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Autore: LaLaura    30/06/2012    2 recensioni
Anche se nella mia prima storia non sto avendo molto successo ho deciso di proporre un'altra storia, magari sarò più fortunata.
C'è aria di cambiamenti, di trasgressioni e problemi.
N.B. Non è una L&O
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano le cinque e mezza, Bice era già in ufficio, non riusciva  a dormire, pensava  a Mario Pugliese, feroce come un lupo, c’era qualcosa che non andava, non quadrava qualcosa, Lucia secondo lei nascondeva qualcosa, ma non sapeva cosa, aveva una tale confusione, era appena arrivata e aveva visto il disprezzo negli occhi di tutti. Il suo ufficio era vuoto, come piaceva a lei, nessuna foto. Stava guardando quei fascicoli per la millesima volta, non aveva dato alcun orario, era pressoché inutile, non si poteva trovare nulla.
Orlando aveva appena varcato la porta del R.I.S. quando Bice uscì  dall’ufficio erano appena le 06:15 e già era la.
“Orlando, che ci fai qua?” – chiese stranita
“Nulla, Bice”- disse passando il suo braccio dietro la schiena di Bice a dandogli un bacio sulla guancia
“Mi è mancata in questi anni la tua dolcezza.”- disse Bice posando le sue mani sulle spalle di Orlando con tono dolce
“A me sei mancata tu!” – disse lui sorridendo
“Ok ora basta!”- disse togliendo le mani dalle spalle di Orlando e tornando seria- “Perché ieri eri sotto casa mia in quello stato? Certo ora non stai meglio…”- disse passando una mano sulla guancia di Orlando
“No.. veramente.. non ho nulla!”
“Dai! Vieni nel mio ufficio…”- così lo prese per la mano e se lo portò dietro
 
Erano seduti sul divano, Bice guardava Orlando per scoprire qualcosa, vedeva in Orlando malinconia, cordoglio, ma soprattutto rabbia.
“Orlando che hai, ti conosco troppo bene!”
“Sono cambiate tante cose… forse non mi capisci più così bene!”- disse lui alzandosi
“Cavolo, siediti, non sono il tuo superiore in questo momento, fai finta che siamo dei ragazzi di vent’anni, prima ci raccontavamo tutto!”
“Ok… non ce la faccio più, non capisco cosa provo, mi sono state dette tante bugie.”- nella sua voce c’era troppa rabbia
“Orlando basta, forse è meglio non continuare, ora a lavorare!” – disse alzandosi e riportandosi seria, non aveva più quella dolcezza nella voce, era scomparsa come per magia.-  “ Prendiamoci un caffè che poi abbiamo da risolvere un caso.”
“Ok…”
Stavano sorseggiando i loro caffè, erano le sette, più o meno e Lucia entrò, era serena, fresca, indossava una camicia bianca e un jeans, era ritornata come una volta.
“Buon giorno signori!” – disse la bionda
“Buon giorno capitano! Vi aspetto nel mio ufficio.”- così dicendo la rossa uscì dalla sala dove tenevano le macchinette per il caffè, lasciando solo Orlando con Lucia
 
“Da quanto sei qua?” – chiese Lucia avvicinandosi
“Da un po’, non avevo sonno..”- disse lui indietreggiando
“Capisco… forse è meglio andare.”- così dicendo uscì con dietro Orlando
 
“Allora capitano, cosa le ha detto Carnacina?” – disse la rossa prendendo in mano le foto della ragazza
“Nulla di speciale, morta per trauma cranico a causa delle forti botte date con la pietra che gli altri hanno repertato.”
“Capisco, quello già lo sapevamo, segni particolari, residui sotto le unghia?” – chiese Bice mostrando le sue mani, Lucia notò che non aveva nessun anello e al collo aveva solo un ciondolo con la lettera “B” quello significava che era sola, non era fidanzata e neanche sposata.
 
“Si, aveva residui organici sotto le unghia, potrebbe essere la pelle dell’aggressore.”
“Si, sicuramente, ora dobbiamo controllare quei completini, a parer mio  li potremmo trovare alcune risposte.”- disse indicando le buste
“Si molto probabilmente, possiamo andare?” – chiese Lucia
“Si, Ghirelli dov’è doveva controllare il computer…”
“Boh, starà arrivando”- rispose Orlando
“Bianca non è più con voi, l’ho spostata su un altro caso, insieme a Cecchi e Dossena, prima mi hanno avvisato di un tentato rapimento. Per favore li può avvisare lei?” – chiese Bice rivolta a Lucia
“Si certo!”- disse Lucia congedandosi, gli seccava fare il lavoro della segretaria, ma per ora gli toccava questo.
 
