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Autore: trizmurray    23/06/2012    3 recensioni
Quello che doveva essere un semplice spostamento da un campo all'altro a Wutai si trasforma in un motivo per Sephiroth e Genesis di porsi qualche domanda sulla loro amicizia. Sephiroth/Genesis, pre-Crisis Core, Two-shot (Nata come one-shot, risultava troppo lunga, così è stata divisa in due capitoli)
Rating giallo per certi commenti di Genesis, che per fortuna ha la decenza di non essere troppo esplicito, ma è indecente per altre ragioni.
"Angeal decise che una volta risolta questa emergenza avrebbe svolto delle indagini. O qualcuno aveva drogato la sua borraccia, oppure molto presto Genesis lo avrebbe trascinato in una delle sue “bettole da sbronza” e si sarebbe messo a parlargli dei suoi sentimenti per il Generale."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Angeal Hewley, Genesis Rhapsodos, Sephiroth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core
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UNEVENTFUL

Part II – Of Uneventful Nights

 

Lost days are gone, now I want you so much. The night is long, and I need your touch. Don’t know what to say, never meant to feel this way. Don’t wanna be alone tonight.

Backstreet Boys – Fall In Love With You

 

Genesis stava seduto con la schiena contro la parete della piccola rientranza nella roccia dove avevano trovato riparo lui e un Sephiroth ferito. Ormai i passi di Angeal si erano persi da un bel pezzo nella foresta. Genesis sperò in cuor suo che l’amico non venisse attaccato da altri gruppi wutai lungo la strada che portava al loro campo base. E che nessuno attaccasse loro. Comunque, ora la situazione sembrava essere sotto controllo. L’unico rumore che turbava la quiete della foresta che li circondava era quello dei respiri rapidi e affannosi di Sephiroth disteso al suo fianco.

Quello che era successo nell’ultima ora aveva letteralmente sconvolto Genesis. L’elicottero abbattuto e l’attacco della pattuglia wutai erano stati solo spiacevoli contrattempi. E lo sarebbe stata anche l’esplosione della carcassa del loro elicottero, se non avesse avuto come risultato una lamiera di venticinque centimetri che aveva centrato in pieno la spalla sinistra di Sephiroth. O meglio, che avrebbe dovuto centrare in pieno Genesis, se Sephiroth non si fosse buttato in mezzo. Genesis non aveva mai visto Sephiroth così ferito da non essere più in grado di muoversi da solo. Avevano combattuto insieme innumerevoli volte, e sia Genesis che Angeal erano stati portati indietro in barella in più di un’occasione (anche se ormai questo, con il loro progredire nei ranghi Soldier, aveva smesso di accadere). Ma non Sephiroth. Mai Sephiroth. Anche ora che aveva cessato di essere un mito distante per trasformarsi in un assai più concreto amico e rivale, il Generale conservava ancora agli occhi di Genesis quell’aria di sicurezza, di invulnerabilità, che lo faceva sembrare qualcosa di più di un semplice Soldier 1st Class.

Ora quell’aria era sparita del tutto. Di fronte agli occhi di Genesis, il famigerato Demone d’Argento di Wutai era stato ferito e soffriva come ogni altro essere umano. Il sangue colava dalla ferita, inzuppando la fasciatura di fortuna. Il dolore distorceva gli eleganti lineamenti del viso. Sebbene Sephiroth tentasse di nasconderla, la sofferenza che provava trapelava chiaramente dal suo respiro irregolare, dalle smorfie che non riusciva a trattenere, e metteva Genesis di fronte a una terrificante verità: Sephiroth Crescent non era una qualche sorta di invincibile semidio, ma un uomo, e ora era in pericolo di vita. Certo, il suo fisico potenziato dal mako poteva sopportare colpi che avrebbero ucciso un normale essere umano, ma quella dannata lamiera era andata a conficcarsi molto vicino al cuore. Così com’era, il danno peggiore che ci si poteva aspettare era una perforatura del polmone. Erano stati fortunati: qualche centimetro più in là, e Sephiroth sarebbe morto sul colpo.

