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Autore: Jaded_Mars    02/07/2012    3 recensioni
“SLASH!! Toglimi subito queste manette di dosso!!” Axl stava diventando isterico. “Non tolgo proprio un bel niente. Si chiama gioco di squadra Axl. Calmati.” “Slash ti prego…ce le apri per favore? Promettiamo che staremo buoni e non litigheremo. Vero Axl?” cercò di persuaderlo Izzie implorandolo. ‘non voglio passare ore legata a questo stronzo.’
“Eh no ragazzi, adesso restate legati! Avete solo bisogno di un po’ di pazienza, così imparerete a sopportarvi a vicenda!”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Izzie non riusciva a credere ai propri occhi. Ma era tutto vero? Insomma, avevano seriamente camminato per un’ora intera percorrendo tutto lo Strip a piedi per arrivare in quel posto lontano da tutto e dimenticato da tutti? Si chiedeva ancora perché diamine avesse dato retta al rosso, se lo sentiva che non avrebbe dovuto farsi convincere con così tanta facilità.
 
 “Dì ma mi prendi in giro? Vuoi dirmi che abbiamo praticamente corso per un’ora per arrivare da un ferramenta chiuso?!?” esclamò incredula.  Di per sé l’idea non era nemmeno poi tanto stupida, per cercare di liberarsi dalle manette bastava un bel paio di cesoie, se non fossero state le undici di sera passate e a quell’ora non avrebbero mai trovato un negozio aperto  in nessuna parte del mondo.
 
“Era questa la tua geniale idea Mr. Facciamo-quello-che-voglio-io?” si chiedeva come uno come Axl avesse potuto fare una scelta così idiota. Se lo sarebbe aspettato da qualcun altro, tipo Steven, che come tutti sapevano certo non brillava per acume, ma Axl… Axl non era uno stupido. In quella situazione non sapeva se mettersi a ridere o arrabbiarsi tremendamente con lui, per l’ennesima volta.
 
“Avremmo potuto semplicemente seguire Slash e cercare di riprendergli le chiavi no? Bastava solo che si ubriacasse un po’ poi ce le avrebbe date lui stesso! Ma no! Bisognava fare come dicevi tu!E a cosa ci ha portati? A niente!” protestò la ragazza non rendendosi conto che Axl avrebbe di gran lunga preferito tornare a pulire i cessi del Troubadour per tutto il week end piuttosto che fare una figuraccia del genere. Era tanto sicuro che avrebbe trovato ancora qualcuno al lavoro lì per lui, pronto per liberarlo che nemmeno si era reso conto dell’orario. Era stato un pensiero piuttosto egocentrico, tipicamente suo, di cui si pentì non appena vide la saracinesca del negozio abbassato mentre stavano arrivando a passo di marcia, ma a quel punto era troppo tardi per cambiare piano.  Si era già dato dello stupido da solo almeno un centinaio di volte nel giro di pochi minuti, ma sentire Izzie che lo attaccava in quel modo gli bruciava troppo, nonostante avesse ragione. E purtroppo lui lo sapeva anche fin troppo bene.
 
“Vuoi stare zitta per favore?” la aggredì, facendolo sembrare più un ordine che una richiesta, tipica di chi si sente in difetto e cerca invano di difendersi.
 
“No, non sto zitta! Sei stato un imbecille Axl!” le venne fuori di getto, desiderava dirgli ben peggio, ma non voleva insultarlo per poi passare dalla parte del torto. Lo vide un attimo assorto e a testa bassa mentre incassava tutte quelle frasi senza dire niente. Le sembrò per un attimo di avere scalfito il suo grande ego, ma l’espressione quasi di vergogna che mostrava il suo viso la fece sentire quasi in colpa per averglielo detto.  “Scusa….”
 
“Fanculo.” Fece inaspettatamente il ragazzo mantenendo gli occhi fissi sull’asfalto malamente illuminato da un lampione.
 
“Come prego?” chiese Izzie allibita. Si sentì lei una stupida per avere anche solo pensato di potere averlo offeso.
 
“Ho detto fanculo. Non me ne faccio niente delle tue scuse…” la trattò come se fosse stata lei a commettere quella sbadataggine. “E tanto per farti sapere, non credere di avermi offeso.” Aggiunse più per dimostrarsi immune alle sue parole più che per onorare la verità. Perché effettivamente ci era rimasto un po’ male che lei gli avesse dato dell’imbecille. Gli dava fastidio che lei non pensasse a lui come ad uno sempre brillante. Era convinto che se Izzie lo trattava in un certo modo era anche perché lo rispettava e lo credeva uno intelligente, altrimenti probabilmente nemmeno gli avrebbe mai rivolto la parola.
“Torniamo indietro.” Disse infine in tono deciso.
 
