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Autore: Eleonora999    01/07/2012    8 recensioni
Salve, allora questa è una fic Ichigo/Kisshu.
E' la mia prima storia, quindi so già che sarà difficile guadagnarsi qualche lettrice. Ma ci spero comunque tanto.
La storia è molto incasinatA, dove si capirà qualcosa solo verso la fine della storia stessa.
Ci saranno i tormenti di ghish, varie scoperte sulle origini della sua razza.
ese vi dico DEA DELL'AMORE cosa vi fa pensare?
Bhè, allora entrate e leggete, e lasciate qualche commentino se vi è piaciuta ^^
* Fine della battaglia. E’ finita, ma io mi sento morire. Perché? *
Ho almeno attirato un po' la vostra attenzione? Che fate, leggete ancora l'introduzione.. Entrate e leggete la storia ^^
Ciao ♥
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm, Ciauuuuu buona sera ragazze, mi sono armata di quaderno e penna ed ho iniziato a scrivere il 5° capitolo :P!
Perdonate il mio ritardo, ma purtroppo anche per il sesto sarà lo stesso ( non trucidatemi pleaseee *//* )
Ho attraversato deserti e forse infestate per postare questo capitolo, quindi siate clementi e non uccidetemi per il brutto lavoro che ho fatto T_T
Togliendo gli scherzi da mezzo, come già sapete, se avete letto il capitolo precedente " Capitolo di scuse ", ho dei problemi al pc, problemi di linea, e in più anche se non l ho scritto, ho i lavori in casaaaaaaaa e non ne posso più T_T. Il primo pc che ho trovato l'ho usato per postarvi questo capitolo.
Vi ringrazio ancora del sostegno che mi date ^^ (mi emoziona molto leggere le vostre recensioni, mi mettete di buon umore *-* Thank's) Ps: spero che non vi deluderà :(
Ed ora, buona lettura :)


 

 

Dolore
*quinto capitolo*

 

          
Di soprassalto si svegliò.

Tremava.

Si sentiva osservata, e qualcosa era cambiato, o meglio, stava per cambiare.

Non si sentiva al sicuro, e di quel poco che le era rimasta del dna da gatto, l’istinto non l’avrebbe mai tratta in inganno.

L’odore del zolfo, l’odore del diavolo, odore che lei stessa più e più volte tentò di dimenticare, quell’odore lo associava a lui.

 L’odore delle tenebre.

“Ah, ciao bambolina, pensavo che stessi dormendo ancora” – sussurrò una voce fuori alla porta finestra che affacciava sul piccolo terrazzo della sua camera  – “ Da quanto tempo “.
“GHISH!” gridò nel panico più totale, si aspettava di tutto, ma non lui. Non era pronta per affrontarlo, soprattutto ora che non aveva i poteri. Di solito di fronte ad una minaccia per la terra avrebbe dovuto riacquistare i poteri da felino, ma ciò non accadde, e questo significava solo una cosa, era venuto per lei.

Maledì la sua insicurezza.

Le sorrise, forse le aveva letto nel pensiero. Ma quello non era un semplice sorriso. Quello era un ghigno, un ghigno di chi, a poco a poco, avrebbe preso con la forza ciò che bramava da tempo.

Con lentezza scese al suolo, e con passo svelto entrò in camera di Strawberry.

“Bene bene gattina, non sei felice di avermi incontrato? Non mi sarei mai aspettato un benvenuto così da parte tua.” – solo dopo Strawberry si rese conto di come era vestita, in un primo momento pensava che la stesse prendendo in giro, ma poi, dandosi una breve occhiata al suo corpo, un sentimento la sopraggiunse con violenza disarmante. Paura? Vergogna? Quale prevaleva di più? In effetti ritrovarsi un alieno davanti, ossessionato, o meglio affamato del suo corpo, con indosso solo uno slip e una canotta senza reggiseno, non era il massimo.
Lentamente si avvicinava alla ragazza gatto, con impresso ancora quel ghigno, e sicuro di se, la fece indietreggiare, finché la bella Strawberry, non si ritrovò con le spalle al muro.
Cercò di aprire la porta, ma con scarsi risultati, si diede dell’idiota in quell’istante. Che motivo aveva di chiudere la  porta della propria camera a chiave se era da sola in casa.!?! Da sola? O_O, ora iniziava a tremare come un terremoto in corsa.

Ghish arrivò di fronte a lei, e con ‘quasi’ eleganza le portò le braccia alle spalle, bloccandole ogni via d’uscita.

“Bene bene bene, cara Strawberry, finalmente di nuovo a faccia a faccia, cosa mi racconti di divertente” – e mentre le diceva ciò le squadrava il corpo. E’ incredibile come il tempo cambi esteticamente le persone, di certo non era più brutta, anzi, in quella nuova veste di “ragazza diciottenne” era più che bella. La ragazzina che ricordava, ora, non era altro che un insieme di sensualità ed erotismo formandosi in un unico corpo. Sì, il corpo di Strawberry.

