Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: ScandalousLaRabiosa    02/07/2012    4 recensioni
Erano passati vent'anni, ma Piccolo ancora non l'aveva dimenticata: quel profumo di miele, le labbra rosse, gli occhi profondi.
Dopo vent'anni aveva deciso di rivederla, sperando che tutto fosse rimasto come allora; ma, in realtà, molte cose erano cambiate.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Era stato così che si erano lasciati.

L'hanno seguente c'era stata la battaglia contro Majin Bu, ed era stata la battaglia più brutta di tutta la sua vita, sapendo che tra tutte le vittime poteva anche esserci lei.

Grazie al cielo con le Sfere del Drago avevano sistemato tutto, ma in una parte del suo io si era sentito colpevole, perchè non era stato lì per proteggerla e non aveva nemmeno tentato di portarla al Palazzo del Supremo, almeno per averla vicino e sapere che era viva.

Poi qualche anno dopo l'aveva vista: era sotto l'obelisco che lo aspettava.

Lui avrebbe tanto voluto scendere e andare da lei, riabbracciarla, poter di nuovo stare con lei e passare le giornate insieme, ma non poteva. Doveva seguire la sua scelta.

Honey l'aveva aspettato lì per due giorni, poi se ne era andata piangendo.

Era stata una scelta molto sofferta, ma era la più giusta.

Per lei aveva litigato molto con Dende, il quale gli ripeteva che doveva andare a trovarla, chiarire con lei ed essere felici insieme, perchè secondo lui Honey non era tipa da portare rancore.

Ogni tanto a Piccolo cadeva l'occhio sulla vita di lei sulla Terra, ma preferiva distogliere lo sguardo, perchè si sentiva un vigliacco che la spiava di nascosto quando non riusciva nemmeno a parlarci.

E così, tra battaglie, pace e incontri con gli amici, erano passati lentamente vent'anni.

Goku e sua moglie vivevano tra i monti Paoz con un Goten poco più che adolescente; Gohan e Videl si erano sposati e avevano avuto Pan, ora adolescente e cocca del nonno paterno; Vegeta e Bulma vivevano alle Capsule Corporation, mentre i genitori di lei erano morti da qualche anno, con un Trunks di un anno più grande di Goten e Bra, secondogenita, migliore amica di Pan e cocca del padre; Crilin e 18 vivevano alla Kame House con una Marron adolescente che si vedeva spesso con Bra e Pan... insomma: tutti erano felici.

Tutti tranne lui.

Eppure anche lui meritava la felicità, meritava l'amore e tutte quelle emozioni che a lui erano sconosciute e che solo Honey gli aveva esternato.

Però non voleva vederla soffrire, farle fare una vita di sacrifici, lui sempre in battaglia senza alcuna garanzia di ritornare...

Alla fine, però, aveva ceduto: doveva parlarci, darle una risposta esauriente e rispondere ai grandi interrogativi che probabilmente si era fatta su di lui.

Ci aveva messo vent'anni. Meglio tardi che mai, come dice il detto!

E di quella decisione Dende era stato molto contento, visto che Piccolo teneva solo a lei in quel modo.

Era perfettamente conscio che con ogni probabilità Honey si era fatta una vita, ma, per quanto male potesse fare, doveva parlarci.

Seguendo quella flebile aura, ma che emanava il calore di un piccolo Sole, trovò facilmente la sua abitazione.

Era una casa singola, con giardino e tutto.

Le case della Terra si somigliavano un po' tutte.

Chiuse gli occhi e si concentrò. Meno male: era sola in casa.

Andò alla porta e fece per bussare, ma il pugno gli si bloccò a metà.

Com'era possibile? Aveva paura? Dopo tutto ciò che aveva vissuto?

Eppure la mano bloccata lì, attraversata da un lieve fremito, diceva tutto il contrario.

Che idiota: era naturale che avesse paura!

Ma era una paura diversa da quella dei combattimenti: aveva paura della reazione di lei, di vederla soffrire nuovamente, di vedere il suo viso colmo di rancore...

Però non poteva essere di nuovo così codardo ora che era arrivato fin lì.

Con lo sforzo più grande di tutta la sua vita, bussò due volte con le nocche, mentre quel suono risuonava nelle sue orecchie, quasi a scandire i secondi che mancavano alla sua condanna.

Con il suo udito super sviluppato, udì dall'altra parte della porta dei lievi passi che si avvicinavano sempre di più.

