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Autore: Destin_Lop    21/06/2012    1 recensioni
Questa non è una storia come tante altre, forse non ci crederete ma mi è successo davvero. Abito ad Oslo, una città fantastica fino a qualche tempo fa. So soltanto che una forza esteriore mi è entrata dentro, dandomi dei poteri ai quali ancora non riesco a credere.
Mi chiamo Rupert ho 17 anni e questa è la mia storia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Che fosse stato un miraggio?.. No non credo proprio. Quello era lo stesso elfo del sogno … che rovistava nel mio frigorifero! “Ma che diavolo sta succedendo? ” – mi dissi E se avessi raccontato tutto a qualcuno? Nessuno mi avrebbe mai creduto. Cercai di ritrovare il piccolo elfo, come si fa con i gatti, schioccando le dita e sussurrando il suo nome. “Hirpor, Hirpor, qui bello … Ah ma che sto facendo, devo essere impazzito! ” – mi dissi. Nessun segno di vita; me ne tornai nel letto, stanco e assonnato. Mi svegliai alle 11.40 quando mio padre accese l’aspirapolvere per fare le pulizie. “Eh no basta! Le pulizie alle 11.40 no!”- piagnucolai mettendomi il cuscino sulla faccia; dopodiché mi feci una doccia e scesi giù in cucina per la colazione. “Come sta il mio piccolo Rup? ” – Mi chiese gentilmente mio padre con un sorriso stampato in faccia come suo solito. “Bene papà, ma starei meglio se facessi le pulizie più rumorose dopo il mezzogiorno che dici ?” – gli risposi. “Dai su con il morale, vediamo di passare gli ultimi tre giorni in armonia e pieno divertimento, cosa ti va di fare oggi ?” – disse allegramente. “Hm non saprei, che ne diresti se oggi scegliessi tu?” Non avevo più idee, ero lì da tre giorni, e avevo già esaurito la lista delle attività! “ Facciamoci venire qualcosa in mente, che ne dici se ci iscriviamo ai giochi di ruolo?”- esclamò mio padre con gli occhi lucidi I miei occhi si illuminarono, cavolo sì! Io ho sempre amato i giochi di ruolo. Nelle vicinanze di casa di papà c’è una foresta spettacolare, adatta all’occasione! “Sìììììììììì” –urlai come un bimbo. Ci dirigemmo da un amico di papà che si occupava dell’iscrizione e andammo a comprare i vestiti e le “armi”. Quel pomeriggio fu davvero divertente, era da molto tempo che non condividevo certe emozioni con papà ;sembravamo due bambini, lì in quella foresta a rincorrersi con spade di legno frecce e inchiostro. Tornati a casa, la cicatrice iniziò a bruciare, a bruciare sempre più finché non trovai Hirpor davanti al mio letto che mi stava aspettando giocando con i soldatini che avevo sul comodino da quando ero piccolo. “Ciao Rupert”- Mi disse Hirpor. “Ehilà … devi dirmi qualcosa non credi ?” – Gli risposi in attesa di una spiegazione logica. “Certo, ne hai tutto il diritto; sai tu sei stato scelto Rupert, scelto per salvare il mio mondo. Io sono il re di Hastarn, un piccolo regno in un’altra dimensione. Siamo in pericolo Rupert. Ho guardato dentro tutti gli essere umani di questa dimensione, e tu sei il più certificato per questo compito. Ti prego aiutaci. Ero sbalordito, stavo sognando ? Mi stavano chiedendo di salvare un mondo? “Perché io? Cosa ho in più degli altri?”- Chiesi al piccolo elfo “Non so come li chiamate voi umani … Sentimenti? Sei speciale Rupert, sappilo; lo scoprirai presto il perché. E di nuovo il piccolo elfo svanì, lasciandomi una gran confusione in mente. Rimanevano due giorni da passare con papà, ma non riuscivo a stare tranquillo. Hirpor. Era l’unico mio pensiero. Cosa sarebbe successo in futuro? “Basta pensare. Devo stare con papà”- Mi dissi Quella notte Hirpor apparse nei miei sogni. Per quanto avrebbe continuato? Pensai. “Ehilà Rup”- Mi salutò gentilmente Hirpor “Eh..m.. Ci..a..o Hi..r..por “- Balbettai incredulo. Era un tenero elfo un po’ goffo ma tenero. Aveva pochi capelli di un castano molto scuro simile alla cioccolata, degli occhi color ghiaccio e delle piccole manine paffute. Mi ricordava molto un bambino, ma sapeva come mettermi ansia. “Non aver paura Rup, diventeremo grandi amici vedrai.” “Ehm si, suppongo di si.”- Mi limitai a dire “Voglio portarti nel mio mondo per farti capire la nostra situazione e quanto io sia disperato” – Disse gentilmente. “Certo, immaginavo che sarebbe arrivato questo momento”. Non riuscivo a parlare decentemente con Hirpor, perché? Estrasse un amuleto verde smeraldo luccicante dalla tasca dei suoi mini pantaloncini. Lo agitò due volte e una luce,simile a quella che vidi insieme all’uccello blu, ci avvolse. In men che non si dica ci ritrovammo ad Hastarn. Era bellissimo, mi ricordava tanto la contea di Frodo nel signore degli anelli. Grandi colline verdi coperte da letti di fiori dai colori vivaci, alberi con frutti e fiori, laghi, fiumi. Era un paradiso; mi chiedevo dove fosse il problema! “Ora stammi vicino, sto per portarti dal problema ” – Disse il piccolo elfo leggendomi nella mente. “Riesci a leggere la mia mente?” – Chiesi stupidamente. “Si, ma questo è solo l’inizio ragazzo mio, solo l’inizio”.
  
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