Sono. Immensamente. Spiacente.
Fra studio, esaurimento, viaggio con i miei e orribile riunione familiare, riesco ad aggiornare solo ora.
Spero che non mi abbiate abbandonato.
Misaki uscì dalla
macchina, e, con la solita posa, si
avviò verso la scuola.
Non sapeva che stava per cadere in
uno dei peggiori gironi
dell’inferno.
----------
«Yume? Sei ancora a
letto?»
«Si, mamma. Temo di
essermi –coff- ra… raffreddata.» La
voce di Yume divenne più fioca.
«Rimani a casa e
riposati. Chiamo la scuola per
giustificarti.»
«’off….
Va bene, mamma…»
Sotto le coperte, Yume giocava a
poker con Sui.
Le aveva già
“prelavato” 13 biscotti, 16 cioccolatini e 3
promesse di giornate a casa.
----------
Misaki entrò in classe.
Aveva una pessima impressione, ma
tutto sembrava a posto.
----------
«Yume?
Perché non sei andata
a scuola?»
disse Sui, tentando di
evitare che le carte le cadessero per l’ennesima volta.
Non ci riuscì.
Dopo aver dato una rapida ma
approfondita occhiata alle
carte, la ragazza rispose. «Oggi è il giorno della
….»
----------
«… Visita
medica. » Gracchiò l’autoparlante
dell’Aoibara «Ripeto:
si richiede ai nobili signorini a alle nobili signorine di recarsi
all’infermeria
a loro raccomandata per effettuare la visita medica.»
L’insegnante si
alzò in piedi e tentò di fuggire, ma Misaki
fece più in fretta.
«Che
CøøøO sta dicendo quel
CøøøO di autoparlante? Non
sono stato informato di questo!»
«Signorino Misaki, al
fine di prevenire la vostra fuga,
abbiamo deciso di non informarvi.» disse
l’insegnante «Signorini, cominciate ad
avviarvi.»
Non disse che i suddetti signorini
avevano fatto colletta e
gli avevano offerto il ricavato … a patto
che Misaki facesse la visita medica e che loro avessero un
posto per spiarlo
assicurarsi delle sue condizioni di salute.
E la colletta di 19 pargoli di
ricchi non aveva nulla in
comune con quelle delle associazioni benefiche.
----------
«Jessica
Suzuki!» Strillò Hotogi.
La ragazza si voltò
lentamente, trattenendo la rabbia. Ora
che Mizu aveva capito come aprire la scatola dove la rinchiudeva
sigillava
faceva accomodare ogni mattina, poteva arrivare in qualsiasi momento.
Non
poteva più insultare Hotogi quando le pareva e piaceva.
«Cos’è,
ala di pollo?» borbottò. “Ala di
pollo” non era
una cosa negativa, in fondo. Aveva visto Mizu mangiarne qualcuna
(tagliandole
in minuscoli pezzi con un m minuscolo coltello e una minuscola
forchetta
spuntati da chissà dove, ma era sempre mangiare.)
Quindi Mizu non si sarebbe
lamentata…. Probabile.
Hotogi la guardò male.
«Dove Hanazono-san è?»
«N’è
qua. La madre aveva chiamato. Ha preso un freddo.»
Hotogi sbarrò gli occhi
non appena decifrò quello che Jessica
aveva detto. «Perché O… Boku non
è stato informato? Devo andare ad accertarmi
delle sue condizioni!» Srillò e corse verso
l’uscita.
Fu acchiappato e trascinato in
classe da un compagno dopo
pochi metri.
----------
Misaki entrò di corsa
nella stanza e chiuse a chiave la
porta.
Quella era una scuola di Matti. E
Matti era un eufemismo.
Spiarlo mentre si toglieva la
camicia, e va bene. Fargli
foto, meno bene, ma ancora ancora bene.
In fondo, era un maschio, quindi
non aveva nulla da
nascondere.
Ma rapire la sua divisa, per poi
organizzare un mercatino
non tanto improvvisato per vendere all’asta i vari pezzi
recuperati e le foto.
I b饨饨饨
饨饨饨i ricchi
sapevano a chi
chiedere per organizzarsi in fretta, a quanto pare.
Per precipitarsi a fermarsi e
salvare i suoi vestiti, non
era nemmeno riuscito a capire quanto era cresciuto.