“Orlando andiamo?” – chiese Bice
“Vuoi analizzare i reperti?” – chiese Orlando stupito
“No, me ne sto qui a guardare i miei colleghi rompersi la schiena e io a fare niente! Ma sei proprio un cretino!” – disse alzandosi e uscendo dalla porta
 
“Capitano, gli altri stanno andando direttamente nell’appartamento giusto?”
“Si, non si preoccupi, anche se è cosa di poco conto, non credo che avranno molto lavoro da fare!” – disse Lucia andando verso la postazione di Ghiro che era arrivato da neanche dieci minuti
“Meglio così, perché ci dobbiamo concentrare sul caso Pugliese.” – in quel momento l’aria diventò tersa e fredda, come se il polo nord si fosse spostato a Roma
“Si certo!” – fu la risposta secca e fredda di Lucia
Bice non era convinta, Lucia nascondeva qualcosa, qualcosa di veramente grosso.
 
“Bice! Vieni qua!” – gridò Orlando
“Si che c’è?” – chiese Bice che aveva estratto finalmente il DNA dai residui di pelle
“C’è del residuo di sperma in questo slip.” – disse passando gli occhiali a Bice
“Si, ce n’è dell’altro?” – chiese Bice con tono stravolto
“Si, anche qua!”
“Cerca di estrarre il DNA ho qualcosa con cui compararlo!” – affermò mostrando il foglio dei risultati.
 
“Ghiro, qui come va?”- chiese la rossa affacciandosi nella stanza dove si trovavano i due capitani
“Non c’è nulla, assolutamente nulla, qualche conversazione con i suoi compagni.”
“Nella posta elettronica?”  - domando avvicinandosi
“Nulla” – rispose Lucia
“Ok, perfetto, noi abbiamo una pista!” – Bice così tornò da Orlando
 
“Ora ti chiama Ghiro?”- chiese Lucia con un pizzico di disprezzo
“Si ce l’ho detto io” – rispose allora Ghiro
“Si certo! Andiamo va, se no Orlando me lo comincia a chiamare “Orsacchiotto Pucci pucci”- disse la bionda uscendo
“Sei pazzesca!” – disse Ghiro scoppiando a ridere e facendo ridere anche Lucia
 
“Orlando sei riuscito ad estrarre il DNA?” – chiese Bice
“Si… qua c’è sono il profilo di DNA, gli ho comparati e sono tutti uguali!” – disse passando un CD a Bice
“Un attimo e scopriamo se è pure l’omicida!” – così diede l’invio alla ricerca comparata
Tutti si erano allontanati a prendere un caffè, così per smorzare il tempo, era rimasta solo Bice
 
“Tombola!”- si sentì gridare dal laboratorio
Tutti uscirono dalla sala macchinette e si ritrovarono Bice che correva verso di loro con dei fogli in mano: “Dobbiamo fare una visitina a casa Arangio e forse so dove precisamente!”
“Come scusa?”- chiese Lucia
“I due DNA sono perfettamente compatibili e sono per il 25% compatibili con quelli della vittima,quindi questo cosa sta a indicare?” – chiese Bice con dell’orgoglio nella voce
“Che un parente stretto come ad esempio lo zio ha abusato della ragazza!” – rispose Orlando, capendo perfettamente il ragionamento dell’amica
“Si ecco!” – diede conferma Bice
“Cosa aspettiamo? Andiamolo a prendere!” – disse Ghiro con energia
 
 
Dopo mezz’ora erano a casa Arangio erano le 12:45 e li se tutto andava bene si chiudeva un altro capitolo per il R.I.S.
 
Dopo aver bussato Bice si trovò davanti un uomo alto 1.89 circa, sulla cinquantina: “Voi siete?” – chiese
“Carabinieri” – rispose Bice mostrando il tesserino
“Prego accomodatevi” – disse l’uomo creando il passaggio ai quattro carabinieri
“Lei è?” – chiese Bice incalzando l’uomo dopo aver salutato la madre della ragazza e forse la nonna
“Io sono lo zio, Edoardo Arangio.”- rispose lui cominciando a grattarsi il braccio
“Capisco, io avrei bisogno di un campione di saliva di tutti voi, semplice precauzione!” – così dicendo fece cenno a Ghirelli di dare a tutti un tampone per la saliva
 
Tutti si passarono i tamponi nelle gengive.
“Ci sono altri zii o parenti stretti di Eleonora?” – chiese allora Bice verso la madre
“Si, i miei due fratelli, ma sono in Germania, vengono per i funerali domani.”- disse la signora Arangio
“Ne è sicura?” – chiese allora Lucia
“Certo”
“Controlleremo” – disse Ghiro
 
I quattro carabinieri si allontanarono per consultarsi, alla fine arrivarono alla decisione di portare in caserma lo zio.
 