Genesis rabbrividì. L’idea di essere arrivato così vicino a perdere Sephiroth era a dir poco agghiacciante. Solo due anni prima, quando Genesis Rhapsodos non era altro che l’intelligente figlio di un ricco proprietario terriero di Banora e Sephiroth Crescent il suo idolo, quel pensiero gli avrebbe semplicemente causato una delusione, al massimo un leggero dispiacere. Ora, dopo gli appostamenti, le battaglie fianco a fianco, gli incontri per preparare le strategie di attacco, le notti all’addiaccio, le discussioni nei corridoi, le ore passate insieme nella sala addestramento, nelle docce e negli spogliatoi, in tende poco spaziose, nella sala mensa di Palazzo ShinRa… dopo che condividere la propria giornata era diventata una cosa normale, l’idea di perdere tutto questo era semplicemente terrificante. Piano piano, Sephiroth era diventato per lui qualcosa di troppo prezioso.

 

Genesis si girò verso la figura del compagno. Sephiroth era disteso sul fianco destro, il viso rivolto verso Genesis. La fasciatura d’emergenza che Genesis e Angeal erano riusciti a mettere insieme alla bell’e meglio era ormai zuppa di sangue, ma se non altro l’emorragia sembrava essersi fermata. L’incarnato del giovane appariva ancora più pallido del solito alla luce della luna, per via della abbondante perdita di sangue. Sephiroth aveva preso a tremare dal freddo. Genesis si diede dello stupido per non averci pensato prima, e raccolse la sua giacca rossa per distenderla a mo’ di coperta sul compagno, ignorando i tentativi di quest’ultimo di fermarlo.

“Buono, tu. Sarebbe da stupidi morire assiderati.”

“Lo stesso vale per te.”, ribattè Sephiroth accennando con la testa al petto nudo del suo secondo.

Mpf. Almeno io non ho uno squarcio nella spalla.”

E per una volta Sephiroth fu zittito. Genesis avrebbe esultato tra sé e sé per quella piccola vittoria, se il precedente commento dell’amico non gli avesse ricordato che, dal momento che la sua maglia era stata trasformata in un bendaggio di fortuna, neanche lui aveva molto che lo riparasse dal freddo della notte. Un brivido lo percorse, come a voler sottolineare ulteriormente il punto.

Genesis…

E ovviamente Sephiroth se n’era accorto. Dannazione, ma nemmeno quando era moribondo quell’uomo perdeva la sua fastidiosissima abitudine di voler tenere tutto sotto controllo?

“Sto bene.”

“Non mi risulta.”

Appunto. A quanto pareva NO, non era da Sephiroth starsene buono mentre qualcun altro si prendeva cura di lui. Stupido Generale.

“Genesis, per favore.”

Sephiroth stava a fatica cercando di scostarsi di dosso la sua giacca e di porgergliela.

E Genesis iniziava seriamente a spazientirsi della sua cocciutaggine.

“Piantala, Sephiroth.”, disse, afferrandogli il braccio e fermandolo.

Sephiroth era troppo debole per vincere quella prova di forza.

“Non hai intenzione di lasciarmela togliere, vero?”

“Col cazzo. Tu ti tieni questa fottutissima giacca, sono stato chiaro, signor Sephiroth Sono-Il-Più-Figo Crescent?”

…Allora coricati anche tu qua sotto con me.”

Oh Dea! E questa da dove diamine se l’era tirata fuori?

Una serie di immagini decisamente poco appropriate al contesto attraversò la mente di Genesis, lasciandolo impalato con un’espressione idiota sulla faccia.

“Se ci copriamo entrambi con la giacca, il calore corporeo di entrambi ci scalderà meglio.”

Giu.. Giusto.”

Ancora sconvolto dalla carrellata di immagini del tutto gratuite (e non esattamente caste) che il suo cervello aveva pensato bene di propinargli, Genesis non fu nemmeno in grado di irritarsi di fronte al tono da maestrina assunto da Sephiroth.

Pregando tutte le divinità cognite e scognite di non essere arrossito, o se non altro che Sephiroth non lo avesse notato, Genesis si avvicinò alla figura distesa del compagno e iniziò a cercare una posizione… beh, non compromettente. Impresa di colpo divenuta pressoché impossibile, con Sephiroth che lo fissava con un’espressione indecifrabile. Erano troppo vicini. Del resto, non che avesse molta scelta: il suo giaccone non era esattamente una coperta a tre piazze e mezza. Dopo due minuti passati a rivoltarsi per terra, facendo scivolare via il giaccone un numero di volte che superava abbondantemente la cinquantina, alla fine Genesis optò per coricarsi su un fianco dando le spalle al compagno.

Perché di colpo era diventato tutto così imbarazzante? Non era la prima volta che lui e Sephiroth dormivano fianco a fianco. Quando sei un militare cose di questo genere sono spesso necessarie.

E non era nemmeno un problema di nudità: quante volte avevano fatto la doccia insieme, lui, Sephiroth e Angeal, dopo gli allenamenti o dopo una battaglia?

