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Autore: butterbeer95    28/06/2012    6 recensioni
Cecily Rose e London Hudson. Adolescenti, innamorati, alle prese con le prime ribellioni e i sogni adolescenziali, vittime di un odio che, solo in teoria, impedisce loro di stare insieme.
[Continuazione -ma neanche tanto- di Mrs. Brownstone, spero vi piaccia!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forbidden&Forgotten'
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Premessa: questa storia si svolge circa nel 2006. So bene che London Hudson è nato nel 2002, ma fate conto che sia nato nel 90. Grazie, e buona lettura :3



Cecily camminava arrabbiata, si allontanava da quella casa che la soffocava sempre di più. Sua madre sembrava non aver mai avuto sedici anni, e suo padre..Beh, suo padre era quello che era. Non c’era mai stato molto per lei; non lo biasimava: semplicemente non avevano mai avuto un vero rapporto, e ora dovevano costruirne uno praticamente da zero. E di certo comportarsi da padre ossessivo non aiutava.
Lui era Axl Rose, una specie di leggenda. E la ragazza doveva farci i conti. Doveva dividerlo con il mondo intero.
Avevano appena litigato, perché lei si era messa qualcosa di più ‘spinto’ e gli aveva detto di London. Sì, London. Suo figlio. Quando lo era venuto a sapere, il padre le aveva semplicemente proibito di vederlo. Come se fossero affari suoi, come se la stupida faida tra lui e Slash dovesse aver a che fare con loro due.
Era arrivata a scuola, ormai, in quell’enorme scuola dove si sentiva solo fuori posto. Ogni giorno, almeno cinque ragazzi le chiedevano un autografo del padre. Lei non era Cecily Rose. Lei era la figlia di Axl Rose, che, ah, sì, certo, si chiamava Cecily. Non voleva far altro che andarsene, magari in qualche stato americano sconosciuto. Magari con London. Magari da sola. Non aveva ancora deciso.
“Ciao Cecily!” Eccola, l’unica persona che le faceva sempre ritrovare il sorriso. Il suo migliore amico, Max. Due anni prima, c’era stato una piccola relazione fra di loro, una cosa da nulla. Poi, entrambi avevano capito che i sentimenti che provavano non andavano oltre l’amicizia. Suo padre l’aveva spinta a riprovarci: adorava quel ragazzo.
“Max.”
“Che hai?”
“Mio padre. Cazzo, non lo sopporto proprio!”
“Che ha fatto?”
“Intanto mi ha obbligato a cambiarmi, e poi, no questa la devi sentire! MI HA PROIBITO DI VEDERE LONDON! Ma come sta? Ma chi si crede di essere?!”
“Chi ti ha proibito di vedermi?” chiese una voce alle sue spalle.
“Un idiota.” Rispose Cecily, prima di andare ad abbracciarlo. Alto, magro, boccoli, un viso sveglio, e una sigaretta perennemente in bocca.
“Scusa ma non avevi smesso?” chiese Max. Lui e London avevano un ottimo rapporto, per fortuna. Cecily non aveva nessuna intenzione di perdere uno dei due per colpa dell’altro.
“Oh, sì, ma Owen, lo sai. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.”
“E comunque non mi fumare in faccia, London. Lo sai che mi da fastidio.” Lo rimproverò la ragazza.
“Mmmh, vorrei un secondo parlare del maglioncino che stai indossando..E così quello è davvero un gelato che fa ciao con la mano. Interessante.”
“Ah, lascia perdere. È..”
“Tuo padre.” Dissero all’unisono i due ragazzi.
“Quell’uomo è fin troppo prevedibile ormai!”
“Ah, p.s., ha scoperto di noi, caro.”
Un’espressione di panico si dipinse sul volto del ragazzo. Sembrava semplicemente sperduto.
“London?” chiese Max.
Nessuna risposta. Probabilmente ora il ragazzo si trovava in qualche universo parallelo, nel quale stava combattendo a spada tratta per la mano di Cecily contro un Axl Rose infuriato con lui e con suo padre.
“Mi stai prendendo per il culo? Quello mi viene a cercare a casa, Cecily! Mi uccide! Non doveva mai saperlo!”
“Ma scusa tuo padre lo sa, prima o poi doveva saperlo anche il mio.”
“Sì, ma mio padre guarda anche Spongebob e Bob l’Aggiustatutto, direi che è un caso molto diverso dal tuo.”
Cecily e Max scoppiarono a ridere di gusto. Non riuscivano proprio a immaginarsi una rockstar come Slash impegnato a guardare cartoni del genere.
“Cazzo ridete? E poi, come dice sempre lui, sono cartoni istruttivi e sottovalutati.”
I due ragazzi annuirono perplessi.
“Dai, andiamo a lezione. Si sta facendo tardi.”
Solo in quel momento il trio notò il cortile semi-vuoto della Fairfax High School. Dovevano sbrigarsi.
   
 
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