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Autore: Saeko_chan    27/06/2012    0 recensioni
Passare i primi 17 anni di vita conoscendo pressoché tutti i propri parenti, da quelli in Giappone a quelli in Italia o in Spagna, ma non il proprio padre non é affatto il massimo, soprattutto se come me poi se obbligata da forze superiori a conoscere colui che per 17 anni hai pensato avesse semplicemente abbandonato tu e tua madre al vostro destino.
Io sono Tomoko Nakamura, ho 17 anni, sono stata allevata come una ninja e sono stata obbligata a raggiungere mio padre negli Stati Uniti contando solamente sulle mie forze.
Sapete, certe vole mi chiedo se davvero ci sia qualcosa di utile nell' essere una mutante...
[Attenzione: Il rating é variato! Dal verde é passato al giallo perché in futuro ci saranno quasi di sicuro delle scene un pochino più violente di ciò che avevo previsto all' inizio e pure più serietà in determinate occasioni.]
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charles Xavier, Nightcrawler/Kurt Wagner, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Problemi.

 

-Perché non hai mandato qualcuno a svegliarmi!? Perché mi hai fatto perdere le lezioni!?- urlai rivolgendomi a mio padre e trattenendomi dal balzare in piedi da un momento all'altro per dargli fuoco, ma riuscivo stranamente a limitarmi agli urli e a stringere convulsamente un kunai fra le mani.

Lo sapevo che poteva sembrare strano, ma se c'era una cosa che mi avevano insegnato in Giappone era proprio l'importanza dello studio e quindi mi scocciava non poco perdere una mattinata di lezioni!

-Secondo te perché l'ho fatto?- mi domandò, facendomi irritare quasi di più.

Eppure, se mi fermavo un attimo a riflettere... per caso lui lo sapeva?

-Tu lo sai? Chi te l'ha detto?- domandai, piuttosto sorpresa.

Possibile che un telepate avvertisse la presenza di un bambino non ancora nato e neppure sviluppato a pieno?

-E' da circa tre settimane che sei incinta e Cerebro ha notato la presenza di tuo figlio, di mio nipote... devi stare attenta e per tutta la gravidanza dovrai rimanere a letto anche se ti gira la testa. Kurt lo sa?- mi chiese, infine, osservando la mia espressione esterrefatta.

Accidenti a Cerebro e a chi l'aveva inventato!

-E' mio figlio, non il tuo, so gestirmi la faccenda da sola. Comunque Kurt-chan non né ancora stato messo al corrente... va be', vado a dirglielo- dissi, infine, alzandomi e salutandolo con un veloce cenno della mano, per poi uscire dal suo ufficio.

Inciampai immediatamente contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

Subito mi accorsi che era Kurt-chan e quindi alzai la testa e gli sorrisi quasi forzatamente.

Certo, ero felice di essere diventata madre, ma avevo davvero tanta paura.

-Tomoko, lo sai di tua cugina?- mi domandò, con un tono diverso dal solito.

Non era lo stesso... ma che diavolo aveva combinato Nanako?

Io lo guardai con curiosità e molto probabilmente lui comprese che io ero all'oscuro di tutto, visto che mi spiegò la situazione.

-E' venuta a parlarmi di una cosa. Tua sorella é malata, o nella migliore delle ipotesi é solo una fase, vista la sua giovanissima età- e lì iniziai finalmente a comprendere.

Mia cugina che mi diceva di avere dei problemi, Kurt-chan che la vedeva come una “diversa”... quando si dice l'amore verso il prossimo!

-Cioé? Che cosa ti ha detto di preciso?- gli domandai, sperando di starmi sbagliando totalmente, visto che se avevo ragione quella era la prova della stupidità di quel mutante.

Lui sospirò e poi parlò.

-E' fidanzata da due settimane. Sta con una ragazza- concluse, facendomi alzare gli occhi al cielo divertita.

Ma perché certa gente non capiva che non c'erano problemi da quel punto di vista? Perché mi ero innamorata proprio di uno del genere? Perché ero rimasta in cinta di uno così?

-Bene. La religione shintoista ti obbliga a seguire i precetti della tua famiglia e fino a prova contraria i suoi genitori le hanno insegnato ad amare indistintamente e da ciò che so suo padre -cioé mio cugino- é bisessuale e quindi non vedo dove stia il problema. Io stessa quando mi prostituivo non avevo problemi ad andare sia con i mashci che con le femmine- gli risposi, lasciando che lui mi guardasse come se mi pensasse pazza.

-Credevo che fra categorie discriminate ci si aiutasse a vicenda- ammisi, alla fine, senza guardarlo negli occhi.

