Fanfic su artisti musicali > B2ST/Beast
Segui la storia  |       
Autore: _YeongWonhi_    01/07/2012    4 recensioni
"Prendete due gruppi famosi con due generi musicali completamente differenti e metteteli sul palco degli Mtv World Stage Malaysia. Da una parte i Thirty Seconds To Mars e dall’altra i Beast. Vi chiederete cosa mai potrà esserci che li accomuna… e se fosse una ragazza? Non una ragazza e basta,ma la sorella adottiva dei fratelli Leto, grande amante del ballo hip-hop che si troverà a dover fare una scelta che le cambierà completamente la vita. E,come se non bastasse, si troverà a fare i conti anche con qualcosa che non si può scegliere… l’amore."
Se non conoscete i "Thirty Seconds To Mars" non è un problema,loro sono solo dei personaggi marginali che sostituiscono una potenziale famiglia per la protagonista. La vicenda,invece,coinvolge in primis i Beast. Premetto che questa è la mia prima fan fiction su di Loro, spero che possa essere di vostro gradimento!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 15: “I'm leaving before… for you”

_Evelyn

Era già passata una settimana da quando io e Kikwang avevamo litigato, e da quel giorno lui non mi aveva più rivolto la parola. Ogni volta che me lo trovavo di fronte, faceva finta di nulla e rimaneva in silenzio, senza degnarmi di uno sguardo.

Quel suo comportamento passivo mi stava mandando fuori di testa. Non sapevo quanto sarei riuscita ancora a resistere in quell’appartamento.

I ragazzi provarono a distrarmi in tutti i modi, a volte chiacchierando con me quando lui entrava nel mio raggio visivo, o, addirittura, portandomi più spesso alla Cube per allenarmi.

Ma, purtroppo, i loro tentativi non ebbero l’effetto voluto. Così decisi di parlarne una volta per tutte con i miei fratelli.

Da quando erano arrivati, li avevo visti quasi tutti i pomeriggi, ma avevo sempre cercato di evitare l’argomento “ragazzo”.

Quel giorno, invece, decisi di raggiungerli con l’intento di affrontare proprio quell’ argomento.

Ci incontrammo nel ristorante del loro hotel, per consumare insieme il pranzo.

Avevamo appena cominciato a mangiare, quando Jared mi porse la fatidica domanda che aspettavo ormai da tempo.

-“Eve… è da una settimana che ci sembri un po’ giù. Sembra quasi che tu faccia fatica a stare qui. È successo qualcosa?”

Ecco, era arrivato il momento giusto per parlarne. Così mi feci coraggio e spiegai loro la situazione.

-“Credo che tu debba allontanarti da lui.” constatò Shannon. “Se continui a stare qui, probabilmente, continuerai anche a soffrire e a far soffrire loro, anche se inconsapevolmente.”

Aveva fottutamente ragione, mi toccava ammetterlo contro il mio volere.

-“Dovremmo anticipare la partenza.” aggiunse poi Tomo, preoccupato per me quanto lo erano i miei fratelli.

-“Non è un problema. Per quanto mi riguarda potremmo partire anche questo fine settimana, non mi ci vuole molto a organizzare tutto.”

-“Jared, non farmi ridere. Semmai volevi dire ‘non mi ci vuole molto a far organizzare tutto.”

-“Dettagli.” mi liquidò con un cenno della mano. “Ce la fai ad aspettare fino a venerdì?”

-“Certo…” dissi.

Il problema era che, se fosse stato per me, avrei aspettato all’infinito.

Non volevo andarmene, non volevo lasciare lì parte di me.

Ma che alternative avevo? Almeno così avrei posto fine alla mia e alla loro sofferenza.

Senza di me, ne ero convinta, sarebbero stati tutti più felici e senza problemi a cui pensare.

-“Ok,allora è aggiudicato per venerdì.” Jared non si lasciò sfuggire il mio sguardo perso nel vuoto e colmo di tristezza, cosicché mi rivolse un sorriso incoraggiante.

Quanto avrei voluto che mi incoraggiasse davvero… purtroppo, non vedevo niente di buono in quello che stavo per fare, se non, appunto, interrompere quella tristezza che regnava suprema.

Ma dovevo farcela per tutti quanti. Era come se la nostra felicità dipendesse solo dalla mia scelta di andarmene.

Quando finimmo il pranzo era già stato deciso tutto.

Tornai all’appartamento con l’amaro in bocca. Non sapevo come dirlo ai ragazzi, dubitavo di farcela subito. Probabilmente avrei lasciato correre del tempo prima di avvertirli.

Peccato che avessi solo qualche giorno a disposizione. Non potevo certo arrivare al giorno prima della partenza e dire “Ehi, ragazzi, mi dispiace ma domani parto!”.

Durante l’intera giornata sentii i loro sguardi analizzarmi con intervalli regolari e alternandosi tra loro. Il mio stato d’animo doveva averli fatto intuire che c’era qualcosa che li nascondevo.

