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Autore: Egle    17/05/2004    19 recensioni
Terminata la guerra contro Voldemort, Draco Malfoy viene processato come Mangiamorte, ma Ginny Weasley , Auror del Ministero, si offre come sua garante per liberarlo. Perchè si espone a tal punto per una persona che non ha fatto altro che creare problemi a lei e ai suoi fratelli fin dal primo anno ad Hogwarts? E che cosa comporta essere il garante di un prigioniero? Quale legame s'instaura tra la piccola Weasley e l'enigmatico Malfoy?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 

CAPITOLO 1

La sala è fredda e umida. La voce del giudice rimbalza tra le pietre scure, riempiendo le orecchie dei presenti. Odio questo posto. Non so che cosa ci faccio qui. Forse sto solo cercando il mio raggio di sole in questo cupo e glaciale sotterraneo. Entrano altri imputati. C’è solo una persona che abbia catturato io. Manette gli immobilizzano i polsi. I capelli una volta lucenti gli ricadono scompostamente sul viso. E’ pallido. Mortalmente pallido. I suoi occhi sono chinati verso il basso. Sono sicura che affronterebbe tutto a testa alta se non fosse così stanco, distrutto…annientato. Non so che cosa abbia patito. Forse, pensando a quello che ha dovuto fronteggiare l’Ordine, non mi rammarico per la sua sorte. Ma poi penso che in fondo non ha avuto scelta.

Ron dice che si ha sempre una scelta, ma io non ne sono poi così convinta. Silente è seduto accanto a me. Guardo il suo profilo deciso e mi chiedo che cosa stia pensando. Lui si volta impercettibilmente verso di me e solleva un angolo della bocca, come se volesse sorridermi. Gli rivolgo un cenno col capo e lui riporta la sua attenzione sugli imputati. Sono tutti accusati di essere Mangiamorte. Mi domando se il preside -anche se ho terminato la scuola due anni fa, per me rimarrà per sempre il preside Silente- sappia del mio piano. Alla mia destra è seduto Neville. È dimagrito rispetto ai primi anni trascorsi ad Hogwarts, ma conserva ancora quell’aria da ragazzino innocente e impacciato. E’ uno dei miei migliori amici. E’ per questo che è qui oggi. Ieri sera sono andata da lui. Mi sono seduta nell’ordinata cucina di sua nonna e ho bevuto il tè che lui mi ha preparato. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo affrontato molte prove insieme: dal ballo durante il mio terzo anno di scuola, ai pericoli del quarto anno fino alla guerra aperta. Ha intuito facilmente che quella di ieri sera non era una semplice visita di cortesia.

“che cosa c’è?” mi ha chiesto con calma.

Ho distolto lo sguardo dal suo viso e ho appoggiato il mento su una mano, coprendomi la bocca.

“Ginny”

“Voglio che domani tu venga con me al ministero. Voglio che tu interceda per lui”

Neville è rimasto immobile di fronte a me fissandomi a bocca aperta. I suoi occhi grandi e scuri erano fissi nei miei ed erano pieni d’incredulità.

“Stai scherzando, vero?”

“Non posso chiederlo a Ron. Lui non capirebbe. E nemmeno gli altri miei fratelli. Tu sei il solo…”

“Ma Harry? Perché non lui?”

“perché si odierebbe”

“Harry? Lo farebbe se solo tu glielo chiedessi”

“Non sto parlando di Harry. Lui si odierebbe. E poi lo sto chiedendo a te”

Ha avuto una cotta per me per tutto il terzo, il quarto e il mio quinto anno. Neville…mi ha sempre voluto bene. E’ convinto che io stia sbagliando. E’ convinto che stia facendo una pazzia eppure è qui con me.

“Imputato numero 5571. nome: Draco Malfoy. Anni: 23. Accusato di aver preso parte all’attacco alla scuola di Hogwarts. Di aver giurato lealtà a Colui-che-non-deve-essere-nominato. Omicidi accertati:nessuno. L’accusa propone per lui la detenzione a vita nella prigione di Azkaban”.