“Signor Arangio, lei deve seguirci in caserma, semplici accertamenti!”  - disse Bice rivolta verso Edoardo
“Certo!” – rispose lui con agitazione
 
 
Sala interrogatori.
“Orlando chi sta facendo le analisi?”- chiese Bice
“Lucia e Ghirelli, arriveranno subito, intanto inizia a torchiare quello la!”
“E’ agitato, teso, crollerà subito! E’ troppo facile, non c’è bello!”
“Dai vai!”
 
“Signor Arangio, tutto apposto?” – chiese Bice sedendosi di fronte a lui e porgendogli un bicchiere d’acqua
“Si, grazie!” – così dicendo prese il bicchiere e lo portò alla bocca
“Mi dica, cosa ha fatto due sere fa?” – gli chiese Bice con tono  calmo
“Nulla, sono stato in giro”- disse sfregandosi le mani sulle braccia e cominciando a muovere gli occhi da una parte all’altra
“Qualcuno può confermarlo?” – Bice era totalmente presa da quell’interrogatorio
“No, ero solo in macchina”
“Quindi nessuno, lo può dire, a che ora è tornato a casa?”
“Intorno alle due, però mia mamma già dormiva…”- rispose in modo poco convincente cominciava a sudare
 
“Bice, basta così, non serve più!” – gli disse Orlando con i fogli in mano, Bice gli fece cenno con la testa che voleva continuare
“Aveva un buon rapporto con sua nipote?” – gli chiese Bice alzata con le braccia conserte
“Si, per lei ero come un padre….”
“Lei è mai stato attratto da Eleonora?” – Bice lo stava incalzando, anche se non ce n’era più bisogno
“Che dice, per me era una figlia!”
“Ne è sicuro? Era una bella ragazza non aveva un padre…”
“Cosa sta insinuando.” – disse lui alzandosi
“Nulla, Orlando esci!” – disse Bice in direzione di Orlando, lui obbedì anche se non era molto convinto
“Dico solo che Eleonora per avere qualcosa di più faceva qualcosa che non è molto sensata.”- così Bice si trovò davanti all’uomo
“A me chiedeva molto e io ce lo davo, sono un uomo solo e abbastanza ricco, poi ho riscattato il dolore che ha fatto mio fratello a quella povera bambina” – disse l’uomo alzando la voce
“Abusando di lei!” – disse puntando l’indice direttamente sul petto dell’uomo
“Non è vero!” – rispose lui scostandosi
“Abbiamo le prove, lei è un mostro! La ragazza si era accorta che non ne valeva la pena, si era rifiutata e lei come un buon padre le ha fracassato la scatola cranica! Le faccio i miei complimenti!” – disse Bice alzando la voce, aveva sdegno, acidità nella voce – “Appuntato porti via, questo essere!”
“Non ho mai avuto nulla, mio fratello mi ha sempre rubato tutto!” – queste furono le ultime parole dell’uomo che risuonarono nella stanza
 
 
“Ragazzi siete stati bravissimi!” – disse Bice uscendo dalla sala rivolta a Lucia, Ghiro e Orlando
“Grazie! Lei non è stata da meno!” – rispose la prima
“Si figurati, comunque gli altri?”- chiese Bice sedendosi alla sua scrivania
“Sono fuori li faccio entrare?” – chiese Orlando
“Si certo!”
Appena furono tutti dentro Bice cominciò a parlare: “Ragazzi, il caso della banca lo seguono altre persone, a noi interessa solo il caso Pugliese, ho trovato alcune incongruenze.”
“Ma come? Non possiamo lasciare tutto agli altri!” – disse Lucia
“Infatti, sono tanti, noi dobbiamo risolvere questa schifezza qua!” – disse gettando la foto di Mario sulla scrivania- “Fra dieci minuti voglio tutto sul tavolo e voi seduti in quelle sedie di pelle! Ve le siete guadagnate, ma ora non cercate di perderle! Lucia tu rimani c’è Abrami.”
“Lucia, no! Capitano e poi non abbiamo assolutamente deciso di darci del tu!” – disse lei
“Scusi capitano, ho avuto un raptus di dimenticanza!” – disse la rossa
Erano rimasti tutti scioccati, dalla durezza delle parole di Lucia e dalla calma della voce di Bice.
 
