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Autore: Akira Kurokawa    20/06/2012    1 recensioni
Salve a tutti questa è la mia prima storia originale. Ci sto lavorando da un po' e spero vi piaccia^^
Tratto dal racconto:
"...sentii sbuffare dietro di me e una voce imprecare credo in un lingua a me vagamente familiare e così mi girai dicendo -Conosci il giapponese?- e lei mi guardò alzando un sopracciglio e solo allora mi accorsi del suo aspetto. Era una ragazza alta, anche se non eccessivamente, doveva essere su un metro e settanta, smilza anche se si poteva vedere che si teneva in forma e aveva lineamenti decisamente orientali. Avrei voluto sotterrarmi. Arrossendo provai a scusarmi, balbettando qualcosa di non molto sensato del tipo "Scusa..è vero, che idiota...ehm..", finché lei non interruppe il mio balbettio dicendo sorridente -Tranquilla, succede. Alla fine, quando cadi addosso a una persona non gli fai la radiografia per vedere di che nazionalità è.- e io annuii incapace di dire o fare altro. Ero improvvisamente in soggezione sotto il suo sguardo penetrante..."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera a tutti^^Ecco qui la prima parte del secondo capitolo spero vi piaccia^^ Il resto arriverà a breve xD Un ringraziamento particolare ha chi ha recensito il mio primo capitolo. Mi ha fatto veramente piacere^^ Buona lettura =)

Capitolo II

 

 

Passarono i giorni. E dal quel pomeriggio era passato ormai un mese e avevo preso una sorta d'abitudine. Quella di fermarmi ogni pomeriggio a bere qualcosa al bar vicino al Conservatorio con Sthefany, la ragazza che mi aveva aiutata con Maicol.

Già Maicol. Con lui stava tornando un po' tutto alla normalità, ma non riusciva a sopportare la mia nuova amica. Alessandra invece, sorprendentemente, la adorava, come Stephanie adorava lei, e spesso uscivamo tutte e tre insieme. In questo modo, almeno, non dovevo dividermi in tre. Quel giorno andavo abbastanza di corsa. Erano quasi le tre e ancora ero a scuola per colpa di un prof che aveva costretto tutti a rimanere fino alla fine del compito e per questo non aspettai Maicol e corsi alla fermata del bus più vicina, che mi avrebbe portata vicino alla fermata del pullman per il Conservatorio.

Fu quando stavo per salire che mi sentii afferrare e riuscii per un miracolo a non cadere e a salire guardandomi indietro per vedere chi mi aveva afferrato. Era stato Maicol. Arrabbiata dissi-Ma sei impazzito?!?Potevo farmi male!-e lui sbuffò dicendo-Esagerata e poi ti ho chiamato più volte mentre correvi, ma non mi hai sentito. Potevi aspettarmi all'uscita..--Maicol sai che sono in ritardissimo..fra mezz'ora ho il turno nella sala prove e devo ancora arrivare alla fermata del pullman.

Non posso ritardare neanche di un minuto o danno via la sala...- -Non è che se non ti eserciti per un giorno casca il mondo amore.. Non usciamo quasi più. Ti ho per me solo la sera ormai..- Sospirando distolsi lo sguardo da lui. Ormai era diventata un'abitudine, quasi non riuscivo più a sostenere il suo sguardo. Non era tanto per timidezza o imbarazzo, semplicemente mi sentivo in colpa. Era vero che non gli dedicavo quasi più tempo tra il pianoforte e le amiche, ma era pur vero che anche lui non rinunciava a niente per stare con me e per me era troppo importante il Conservatorio per rinunciarvici, proprio come lui con i suoi amici o le partite.

