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Autore: Ayumu_    25/06/2012    4 recensioni
Dopo un breve capitolo con Caroline protagonista, si avrà una storia concentrata sulla visione di un nuovo personaggio.
Nathan scoprirà cose che neanche nei sogni sapeva esistessero. Si innamorerà, si farà amici e nemici.
Scoprirà che Mystic Falls non è una semplice città.
Intanto Klaus cercherà in tutti i modi di ammaliare Caroline.
** La storia è ambientata dopo la terza stagione_
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio del gioco


Il suo viso era lucente, pallido. Sembrava una star del cinema, pronta per essere fotografata e intervistata da mille giornalisti. Non avevo mai visto una ragazza con tale bellezza, eppure c'era qualcosa che mi suggeriva di starle alla larga. Sembrava fosse stata creata con il solo scopo di suscitare una grande invidia nelle donne, e un travolgente desiderio negli uomini.

Avevo appena compiuto diciannove anni e stavo facendo una passeggiata per star lontano dai parenti troppo estroversi, che mi puntavano continuamente il dito contro. Ogni anno era la stessa storia, e così non esitavo un secondo a prendere la mia roba e a scappare da quella gabbia di matti. Ma non mi era mai successo di venir folgorato da una simile bellezza.
La presi in braccio, l’appoggiai con delicatezza nel sedile posteriore della macchina e la portai all'ospedale più vicino. Dopo una quarantina di minuti di attesa un'esile infermiera mi accennò di alzarmi e di seguirla. Mi portò nella camera dove la ragazza era distesa su un letto bianco. Disse che si sarebbe ripresa entro poche ore, ma che l’incidente avrebbe potuto causare problemi al bambino.
Stava bene, avrei dovuto essere felice, ma non riuscivo a smettere di pensare che la persona che avevo di fronte, la persona di cui mi ero innamorato con un colpo di fulmine, fosse fidanzata, se non, ancor peggio, sposata. Cosa dovevo fare? Aspettare su una scomoda poltrona vicino al letto finché non aprisse completamente gli occhi?
Uscii dalla stanza e con passo furtivo mi avvicinai al bancone dell’infermeria.
- Scusi? Scusi? – ripetei squillante una seconda volta.
- Sì?
- Volevo sapere se avete trovato il telefono della ragazza nella camera 108.
- E lei chi è? – classica domanda da film.
- Sono suo fratello. Volevo assicurarmi che non avesse perso il cellulare. – accennai con un lieve sorriso.
- Deve prima compilare vari moduli, e poi posso darle informazioni sulla vittima.
Vittima… era questa la parola giusta per una ragazza incinta che non poteva contare sull’appoggio del proprio compagno dopo aver fatto un duro incidente. E io, invece di preoccuparmi della sua salute, mi chiedevo se fosse fidanzata, quanti anni avesse e dove abitasse.  
Ritornai in camera, mi sedetti sulla scomoda poltrona e la fissai stupefatto. Il dottore aveva detto che si sarebbe ripresa entro poche ore. Aspettai con impazienza, ma felice di poter ammirarla per lungo tempo. Quando riaprì gli occhi mi ero già appisolato con la testa appoggiata su un bracciolo, e con le braccia conserte. Avevo fatto il turno di notte in un piccolo pub: ero esausto!
Non so se sia scappata per timidezza, se per paura o per altro; ero rimasto solo, con una strana posizione su una vecchia poltrona.
- Ma cosa fa? Sveglia! – urlò il medico scuotendomi energicamente. Saltai dalla poltrona, pronto per andare in battaglia, pronto per sopportare cinquanta bambini stridenti, pronto per ricercare la fuggiasca.
- Cosa… cosa è successo? – chiesi guardando una fila di agguerrite infermiere attente a servire il capo branco.
- La ragazza… dov’è?
Non ne avevo idea!
 
