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Autore: Meredith    06/01/2007    1 recensioni
Chelsea è appena arrivata nella nuova scuola, e già un ragazzo le si fa avanti. E' uno sbruffone, uno di cui Chelsea non si potrà mai innamorare. Ma chissà che le loro strade non si incorcino...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo Chelsea sperò con tutto il cuore di non incontrare Josh. Purtroppo era destino che i due si incontrassero.
“ Ehi, Chelsea, come và?”.
La ragazza lo ignorò e proseguì senza neanche girarsi.
“ E’ inutile che cerchi di evitarmi, prima o poi dovrai parlarmi e allora ti accorgerai di quanto sono affascinante e simpatico”
“ Affascinante e simpatico? Tu? Sei solo uno sbruffone”
“ Visto? Mi hai parlato. Comunque non sono uno sbruffone. Non mi conosci neppure, come fai già a giudicarmi?”
“ Mi basta guardare una persona per capire com’è”.
Josh continuò a seguirla. Chelsea entrò nel bagno delle femmine, per levarsi di torno il ragazzo.
Nel bagno c’era Izzie.
“ Chelsea! Perché hai un’aria così affannata?”
“ Josh harnett è pazzo, completamente pazzo”
“ Beh, questo lo si sapeva”
“ Ieri si è arrivato a casa mia e si è presentato a mio padre”.
Tutte le ragazze smisero di fare qualsiasi cosa. La stavano tutte guardando. Alcune avevano un’espressione truce, altre spaventata, di chi sa che tra qualche istante sarebbe scoppiato un litigio. Chelsea indietreggiò, allarmata
“ Cosa c’è?” chiese con voce tremante.
Una ragazza con dei lunghi capelli stile Barbie, avanzò, e i suoi tacchi riecheggiarono per tutto il bagno.
“ Senti, non so chi ti credi di essere, forse il fatto che tuo padre sia importante di solito ti rende importante di conseguenza, ma qui non funziona così. Qui non sei nessuno, e per quanto riguarda Josh… stagli alla larga, è proprietà privata”
“ Credevo fosse un ragazzo, non un terreno”
“ Finirai presto di fare l’ironica. Andiamo”.
Cinque ragazze seguirono la Barbie, fuori dal bagno.
“ Scusa, chi è quella?” chiese Chelsea, quando tutto ritornò alla normalità.
“ Quella? Victoria Jakill. Per quanto ne so, maltratta e sfrutta le altre persone fin da quando era all’asilo”
“ Ma è completamente pazza. L’hai vista?... stagli alla larga, è proprietà privata…”
disse Chelsea, con voce in farsetto” mica ho fatto qualcosa, io. Anzi. Se potesse togliermi Josh dai piedi sarebbe magnifico”.
DRIIIIIIIIN!!!!!!!!!!!!
“ Veloce, non vorrai perderti la prima lezione con la Keaton” esclamò Izzie
“ Cosa? Ho la Keaton? Ma io ho paura di quella lì!” protestò Chelsea
“ Ne avrai di più se non ti presenti in orario. Lei odia i ritardatari”.
Anche quel giorno scolastico passò. Alla fine della scuola, imperterrito, Josh si presentò da Chelsea, deciso anche quel giorno ad accompagnarla a casa.
“ Cosa vuoi stavolta?” chiese seccata lei “ Ho ricevuto minacce se continuo a parlarti”
“ Eh? Da chi?”
“ Victoria Jakill, che, a quanto dice lei, è la tua ragazza”
“ Ma non è vero! Lei ci prova con me da quando ero in prima, ma io le ho sempre detto di no. Non devi preoccuparti di lei”
“ Beh, comunque credo che farei meglio a non parlarti più. Il che non mi dispiace molto”
“ Senti, dammi un’opportunità. Una sola”
“ Sarebbe a dire?”
“ Un appuntamento. Se va male, la smetterò di provarci con te”
“ Non se ne parla nemmeno”
“ Uno solo”
“ No”.
Chelsea entrò in casa. Adesso voleva un appuntamento? Come poteva solo pensare che sarebbe uscita con lui?
Poco dopo sentì bussare alla porta.
“ O mio Dio, se è di nuovo lui, giuro che gli spacco la faccia”.
Invece non era lui, era Barbie col suo cerchio di amiche, che più che altro sembravano cagnolini.
“ Ti avevo avvisata, Walker, ma tu non mi hai dato ascolto”
“ Sai, Barbie, ho parlato di te, cono Josh. Lui dice che sono anni che ci provi con lui ma che lui non ti da’ corda. Quindi non vedo perché dovrei ascoltare quello che dici tu”.
Barbie fece un’espressione tipo’ ma questa qui come si permette’ con una vaga sfumatura offesa.
“ E tu ti credi meglio di me? Vai a dire in giro che Josh, il ragazzo più bello della scuola, ti corre dietro, così tutti ti ammirano, o sbaglio?”
“ Guarda che è vero che Josh mi corre dietro. Io non ho bisogno di questi espedienti per farmi ammirare”
“ Ah sì, e così pensi di farmi credere che è Josh l’innamorato. Allora, se le cose stanno così, non ti sarà difficile procurarti un appuntamento”.
Chelsea sembrò spiazzata.
“ Cosa? Un appuntamento?”
“ Certo. Cos’è, hai paura?”
“ No…no. Va bene, avrò quell’appuntamento”.
Quando Barbie se ne andò, Chelsea rimase seduta a pensare.
“ Un appuntamento? Se non glielo chiedo, farò una figuraccia davanti Barbie e probabilmente davanti a tutta la scuola, se glielo chiedo, quello penserà che mi piace, e forse questo è anche peggio”.
La ragazza prese in mano il cellulare.
“ Pronto, Izzie? Sono nei guai!”
“ Cosa? E perché?”
“ Victoria mi ha detto che se è veramente lui che corre dietro a me, allora devo dimostrarglielo con un appuntamento”
“ Ma sei scema? Un appuntamento con Josh?” “ Se non usciamo insieme, farò una figuraccia stratosferica e probabilmente tutta la scuola penserà che sono una bugiarda, una in cerca di attenzioni…”
“ Sì, ma un appuntamento con Josh?”
“ Non farla così lunga, dopotutto non può mica mangiarmi. Uscirò con lui e poi gli dirò che non mi trovo bene”
“ Un appuntamento con Josh?” ripetè ancora Izzie, con la voce schifata
“ Beh, scelgo il minore dei due mali”
“ Josh sarebbe il minore?”
“ Preferisci che Victoria pensi che sono una bugiarda in cerca di attenzioni e che lo dica a tutta la scuola?”.
Silenzio.
“ Effettivamente Josh è il minore dei due mali”.
Ma come poteva dirglielo, a Josh, che avrebbe accettato il suo appuntamento?
Avrebbe volentieri pulito la grande casa( era una cosa che odiava) per tre volte di fila, avrebbe preferito dormire per una settimana in giardino piuttosto che andare da Josh e dirgli che accettava il suo appuntamento.
Però lo fece. A scuola, trovando tutto il coraggio di cui disponeva, si avvicinò al ragazzo.
“ Ehm… Josh… senti…”
“ Chelsea. Sei venuta tu da me, stavolta!”
“ Si, beh… ecco… volevo solo dirti che accetto il tuo appuntamento” disse velocissima, poi si girò e se ne andò.
Josh ci mise un po’ per capire, poi si illuminò e gridò:” Va bene venerdì alle otto?”
  
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