Certo, Genesis sapeva benissimo di provare attrazione per altri uomini, ma questo non era mai stato davvero un problema da che era entrato in Soldier. Aveva imparato a farci i conti da un pezzo, con un non piccolo aiuto da parte del suo personale santo protettore Angeal Hewley. E poi, con Sephiroth non gli era mai capitato nulla del genere. Va bene che un tempo il giovane Generale era stato il suo idolo adolescenziale, ma la possibilità che da ciò nascesse un’infatuazione era stata drasticamente liquidata quando i tre avevano stretto amicizia. Adorazione prima e amicizia sporcata da rivalità poi: tra loro due non c’era mai stata attrazione, così come non c’era mai stata vera attrazione tra Genesis e Angeal. Loro tre erano amici. Punto e a capo.

Eppure quelle stupide fantasie non si decidevano a lasciarlo in pace. Chissà come doveva essere baciare Sephiroth? Di sicuro sarebbe stata una lotta per la supremazia, esattamente come ogni loro scontro con la spada.

Mmh, spada Giravano certe voci su Masamune, tra i fanti…

…Ecco. Pessimo paragone. Complimenti davvero, Genesis Rhapsodos. Si può sapere da dove se le tirava fuori certe cazzate?

 

Dietro di lui, Sephiroth sembrava essersi addormentato, ma il dolore lo aveva raggiunto nel sonno e gli strappava gemiti sommessi.

Dimentico dei suoi ragionamenti di poco prima, Genesis si girò, e, puntellandosi su un gomito, si chinò sul compagno e iniziò a accarezzargli il braccio cercando di confortarlo.

“Andrà tutto bene, Seph, vedrai, tutto bene… Vedrai che presto Angeal arriverà… va tutto bene…

Dopo un po’ Sephiroth sembrò rilassarsi, e Genesis ricominciò a rimuginare tra sé, pur non eliminando il contatto fisico con l’altro.

Ora che ci pensava, quella era la prima volta in assoluto che si ritrovava da solo con Sephiroth così a lungo e in una situazione così particolare. Di solito c’era sempre Angeal con loro, visto che quest’ultimo aveva capito che lasciare il suo migliore amico in compagnia del neo aggiunto membro del trio avrebbe portato a un’escalation della violenza risultante in un’abnorme quantità di scartoffie da compilare e di danni da pagare. Semplicemente, i loro due caratteri avevano un’insana tendenza a scontrarsi. E così Angeal aveva in qualche modo assunto il ruolo di “cuscinetto” tra lui e Sephiroth. Quello che nessuno di loro tre aveva nemmeno lontanamente sospettato era che, oltre a smorzare la loro tendenza alla competizione, la presenza di Angeal aveva anche evitato a Genesis di provare a pensare a Sephiroth anche in altri termini. Peccato che ora che Angeal non c’era quei pensieri, che a quanto pare erano rimasti nel suo inconscio in attesa del momento propizio, avessero deciso proprio ora di venire a galla. Dannato Angeal. Cosa cazzo gli era venuto in mente di mollarlo lì da solo con Sephiroth?

Vedere il compagno in quello stato lo stava decisamente scombussolando, e non solo perché in quel momento si sentiva attratto da lui. Anzi.

In realtà, mentre osservava Sephiroth rilassarsi al suono delle sue sciocche rassicurazioni, la questione “Cazzo, certo che Seph è un gran bel pezzo d’uomo” passò in secondo piano di fronte all’evidenza che Seph, oltre a essere un gran bel pezzo d’uomo, era anche un pazzoide che aveva rischiato la sua vita per salvare quella di Genesis. La stoffa intrisa di sangue che premeva contro il suo addome lo spinse a ricordarsi che poche ore prima aveva rischiato di perdere definitivamente il proprio Generale e amico. E questo perché Genesis non era stato abbastanza attento da accorgersi di una lamiera volante, e Sephiroth aveva pensato bene di fare l’eroe. Il terrore gli attanagliò di nuovo lo stomaco.

“Stupido, stupido, stupido Generale dei miei coglioni… Che diamine ti è saltato in mente? Seph, cazzo… Tu… tu sei…

Le rassicurazioni che Genesis aveva continuato a mormorare cambiarono tono.

…Sarei cosa?”

Merda. Ma Sephiroth non stava dormendo?

Ah… uh… io…

“Genesis, cosa c’è?”

Il fatto che Sephiroth non sembrasse rendersi conto della assurdità della loro situazione mandò in bestia Genesis.