Non potevo credere che quel ragazzo la pensasse davvero così! Okay che era cattolico e tutto il resto, ma non poteva davvero pensarla così!

-Comunque, sono incinta e il figlio ovviamente é tuo- conclusi, dicendogli quello che avrebbe dovuto sapere sin dal giorno prima.

A quel punto non sapevo davvero come l'avrebbe presa, ma non m'importava, se avesse accettato bene, ma in tutti i casi se avesse voluto vedere suo figlio crescere e fargli da padre avrebbe dovuto accettare anche Nanako.

-Ma é una notizia bellissima!- esclamò, abbracciandomi di slancio, ma io non ricambiai, infatti lui si staccò quasi subito e mi guardò senza capire.

-Se non accetti Nanako non credo di poterti rimanere accanto- gli dissi ciò senza utilizzare mezzi termini, freddamente, per quanto mi facesse male parlargli in quel modo.

-Il tuo Dio mi sembra che insegnasse l'amore e il rispetto verso il prossimo. Posso sopportare che tu non capisca Nanako, che per te sia una cosa illogica, ma é solo amore e non uccide nessuno amando un'altra ragazzina, quindi, se vuoi vedere crescere tuo figlio dovrai accettare mia cugina- gli dissi, incrociando le braccia e rimanendo impassibile, tant'era che tra un po' mi facevo quasi paura da sola.

Lui non disse niente, infatti non riuscì a rispondermi in tempo.

Di scatto sentii la porta dietro di me aprirsi e mio padre rivolgersi a Kurt-chan.

-Vai nella sala principale assieme agli altri, c'è un attacco- gli disse, quindi lui mi guardò e senza aggiungere altro si smaterializzò.

Io mi girai verso mio padre.

-Vado anch'io, sono degli X-men, giusto?- ma lui scosse la testa, indicandomi la pancia, anche se poi fu costretto a spiegarsi.

-Non metteresti solo in pericolo tuo figlio, ma te stessa. Credo che vogliano te- bene, adesso sì che non mi tornava più nulla.

Volevano me, eppure almeno che non fosse Magneto non riuscivo a capire chi potesse essere a volermi vedere morta, anche se a dir la verità anche Magneto non sapevo perché mi voleva.

-Chi sono?

-Non sono mutanti, sono umani sin troppo abili. Hanno eluso facilmente la mia telepatia, sembrano sin troppo ben addestrati- potevano per caso essere...?

Fu questione di un attimo, chiusi gli occhi e mi concentrai, separando la mia mente dal resto del mondo.

Ricordai, ricordai tutto quanto.

-Oh merda!- urlai, iniziando a correre.

-Tomoko!?- mi richiamò mio padre, ma ormai ero partita a razzo.

Sono quasi peggio dei mutanti, sono di una Yakuza molto potente, sono ninja, sono addestrati meglio delle stesse macchine da guerra” comunicai mentalmente a mio padre, correndo in camera ed armandomi per una lotta tutt'altro che mutante.

In un lampo iniziai a correre verso la sala principale, ma Nanako mi si mise in mezzo, finendomi addosso.

-Vattene, chiuditi in camera, siamo nei guai e tu devi andare in camera tua. Subito- le ordinai, guardandola per pochi secondi, per poi ricominciare a correre come una pazza.

La sala principale era messa peggio che mai.

Stavo lottando, infatti neppure si accorsero di me, ma io mi accorsi di loro.

-Dov'é il vostro capo!?- urlai, sovrastando i rumori della battaglia.

Era impressionante vedere come dei comuni esseri umani potessero tener testa a dei mutanti, eppure quei ninja erano addestrati a fare di tutto e soprattutto erano senza pietà, senza cuore.

I mutanti si fermarono e alcuni si girarono persino a guardarmi e i ninja fecero lo stesso.

-E tu chi saresti?- mi domandò uno dei ninja, quindi io scesi l'ultima gradinata di scale e sorrisi quasi divertita.

-Tomoko Nakamura, figlia di Sakura Nakamura e Charles Xavier. Quanto tempo è passato dall'ultimo attentato che mi avete teso? Anche se ancora non ho ben capito perché lo avete fatto, me lo potete spiegare, per cortesia?- avevo paura, certo che ne avevo, sapevo di essere in una situazione che definire pericolosa era poco, anche perché, in primis, ero incinta, ma dovevo rischiare, era l'unico modo.

Un altro ninja si fece avanti.

Ora che li guardavo meglio erano tutti in una specie di divisa, probabilmente ideata per mimetizzarsi il meglio possibile al buio o cose del genere*.