Draco non alza nemmeno la testa. Devono aiutarlo a star seduto, altrimenti cadrebbe per terra. Mi chiedo che cosa gli abbiano fatto. Mi chiedo che cosa si provi a stare per quasi tre mesi nell’attesa del processo e nell’attesa che altri Mangiamorte vengano catturati a contatto con i Dissennatori. Ricordo quando erano a scuola. Era come se la felicità fosse scomparsa dal mondo intero. Come se non potessi essere più felice…mai più. Mi chiedo se lui lo è mai stato veramente.

“se mi consentite di parlare, vorrei presentare delle prove per scagionare l’imputato”.

Fisso Silente sbigottita. E’ per questo che è qui? Io non credevo che…

“Parlate pure”

“Signor giudice, posso testimoniare che il qui presente Draco Malfoy ha fornito informazioni importanti all’Ordine”

Un brusio sommesso serpeggia per la sala a questa rivelazione. Io e Neville ci guardiamo un attimo negli occhi, prima di voltarci nuovamente verso Silente in piedi di fianco a me.

“continui”

“Ci ha fatto evitare di cadere nell’imboscata del lago. Con questo suo gesto ha salvato molte vite dei nostri”

“o più semplicemente stava tentando  salvare la sua di vita, prima della disfatta.”

“Voldemort avrebbe riportato una piena vittoria se non fossimo stati avvisati in tempo. Egli era ancora potente e temuto e soprattutto ben lontano dalla caduta. Malfoy non avrebbe avuto nessun motivo per tradirlo se non la volontà di redimersi.”

“non che noi non crediamo alla sua parola, preside, ma…”.Mentre il giudice parla tiro un calcio a Neville nello stinco. Il ragazzo balza in piedi di riflesso, stropicciandosi nervosamente le mani.

“sì?”

Si schiarisce la voce un paio di volte e io sono tentata di allungargli un altro calcio, quando comincia a parlare.

“vostro onore” mormora “posso testimoniare che durante uno degli ultimi duelli prima della caduta di Voi-sapete-chi, Malfoy mi ha risparmiato la vita”

Il mormorio che si era spento quando Neville si è alzato sovrasta la voce del giudice.

“Silenzio. Signor Paciock dice sul serio?”

Neville si inumidisce le labbra con la punta della lingua e io mi accorgo di trattenere il fiato.

“sì, signor giudice” dice infine “Draco Malfoy avrebbe potuto uccidermi o peggio…” Non ho difficoltà a capire che sta pensando ai suoi genitori. Povero ragazzo… “ma non lo ha fatto. Ero a terra. Privo della mia bacchetta e in sua balia. Hannah Abbott , poco distante da me, era ferita e priva di sensi. Io avevo un orecchio sanguinante e una gamba mal ridotta. Ed ero disarmato. I nemici stavano arrivando. Li sentivamo salire le scale. Ci avrebbero finito loro se Malfoy non si fosse caricato Hannah sulle spalle e non mi avesse ordinato di rimettermi in piedi e di seguirlo. Mi trascinai tra le macerie, raccolsi la bacchetta e lo seguì per un corridoio laterale. Era un miracolo che il castello non fosse ancora crollato. Malfoy mi precedette per lunghi cunicoli stretti e bui. All’inizio non mi fidavo. Credevo che fosse una trappola, ma non avevo scelta. se avesse voluto farmi fuori l’avrebbe fatto. Ne aveva l’occasione e i mezzi. Non pensai neppure una volta a colpirlo alle spalle, benché fossi più che sicuro di poterlo atterrare facilmente. Ci condusse fuori dal castello , in aperta campagna. Posò Hannah a terra e mi volse di nuovo le spalle per tornare indietro.

Perché l’hai fatto, gli chiesi. Lui mi guardò per qualche istante da sopra la spalla. Senza nemmeno rendermene conto gli avevo puntato addosso la bacchetta, ma lui non assunse un atteggiamento di difesa.

Rischio grosso per le tue chiappone, Paciock. Silente dovrebbe scegliere meglio i suoi uomini, mi ha detto prima di andarsene. Fu l’ultima volta che lo vidi prima di oggi.”