Quando, finita la cena, me ne andai in camera dopo averli dato  la buonanotte (nonostante fossero appena le nove), non mi accorsi che due di loro mi avevano letteralmente seguita fino alla mia stanza.

Solo quando mi stavo per chiudere la porta alle spalle vidi due paia di occhi fissarmi, facendomi quasi spaventare.

Doo-Joon e Hyun-Seung aspettavano che li invitassi ad entrare, mentre io li stavo guardando come un’ebete.

-“Oh, ehm… qualche problema?” azzardai, facendomi da parte e permettendoli di oltrepassare la soglia.

-“Volevamo parlarti.” disse il leader.

Inutile dire che mi sorprese il fatto che fossero proprio loro due a volermi parlare.

-“Perché voi?” non riuscì a tenere per me quel pensiero.

-“Diciamo perché siamo i meno coinvolti nella tua situazione sentimentale e ciò può agevolare la conversazione.” Hyun-Seung mi sorrise, cercando di tranquillizzarmi con un semplice sguardo.

-“Ditemi pure.”

-“Abbiamo notato che è tutto il giorno che te ne stai in silenzio e con l’espressione imbronciata.” cominciò il più grande. “È anche vero che è da una settimana che la situazione è simile, e non voglio toccare quell’argomento, ma oggi ci sei sembrata particolarmente distante, ecco.”

-“Con ciò volevamo chiederti se hai qualcosa da dirci al riguardo.” concluse Seung.

Cos’avrei dovuto fare? Dirglielo? Beh, mi sembrava la cosa più intelligente da fare. Nonostante avessi voluto aspettare, mi resi conto che non era corretto nei loro confronti.

-“Io…” cercai le parole giuste, mentre il mio sguardo rimaneva fisso sul pavimento. “Io dovrei partire questo venerdì. Me ne torno a Los Angeles.”

Alzai il volto per osservare le loro reazioni. Sembravano entrambi sconvolti dalla notizia che li avevo appena dato.

-“Q- questo venerdì?!” esclamò Doo-Joon, alzando notevolmente la voce.

Temetti addirittura che lo avessero sentito persino dalla sala, e la cosa non mi piacque affatto, anzi, mi metteva in ansia. Non volevo sapere come l’avrebbero presa gli altri. Soprattutto Gi-Kwang.

-“È forse per via di lui?” volle sapere il minore.

Io annuii con un cenno del capo, era inutile continuare a mentire. Le bugie non avrebbero risolto assolutamente nulla.

-“Vuoi dirlo te agli altri?” continuò Hyun-Seung.

-“Si…è meglio.” risposi. “E mi sa proprio che mi conviene farlo ora.”

I due ragazzi confermarono la mia ipotesi muovendo le testa verso il basso.

Presi un profondo respiro, come facevo ogni volta che ero in difficoltà, e mi diressi nel salone, con l’intento di annunciare la cosa a tutti.

Appena li raggiunsi, mi guardarono stupiti da quella mia improvvisa riapparizione.

Cercai lo sguardo di ognuno di loro, Gi-Kwang compreso, non mi interessava affatto se lui non voleva intercettare il mio.

-“Io dovrei dirvi una cosa…” cominciai, un po’ intimorita, nonostante sentivo la presenza del leader e di Hyun-Seung dietro di me che, in qualche modo, mi confortava un po’.

Gli altri aspettarono in silenzio che continuassi, ma li tenni inconsapevolmente sulle spine più del dovuto. Doo-Joon mi posò una mano sulla spalla, a mo’ di carezza, per incoraggiarmi a proseguire.

-“Ecco…io… io parto questo venerdì. Torno a Los Angeles.”

Nello stesso istante in cui lo dissi, i miei occhi si abbassarono automaticamente verso il basso. All’improvviso non volevo più guardarli in faccia.

Ma, dopo qualche secondo di silenzio forzato, mi sforzai di rialzare nuovamente il capo per osservarli uno alla volta.

Il primo che guardai fu Dong-Woon. Nonostante negli ultimi tempi sembrava essersi distaccato, per così dire, in quel momento sembrava tutt’altro che indifferente. Era letteralmente sbiancato, mentre cercava di evitarmi.

Poi, passai a Yo-Seob, e vederlo fu più doloroso di quanto avessi potuto immaginare. Se ne stava immobile, con lo sguardo puntato verso il pavimento, mentre le sue spalle si alzavano impercettibilmente.

Anche Jun-Hyung era più o meno nella sua stessa posizione, con un’unica differenza. Il suo corpo tremava appena come quello del visual maknae, ma i suoi occhi erano puntati nei miei e sembravano implorarmi, mentre la sua mente stava ancora cercando di metabolizzare la  cosa.

