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Autore: Miyuri_96    28/06/2012    1 recensioni
Il primo incontro tra Abbie e Clark non è uno dei più normali e dei migliori. Dopo un terremoto che sveglia il ragazzo prima del solito orario, vede una forte luce provenire da un bosco non lontano da casa sua. Decide così di andare a controllare e, dopo essere arrivato in quel punto, trova una ragazza senza vestiti, sporca di terra e ricoperta di foglie, come se si fosse schiantata sul terreno. Clark nota che non è ferita e, dopo averla portata a casa ed averla svegliata, gli fa varie domande. Lì nota che la ragazza non ricorda nulla della sua vita, manco il nome, così il ragazzo decide di chiamarla Abbie, come una sua lontana cugina, e la convincerà a comportarsi come tale non rivelando inizialmente la verità ai suoi amici. Clark, oltre ad essere incuriosito da tutta questa storia, è molto affascinato dalla sua bellezza, anche perché è sicuro di non aver mai visto una ragazza bella come lei. Ignaro di tutto il ragazzo gli da alloggio, dei vestiti e la nutre, ma non sa ancora cosa lo aspetta…
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Wow, non ho mai visto niente di così strano e bello allo stesso tempo.”, Chad era rimasto affascinato da quella luce, mentre Cecilia sembrava più che altro spaventata, come per tutte le cose misteriose d'altronde.

“Bene, ora per favore uscite che devo vestirmi!”, disse Clark cercando un attimo di tranquillità per poter pensare a cosa stesse succedendo.

I due amici uscirono dalla stanza e lo aspettarono in salotto. Abbie, non sapendo cosa fare, si ricoricò sul letto e chiuse gli occhi. Clark la guardò un po’ confuso.

‘L’ha capito che mi devo cambiare o no? Certo che è strana.’

“Abbie, perché non vai da Chad e Cecilia? Sono sicuro che diventerete ottimi amici se passerete del tempo insieme.”, il ragazzo le sorrise, come a volerle far credere che si dovesse fidar di lui. Abbie lo guardò e, dopo averci pensato un po' su, si alzò dirigendosi nel salotto dove gli altri aspettavano.

Quando Clark finì di prepararsi si diresse dai tre amici, i quali stavano parlando 'amichevolmente'.

“Quindi sei scappata di casa, e perché?”, chiese Cecilia.

“Io non scapperei mai, i miei mi viziano in un modo incredibile, non capisco perché dovrei.”, aggiunse Chad che rise alla sua stessa battuta.

“Guarda che nessuno ti obbliga a scappare di casa, e poi lo sanno tutti come i tuoi ti coccolano, non c’era bisogno che lo sottolineassi!”

“Oh, come sei acida quando fai così! Volevo solo fare una battuta!”, Chad sbuffò e, vedendo Clark, si mise lo zaino in spalla alzandosi. “Andiamo, è già tardi.”
Anche Cecilia si alzò prendendo il suo zaino e in seguito guardò Clark chiedendo: “Ma ad Abbie la lasci a casa da sola?”

A quella domanda il ragazzo non sapeva che rispondere, non poteva mica portarla a scuola, non era manco inscritta.

Sentendo quella domanda la misteriosa ragazza si mise in piedi e disse: “Non preoccupatevi, qui a casa starò bene e avevo anche intenzione di andare a fare la spesa più tardi.”, Abbie sorrise alla ragazza che presto ricambiò. Clark non riusciva a spiegarsi come, una persona che poche ore fa non sapesse manco cos’era un panino, potesse andare a fare la spesa da sola.

“Bene, allora muoviamoci!”, Chad, il solito euforico, aprì la portone di casa e guardando in basso vide una bambina, a prima vista un po’ stramba.

I tre ragazzi, rimasti nel soggiorno, si avvicinarono a lui e la videro. ‘Cosa potrà mai farci una bambina così piccola qua?’, questo era ciò che i tre amici si chiedevano.

Dopo qualche minuto di silenziò la bambina si decise a parlare e le sue parole furono: “Sono venuta per far tornare la principessa nel suo mondo.”

“La principessa? Nel suo mondo? Ma, piccola, hai sbattuto la testa per caso?”, chiese Cecilia abbastanza perplessa, come tutti gli altri in fondo.