“Quindi, secondo lei, signor Paciock, Draco Malfoy vi ha salvato intenzionalmente la vita”

Comincio a mordicchiarmi il labbro inferiore nervosamente. Neville è stato grande. Non l’ho mai sentito in tanti anni parlare in questo modo. E’ un uomo ormai. È vissuto per tutta la vita cercando di non disonorare troppo la memoria dei suoi genitori. Sua nonna gli ripeteva in continuazione che lui doveva essere orgoglioso dei suoi genitori. Ora credo che sia vero il contrario: Neville è il mio più grande amico e io lo stimo e lo rispetto per il suo coraggio e per la sua determinazione. E per la sua dolcezza e la sua comprensione.

“Sì, signor giudice. Affermo esattamente questo”

Chiudo gli occhi per un istante, rilasciando lentamente il fiato.

Altre voci salgono dalla sala. Persone che vogliono che lui venga condannato a morte. Continuo a tenere gli occhi chiusi, anche quando sento la mano di Neville appoggiarsi sulla mia spalla. E poi la voce di Silente. Ora che so che Silente è dalla sua parte credo che vivrà. Ora che io sono dalla sua parte, vivrà.

“non vedo come possiamo ignorare le prove oggi presentate”

“Quello è il figlio di Lucius Malfoy, colui che ha ammazzato mio figlio…non può…”

“I Malfoy sono stati da sempre dalla parte di Voi-sapete-chi”

“Dovete condannarlo”. Il giudice è indeciso. Ed è adesso che mi alzo in piedi.

“Mi offro io come garante per la sua vita”

La mia voce non era particolarmente alta eppure tutti hanno udito le mie parole. Silente mi guarda attraverso gli occhiali a mezza luna. Dal suo volto non trasparisce nessuna emozione. Neville geme piano. Non credeva che sarei arrivata fino a questo punto. E nemmeno io.

“Sono Virginia Weasley. Auror del ministero e figlia di Arthur Weasley. Membro onorario dell’Ordine della Fenice. Sono io che ho catturato Draco Malfoy e oggi mi propongo davanti a voi tutti quale sua garante”

Il giudice si spinge gli occhiali su per il naso e scartabella dei fogli sparsi sul tavolo.

“Signorina Weasley, la pratica del “garante” non è in uso da parecchi anni ed è applicabile solo a casi particolari.”

“Signor giudice, secondo il Codice, la pratica del garante è applicabile quando l’imputato non è accusato di alcun crimine violento. E non è stato riconosciuto nessun delitto a carico del signor Malfoy”.

“Ha ragione, signorina Weasley, ma mi permetta di esprimere la mia perplessità, data la sua giovane età. Conosciamo perfettamente il suo stato di servizio e il ruolo importante che lei ha ricoperto nella guerra contro Voi-sapete-chi, ciononostante è ben cosciente dell’onere che pretende di accollarsi?”

“Sì, vostro onore”

“e’ ben consapevole che se il signor Malfoy infrangerà una qualche legge, la colpa ricadrà su di lei, finché il caso non sarà preso in esame, non prima di tre anni a partire da oggi?”

“Sì, signore”

“E’ consapevole che lei sarà responsabile in tutto e per tutto delle azioni del signor Malfoy e che non potrà allontanarsi da lui per una distanza superiore a trenta miglia per più di ventiquattro ore consecutive per tutta la durata del suo incarico?”

“sì, signore. So esattamente che cosa comporta l’offrirsi come garante per un prigioniero”

“e nonostante questo è pronta ad assumersi la responsabilità della sua vita?”

“Sì, signore”

La tensione è palpabile. La fronte del giudice è solcata da molte rughe di preoccupazione. Gli altri giudici intorno a lui stanno riflettendo sulla mia proposta. Deliberano sottovoce. Le mie gambe stanno tremando.

Non guardo Draco. Non credo che sia cosciente di quello che sta accadendo.

