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Autore: Nano    29/06/2012    1 recensioni
Monchele One shot.
Sto piano piano diventando pazza a causa di questi due esseri umani, talmente pazza che accetto sfide di scrittura in inglese e mi escono queste cose.. Ho pensato potesse piacervi, quindi eccola qui, tradotta in italiano e perfezionata :) Spero vi piaccia!
Ah, come potete intuire dal titolo, parliamo del viaggio di ritorno da Vancouver dove pare, pare, abbiano trascorso il weekend.. chissà!
Dall'ultimo capitolo, Paris :
"E così ti sei divertita, piccola?" Domandò.
"Si." Ansimò in risposta, chiedendo di più.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti :) Questi ultimi sviluppi Monchele hanno fatto impazzire la mia anima, lo devo ammettere, e mi è sembrata la giusta occasione per aggiungere un secondo capitolo a questa ff che avevo scritto, ispirandomi al nuovo luogo in cui Lea e Cory sono stati, ovvero in..

LONDON

Cory aspettò che Lea sollevasse i grandi occhi scuri verso di lui. Sembrava tanto una bambina quando compiva quel gesto, apriva lentamente gli occhi e con calma li sollevava verso di lui, mettendo in risalto le lunghe e scure ciglia e le pupille rotonde. 
Svegliarsi al fianco di Lea ogni mattino era un'emozione diversa. 
C'erano delle mattine in cui la morbida ragazza al suo fianco era già pimpante e sorridente, tutta chiacchiere e desiderosa di caffè, ed erano le mattine in cui Cory poteva sognarsi un pò di coccole. 
C'erano le mattine in cui si svegliava e Lea era già in piedi, in tenuta sportiva con un cappellino calato sulla testa. Lo salutava con un bacio e gli prometteva una colazione al suo ritorno. Colazione che non arrivava mai dal momento che la ragazza si perdeva sempre in chiacchiere.
C'erano le mattine in cui Lea nascondeva la testa sotto al cuscino e si voltava dalla parte opposta rispetto a quella di Cory, attendendo silenziosamente attenzioni e coccole da parte del suo fidanzato. Non tardavano mai ad arrivare.
C'erano le mattine in cui Cory capiva al volo il malumore di Lea. In quelle mattine si alzava senza dire una parola e le procurava del caffè, spostandosi poi sul divano in modo da lasciarle più spazio per calmarsi. Lo raggiungeva quasi sempre dopo un'ora, ma il malumore la seguiva tutto il giorno.
Ed infine c'erano mattine come questa, mattine che cominciavano lentamente, con uno sguardo. 
Cory aveva osservato Lea addormentata al suo fianco per un pò, prima di vedere i suoi grandi occhi aprirsi. Erano le mattine migliori, quelle in cui potevano stare anche un'ora fermi immobili sul letto a guardarsi senza dire niente, solo fissandosi reciprocamente negli occhi e lasciando mescolare i loro sospiri. 

Le occhiaie di entrambi dicevano molto quella mattina. Gli ultimi giorni a Londra erano stati un susseguirsi di eventi e di emozioni, perciò era rilassante rimanere a letto, l’uno al fianco dell’altra.
Cory strinse le braccia attorno al piccolo corpo di Lea e le posò un piccolo bacio sulla fronte, chiudendo gli occhi e respirando l’odore che emanavano i suoi capelli scompigliati.
Non sapeva com’era possibile, ma la sola presenza di quella ragazza lo calmava. Lo rendeva smisuratamente felice e calmo e nulla, quando c’era Lea al suo fianco, sembrava impossibile.  
La amava per questo. La amava.
 