-Quanti anni sono passati, dici? 10, 12 massimo, non ne sono certo. Il motivo? L'uomo per il quale tua madre lavorava, colui che riscuoteva il suo stipendio e a dire il vero anche il tuo. Puttana- strinsi i pugni ed abbassai lo sguardo.

Non dovevo guardarli, se no sarei scoppiata e li avrei attaccati senza pensarci due volte, sbagliando tutto, sbagliando le mosse e gli attacchi, cose assolutamente da non fare.

-Bene. Che cosa vi aveva fatto quel codardo?- domandai, facendo finta di tutto, mentre, però, i ricordi del mio passato affioravano pericolosamente nella mia mente.

Uno degli shinobi** si avvicinò a me abbastanza da trovarsi a tre metri, massimo, dalla sotto-scritta.

-Non è tanto lui il problema, ma il fatto che tua madre abbia accettato di lavorare aiutata per lui e non per il nostro capo, lui l'avrebbe pure voluta come amante, sai? Ma lei non voleva... e lei pensava di proteggerti a fare così, sai? E invece il nostro capo ci ordinò di ucciderti a tutti i costi, visto che per lei rappresentavi tutto. Ci abbiamo provato, ma un uomo all'epoca fermò i nostri uomini, però, sarà un incidente che non ricapiterà- fu questione di un attimo, un ricordo più nitido degli altri si formò nella mia mente.

Le mani di un uomo su di me, qualcuno che mi spogliava... eppure ero solo una bambina.

Appena il ricordo finì il mio corpo si mosse da solo.

La katana con cui lottavo si scontrò con quella dello shinobi che avevo davanti e in un lampo lo ferì sulla spalla sinistra con un kunai.

-Spero per gli altri che tu non sia il loro capo- dissi, togliendomi dalla mente qualsiasi pensiero e tirandogli un calcio, per poi schivare la lama della sua katana e mirare alla sua spalla destra.

Io non ero un'assassina, ma in quel momento neppure mi controllavo, era quasi come se non fossi più in me.

Infatti la katana sembrava quasi agire da sola, mi sembrò quasi di non essere stata io a mozzare il braccio destro al mio avversario, ma qualcun altro.

Appena l'uomo cadde a terra tentò di proteggersi con la propria katana, ma io ormai stavo per finirlo con la mia di katana.

Peccato, però, che qualcuno mi tirò un calcio in mezzo alla schiena e che quindi caddi in avanti.

Mi sarebbero bastati pochi secondi per rimanere uccisa dalla katana del mio avversario, ma qualcuno mi portò via da quel posto, teletrasportandomi in un angolo della stanza.

Io respirai a fondo, inginocchiandomi e col cuore ormai a mille, oltre che con gli occhi completamente sgranati.

Quando alzai lo sguardo sul mio salvatore guardai immediatamente altrove.

-Non dovevi farlo- gli dissi in tono seccato, mentre mi rialzavo con estrema fatica e mi tastavo la mia povera schiena dolente.

-Forse, se non fossi stata incinta di mio figlio non mi sarei mai sognato di aiutarti, ma visto che aspetti colui che é anche mio figlio sono stato costretto, mi sentivo obbligato nei confronti del bambino. Ovviamente non nei tuoi- aggiunse, con un tono di voce quasi sprezzante.

Non lo riconoscevo quasi più.

Appena fui in piedi, però, mi resi conto che i nostri problemi di coppia potevano tranquillamente aspettare.

Quella battaglia era veramente il problema principale, soprattutto perché gli shinobi stavolta erano almeno una settantina, se non di più.

 

Angolo autrice:

 

*I ninja nacquero come associazioni segrete che rispondevano soltanto al capo-clan e che attaccavano di sorpresa e spesso con l'aiuto del buio, quindi, preferivano mimetizzarsi bene. Infatti, erano persone tutt'altro che buone, rispettose dell'avversario e cose simili, come spesso vengono dipinti nei cartoni animati/fumetti, ma persone spregevoli, erano vere e proprie macchine da guerra o spie.

**Il termine shinobi indica i ninja maschi, mentre kunoichi indica i ninja femmine. In realtà fra i due tipi di ninja le differenze sono tantissime. I primi miravano tutto sul combattimento, mentre le seconde sulla seuzione e soprattutto sul veleno. Praticamente andavano a letto col nemico e poi lo uccidevano nel sonno e cose del genere.

 

Comunque, appena posso mi sparo. Sia per il ritardo sia per il passato ancora più incasinato che sto creando a 'sta povera figlia di Tomoko... ah, inizialmente non sapevo se complicare la relazione Kurt/Tomoko con qualcosa del genere o meno, solo che non so, mi piace complicarmi la vita, quindi... xD

Va be', alla prossima! :)

   
 
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