“bene” riprende il giudice dopo quella che sembra essere un’eternità “stando così le cose la decisione di questo consiglio è che il signor Draco Malfoy venga rilasciato sulla parola della signorina Weasley. Che sia messo agli atti che la signorina Virgina Weasley si fa garante per l’imputato. Si proceda ora con l’Incantesimo del Legame.”

Mi avvicino a Malfoy slacciando il bottone che chiude il polsino della mia camicia e arrotolandomi la manica fin quasi al gomito. Una guardia fa altrettanto con Draco e per la prima volta da quando è cominciato il processo vedo il suo viso. E’ scavato dalla fatica e dalla sofferenza. Gli occhi sono chiusi e il respiro è breve è irregolare. Sta davvero molto male. Il giudice si alza e si accosta a me.

“signorina Weasley, è sicura? Non vorrebbe che chiamassimo suo padre per…”mi dice a bassa voce.

“No” lo interrompo decisa. L’uomo scrolla la testa ed estrae la bacchetta.

“Si proceda allora. Virginia Weasley, dichiara di accettare la custodia del qui presente Draco Malfoy, accusato da questo tribunale di aver giurato fedeltà a…”. La voce gli trema solo per un istante. “Lord Voldemort” la sala è percorsa da un fremito. Mi chiedo quando ci abitueremo a sentir pronunciare il suo nome. “senza costrizioni o circuizioni di sorta?”

“Sì Vostro Onore”

“Virginia Weasley, è pienamente cosciente di quello che il suo giuramento comporta?”

“Sì, Vostro Onore”

“Bene. Questo tribunale lega la signorina Weasley al signor Draco Malfoy per la durata di tre anni a partire da oggi 5 agosto 20**. Il signor Malfoy e di conseguenza la signorina Weasley sono condannati a non lasciare lo stato per la durata della condanna. Inoltre questo tribunale dispone che al signor Malfoy verrà proibito l’uso della bacchetta magica ed egli sarà seguito per tutto il tempo della condanna da un supervisore”

“Mi offro io come supervisore per il signor Malfoy” interviene Silente. Lo guardo con gratitudine e lui annuisce piano. Si avvicina e mette una mano sulla mia spalla e una su quella di Malfoy.

“Si metta agli atti che il preside Albus Silente si offre come supervisore. Qualcuno è a conoscenza di qualche motivo per cui questa corte non dovrebbe affidare l’incarico al preside Silente?”

Nessuno parla.

“Bene.” . Il giudice punta la bacchetta verso il polso di Malfoy e poi verso il mio “Questo tribunale dichiara Virginia Weasley come garante di Draco Malfoy” annuncia. I nostri polsi vengono circondati da un filo di luce dorata , che ci unisce. A poco a poco si affievolisce prima di scomparire del tutto.

“E con questo la seduta è tolta”

Dopo le solite formalità, la gente defluisce dalla sala tra un vociare acceso. Nessuno mi rivolge la parola direttamente.

“ti sei cacciata in un bel guaio, Gin”

Lo penso anch’io. Che diavolo mi è saltato in testa? E poi per chi dovrei rischiare così tanto? Per Malfoy? No, forse non per lui…forse per quella notte nella guferia …o forse per quella sera vicino al lago...

Ricordo i suoi occhi grigi pieni del rosso del tramonto e la sua voce insolitamente priva di quella traccia di arroganza e strafottenza che lo aveva fatto odiare da tutti i Griffondoro.

“non dovresti piangere per uno così non ne vale la pena”

Non l’avevo neppure sentito avvicinarsi. Mi asciugai in fretta agli occhi anche se ero più che sicura che avesse visto perfettamente le mie lacrime.

“non so di che cosa tu stia parlando” replicai , cercando di conservare quel minimo di dignità che mi restava.

“Sai che potresti sbarazzarti di lui facilmente, vero?”

“che intendi dire?”