“C’è che siamo in mezzo a una cazzo di montagna sperduta in pieno territorio nemico, c’è che tu rischi di morire per un motivo stupido e io non so che cazzo fare, ecco cosa c’è!”

…Non è un motivo stupido. E smettila di urlare, Genesis, per favore.”

“Io urlo quanto mi pare e piac.. come sarebbe a dire non è un motivo stupido?!?!”

“Ti pare che salvarti la vita fosse un motivo stupido, Genesis Rhapsodos?”

“Se è a costo della tua sì, cazzo! Sei tu il Generale, le cose dovrebbero essere andate al contrario! Sono io quello… quello di grado inferiore. Dovrei essere io a fare da scudo a te!”

“Stronzate.”

“Cosa?!?!”

Sephiroth iniziava a essere profondamente irritato. Cosa diamine aveva fatto di male stavolta? Cosa c’era di sbagliato nel voler salvare la vita di un amico?

Sephiroth aveva agito d’istinto: aveva visto le fiamme lambire il serbatoio dell’elicottero abbattuto, e aveva capito al volo che il velivolo sarebbe esploso entro pochi secondi. Genesis era voltato dall’altra parte, ed era stato colto di sorpresa. Quella lamiera volante gli avrebbe staccato la testa. Non c’era stato il tempo di pensare, né Sephiroth ne avrebbe avuto bisogno: il pensiero che accadesse qualcosa a Genesis era semplicemente… semplicemente impensabile. Sephiroth non era uno da riflettere particolarmente sui suoi sentimenti, ma in quel momento gli era apparso chiaro e lampante che doveva proteggere il compagno, ad ogni costo. Che se a Genesis fosse successo qualcosa, lui ne avrebbe sofferto troppo.

E il fatto che Genesis si mettesse a parlare di gradi militari era una pura e semplice assurdità. I gradi, fra loro, avevano smesso di avere importanza molto tempo prima. Era stato proprio il fatto che Genesis e Angeal non lo avessero mai trattato come il Grande Generale ma come un ragazzo della loro età ad avvicinarli, ponendo le basi della loro amicizia. Perché ora Genesis sembrava dimenticarsene?

Sephiroth afferrò il viso di Genesis con una mano, costringendolo a guardarlo negli occhi.

“Ho detto che sono stronzate.”

I loro visi erano troppo vicini. E quegli occhi blu dannatamente belli.

 Genesis… Genesis, io - io non potrei… tu… Tu sei troppo importante per me.”

Resosi di colpo conto della posizione in cui si trovavano, Sephiroth aveva perso tutta la sicurezza ostentata poco prima, e quell’ultima frase si era persa in un bisbiglio. Aveva la mente confusa, non sapeva se dal dolore per la ferita alla schiena o se per via di quegli occhi che lo fissavano sgranati. E che ora avevano assunto un tono più cupo, nel sentire quelle parole.

“Seph, io…

Sephiroth si sentì avvolgere dal profumo di accidenmele e cannella, mentre il viso di Genesis si avvicinava lentamente al suo, come attratto da un magnete.

Era così stanco. La sua mano inizò a scivolare verso terra, ma fu fermata da una presa salda.

Ehiehiehiehi! Sephiroth! Guardami! Guardami!”

Genesis gli stava facendo cenni frenetici, cercando di riprendere il contatto visivo. Sephiroth si riscosse e tornò a guardarlo, riacquistando lucidità.

“Senti, io… io ti ripagherò, te lo prometto.” cercò di scherzare Genesis, la voce carica di un’emozione che nemmeno lui capiva tanto bene. “Solo, mi serve un po’ di tempo, quindi, per favore, vedi di non morirmi qua stanotte ok?” Accennò uno dei suoi sorrisi sghembi. “Me lo prometti, stupido Generale?”

Heh. Promesso, Comandante Rhapsodos.”

“Bene. Ora riposa, Generale Crescent.”

 

Disteso accanto a Sephiroth che era scivolato in un sonno tranquillo, Genesis recitò più volte tra sé e sé Loveless, finchè la stanchezza non prese anche lui, alle prime luci dell’alba.

 

 

Quando Angeal arrivò coi soccorsi, poco dopo, e li trovò che dormivano praticamente abbracciati sotto il giaccone di pelle rossa, dovette rassegnarsi all’idea che molto presto Genesis lo avrebbe trascinato in una delle sue “bettole da sbronza” e si sarebbe messo a parlargli dei suoi sentimenti per il Generale.

   
 
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