“Ragazzi!” – disse la voce di Abrami dietro i carabinieri
“Generale” –risposero tutti
 
“Bice complimenti come sempre per la risoluzione del caso Arangio!” – disse Abrami inorgoglito
“Il merito è del capitano Brancato, del capitano Ghirelli e del tenente Serra, io non ho fatto assolutamente nulla, ho solo guardato da spettatore!” – disse Bice sorridendo
“Me lo immaginavo! Questa squadra non mi delude mai! Hai convocato la riunione?”
“Si, fra otto minuti!” – disse Bice con una smorfia
“Allora vi lascio signore!” – così dicendo Abrami si congedò
 
“Vado a prendere i miei fascicoli!” – disse Lucia
 
Entrò nell’ufficio dove si trovavano Ghiro e Orlando – “Ha dato il merito a noi tre, la santarellina dai capelli rossi!” – disse Lucia sbuffando
“Meglio no?” – disse Ghiro
“Certo…”- rispose Lucia
“Ma non ti va bene proprio niente a te!” – disse Orlando, con acidità e disprezzo, uscì sbattendo la porta, da tempo non poteva più vedere Lucia, gli dava tutto fastidio era repellente
 
 
“Io capisco che siete stanchi, ma non potete ritardare ogni volta! E’ già tardi!” – affermò Bice all’entrata di tutti
“Deve andare dal fidanzatino!” – disse Lucia quasi bisbigliando con tono di sfottò
“Capitano la sento! Comunque se le può interessare sono single!” – disse Bice facendo ridere tutti e facendo arrossire Lucia
“Scusi colonnello!” – disse Lucia
“Non si preoccupi! Comunque, per il lupo dobbiamo cercare da lontano, molto lontano.” – disse aprendo il fascicolo
“Questo è Mario quando aveva diciassette anni!”
“Ma è già stato schedato a quell’età e noi non ne sapevamo nulla!” – disse Lucia stupita
“E’ normale, era un minore! I minori vengono tutelati,praticamente il fascicolo non è mai esistito alle nostre ricerche neanche quando aveva diciassette anni cioè quando era aperto il caso, il fascicolo è sempre stato come dire ‘fantasma’.”
“E tu come hai fatto allora?” – chiese Ghiro
“Il caso lo aveva mio padre.”
“Ma tu sei siciliana e Pugliese è di Roma.”- disse Orlando
“Allora, io sono italiana, non sono ne siciliana e ne niente… comunque è nato a Roma ha vissuto in Sicilia per diciassette anni e poi è ritornato a Roma dopo l’accaduto.” – disse lei tornando seria e dura
“Capisco, ma ci potrebbe servire?”- chiese allora Lucia, non capiva perché Bice volesse rinnegare le sue origini sicule, anche se non sembrava affatto siciliana, era così bianca, non aveva assolutamente caratteristiche siciliane, ma avrebbe indagato più tardi.
“All’epoca aveva fatto quella piccola rapina nel tabaccaio insieme a due suoi amici….” – disse Bice
“Possiamo parlare con tuo padre o con chi ha seguito il caso?”- chiese Lucia
“Mio padre mi ha già detto tutto, gli altri che hanno seguito le indagini sono alcuni irreperibili altri morti.” –disse Bice sfogliando il fascicolo
“Capisco, ma questi ragazzi, ormai trentenni sono reperibili?” –domando Lucia con aria di sfida
“Aspetta un attimo!” – disse Bice alzandosi e aprendo la porta, entrò un uomo che abbracciò Bice, era in divisa, era alto uno e novantacinque circa, i capelli ricci e castani e gli occhi nocciola.
“Buon giorno! Sono il colonnello Daniel Fazzi, per voi Daniel!” – disse l’uomo sorridendo, era un bell’uomo
“Lui era un componente della mia vecchi squadra del R.O.S. ora ne ha una sua, ci ha portato con gentilezza i fascicoli dei due ragazzi che ora non si trovano più sembrano spariti nel nulla.”- disse Bice poggiando i due fascicoli sul tavolo
“Parli tu?” – chiese Bice in direzione dell’uomo, lui sorrise e rispose – “ Parlano i capi, tocca a te!”
