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Autore: Hotaru_Tomoe    21/06/2012    11 recensioni
Raccolta di oneshot ispirate dalle fanart o prompt che ho trovato in rete su questa bellissima serie. Per lo più Johnlock centriche, con probabile presenza di slash.
Aggiunta la storia I'll be home for Christmas:Sherlock è lontano da casa per una missione, ma durante questo periodo il legame con John si rinforza. John gli chiede di tornare a casa per Natale, riuscirà Sherlock ad accontentarlo?
Questa storia, in versione inglese, partecipa alla H.I.A.T.U.S. Johnlock challenge di dicembre.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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IL MATTINO DOPO

"Mmh... 'giorno Sherlock." mormora John stiracchiandosi beatamente tra le lenzuola.
Sherlock siede rigido sul letto, la tazza del caffè stretta tra le mani, e fa appena un cenno con la testa. John non ci fa caso più di tanto: Sherlock non è mai stato particolarmente espansivo e non si aspetta che cambi all'improvviso solo perché hanno fatto l'amore, anche se ora non un po' di coccole non gli dispiacerebbero.
Si tira a sedere lentamente, sfiorando con il naso la pelle morbida e fresca di doccia della schiena di Sherlock "Dormito bene? Per quel poco che abbiamo dormito, ovvio." ridacchia e appoggia un bacio sulla spalla del detective, che si irrigidisce e mormora qualcosa di incomprensibile.
"Sherlock, cosa c'è che non va?" John si allontana appena da lui per poterlo guardare in faccia ed è in quel momento che nota, ben visibile sulla spalla destra dell'altro, il marchio netto della sua arcata dentale. Ricorda perfettamente il momento in cui ha affondato i denti nella carne per soffocare un grido mentre veniva dentro di lui. "Oh, - allunga le dita a sfiorare la pelle arrossata - forse sono stato troppo irruento. Scusa, ma ho perso la testa: mi fai questo effetto. Ti ho spaventato?" chiede con apprensione, appoggiando la mano sulla sua guancia. Era la sua prima volta, ha cercato di essere il più delicato possibile, ma forse Sherlock ha trovato l'esperienza spiacevole.
Il detective scuote la testa "No, no. Questa notte - si morde le labbra alla ricerca di parole che non trova - andava bene... è stata fantastica." abbassa gli occhi ed arrossisce e John deve fare un grosso sforzo per non spingerlo sul materasso e prenderlo ancora, subito, e questa volta senza alcuna delicatezza.
"Allora qual è il problema, se ti è piaciuto?"
"Il problema non è il sesso, John, è tutto il resto." Sherlock gesticola e un po' di caffè, ormai freddo, cade sulle lenzuola.
Il dottore inclina la testa da un lato "Scusami, ma non ti seguo: quale resto?"
"La relazione! - esclama Sherlock - L'altra notte è stato facile, più facile di quel che pensassi, mi è bastato abbandonarmi completamente a te: sapevo che mi ami e che non avrei provato altro che piacere tra le tue mani."
John sente un groppo in gola ascoltando le parole del suo compagno e scoprendo quanto è profonda la fiducia che Sherlock ripone in lui.
"Ma la relazione - prosegue Sherlock - intesa in senso lato, è diversa, presuppone reciprocità: è impensabile che sia sempre tu a dire cosa fare o a prendere l'iniziativa. Prendi ad esempio stamattina: dovevo tornare in camera mia? Hai piacere che io resti a dormire con te? D'ora in poi come faremo a stabilire quando andare a letto insieme? Dobbiamo dirlo espressamente o esiste una specie di codice? Ho fatto una ricerca su Internet e non sono riuscito a trovare due pareri che dicessero la stessa cosa. Come si può pensare di trarre delle conclusioni scientifiche da opinioni così discordanti?"
"Non si può." conviene John. Gli verrebbe da sorridere, ma Sherlock è davvero preoccupato, lo capisce dalla sua espressione incupita e non vuole che pensi che sta ridendo di lui.
"Perciò lo vedi anche tu quanto sia assurda e complicata una relazione: racchiude in sé centinaia di prospettive differenti e di variabili. Ci ho ragionato tutta notte e ho elaborato cinquantadue possibili scenari di una sua evoluzione e sono tutti ugualmente probabili e allo stesso tempo improbabili. E' una cosa folle e io - abbassa la voce, sconfitto - non so cosa fare, non so come muovermi, non è il mio campo, non ho risposte, non..."
John sa riconoscere un attacco di panico quando ne vede uno e la voce di Sherlock che sale di tono accompagnata da una respirazione sempre più affannata ne sono chiari sintomi. Blocca quel fiume di parole sconnesse appoggiando le sue labbra su quelle dell'altro, leccando via le ultime tracce di quel caffè troppo dolce. Sherlock accenna un mugolio di protesta e tenta di sottrarsi al bacio per finire il suo ragionamento, ma John si sporge con più decisione verso di lui e gli passa una mano sulla nuca, attirandolo a sé, continuando a baciarlo finché Sherlock non inizia a ricambiare e gli circonda la vita con un braccio, l'altro che regge ancora la tazza del caffè comicamente sospesa a mezz'aria.
"Imparerai - gli dice John, guardandolo negli occhi - e questo è un ottimo inizio. Devi solo fare esperienza, come per tutte le cose."
"E se sbaglio qualcosa?"
John si china a leccare il morso sulla spalla e sorride nel sentir rabbrividire la pelle sotto la sua lingua "Ne parleremo se e quando succederà. Magari litigheremo e poi - scende con la bocca lungo il torace sottile - faremo la pace."
Sherlock appoggia alla cieca la tazza sul comodino e si sdraia sotto il tocco di John "E' che non voglio deluderti." ansima con voce malferma, mentre l'altro lascia una scia di saliva sul suo stomaco e scende ancora, lento e inesorabile.
John sente l'erezione di Sherlock sollevare il lenzuolo che ancora lo copre e sorride "Questo sì che è uno scenario altamente improbabile." sussurra prima di afferrare il lenzuolo tra i denti.

   
 
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