La ragazza si stiracchiò tra le sue braccia e chiuse nuovamente gli occhi. Sentì le mani di Cory che risalivano in una lenta carezza lungo la sua schiena e non riuscì a trattenere un sorriso quando percepì il respiro caldo di Cory nel suo orecchio.
Era l’unica cosa a cui non riusciva a resistere, e che provocava talmente tanti brividi e tante emozioni in lei da non poterle più contenere.
Voltò il capo, cercando di allontanare l’orecchio, ma Cory immobilizzò la sua testa e passò dolcemente la lingua sul suo lobo.
La sera prima, distrutti, si erano addormentati non appena avevano messo piede in hotel, e Lea era perfettamente a conoscenza del desiderio che Cory aveva avuto tutta la sera per lei. Ricordava perfettamente il momento in cui l’aveva bloccata contro un muro, alla festa, e le aveva sussurrato quanto desiderasse strapparle di dosso il vestito e leccare le sue gambe lunghe. Lea era arrossita e si era limitata a baciarlo intensamente, desiderando bruciantemente la lingua di Cory su di lei.
Comprendeva perfettamente, quindi, il desiderio di Cory in quel momento.
Lo comprendeva, perché era il riflesso del suo stesso desiderio.
 
Lea lasciò che Cory scendesse piano lungo il collo, percorrendo il delicato lembo di pelle con la fresca punta della lingua. Portò una mano sul suo fianco e strinse la morbida e calda pelle, anelandola contro di se. Cory si allontanò e la fissò negli occhi, mordendosi il labbro inferiore, mentre Lea spostò la mano verso il suo fondoschiena e lo attirò contro i suoi fianchi, muovendoli.
In risposta Cory si avventò sulle sue labbra, mordendone la consistenza ed esplorando con la lingua i denti perfetti della ragazza.
Ridendo, Lea si separò da Cory e lo spinse lontano, aiutandosi con i piedi, che Cory catturò velocemente con una mano, sollevandoli in aria e facendo ridere ancora più forte la ragazza.
“Non respiro!”
Cory lasciò i piedi della ragazza, che rapidamente si spostò a cavalcioni sul corpo di Cory.
“Bugiarda.”
Lea strinse le cosce attorno ai suoi fianchi e si chinò verso di lui, protendendo le labbra. Cory rimase immobile.
“Non mi baci?”
Chiese Lea mettendo un piccolo broncio.
Cory si mosse verso di lei, aprendo la bocca, ma Lea più velocemente rotolò lontano da lui, nell’altra sponda del letto.
 
“Quando fai la bambina sei bellissima.” Disse dolcemente Cory, voltandosi verso di lei e tendendole una mano.
Lea prese la sua mano e ne accarezzò il palmo, sorridendo.
Poi, di scatto, si avvicinò a lui e baciò con passione le sue labbra, infilando la lingua nella sua bocca e lasciandola vorticare con quella morbida di Cory.
Il ragazzo portò le mani al suo viso e lo tenne saldo vicino al suo, continuando a baciarla. Poi, piano, cominciò prima a sorridere, poi a ridere, e Lea interruppe il bacio.
“Che c’è!”
“Perché ridevi prima?”
Lea abbassò lo sguardo sulla vita di Cory, sorridendo alla visione della sua erezione.
“Perché mi vuoi.”
Cory afferrò con violenza un seno di Lea e con l’altra mano strinse contro di se il suo corpo.
La risposta di Lea fu immediata. La ragazza immerse le mani nei capelli di Cory e inarcò la schiena contro di lui.
“E tu no?”
Lea non rispose, ma continuò a baciarlo con passione.
Cory portò le mani sulle mani di Lea e con un unico movimento la immobilizzò sotto di lui, tenendole le mani sopra la testa.
“E’ inutile che fai la furba con me io sono più grosso.”
Lea sorrise e mosse provocante i fianchi.
“No! Mi hai fatto arrabbiare.”
Cory scese dal letto e si avviò verso il bagno lasciando Lea sul letto, fremente dal desiderio.
La ragazza si alzò lentamente e seguì Cory con lo sguardo. Poi si sfilò lentamente il pigiama, si slacciò il reggiseno e lasciò sul pavimento le mutande.
Sorridendo si sdraiò nuovamente sul letto, in attesa del ritorno di Cory.
   
 
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