“Parlo io, questi ragazzi sono stati indagati perché si pensava che facevano parte di un’organizzazione mafiosa, ma non spuntò nulla, ero infiltrata con l’organizzazione principale di Cosa Nostra, loro non c’entravano nulla, per questo l’indagine passò alla territoriale, qualche furto…”
“Qualche ammazzatina!” – concluse Daniel
“Daniel, per favore! Non parlavo così neanche quando ero in Sicilia e ora mi parli così a Roma?” – disse Bice fulminandolo
“Ok, scusa, ma tu non c’eri mai e noi parlavamo così!” – disse Daniel
“Per forza, appena parlavate in siciliano vi minacciavo di fare rapporto!”
“Come si comporta con voi? E’ una strega vero?” – chiese lui
“Non ti rispondono! Loro sono educati no come quelli che sono giù!”- disse Bice – “Ora lavoriamo!”
“Secondo me si sono ritrovati.” – disse Lucia
“Si probabilmente anche io la penso così!” – disse Bice
“Daniel tu che ne pensi?” – chiese Lucia
“Bice non mi ha fatto toccare neanche un verbale di tutta la storia Pugliese, so solo le cose che si sentono alla tv e nient’altro”- disse in tono di rimprovero verso Bice
“E’ un nostro caso, un caso per la squadra del R.I.S. di Roma, no per il R.O.S. di Palermo!” – si giustificò così Bice, questo piacque a tutti, perché significava che credeva che ce la potevano fare senza cercare quelli della Sicilia
“Comunque, lo credo anche io! E’ tutto possibile.”
“Va bene! Per oggi abbiamo finito possiamo andare!” – disse Bice
Tutti salutarono e se ne andarono, rimasero Daniel e Bice
“Fatti abbracciare” – disse Daniel avvicinandosi a Bice
Dopo essersi sciolti da quell’abbraccio familiare Bice chiese: “Fino a quando stai?”
“Domani mattina alle cinque ho l’aereo “ – disse lui sedendosi sul divanetto insieme a Bice
“Ma come…”
“La mafia è ancora viva, Bice per favore ritorna! Abbiamo tutti bisogno di te, abbiamo bisogno della tua bravura e del tuo sapere!” –disse Daniel prendendo le mani di lei
“No, non posso, ho un’altra missione….”
“La tua missione è la mafia, è la in Sicilia, la tua missione è con la squadra che hai lasciato la in Sicilia.”- disse guardandola negli occhi
“Ci sei tu! Abbiamo fatto già tanto insieme!” – disse lei distogliendo il suo sguardo chiaro e cristallino, aveva la voce dolce, ma sopraffatta dalla tristezza
“Hai paura? Guardami!” – disse entrando per forza nel suo campo visivo, Bice aveva gli occhi lucidi, persi nel vuoto
“No, quella sarà sempre la mia missione, forse ritornerò, io non ho paura, “ Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”  Questo diceva uno dei nostro maestri!” – disse Bice asciugandosi gli occhi
 
“Ora dove sono i nostri maestri? Te ne sei andata tu, se n’è andato tuo padre!”
“Io non posso essere il vostro maestro, è impossibile, un giorno forse tornerò e combatterò, ma per ora devo stare qua! Devo salvarli!” – disse indicando fuori il suo ufficio
“Ti aspettiamo, maestra!” – disse Daniel alzandosi e porgendogli la mano che lei afferrò, poi chiese: “Dove andiamo?”
“Aspetta! Andiamo a recuperare Serra!” – disse Bice, spostando il ciuffo dalla sua faccia
“Un momento! E’ Orlando? Quello che era seduto qua?” – chiese curioso
“Si è lui! Ma fai finta che non ne sai nulla!” – affermò facendogli l’occhiolino
 
“Orlando!” – gridò Bice affacciandosi al suo ufficio
“Che vuoi?” – chiese
“Vieni che andiamo e porta rispetto!”
“Baciate le mani!” – disse Daniel facendo ridere tutti
“E io che faccio?” –chiese Ghiro spuntando dalla porta
“Vieni con noi!” – disse Bice indossando la giacca
“Dove andiamo?” – chiese con curiosità Daniel
“Decide Ghirelli”
“Andiamo da Shot!” – affermò lui con un sorriso
 
Passarono la serata a ridere e a raccontare vecchi aneddoti successi nell’isola poi arrivò il momento di tornare a casa.
 