Gi-Kwang me lo tenni per ultimo. Non seppi neanche dove trovai la forza di guardarlo in faccia, e mi meraviglio tutt’ora. Il suo sguardo sembrava lontano dal mio, perso nei suoi pensieri, e i suoi occhi ricordavano i treni in corsa; la sua espressione era impassibile e fredda, non accennava minimamente a far trasparire nemmeno una singola emozione. Sembrava in trance…e dolorosamente lontano.

 

_Gi-Kwang

Per me quella notizia fu come la goccia che fece traboccare il vaso.

Mi ero costretto a fingere indifferenza nell’ultima settimana, non riuscivo più a guardarla negli occhi. Non dopo ciò che aveva fatto.

Volevo perdonarla, ma non ce la facevo. Era una cosa che non ero in grado di gestire a mio piacimento, era lei a gestire me, ed io potevo solamente sottostare al suo volere.

Anche in quel momento, il mio unico desiderio era abbracciarla e chiederle di rimanere al mio fianco… per sempre. Si, “per sempre” mi sembrava il tempo perfetto da passare con lei, me ne rendevo conto in quel momento più che mai.

Invece, l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di fissare il vuoto davanti a me, e posso giurare che la mia espressione era diventata una maschera indecifrabile.

Ma, in realtà, dentro stavo scoppiando ed il dolore mi stava dilaniando il petto come in una lenta tortura senza fine.

Sapevo che stavo letteralmente per esplodere, e non volevo che ciò avvenisse davanti a tutti loro. La mia sofferenza doveva essere patita in solitudine, non volevo coinvolgerli, altrimenti avrei definito il mio gesto da egoista.

Così, constatando che sarei riuscito a trattenermi per massimo un minuto, mi alzai di scatto dal divano su cui ero seduto e mi diressi velocemente in camera, sbattendo la porta con tanta forza da farla vibrare contro le pareti.

Presi la prima cosa che mi capitò a portata di mano, in questo caso un quaderno, e lo scaraventai contro il muro, poi trovai un paio di scarpe per terra e diedi un calcio alla più vicina, come se ciò potesse alleviare quella sensazione di devastazione interna che sentivo fin troppo bene.

Poi mi gettai sul letto, affondando con la testa nel cuscino.

Mi chiesi se era normale soffrire così per una ragazza. E mi risposi che, si, era normale quando la si amava con tutto sé stesso.

Venerdì… era troppo vicino per i miei gusti. Si sarebbe trattato di appena sei giorni circa, poi lei sarebbe scomparsa dalla mia vita, giusto?

Non potevo permetterlo, ma ormai così era stato deciso, a quanto pareva le carte in tavola erano quelle.

La cosa migliore da fare, in quel momento, mi sembrava l’indifferenza più totale. Forse, così, la sua partenza sarebbe stata più vivibile per entrambi.

Ma…che senso aveva se ci amavamo? Pensai veramente “ci”, noi…

Io la amavo di sicuro, e lei… lei?

“Fanculo!” pensai, chiudendo gli occhi e mettendo a tacere tutti gli altri miei sensi.

Sentii qualcuno bussare alla porta, ma ero incapace di reagire. Ero incapace di tutto.

Yo-Seob entrò comunque, sedendo accanto a me e stringendomi in un abbraccio. Lui sapeva quanto lei era importante per me, e doveva sapere anche quanto io lo fossi per lei. Ma ero troppo stupido ed intimorito per chiederglielo.

Cercò di consolarmi con poche parole di conforto, ma quasi non le sentii.

Era come se niente e nessuno avesse potuto darmi alcun tipo di consolazione al momento. Ero solo…

Solo con il mio dolore.



Annyeong! Mi prenderete per scema se vi dico che anche stavolta mi sono dimenticata di postare prima??!! Il capitolo era pronto già da tre giorni, ma col fatto che scrivo contemporaneamente un'altra storia, non ricordo mai quale delle due ho già postato e quale no -.-". Scusatemi ancora se vi ho fatto aspettare sei giorni o.O A me sembrano tanti! Andando alla storia... beh, vado subito all' angolo domande: 1. Cosa ne pensate della partenza anticipata?  Eve deve essere impazzita o.O. 2. Chi di loro sentirà più la sua mancanza? Domanda sciocca, lo so...  3. Vi aspettavate questa reazione da parte di Kiki? O pensavate che avrebbe reagito meglio/peggio?  Ma come saranno premurosi DooJoon e HyunSeung?!! *-* Io li vedo così anche nella realtà, non so perchè... Uno è il leader, quindi un pò gli tocca di dovere, ma anche Seung sembra un tipo affidabile u.U *parla a vanvera, come se non lo facesse abbastanza*  Va beh, dai! Alla  prossima! Kisses, Alice...

RINGRAZIAMENTI: Anche stasera i miei grazie vanno alle mie recensitrici fedeli (oltre a chi legge) *-* : macky_love, lil_monkey, Yoona Hye e  Ace_B2uty95!


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > B2ST/Beast / Vai alla pagina dell'autore: _YeongWonhi_