“Che se solo tu volessi potresti fargli, molto, molto male. Sono più che certo che conosci qualche incantesimo per sistemarlo”

“Come quello che ho usato su di te l’anno scorso nell’ufficio della Umbridge?” ridacchiai, soffiando il naso in un fazzolettino. Un lampo di rabbia gli attraversò i lineamenti, eppure non mi sentii intimorita o impaurita. Si girò di nuovo verso il lago con la mascella lievemente contratta. “E’ per questo che siamo diversi, Malfoy. Io non ne sarei mai capace…di vendicarmi, intendo”

“Che cosa potevo aspettarmi da un Weasley?” ringhiò e improvvisamente persi il controllo. In quattro falcate lo raggiunsi e gli afferrai il braccio per farlo voltare verso di me. Forse me la stavo semplicemente prendendo con lui, invece che con me stessa o con quel bastardo. “Ripetilo se hai coraggio”

“Ma non siete voi Griffondoro a essere coraggiosi? Oppure hanno sbagliato ad assegnarti a quella casa di perdenti. Forse saresti stata meglio in cucina insieme a tutte le altre sguattere” . Lo schiaffo risuonò sonoro e incredibilmente forte nell’aria immobile della sera. Guardai i segni rossi sul suo viso e indietreggiai di un passo, non perché avessi paura di lui, ma perché mi vergognavo del mio gesto.

Si portò la mano alla guancia strofinandosela piano. I suoi occhi erano fissi nei miei e improvvisamente avvertì l’impulso di correre via da lì. Ma resistetti.

“Non è me che dovresti picchiare, Weasley” mormorò. Si avvicinò lentamente a me, torreggiandomi, essendo più alto di me di tutta la testa. Non mi mossi. Credo che non sarei riuscita a muovermi neppure se mi avesse colpita. “Se non senti il bisogno di vendicarti, vuol dire che non era vero amore”

“Che ne vuoi sapere tu dell’amore?” dissi a voce bassa. Non so perché avessimo cominciato a bisbigliare.

“Che cosa ne sai tu di me?”. Non risposi. Chinai lo sguardo perché non riuscivo più a sopportare quegli occhi fissi nei miei, odiandomi per questo. Se solo avessi potuto mi sarei schiaffeggiata. “Ti dico una cosa sull’amore” continuò dopo qualche istante di silenzio “se non brucia, se non distrugge e non consuma non è vero amore”

“Non è vero!” esclamai stringendo i pugni e alzando nuovamente il viso verso di lui. Non mi ero accorta che fosse così vicino e il fiato mi si mozzò in gola, ma non abbassai lo sguardo, non di nuovo. “Ne sei convinta?” rispose prima di chinarsi verso di me. Il tocco delle sue labbra sulle mie fu lieve, come la carezza di una leggera brezza, appena percettibile. Si scostò da me così rapidamente che mi chiesi se mi avesse baciata davvero  o se l’avessi solo immaginato.

“Quando avrai capito che cosa sia veramente l’amore potremmo anche riparlarne, ma fino ad allora smettila di interpretare la povera fanciulla tradita. E’ degradante perfino per un Weasley ridursi così per un Corvonero” .

Si allontanò verso la scuola con il mantello gonfiato dal vento e i capelli biondi lucenti sotto gli ultimi raggi del sole morente. Avrei voluto rincorrerlo per parlare ancora con lui, per farmi spiegare che cosa voleva dire, ma non lo feci. Se oggi avessi permesso che lo uccidessero o che lo rinchiudessero per il resto della sua vita ad Azkaban non avrei potuto mai più sapere che cosa intendeva dire quel giorno.

Gli accarezzo piano i capelli, ma lui non si muove.

“che cosa ne farai ora?”

“Credo che dovrò cercare di aiutarlo a guarire”

“sì, ma dove? Sai come verrebbe trattato in ospedale, vero?”

A questo non avevo pensato. “Beh io ho un solo posto dove tornare” mi giro per guardare Silente, immobile e taciturno alle mie spalle, e Neville, sempre più agitato. “La Tana. E’ lì che lo porterò”.

Neville scuote la testa in senso di diniego. “Ron non ne sarà entusiasta.”