Prendendomi il viso un po' bruscamente, me lo girò, costringendomi a guardarlo e dicendo -Che c'è ora?!?- Sospirando mi feci indietro per farmi lasciare o almeno provai a girare il visto visto che mi teneva talmente forte che se provavo a muovermi mi faceva male. Sbuffando spazientita dissi -Almeno lasciami. Non mi va di parlarne poi-. Stavolta fu lui a sbuffare e a lasciarmi, andandosi a sedere in un posto libero lontano da me. Stanca delle liti mi appoggiai alle porte, infischiandomi del divieto, ormai lo facevo sempre, e pensando a quella situazione estenuante. Ormai, anche quando non discutevamo, mi sentivo sfinita dallo stare con Maicol. Non avevamo altro che problemi e quando non discutevamo eravamo comunque tesi. Sì, mi sentivo in colpa perché lo trascuravo, ma alla fine non me ne pentivo così tanto. Se neanche lui si impegnava non ci potevo fare molto.

Poco dopo scesi e corsi a prendere il secondo pullman già fermo lì ad aspettare. Per fortuna era il capolinea, quello per il numero 40. Salita mi sedetti in santa pace sperando che Maicol se ne tornasse a casa o che almeno mi lasciasse in pace. Così non fu. Infatti mi venne vicino dicendo -Ora possiamo parlare o sei ancora nervosa?- Guardandolo sospirai dicendo -Non sono nervosa..sono solo...stanca di litigare sempre..sembra che tu dia la colpa di tutto a me..quando hai anche tu le tue colpe...- -Quali colpe sentiamo? Tu hai le tue maledette amiche che ti stanno sempre appiccicate, neanche fossero lesbiche, e ti mettono strane idee in testa e quel dannatissimo corso, chiamiamolo così, al Conservatorio. Io cos'ho?Il calcio e gli amici che puoi benissimo frequentare anche tu. Non ti hanno mai fatta sentire a disagio o odiata no?- Sospirando capii che era inutile cercare di fargli capire qualcosa. Certo, era vero. I suoi amici cercavano sempre di essere simpatici e divertenti, ma non mi ero mai veramente ambientata nel loro gruppo.

Sospirando lasciai perdere come ormai avevo preso l'abitudine di fare quando capivo che era inutile continuare il discorso. Anche perché dovetti sbrigarmi a scendere e stavolta senza incidenti. Fu in quel momento che mi tornò in mente quella ragazza. Non che non ci avessi più pensato dal giorno del piccolo incidente, ma non l'avevo più incontrata, anche se ci avevo sperato spesso. Non so perché ma mi aveva incuriosita fortemente. Sarà stato quel suo comportamento indifferente o quegli occhi così penetranti...

-Ehi, Yuki chiama terra, mi ricevete??- interruppe i pensieri la voce di Stephany. Guardandola intontita mi accorsi che mentre ero persa nei miei pensieri ero scesa dal pullman e avviata verso il Conservatorio. Guardandomi preoccupata disse –Eh,i ma stai bene? Sembri stralunata..non è che ti sta venendo la febbre?- e mi toccò la fronte. Gesto che mi scombussolò notevolmente fino a farmi arrossire, anche se non avrei saputo spiegare il motivo di quelle sensazioni, e mi scostai dicendo -No no..ero solo sovrappensiero..andiamo?- e mi avviai velocemente alla scuola.

Seguendomi mi prese la mano stringendola e dicendo -Va bene, va bene, andiamo. Non sia mai che allontaniamo dal suo studio la futura Mozart.- Io sbuffai a sentirla denominarmi con il soprannome con cui mi prendeva scherzosamente in giro, visto che secondo lei mi esercitavo troppo a volte. Ormai, però, la musica stava diventando il mio rifugio. Il mio rifugio sicuro, potevo definirlo.