“Allora hai deciso di ascoltarmi? Andiamo a cercare i ragazzi?” domandò la ragazza speranzosa che dopo quella figuraccia Axl avesse recuperato un po’ di ragionevolezza.
 
“No, ho voglia di andare a bere qualcosa. Poi cercheremo gli altri.”
 
A sentire quelle parole dette in quel tono saccente per poco ad Izzie non partì un embolo. “Ma non eri quello che voleva liberarsi subito a tutti i costi?” domandò quasi in lacrime. Non ce l’avrebbe fatta a camminare ancora per un’ora trascinata dal rosso trattenendosi dal litigare ad ogni passo. Era una ragazza con molta pazienza era da ammettere, ma non una santa. “Andiamo in taxi almeno.” Lo pregò, sapendo che comunque non avrebbe mai cambiato idea. Avrebbe tanto desiderato essere un uomo, per avere almeno la possibilità di confrontarsi fisicamente con lui, in quel modo forse avrebbe potuto sfogarsi prendendolo a botte o trascinandolo dove voleva. Così invece non c’era partita.
 
“Vedi per caso qualche taxi passare qui?” chiese arrogante il rosso. La strada era deserta, la città si spopolava rapidamente nei quartieri lontani dallo Strip. “E poi non ho soldi da sbattere via per pagare un tassista.” Nonostante quello che aveva detto, riconobbe a se stesso che avrebbe volentieri fatto a meno di camminare, non aveva realizzato la quantità di distanza che avevano percorso all’andata, tanto era concentrato sul suo obiettivo.
“Iniziamo a camminare, se poi troviamo un passaggio meglio.” Quelle semplici parole erano bastate per riaccendere lievemente il viso di Izzie.
 
Axl come sempre decise di camminare un paio di passi avanti a lei e così andarono avanti per una decina di minuti lungo la via deserta. Stavano camminando anche su un’arteria principale della città ma era risaputo quanto Los Angeles riuscisse a diventare una città fantasma dal giorno alla notte. Tutto quel camminare aveva fatto venire una certa fame al ragazzo, oltre che sete e non appena scorse dall’altro lato della strada un piccolo 7/11 si bloccò di colpo.
“Andiamo a prendere qualcosa?” domandò improvvisamente meno burbero indicando le vetrine illuminate.
Izzie annuì, tanto anche se non avesse voluto non aveva molta scelta. “Scusa ma non hai detto che non hai soldi? Come…” si fermò prima di concludere. Certo non avrebbe pagato come tutta la gente normale fa, voleva rubare qualcosa, come quelli come lui facevano. “Ok.” concluse semplicemente  in risposta allo sguardo interrogativo di Axl che si era fissato su di lei.
Era un negozietto piccolino, di quelli ignorati dal traffico a causa della posizione sfavorevole in cui si trovava. La merce era ammassata nel poco spazio disponibile tra gli scaffali eppure era tutto estremamente pulito e refrigerato, nonostante l’aspetto decadente che aveva da fuori. I due ragazzi entrarono stando ben attenti ad evitare di mostrare che erano ammanettati, altrimenti avrebbero immediatamente destato dei sospetti nel quieto proprietario che sedeva dietro il bancone sfogliando annoiato una rivista. Era un cinese piuttosto piccolo, non avrebbe dato loro troppo fastidio se fossero stati bravi, pensò Axl mentre procedeva tranquillo verso l’ala dei liquori. Contemplò un attimo cosa preferiva prendere, passò lo sguardo su svariati spiriti prima di fissarsi sul solito caro e vecchio Jack Daniel’s, alla fine era quello che preferiva.
Ne afferrò una bottiglia e stava per tirarla giù dalla mensola ma poi la rimise al suo posto. Non sapeva dove metterla, nella giacca non ci sarebbe stata, era troppo grossa per essere nascosta sperando che passasse inosservata.
 