Il cuore prese a battergli, la testa a girargli e gli montò al cervello un'insopportabile voglia di scappare, di trovarsi ovunque, fuorchè lì.

Ma che diavolo gli stava succendendo?

Seppur ben celate all'esterno, quelle sensazioni si stavano impadronendo di lui.

La maniglia si abbassò.

La porta si aprì.

I loro occhi, entrambi sorpresi, si incontrarono, raggelando il respiro di entrambi.

Era lei. Era proprio Honey.

Era invecchiata, certo, però era fin troppo chiaro che si trattasse della ragazzina di vent'anni di cui si era innamorato tempo addietro.

Il viso aveva quarant'anni, adesso, anche se portati splendidamente, i capelli ricci e viola ora erano corti, che arrivavano poco sotto la testa; i suoi occhi scuri non avevano perso la loro profondità e le labbra erano rosse come le ricordava.

Non sapeva per quanto tempo rimasero lì a fissarsi sbalorditi, ma fu lei a rompere il silenzio.

-Piccolo...

Il suo nome pronunciato dalle sue labbra lo colpì come un proiettile in pieno cuore.

-C-ciao Honey...- mormorò, sentendosi più vulnerabile che mai.

Il silenzio ricalò tra loro.

-Wow, quanto tempo...- commentò lei, tesa quanto lui.

La donna aprì di più la porta.

-Entra, prego, non stare lì sulla porta.- lo invitò lei con grande sorpresa del nammecciano.

Però sapeva che quell'invito era solo dovuto alla cortesia.

Ma ciò non gli importò ed entrò.

 

Honey stava preparando un tè e aveva messo a bollire l'acqua sui fornelli.

A Piccolo proprio non andava ne di mangiare ne di bere qualcosa in quel momento, però forse il fatto di farle preparare qualcosa avrebbe allargato i minuti che lo distanziavano dal discorso che avrebbe dovuto farle, dal loro chiarimento.

Invece di accettare il suo invito a sedersi a tavola, iniziò a camminare per il salotto e la cucina, osservando la casa in cui ora abitava e le sue particolarità.

Era abbastanza grande ed anche accogliente.

Tutti colori erano abbinati accuratamente, e lo stesso per l'arredamento e la scelta delle cornici delle foto.

Sui mobili ve ne erano di diverse.

Ne osservò alcune: ritraevano lei al college, con degli amici... e poi quelle più dolorose, ma alle quali si era già preparato: ve ne erano alcune con un uomo alto e biondo, con il quale si abbracciavano e ridevano e si guardavano in un modo molto simile a quello con cui si si erano guardati lui e lei. Erano ritratti in diversi posti e in diversi attimi.

E poi un'altra dolorosa alla quale non si era preparato affatto, perchè sapeva che per lui non sarebbe mai stato possibile e non l'aveva calcolato per un altro uomo: in alcune c'era Honey che teneva una bimba in braccio, che la coccolava, la allattava... e questa bambina veniva ritratta in diverse età e diversi attimi, da sola o con Honey e quell'uomo.

Prese la foto dove Honey era con l'uomo e con la bambina su una spiaggia e ridevano, abbracciandosi come una famiglia. Era davvero più felice senza lui tra i piedi e questra consapevolezza faceva male.

-Questa... è tua figlia?- non riuscì a evitarsi di chiederlo.

Honey uscì dalla cucina e andò verso di lui.

-Oh, Gyoko? Si, è la mia bimba.- disse abbassando gli occhi.

-E' una peste anche adesso che è grande. Di certo non ha preso da me.- continuò ironica, anche se a Piccolo non sfuggì quell'esitazione nella voce un po' sospetta.

Il nammecciano notò solo allora com'era vestita Honey: portava dei pantaloni bianchi leggeri e larghi, come quelli da yoga, e una maglia nera senza maniche a collo alto.

Le braccia il sottile materiale dei pantaloni mostravano come fosse migliorata in quegli anni, di come non avesse più segni di violenza e di come non si preoccupasse più di coprirsi.

Le uniche cose che erano rimaste del suo triste passato erano alcune piccole cicatrici presenti sulle parti scoperte, tra cui anche quella al sopracciglio che ricordava perfettamente.

La donna ritornò in cucina a finire ciò che aveva iniziato, continuando a parlare di qualcosa di poca importanza, come faceva i primi tempi in cui si erano conosciuti ed era tesa.