Arrivate al Conservatorio, una volta dentro, trovai una bella sorpresa ad attendermi. O più precisamente il destino mi volle aiutare quel giorno, perché davanti alla bacheca degli annunci c'era lei, la ragazza misteriosa. Una volta che la notai mi bloccai a fissarla, con dentro di me delle emozioni contrastanti di gioia, paura, attesa, aspettativa, speranza, delusione...neanch'io stavo più capendo quello che si agitava dentro di me, e la mia confusione si doveva notare dalla mia faccia, perché Stephany mi guardò incuriosita per poi guardare chi mi aveva fatto quell'effetto. Stringendomi la mano disse -Ehi Ale..vedessi la tua faccia..che ti ha fatto Himeko?- io la guardai dicendo -Himeko?- e lei si limitò a indicare la ragazza. Così si chiamava Himeko. Stranamente non era un nome che la rispecchiava molto. Non aveva nulla di principesco nei suoi modi o almeno così avevo potuto constatare. Scuotendo la testa per riprendermi dai miei pensieri dissi -Nulla..le sono solo andata addosso una volta..- -Come minimo ti avrà fulminata. È una ragazza molto fredda e solitaria. La Lady di Ghiaccio la chiamano...- -Ma no, è stata gentile invece. Molto. Mi ha anche rincorsa per darmi il cellulare.- ma non credo che avesse prestato molto ascolto perché in quel momento Himeko si era girata e l'aveva fissata con uno sguardo...gelido. Sguardo che Sthefany ricambiò con un sorrisetto perfido, cosa che mi riportò alla mente le sensazioni negative che avevo avuto su di lei il giorno che la vidi per la prima volta. Insicura, quindi, dissi -Stephany..?- e lei mi guardò come ricordandosi solo in quel momento che c'ero anch'io. Sorridendo dispiaciuta disse, scostandomi delicata un ciuffo dagli occhi, -Scusami, non volevo spaventarti. Non siamo più in buoni rapporti da un po'..è una storia complicata, ma abbiamo litigato di brutto e da allora non ci parliamo più.- io annuii comprensiva dicendo -Perché non provate a chiarirvi? Sono sicura che se provate a parlare riuscirete a chiarirvi. Alla fine eravate amiche no?- lei scosse la testa dicendo -No non eravamo amiche. Eravamo fidanzate solo che poi lei mi scoprì insieme ad un altra, ma non stavamo facendo altro che baciarci per una stupida scommessa. Non la prese bene e da allora non ci siamo più parlate, se non conti gli insulti.- io rimasi a fissarla allibita, mentre lei come se nulla fosse riprese a camminare verso le sale prove. Himeko e Stephany fidanzate? Non riuscivo a crederci. Anche perché non sapevo neanche che a lei piacessero le donne, non che mi dava fastidio, ma ero sorpresa. Fortemente sorpresa. Anche perché all'improvviso ero gelosa di lei. Di quello che c'era stato tra Himeko e lei. Cosa che mi lasciò del tutto confusa e sopraffatta. All'improvviso non avevo più voglia di stare lì con Sthefany né di suonare. Volevo solo andarmene. Così mi girai e me ne andai velocemente, sorda ai richiami di Sthefany. Mi diressi alla fermata del pullman, ma non ci arrivai, di nuovo. Stavolta però mi fermò Sthefany che disse -Scusa, so che odi essere fermata così, ma aspetta. Non volevo sconvolgerti..credevo l'avessi capito che a me piacessero le donne...- io scossi la testa cercando di liberarmi, cosa che lei mi lasciò fare e io mi distanzia,i mettendomi le mani intorno alla pancia nervosa e dicendo -Non è quello il problema..è che..non lo so, mi dispiace...credo di avere bisogno di stare un po' sola..- lei annuì dicendo che mi avrebbe chiamata la sera. Io annuii allontanandomi. Ero così confusa, non so neanch'io perché mi stavo comportando in quel modo. Fu quasi automatico chiamare Maicol. Avevo bisogno di lui in quel momento.

Quando riattaccai, pochi minuti dopo, c'eravamo accordati perché lui mi venisse a prendere, quindi mi sedetti vicino alla fermata del pullman ad aspettarlo. Non si fece attendere molto, alla fine era nelle vicinanze con gli amici, e quando scese dal motorino mi lanciai tra le sue braccia dicendo -Scusami..- e lo baciai come non facevo da tempo. Un bacio passionale. Rovente quasi. Ma che mi lasciò del tutto indifferente. Non provai nulla a parte il solito disgusto quando lui rispose al mio bacio. Più che disgusto disagio, che io paragonavo sempre al fatto che lui fumasse e che quindi il sapore delle sigarette che aveva in bocca mi dava la nausea. Ma sarà stato veramente così?