Inoltre, al momento,
metà della scuola gli stava dando la
caccia.
Si sedette per terra, sistemandosi
la giacca. Si era
infilato il tutto mentre fuggiva, quindi il risultato non era
granchè, ma aveva
evitato l’inseguimento da parte dell’altra
metà della scuola.
Comunque, ora era al sicuro.
«Mi-sa-ki-sama~!» strillò un
coretto di voci familiari.
No, non era per niente al sicuro.
Misaki si voltò
lentamente. Il consiglio studentesco.
Stava per morire. Si immaginava che
avrebbe avuto una fine
prematura, ma la causa era diversa.
Non ucciso con con un oggetto
contundente da una pazza
omicida di sua conoscenza, ma da una folla di pervertiti sempre di sua
conoscenza.
«Co… cosa ci
fate qui?» Borbottò Misaki.
«Sa,
Misaki-sama…»
«Si rifugia sempre
qua…»
«E noi la osserviamo
sempre grazie al sistema di
sorveglianza~!»
«Immaginavamo che sarebbe
venuto anche oggi…»
«Quindi siamo venuti
anche noooi~!»
Misaki deglutì, tentando
di capire da dove fuggire.
La finestra alle spalle della folla
dei pervertiti era
l’unica opzione. Ma come raggiungerla? E come sopravvivere,
cadendo dal secondo
piano?
«Dobbiamo farle una
proposta!»
«Che non potrà
ri-fi-u-ta-re~!»
Misaki
capì. Non pensava che
sarebbero stati così sfacciati, ma sapeva le loro intenzioni
da un bel po’.
Misaki mise a frutto
l’unica lezione di rugby che aveva
preso prima che la madre la scoprisse, sfondando la barriera umana e
urlando «Non
diventerò mai presidente del consiglio
studentesco!»
----------
Yume si stiracchiò,
alzandosi dal letto. Non c’era più
nessuno in casa, quindi poteva finalmente fare quello che le pareva e
piaceva.
Innanzitutto, cibo. Elemento
necessario per tutto il
resto.
Dopo una merenda leggera (avanzi
della cena del giorno
prima, (1)3 panini con gocce di cioccolato, (1)5 citole di riso, e
qualche
verdura) fu pronta alla missione impossibile.
Insegnare a Sui a misurare
l’altezza.
Ci volle mezz’ora per far
svolgere quella semplice
operazione.
Ma alla fine, il risultato fu
quello sperato.
1.74. 6 centimetri in un anno. Non
male.
Lo stress per tutta la questione
degli shugo chara e per i
c*****i che li possedevano doveva aver contribuito.
----------
Misaki atterrò
sull’albero di fronte. Il ramo non si piegò
nemmeno.
Vi ho fregati, sceee-mi! Ho 5000
vie di fuga, i-o!
Passi.
Si nascose fra le fronde.
«Dov’è?
Non può essere lontano!»
Macheccavolo, hanno
il
teletrasporto? Sapevo che erano marziani!
«Lo sappiamo, prez!
Eppure…»
«Dividiamoci e
troviamolo!»
I passi annunciarono alle orecchie
di Misaki la divisione
e l’allontanamento dei tizi.
Aspettò sino a quando
non si affievolirono abbastanza, poi
scivolò da un ramo all’altro, e quindi a terra,
senza il minimo rumore.
Ora rimaneva da superare cortile e
il muro. Poi…
«Signorino Reino!
Perché è in cortile?»
Ah! ‘l guardiano della
prigione! Fugaaaaaaaaaaaaaaa!
Misaki scattò verso il
muro, inseguito dall’insegnante che
tentava di compiere il suo lavoro (impedirgli di fuggire).
Con un balzo perfettamente
calcolato, poggiò un piede su
una pietra sporgente a metà del muro e lo usò
come trampolino per arrivare in
cima.
«Bye bye.»
disse, buttandosi.
Dopo che i piedi di Misaki furono saldamente a terra, Hiko
sciolse il chara change.
«Waaa!
È stato divertente giocare ai ninja dopo tanto
tempo!»
Strillò Hiko, facendo una
capriola per aria. «Dobbiamo
farlo più spesso!Ri-fac-ci-a-mo-lo!» lo
shugo chara passò alla figura a otto.