Era una bomba disarmante, e controvoglia frenava i suoi istinti più selvaggi, se non era per la missione che gli era stato assegnato , in quel preciso momento l’avrebbe fatta sua.
Quei codini cosi infantili erano scomparsi, davano spazio ai capelli lunghi fino a qualche centimetro sopra il fondoschiena. Quel fisico, che anche in età più giovane intravedeva qualche forma, con la pubertà si accentuò di più. Grazie alla sola canotta poté intravedere anche il seno. Grande e sodo, era alto e senza reggenti. Gambe lunghe come binari. Era una cosa divina. Era una fottuta DEA, questo era.

Ma non poteva farsi trarre in inganno dai suoi sentimenti, dalle sue sensazioni e dalle sue emozioni.

Con violenza le strinse la gola, e Strawberry, per mancanza di ossigeno interrotto, tossì.

“Che c’è bambolina hai freddo? – rise di gusto – Non fai altro che tremare da quando mi hai visto, sai, non dovresti dormire così, ti prenderesti un malanno. – Strinse ancora di più la presa – O forse è solo paura .. gattina
Non capiva cosa stava accadendo, che ci faceva li Ghish, cosa voleva da lei?

Calde lacrime le bagnarono il volto improvvisamente, ecco cos’ erano quei sogni, la stavano avvertendo, lui sarebbe ritornato.

Le leccò una lacrima e la guardò negli occhi. Era strano, ma in quegli occhi non ci vedeva arroganza, ma soltanto dolore.

“Tu..t-tu no-on mi fa-aarai d-del ma-ale Ghish” cercò di essere più convincente che mai. “Ah, davvero?” e mentre le stringeva ancora di più la gola, con la mano ancora libera le diede un pugno allo stomaco. La lasciò libera, e Strawberry cadde al suolo con sangue alla bocca.

Diede un altro sguardo al suo aggressore, piangeva? Ghish piangeva? No, non era possibile, forse erano le sue lacrime che rendeva tutto fin troppo sfocato. Chiuse gli occhi lentamente e dopo.. il buio!

Ghish si abbassò e si inginocchiò ai lati del corpo dell’amata, aveva la testa china. Stette per qualche minuto così, immobile. Fuori era morto, e dentro stava per morire. C’era una continua lotta tra amore e vendetta, ma la rabbia lo aveva portato a perdere qualsiasi forma di lucidità.

Anche se spesso si ripeteva di odiarla, di vederla morire, in fondo non lo voleva davvero.

La guardò ancora, in quella notte ormai troppo buia, anche un cieco si sarebbe reso conto che gli occhi di Ghish brillavano, brillavano di una luce propria. Dolore, questo era, un grande ed immenso dolore.

“Strawberry perché rifiuti di capire? Vengo qui, cerco di controllarmi e tu cosa fai? Mi sfidi, hai paura di me  lo sento quando ti tocco, lo sento nella tua voce e lo vedo nei tuoi occhi, ma tu sei ostinata. Strawberry …”                                  
                                                                                                                                                      
La prese in braccio e l’adagiò sul letto. Le pulì la bocca dal poco di sangue che le era uscito, a causa del suo gesto per dimostrare a lei e a se stesso che ciò che diceva, quello faceva. La ricoprì con una coperta.

Strawberry stava per riacquistare i sensi, lo notava dai vari gemiti che faceva.

Sorrise, era forte. Era sempre la stessa.

Strawberry aprì appena gli occhi, sentiva del morbido sotto di se, gli occhi ancora pieni di lacrime non le faceva mettere bene a fuoco la situazione che si era creata, se ne andò per un idea che stava sul letto. Lo guardò. Quegli occhi. Erano diversi, erano dolci.. cercò di chiamarlo.. “Gh-Ghish” – la voce le mancava del tutto, sentiva che le forze la stavano abbandonando. Il corpo si faceva più pesante, e sentiva sempre più vicino la presenza di Morfeo.

 Le mise una polverina in testa, in modo da farla andare nel mondo dei sogni.

Il suo cuore ebbe un sussulto quando la ragazza gatto cercò di chiamarlo, ma in quel filo di voce non ci sentiva paura, ma sentiva qualcos’altro, un qualcosa che non capiva, ma era dolce il suo tono. Sorrise ancora una volta. E mentre Strawberry stava per chiudere gli occhi le disse vicino all’orecchio “Non è finita qui Strawberry..” detto ciò, scomparve nel nulla.
“No Ghish, la prossima volta non sarò impreparata, ti aspetterò.” Sorrise.
 
Sul grattacielo più alto di Tokyo, un Ghish nella disperazione più totale diede un urlo di dolore.
“Strawberry…”
 






           
  
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