“Daniel, dove dormi?”
“In macchina, tanto fra quattro ore devo andare in aeroporto.” – disse lui sconfitto
“Vieni a casa mia! Così ci salutiamo bene!” – disse Bice con tono malizioso
“Da amici!” – affermò lui portando il suo braccio sulle spalle di lei
“Certo!”
 
Erano le quattro era arrivato il momento di svegliarsi.
“Daniel! Sveglia!” – disse Bice scuotendolo
“Piano! Mi fa male tutto, non sono più un ragazzetto di trent’anni come te!” – disse Daniel passando un bacio sulla fronte a Bice
“Ammetti che sei vecchio! Ma dai non abbiamo fatto niente! Che sei esagerato!”
“Dai lo ammetto mi sono divertito!” – disse lui con un sorriso
“Lo so! Ora però su che devi andare in aeroporto!”
 
“Bicee! La camicia!” – gridò Daniel arrivando in cucina dove Bice stava facendo il caffè
“Ora te la do! Fammi infilare nella doccia.” – così dicendo corse in bagno e si chiuse – “E’ a terra scemo!”
“OK! Grazie!” – disse raccogliendo la camicia da terra, pensava che Bice era sempre la solita, gli piaceva divertirsi, gli era mancata, era un anno che non la vedeva, aveva preso l’aspettativa per poi andare nella capitale, quella ragazza era speciale, affrontava i problemi lavorativi in modo impeccabile, ma scappava dalle questioni di cuore, quei capelli rossi erano perfetti, quegli occhi bellissimi e cristallini, non riuscivano a far trapelare nulla, erano freddi, come ghiaccio, forse era quello che rendevano unico quello sguardo.
“Dani! Sveglia dobbiamo andare!” – disse Bice avvicinandosi a lui
“Per favore ritorna, mi manchi, ci manchi!” – disse abbracciandola
“No per favore, io sarò sempre con voi lo giuro!” – disse stringendosi di più  a quell’abbraccio, rimasero stretti ancora un po’ e poi Bice disse – “Ora vai a lavarti se no fai tardi!” –così si divisero
 
Alle cinque in punto erano in aeroporto.
“Bice io devo andare!” – disse Daniel dietro Bice
Bice si girò aveva lo sguardo triste e perso – “Salutami tutti!” – disse buttando le braccia al collo di Daniel
“Si però tu ritorna, un posto da comandante per te c’è sempre!” – rispose Daniel accarezzando quei capelli rossi, lunghi e ondulati, che li piacevano tanto.
Dall’altoparlante dell’aeroporto Daniel fu chiamato all’imbarco
Erano ancora stetti l’uno all’altro –“ Devi andare” – disse Bice
“Se vuoi…”
“No, il dovere ti chiama, ci chiama! Devi andare!” – disse Bice allontanandosi da Daniel, aveva una voce fredda, ma sembrava trafitta dal dolore
“Ciao Bice!” – disse Daniel allontanandosi verso l’imbarco
 
 
Bice uscì dall’aeroporto era ancora presto, decise di fare un giro in macchina, si ripeteva che non doveva piangere, ma alla fine si lasciò prendere dalla tristezza, gli mancava il calore di Daniel e della sua squadra, gli mancava la fatica e la bellezza delle indagini contro la mafia, che la prendevano, che gli davano sempre una speranza, per salvare altra gente, per eliminare quella parte malata che da tempo intaccava la società siciliana, italiane e mondiale, però non voleva tornare in Sicilia, si sentiva cittadina d’Italia, non della Sicilia, non era legata a quell’isola. Rimase a rimuginare quelle domande fino alle sette e mezza. Poi rientrò al R.I.S.
Non conclusero nulla, non si trovava nulla, era come se il lupo e chi gli stava dietro si fossero polverizzati senza lasciare neanche un traccia. Orlando vedeva Bice strana, ma scappava non voleva parlare, erano lontani erano distanti come due poli opposti. 

Spazio  autrice:
Sono stata fulminea, ho postato prima del previsto, credo, il capitolo è un po' lungo, credo che i colpi di scena non mancano, qua ho messo un po' di me, sono siciliana, non la amo la mia isola, perchè come dice mio padre noi siamo cittadini  d'Italia no cittadini della Sicilia, comunque spero che il capitolo vi piaccia e  spero anche che Bice  faccia breccia nei vostri cuori, con quei capelli rossi e quegli occhi azzurri cristallini.
Voglio sentire la vostra voce, criticate quanto volete

  
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