 

Silente si è offerto di spiegare lui la situazione ai miei familiari, ma ho risposto di no . Ormai non sono più una bambina e devo assumermi le mie responsabilità Guardo mamma che sistema con colpi di bacchetta le cose che ha comprato negli scaffali, mentre papà legge il giornale immerso nella sua poltrona preferita. Per fortuna quando sono arrivata qui con Draco e Neville la casa era deserta. Ho sistemato il mio ospite nel seminterrato. E’ ancora privo di sensi e non credo che si rimetterà in fretta. Ha la febbre alta e vorrei rimanere con lui, finché non sarà scesa, ma devo parlare con i miei genitori.

“Ginny cara, vuoi una tazza di tè?” mi chiede mamma sorridendomi.

Sto per dirle tutto quando Ron entra dalla portafinestra. Si scrolla i capelli umidi di pioggia e si toglie il mantello verde per appoggiarlo sull’attaccapanni.

“Ciao tesoro” lo saluta mamma. Lui risponde con un cenno del capo. Prende un chicco d’uva dal cesto sul tavolo e se lo infila in bocca. “Oggi è mi successa una cosa strana” dice e io mi lascio cadere su una sedia “Al lavoro dicono veramente una cosa strampalata…dicono che Ginny si è offerta come garante per Malfoy. Per Draco Malfoy!”.

“oh che sciocchezza” dice mamma, gesticolando con uno straccio in mano.

“Perché è una sciocchezza, vero, Ginny?” interviene Hermione , appena entrata in casa. Non mi ero neppure accorta della sua presenza. Tutti gli sguardi si fissano su di me. Le orecchie di Ron cominciano a cambiare colore e a tendere verso il rosso accesso. Papà posa il giornale e mi guarda. Mamma è paralizzata.

“Posso spiegare” mormoro con un filo di voce.

“tu puoi COSA?” sbraita Ron, mentre il rosso delle orecchie invade anche le guance pallide.

“non potevo lasciare che lo condannassero” mi difendo balzando in piedi.

“Oh Signore” dice mamma abbandonandosi su una sedia e facendosi aria con lo straccio come se le mancasse il respiro. Papà aggrotta la fronte, ma non commenta.

Hermione incrocia le braccia sul petto. “E Silente te lo ha permesso?” dice con una sfumatura di impertinenza nella voce che mi irrita.

“Non ho bisogno del consenso di Silente per fare qualcosa. E…” m’interrompo un attimo respirando a fondo “in ogni caso anche lui era d’accordo con me. Mi ha detto che se non lo avessi fatto io, si sarebbe offerto lui stesso. E poi è lui il mio supervisore”

Il silenzio cala sulla cucina.

“E ora dov’è?” chiede papà. Il suo tono dolce e comprensivo mi risolleva un po’ il morale.

“giù, nel seminterrato. L’ho attrezzato come infermeria”

“E’ q-qui? È qui alla Tana?” esclama Ron con una voce sorprendentemente acuta e stridula per lo sgomento. “Un Malfoy è nella nostra casa?”

“E’ malato. Non è in sé” dico.

“Beh se è malato bisognerà curarlo” interviene mamma avvicinandosi ai fornelli e ravvivandosi i capelli con una mano. “gli preparerò un bel brodo di pollo”.

“Ma mamma! N-non puoi…quello…quello…”

“Se Silente si fida di lui una ragione ci deve pur essere! E poi se non sta bene, non possiamo buttarlo in mezzo alla strada!”

“ma…ma…”

“finchè non starà bene , potrà rimanere in questa casa. SOLO finché non starà bene” dice, puntandomi con un cucchiaio “poi dovrà andarsene! Sono stata chiara?”

Ron scuote la testa. Le sue orecchie sono ancora color porpora.

Credo che non sia il momento adatto per spiegare loro che tecnicamente Malfoy non potrà andarsene molto lontano…almeno non più lontano di trenta miglia.

Corro a dare un bacio sulla guancia a mia mamma e poi scendo di sotto dal mio ospite.