«Non ora.»
borbottò Misaki. Se Hiko continuava a volare in
quel modo, presto sarebbe arrivato uno sciame di api irritate
«Jicchan.»
L’uomo spiuntò
da un cespuglio. «Dovrebbe tornare in
classe, Misaki-sama.»
«C’è
la visita medica, non mi perdo nulla.» Misaki si
stiracchiò. «E ho l’autorizzazione a
uscire quando mi pare.»
«D’accordo,
Misaki-sama. Dove desidera andare?» disse
Jicchan, , mentre altre guardie spuntavano dai posti più
impensabili e
apparentemente troppo piccoli per contenerli.
Prima o poi avrebbe dovuto
chiedergli come diamine
facevano. La teoria di Hiko sullo sfruttamento della quarta dimensione
non era
accettabile. E manco che discendessero dai ninja (teoria di Hiko prima
che iniziasse ad
appassionarsi allo sci-fi)
«Va bene
ovun…» Misaki inciampò e cadde a terra
non appena
cominciò a camminare.
Le guardie del corpo non
commentarono il cambiamento di
abilità.
----------
«Ha-na-zono-san!»
strillò Hotogi,cominciando a correre
verso Yume.
Ah, un giorno scopriremo che ordina
da internet action figure con la
mia faccia… nah, dovrebbe essere un maschio per farlo.
Sui espresse il suo disappunto
gestualmente, ma l’ameba
decise di ignorarla.
«Hotogi-senpai,
buongiorno. Come è andata la tua giornata,
ieri?»
Yume vide un paio di orecchie
comparire sulla testa di
Hotogi.
«Bene! Io ieri ho
scoperto di essere cresciuto mezzo
centimetro!»
O,5? Misero. Bastano dei calzini
più spessi.
----------
L’infermiera
sussultò quando Misaki spuntò alle sue
spalle.
«Ah, signorino Reino.
È venuto a ritirare la sua cartella
clinica?»
Strillò la donna con una
voce di un paio di ottava più
acuta del solito.
Il fascino di Misaki sulle donne
più grandi non si fermava
né alle superiori né
all’università.
«Un.»
borbottò Misaki Basta
che ti sbrighi…
La donna cominciò a
frugare nel cassetto. Essbrigati,
cretina! Non ci metteranno
molto a trovarmi! Dopo un
tempo che sembrò interminabile, finalmente
l’insegnante estrasse la cartella medica
e la porse a Misaki.
Che in 0,01 secondi fece in tempo
ad afferrarla e
leggerla.
Ma fece anche in tempo a
congelarsi. «cen… 148 cm?»
mormorò.
La donna annuì.
«Ma l’anno
scorso ero circa uno e quarantanove!»
Ciiii-rca.
«Abbiamo scoperto uno
strumento tarato male, l’anno
scorso. Quest’anno, rinnovando, abbiamo controllato
più…» cominciò la donna.
Ma Misaki non era più li.
La sua vocina aveva attirato il consiglio studentesco, e la fuga era ricominciata.
*si spiaggia*
Yume: sei viva?
Ten: Secondo te? If I die, You die!
Yume: Se, sei viva. E pure ingliesizzata.
Ten: 'f couse. I didn't went in London only for PunkLolita dress.
Yume: Not, You went also for cheaper anime gadget and Museum rubbers.
Ten: *tossetta* e vabbuois, lasciamo stare... In due avete 'zzeccato a chi apparteneva Mizu!
Yume: Siamo passati all'italiano stretto, eh?
Ten:*ignora* Congratulazioni a Pikadis e a Victorique! La prima ipotesi era proprio Misaki... Per un pò stavo per passarlo a Yume, ma volevo un'altro personaggio femminile a conrobilanciare Yume e Hotogi (Ha bilanciato? non me pare...), quindi è nata Jessika e l'ho affibbiata a lei! Piccola nota: il nome di Jessica l'ho scelto solo perchè era un nome straniero il cui suono mi piaceva in contrasto con l'ultranipponico Suzuki, e non ha niente a che fare con personaggi di altri libri\esistenti (ho una compagna di classe che si chiama così, ma non c'entra proprio un tubetto!)
Al prossimo capitolo!