Dopo che i dottori si consultarono sul da farsi, riuscii a sgattaiolare fuori dall’edificio, con aria affranta e pienamente turbata.
Decisi di prendermi un bicchiere di vodka al bar di fronte. Ero stanco… avevo bisogno di qualcosa di forte, che potesse farmi riprendere dalla giornata insolita.
Entrai, ordinai il drink e mi sedetti su un massiccio sgabello di legno. I miei occhi erano immobili, rivolti nel vuoto. In quell'istante avrei potuto fissare molte persone, ma non ci feci caso. Quando arrivò il bicchiere di vodka, accennai un sorriso per ringraziare il barista. Lo finii subito, poi ne chiesi un altro e un altro ancora. Quando fu il momento di pagare, presi dalla tasca tutte banconote che mi avevano regalato il giorno stesso, ne presi alcune e le diedi alla commessa.
Misi le rimanenti nel portafogli che avevo nella giacca, e frugando in tasca trovai un foglio con un numero di telefono.
Non esitai nemmeno un secondo a chiamare quel numero.
Ero agitato. Mi faceva male la testa. Passarono secondi interminabili prima che rispondesse un'esile voce.
- Pronto?
Dovevo riattaccare o presentarmi? Non sapevo cosa fare.
- Ciao.. - dissi nervoso con un balbettio incomprensibile.
- Ci conosciamo?
- Sono Nathan. Ho trovato un biglietto con il tuo numero nella mia giacca. - Dopo alcuni secondi disse di non conoscermi.
- Non sei la ragazza che ho portato stanotte all'ospedale?
- No! Chi ti ha dato il mio numero? - dal telefono si poteva capire quanto fosse confusa.
- Una ragazza si sentiva male.. così l'ho portata all'ospedale. Quando mi sono svegliato ho trovato il tuo numero nella mia giacca.. quindi... credevo fossi lei.
Descrissi la meravigliosa bionda alla donna, e una voce maschile si sentì in sottofondo; mi disse di incontrarci al pub di Mystic Falls.
- Come ti chiami? - chiesi prima di chiudere la conversazione.
- Elena Gilbert.
 
Dopo aver riattaccato il telefono, sentivo la fronte bagnata dal sudore, e un fitto mal di testa. Stavo sicuramente prendendo l’influenza.
Ritornai a casa e, dopo aver ringraziato a respinto i parenti ritardatari, salii le scale per andare nella mia camera. L’appuntamento era previsto tra venti minuti, così mi feci una veloce doccia gelata, mi vestii senza dar importanza agli abbinamenti, e mi diressi verso il luogo prestabilito.
Un’aria afosa circondava Mystic Falls, eppure pochi rinunciavano a una serata tra alcol e risate.
Entrato nell’edificio mi girai intorno e mi sedetti lontano da occhi indiscreti. C’erano ragazzi di tutte le età, che scherzavano, ridevano e si ubriacavano senza alcun ritegno. Molte ragazze erano quasi svestite, e non potei non sentirmi in imbarazzo al loro posto. Cercai di rilassarmi e di sedermi comodamente sulla poltrona. Non mi sentivo a mio agio, così presi il telefono e richiamai il numero più di una volta; rispose continuamente la segreteria telefonica, e stavo per credere che fosse tutta una messa in scena. Dopo un quarto d’ora mi alzai e, spingendo ubriachi a destra e a manca, mi diressi verso l'uscita. Passò un quarto d’ ora esatto quando il barista biondo ricevette una telefonata e scappò furtivo.
 

@@@
Angolo autore: 
Ciao! Ecco il secondo capitolo!
Innanzi tutto volevo chiarire che il riccio biondo non è Klaus, anche se lui avrà un ruolo fondamentale in questa  fan fiction, ma è un nuovo personaggio, del tutto estraneo della realtà con cui si troverà a convivere.
Ringrazio Nimueh per il suo animo gentile e per aver riguardato questi capitoli, e ringrazio tutti per aver letto o recensito o messo tra i preferiti \ ricordate il capitolo precedente. 
Mi scuso per gli eventuali errori ortografici.
 
@Nimueh:  KlausXCaroline? Sì.. può essere :P Comunque grazie mille per tutto, :*_*
 
@Klaroline99: Grazie mille! Credo che farò altri pov di Caroline, perché la amo troppo *__*  Spero ti piaccia allo stesso modo questo nuovo capitolo ;)
 
@CherryMarti:  Nessun errore? Wow.. Ora mi sento realizzato :*  Comunque io amo Caroline.. Vedo “The vampire diaries”  principalmente per lei ù.ù Comunque grazie ancora per la recensione ;)
 
@AmoTVD98 Da quanto tempo! :D Spero che questo capitolo ti sia piaciuto quanto quello precedente. Non vorrei deluderti lol
   
 
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