“Mettila qui.” si girò verso Izzie che lo guardava con la borsa aperta. “Avanti dai che aspetti?” lo esortò la ragazza sottovoce, pensando che se fosse rimasta così ancora per qualche secondo anche un cieco avrebbe capito che stavano per rubarla.  Una volta che la bottiglia fu dentro la borsa i due ragazzi si scambiarono un’occhiata complice e sorrisero, continuando a camminare nel market alla ricerca di qualcos’altro da prendere. Finirono per rubacchiare qualche barretta di cioccolato visto che ad entrambi era venuta una gran fame e ovviamente riuscirono a bisticciare anche sul tipo di dolciume da prendere prima di arrivare alla cassa per pagare un pacchetto di  sigarette. “Marlboro rosse, grazie.” disse Axl al cinesotto dietro il registratore di cassa, aspettando che Izzie tirasse fuori i soldi per pagare. Lui davvero non aveva più di un paio di dollari in tasca che sarebbero bastati a malapena per un accendino o una bottiglia di squallido Nightrain. Una volta saldato il conto uscirono dalle porte scorrevoli con una certa non chalance, sperando così di evitare qualsiasi sospetto. In quel momento videro circa un paio di centinaia di metri più avanti un autobus che si era appena fermato. Forse sarebbero riusciti a prenderlo per andare via da quel postaccio, ma proprio mentre speravano di esserne usciti indenni, sentirono delle urla sempre più forti provenire dal negozio.
“Merda.” Fece Axl con disappunto. Nemmeno si voltarono, già avevano capito di essere stati scoperti. “Corri!” urlò immediatamente ad Izzie stringendole istintivamente la mano e strappandole la borsa fin troppo pesante per lei perché riuscisse a muoversi velocemente. Iniziarono a correre a perdifiato, l’adrenalina che prese corpo in loro li fece muovere rapidamente, scapicollandosi sul marciapiede pregando di non essere raggiunti dal proprietario e soprattutto che l’autobus non partisse proprio mentre gli si avvicinavano.
 
“Ancora poco,forza!” incitò Axl, mentre le porte aperte del bus diventavano sempre più prossime. Con un ultimo sforzo si gettarono insieme dentro il mezzo e nell’istante in cui entrarono a rotta di collo il guidatore chiuse le porte e partì lasciando fuori il negoziante ad imprecare.
Axl ancora teneva per mano Izzie e la portò in fondo all’autobus dove si lasciarono cadere su due posti  vuoti come due sacchi di patate, completamente senza fiato per la corsa ma ancora con la forza di scoppiare a ridere euforici nonostante la poca aria che riuscivano ad inspirare.
“Ce l’abbiamo fatta!” disse finalmente Izzie contenta scostandosi dal collo i lunghi capelli ramati e raccogliendoli di lato su una spalla.
 
“Già.” Rispose Axl tossendo, era da qualche tempo che non commetteva più cazzate del genere che lo costringevano a correre in quel modo.  “Non ti facevo così…” disse alla ragazza colpito. Non credeva davvero che sarebbe stata al gioco e che addirittura l’avrebbe aiutato, avrebbe scommesso che gli avrebbe creato dei problemi. Era contento che non fosse stato così, si era divertito a commettere quella piccola pazzia con lei, era stato un bel gioco di squadra.
 
Izzie si voltò sorpresa verso il ragazzo, guardandolo in viso. “Ma io ti ho già aiutato una volta, tempo fa. Ricordi?” gli chiese con uno sguardo complice che lasciò piacevolmente sorpreso il ragazzo.
“Certo che me lo ricordo …” era convinto che lo avesse dimenticato, era successo talmente tanto tempo fa che giurava che lei avesse completamente rimosso tutto, a differenza sua che se lo ricordava come se fosse stato ieri. Sapere che si era sbagliato, gli fece provare una punta di soddisfazione e di piacere.
 
“Adesso siamo ufficialmente partners in crime Mr. Rose!” disse Izzie rilassandosi sullo schienale. Ora che erano fuori pericolo e si stavano dirigendo lontano da lì non aveva più bisogno di stare all’erta.
 
“I nuovi Bonnie e Clyde?” domandò lui.
 
“Qualcosa del genere, sì…” Izzie rise, mentre Axl tirò fuori il Jack dalla borsa di cuoio della ragazza e lo stappò.
 
“Allora brindo alla nuova coppia del crimine!” bevve un profondo sorso di alcool ambrato ascoltando la risata argentina della ragazza, prima di passarle la bottiglia, accorgendosi che forse farla ridere gli piaceva  ben più che farla arrabbiare.
 
 

   
 
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