“Se la terrete con voi ogni tipo di catastrofe si abbatterà sulle vostre teste, ridatecela!”, continuò la bambina ancora più stramba secondo i ragazzi increduli a ciò che stesse dicendo.

Abbie prese delicatamente la mano del ‘cugino’ e la stringe forte nascondendosi dietro di lui. “Ho paura.”

Sentendo quelle parole il cuore di Clark iniziò a battere sempre più forte, sempre di più. Le strinse la mano e subito dopo guardò quella bambina dai capelli dorati e gli occhi rossi quasi come il sangue.

“Noi non abbiamo nessuna ‘principessa’, vattene via!”, disse con aria superiore, in fondo quella era solo una bambina, giusto?

La straniera alzò il braccio puntando il dito verso Abbie, la quale la guardava impaurita e confusa.

“Lei è la principessa, lei è quella che vogliamo, lei deve venire con me.”

“Ma.. E’ impossibile! Lei è semplicemente la cugina di Clark, non è una principessa o cose così!”, disse Cecilia non capendo più nulla di quel che stesse succedendo, in fondo Abbie gli stava un po' simpatica.

“Cugina? Cosa dovrebbe significare essere una ‘cugina’?”, chiese la strana bambina mentre guardava Cecilia.

“C-Come cos’è una cugina.. E’ una cugina! E-Ecco..”, approfittando del fatto che la bambina era distratta, Clark stringe la mano di Abbie portandola nella sua camera da letto e, dopo averla convinta, la fece saltare giù per la finestra. Clark fece lo stesso e subito dopo fissò negli occhi la cugina.

“Abbie.. Tu non ricordi nulla? Di.. Come sei arrivata nel bosco questa notte, di come realmente ti chiami, chi sei..”

Abbie non disse una parola, scosse solamente la testa a destra e a sinistra, facendo intendere al povero ragazzo che non c’era speranza di poter sapere qualcosa della sua vita.

Prese la mano della ragazza e, correndo, si inoltrarono nel bosco che Clark conosceva quasi come le sue tasche visto che si divertiva spesso ad esplorarlo insieme ai suoi amici. Arrivati nello stesso punto dove ritrovò Abbie, notò un pezzo di ferro vicino ad un albero, il quale veniva illuminato dal sole.

Clark, incuriosito, si avvicinò e lo prese. A prima vista sembrava essere un pezzo di acciaio, davvero luccicante, ed anche se era sporco di terra ci si poteva ancora specchiare su di esso. ‘Cosa sarà mai?’, si chiese.

“C-Clark, guarda!”, il ragazzo si voltò fissando la ragazza che, con aria sorpresa, indicava una strana sfera di acciaio nascosta tra gli alberi.

“..Ma quella è.. Non può essere..”, Clark si avvicinò a quella sfera, alla quale mancava un pezzo, probabilmente quello che aveva trovato pochi secondi prima, e la fece rotolare sul prato.

“Pensi possa essere.. Una navetta spaziale?”, chiese Clark mentre la toccava, era davvero liscia, sembrava uno specchio per quanto potesse essere lucida.

“Una.. Cosa?”, il ragazzo aveva dimenticato con chi era, Abbie quasi non ricordava come si abbottonasse una camicia, che ne poteva sapere di navette spaziali.

Clark, vedendo il pezzo mancante, prese un respiro profondo e provò a collocare in quel punto l’oggetto strano che aveva trovato. Dopo aver trovato la posizione giusta lo incastrò in essa e, come d’incanto, una luce uscì da quella sfera mentre, pian piano, iniziava ad aprirsi in due.

Abbie, spaventata, abbracciò il ragazzo che era rimasto meravigliato da quella che, per lui, era sicuramente una navicella spaziale. Il suo sogno era quello di poter incontrare un alieno un giorno, l'ha sempre desiderato.

Quando la sfera fu aperta la luce di dileguò e Clark, guardandoci dentro, non vide nulla, solo buio, un nero impenetrabile ad occhio nudo. Avvicinò la sua mano, non tenendo conto di come la ragazza cercasse di tirarlo a sé in modo da allontanarlo da quella strana sfera. Appena la mano del ragazzo raggiunse quello strato nero una fortissima luce gli fece coprire gli occhi e una forza sovraumana spinse lui e la ragazza, avvinghiata al suo corpo, dentro la sfera, che con estrema velocità si richiuse e prese il volo, scomparendo tra le nuvole.
  
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