-Piccolo, il tè è pronto.- lo chiamò.

Il nammecciano andò in cucina, dove Honey aveva messo le tazze, i cucchiaini e lo zucchero e dove stava intingendo le bustine nelle due tazze fumanti di acqua calda.

Piccolo si sedette di fronte e iniziò a sorseggiare il tè senza alcuna attenzione al sapore, troppo concentrato su di lei.

-Allora, come mai sei tornato proprio adesso?- gli chiese lei di punto in bianco, mentre girava lo zucchero.

Nemmeno per lei era stato difficile immaginare il motivo per cui lui si era fatto vivo proprio in quel momento: voleva parlare.

-Ti dovevo parlare, Honey.

-E perchè proprio adesso? Perchè non quando sono andata sotto l'obelisco ad aspettarti anni fa?- chiese con una nota triste e scocciata nella voce.

Piccolo sospirò:-E' proprio di questo che ti volevo parlare.

-Ti ascolto.

Honey non provava rancore, glielo leggeva in quegli occhi che aveva imparato a conoscere, però era arrabbiata ed esigeva una spiegazione. E ne aveva tutte le ragioni.

Si era preparato quel discorso per tanto tempo, ora doveva solo esporlo.

Prese un bel respiro profondo ed iniziò.

-Honey, tu non meritavi la vita che avresti avuto con me. Tu meritavi qualcosa di meglio, come una vita normale. Meritavi un compagno normale, dei figli, una casa come tante... meritavi una vita dove non avresti dovuto più soffrire, dove non saresti stata più triste. Meritavi una vita che con me non avresti voluto.- si fermò, incerto su cosa dovesse aggiungere e se avesse dovuto aggiungere qualcosa.

Negli occhi della donna aveva visto un lieve sussulto, anche se non ci si era soffermato troppo.

Honey sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

-Stai dicendo di averlo fatto per me?- chiese infine.

Piccolo annuì, rigido.

La donna scosse la testa:-E' qui che sbagli Piccolo: tu l'hai fatto solo per te. Per il mio bene? Non è affatto vero, è solo una scusante. Io la mia decisione l'avevo già presa: sarei andata al college per quegli anni che sarebbero serviti, e poi sare tornata. E sai perchè?

Piccolo scosse la testa, tormentato da tutte quelle emozioni che gli passavano dentro.

Honey si alzò e si andò a sedere nella sedia vicino alla sua, a fissarlo negli occhi, come faceva in passato.

-Sarei tornata perchè volevo passare il resto della mia vita con te.

Il nammecciano rimase spiazzato:-Ma... ma ti saresti solo fatta del male...

Honey ridacchiò, una risata senza nulla di divertente.

-E secondo te me ne sarebbe importato qualcosa? Dopo tutto ciò che ho passato? Se tu mi amavi davvero, allora avresti dovuto capire che la mia felicità era ciò che contava. E la mia felicità era stare con te, Piccolo. Tu l'hai fatto solo per paura.

In bocca Piccolo sentì il sapore amaro dela verità. Come faceva quella ragazza, ora donna, ad avere sempre ragione?

E anche Dende aveva sempre ragione: gliel'aveva ripetuto per vent'anni che lo stava facendo solo per paura di passare il resto della vita con una donna. Lui non l'aveva mai ammesso, ma era così.

-Honey io...

I loro discorsi vennero interrotti dall'apertura della porta d'ingresso.

-Sono a casa!- era una voce di ragazza.

In cucina fece la sua comparsa una ragazza giovane, di all'incirca vent'anni, se non meno. Era alta e slanciata, il fisico che tutte le terrestri cercavano di ottenere ammazzandosi di diete e palestra. Aveva la pelle diafana, capelli viola come quelli di Honey, solo che i suoi erano lisci e lunghi, stretti in una coda che pendeva da un lato della testa. Naso all'insù, occhi nerissimi, più di Honey, viso ovale, labbra rosee. Portava una cannotiera bianca, con sopra una camicia a quadri rossa, jeans corti che non arrivavano neanche a metà coscia e scarpe con tacco vertiginoso. Borsetta costosissima a tracolla. Era truccata accuratamente, anche gli accessori erano scelti con cura, il che la rendeva bellissima.

Piccolo non ebbe bisogno di fare domande: quella non poteva essere altro che la figlia di Honey. 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: ScandalousLaRabiosa