 

La testa sembra volermi scoppiare da un secondo all’altro. L’ultima cosa che ricordo è … Azkaban. E i Dissennatori. Sollevo di poco le palpebre e vedo una luce fioca sopra la mia testa. C’è un buon profumo qui. Profumo di lavanda e di pulito. Cerco di mettermi a sedere, ma le forze mi vengono meno.

“Devi stare tranquillo” mi dice una voce, che non riesco a riconoscere, pur sapendo di averla già ascoltata da qualche parte. Cerco di parlare, ma le mie labbra sono secche e insensibili. Qualcuno si china verso di me e mi passa un fazzoletto bagnato sulle labbra. Questo mi fa sentire un po’ meglio. La mia vista è offuscata dalla debolezza. L’unica cosa che posso distinguere con certezza è una massa di capelli rossi e due grandi occhi scuri davanti a me.

“dove sono?” chiedo con un filo di voce.

“Al sicuro” mi risponde, prima che io cada di nuovo nell’incoscienza.

Ho frammenti di immagini e di suoni nella mia testa: una mano calda e gentile che mi accarezza la guancia, una voce sommessa e musicale che mi dice che niente può farmi più del male, ma che io devo reagire. Devo guarire.

Non so quante ore dopo riprendo conoscenza. Credo di essere sempre nella stessa stanza, ma i miei ricordi sono confusi.

“Ah ti sei svegliato” dice una voce, ma non è la stessa dell’altra volta.

“Acqua”

Una donna mi porta un bicchiere alle labbra sollevandomi piano la testa per farmi bere. L’acqua è fresca e buona.

“dove mi trovo?”

“Shhht” mormora la donna portandosi un dito davanti alla bocca “sta dormendo” continua indicando con un cenno del capo una figurina rannicchiata sopra a una poltrona di fianco al mio letto. Sbatto le palpebre un paio di volte, cercando di capire se i miei occhi mi stanno ingannando. “Ti ha vegliato per quasi tre giorni senza mai allontanarsi da te. Povera piccola. Ha bisogno di riposo”

“E’ è…” dico compiendo un movimento per mettermi a sedere.

“Sei proprio testardo!” dice la donna mettendosi le mani sui fianchi. Mi prende sotto le ascelle e mi aiuta a sistemarmi in una posizione semiseduta.

“è mia figlia Ginny. Sei ridotto peggio di quanto credessimo se non riconosci nemmeno un Weasley, Malfoy” continua rimboccandomi le coperte quasi fossi un bambino piccolo.

“un un…”

“ora riposa. Il tuo corpo è ancora debilitato per via della febbre” dice, costringendomi a stendermi di nuovo. Sto per assopirmi quando qualcuno entra nella stanza.

“Ho sentito delle voci e sono sceso a vedere che succedeva”

Ron Weasley si avvicina al mio letto. I capelli rossi gli ricadono scompostamente sugli occhi, privi di una qualsiasi traccia di intelligenza. Se non fossi così stanco mi alzerei in piedi e gli darei una bella lezione.

“guarda chi si vede…il leccapiedi di San Potter” dico con la voce leggermente rauca.

“non ti permetto di…” sbotta , quando sua madre gli appioppa una sberla sulla spalla.

“Non vedi che tua sorella dorme?” dice fissandoci alternativamente e incrociando le braccia sul petto. La ragazza addormentata mugugna qualcosa nel sonno e si stringe addosso un animale di peluche, che riconosco essere una tigre. Ron sposta la sua attenzione su di lei e la sua espressione si addolcisce. “se la svegliate con i vostri battibecchi , giuro che ve la farò passare io la voglia. Comunque , signor Malofy, si ricordi che questa è pur sempre casa nostra e non le permetto di parlare in questo modo sotto il nostro tetto. Sono stata chiara?”

Annuisco solo per non sentirla più brontolare. “e in quanto a te” continua rivolgendosi al figlio “voglio che tu abbia almeno un comportamento civile con il nostro ospite.”. Lui annuisce silenziosamente e io sono tentato di rincarare la dose con una battuta tagliente, ma preferisco abbandonarmi sui cuscini e lasciarmi scivolare nel sonno.

 

   
 
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