Staccandomi disse -Va bene perdonata..ma che è successo? Sembravi sconvolta prima al telefono.- io scossi la testa dicendo semplicemente che non avevo più voglia di stare al Conservatorio e lui non indagò oltre come sempre e ci dirigemmo al nostro parco per rimanere un po' soli. Era da tanto che non ci andavamo e ne provavo un bisogno morboso in quel momento. Avevo bisogno che mi facesse sentire la sua donna. Perché quello che la mia mente, il mio cuore, iniziava a farmi capire non mi piaceva per nulla.

Arrivati scesi dal motorino e mi sistemai in automatico i capelli per poi andarmi a sdraiare sotto gli alberi e Maicol mi seguì a ruota salendomi sopra e baciandomi dicendomi -Mi sei mancata piccola..- io annuii, ma continuai a non provare nulla. Era come se fossi all'improvviso in un bolla e lo baciai con disperazione aggrappandomi con le unghie e con i denti a una minima sensazione che mi facesse riemergere da quello stato confusionario. Lui parve accorgersi che ero strana e che doveva essere successo qualcosa oltre quello che avevo detto e si staccò dicendo -Come mai così fredde oggi? Di solito sei più calda..ora sembri, non so..lontana..- guardandolo gli accarezzai la guancia rimanendo in silenzio. Non sapevo neanch'io che mi prendeva, figuriamoci come glielo potevo spiegare, così sviai il discorso dicendo che volevo fare due passi e prendere un gelato. Alzandosi e sbuffando mi tirò su dicendo -Tu oggi sei tutta strana.- e mi seguì fino al chioschetto che si trovava al centro del parco. Indicandomi la panchina disse -Occupala, così ci sediamo lì a mangiare.- e andò stranamente lui a prendere i gelati, offrendomi il mio, cosa che era rara che succedesse se non più unica che rara.

Seduta rimasi ad aspettarlo finché non sentii una voce che mi parve di riconoscere che litigava poco lontano da lì e un'altra decisamente più familiare. La riconobbi subito, era quella di Sthefany. Preoccupata e incuriosita andai verso le voci e riconobbi subito quella con cui stava discutendo...era Himeko. Avvicinandomi riuscii a sentirla dire -...altre persone vorrai illudere Stephany?!? Quella ragazza non centra nulla con me e te perché l'hai messa in mezzo?!?- e Stephany ribattere -Veramente sei tu che credi che io l’abbia messa in mezzo. È solamente una mia amica. Oh, parli del diavolo ed eccola qui. Yuki vieni non mordiamo.- mi guardò sorridendo e invitandomi con la mano a raggiungerla. Avvicinandomi e sentendomi osservata mi affiancai a lei dicendo -Scusate non volevo intromettermi ma ti avevo sentito e così...- loro annuirono e Himeko, dopo avermi lanciato un occhiata penetrante, disse -Io me ne vado.- e se ne andò mentre io la guardavo sparire dalla vista. Mettendomi una mano sulla spalla, Sthefany disse -Ti piace.- e io la guardai allibita dicendo -Ma che vai dicendo?!? Sono fidanzata Sthefany. Con un uomo. Mi dispiace, ma a me le donne non piacciono.- era sembrata solo a me una menzogna vero? Ma lei non parve notare nulla, tant'è che disse che doveva andare e che Maicol mi stava cercando. Infatti era vero, ora sentivo la voce di Maicol che mi chiamava, così mi sbrigai a raggiungerlo. Arrivata vicino a lui presi il gelato e gli diedi un bacio dicendo -Scusa, una mia amica era nei guai.- e inizia a mangiarlo. Avevo evitato di proposito di dirgli chi era. Era meglio non nominare in quel momento Stephany. Di certo però ero curiosa di sapere che ci stavano facendo lì quelle due. Mangiato il gelato ritornammo nel nostro posticino dove rimanemmo a coccolarci fino a sera.

  
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