a cambiare. Doveva chiarire quanto stesse accadendo. Si precipitò verso la direzione in cui se n’era andato il sayan.

"Ehi, Bulma! Ma dove stai andando?" la donna si voltò e lo fermò.

"No Yamcha, smettila!" Bulma stava perdendo la pazienza, e non si rese quasi conto di gridare "Lasciami in pace, smettila di seguirmi e di guardarmi come si guarda una pazza! Smettila di trattarmi come una bambina! Smettila, hai capito? Smettila!" Yamcha restò spiazzato senza parole, Trunks si mise a piangere e Bulma se ne andò verso la stanza di Vegeta.

La stanza era semivuota. C’era solo una battle suite posata sul letto. Già quel letto… quante volte lo avevano collaudato prima che lui si trasferisse definitivamente nella stanza di lei. Quante volte era entrata in quella stanza, mentre lui era ancora in bagno, infilandosi sotto le coperte per fargli una piacevole sorpresa. Già… quante volte!

Questa volta invece si ritrovava li, come un’estranea in quella stanza, mentre Vegeta era chiaramente sotto la doccia dopo gli spossanti allenamenti. Ma quella volta non avrebbe potuto solamente infilarsi sotto le coperte aspettando che lui uscisse e gli si mettesse accanto cingendole i fianchi. Questa volta tutto era diverso, e doveva chiarire immediatamente quella situazione.

L’acqua della doccia venne improvvisamente interrotta. Subito dopo pochi istanti Vegeta apparve sulla soglia coperto solo da un asciugamano legato attorno alla vita.

"E tu che diavolo ci fai qui?" chiese lui sorpreso.

"Io…" solo in quel momento si accorse che non sapeva cosa dirgli. Si ritrovò davanti a quella visione paradisiaca che tanto gli mancava. I perfetti addominali scolpiti, non ancora del tutto asciugati, venivano percorsi da piccole goccioline d’acqua impertinenti "Io… dovrei parlarti…"

"Cosa vuoi donna?" chiese restando li immobile, scontroso come sempre. Almeno qualcosa non era cambiato.

"Tu… io…"

Scusate se il primo capitolo è sbrigativo e un po’ corto, ma è perché si tratta dell’inizio… almeno spero…

Spero di cuore vi piaccia, e spero siate così gentili da lasciare un commentino, positivo o meno che sia, sarà sempre gradito… e soprattutto se qualcuno ha qualche consiglio da suggerirmi lo faccia pure! ^_^ Penso che per un’autrice quello di ricevere delle recensioni sia la soddisfazione più grande in seguito a ore passate di fronte ad un computer per trovare qualcosa di decente da far leggere…

Quindi ringrazio da subito chi seguirà la mia storia, ma ancor più chi si renderà partecipe commentandola… ^_-

1 grosso smack a tutti

Elys

  
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