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Autore: DancingHeart    03/07/2012    1 recensioni
Ciao! Mi chiamo Elisa e ho 17 anni e, come quasi tutte le ragazze della mia età, sono vittima di un amore impossibile.
Sono innamorata da sempre del mio migliore amico, Marco, il problema è che lui mi considera davvero come una sorella e probabilmente non è favorevole all'incesto.
Ci conosciamo dai tempi delle scuole medie, io timida e con pochi amici, lui spavaldo e con un appuntamento ogni fine settimana. Opposti eppure grandi amici.
Adesso frequentiamo lo stesso liceo e siamo anche compagni di banco, le cose comunque non sono cambiate. Lui continua ad uscire con varie ragazze e io non esco con un ragazzo da una vita ormai.
Fortunatamente le sue storie non durano molto ma . . .
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pomeriggio

Verso metà mattinata Marco è andato via perchè doveva andare a fare colazione fuori con la biondona.
Non so dire se la sua visita mattutina mi abbia fatto piacere o meno, so solo che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Quando è premuroso con me, dolce, scherzoso, tenero, quando mi stringe forte, mi sorride, mi guarda negli occhi bè... non riesco a resistere. E' capace di farmi sciogliere con poco, qualunque cosa lui faccia, qualunque cosa lui dica per me è splendida. La sua bellezza mi rende impotente, i suoi modi di fare mi incantano e quando mi parla pendo dalle sue labbra. Che angoscia. Il ragazzo più perfetto del mondo è fidanzato con una straniera spuntata dal nulla invece che con la sua migliore amica di tutta una vita.
Darla c'era quando la mattina a scuola non aveva studiato e temeva di beccare un 2? C'era quando ha litigato con i genitori ed ha tentato di scappare di casa? C'era quando aveva bisogno di sfogarsi? Quando ha avuto le sue prime cotte? Quando ha vinto i concorsi di karate? Quando ha pianto per la nonna deceduta? No, lei non ha condiviso momenti così importanti con Marco, non l'ha consolato, consigliato, abbracciato, difeso come ho fatto io. E' questo che mi da rabbia, lei non lo conosce nemmeno, non si è fatta il sedere per stargli sempre più vicino, a lei è bastato semplicemente passeggiare sulla spiaggia per ottenere la sua attenzione, il suo interesse, il suo cuore. La vita è ingiusta, le cose non vanno mai come vorremmo, la fortuna esiste solo per quelli che sono già fortunati, per la gente perfetta ed io non rientro in questo gruppo.
Quando penso a questi discorsi mi si stringe il petto, che dolore insopportabile. Piangere ormai non basta per sfogarsi, vorrei urlare, spaccare tutto, prendere a schiaffi quella tedesca e andare lontano, possibilmente in un luogo esotico.
Sembro una depressa e me ne vergogno, quando passerà tutto questo? I momenti brutti sembrano non avere mai fine, che strazio.
Termino la giornata nella mia cameretta, tra noie e lamenti, una botta di vita insomma.

- 11 Luglio 2012

<< Tonight, we are young.....>> Telefono maledetto, possibile che in questi giorni sia impossibile dormire fino a tardi? C'è sempre qualcuno che deve rompere le scatole.
'' Pronto? '' domando sbadigliando
'' Ciao Elisa, disturbo? '' Direi di si
'' Chi sei? '' sono così intontita e assonnata che non sono riuscita a riconoscere la voce
'' Sono Davide '' mi sento come se si fosse bloccato il mio cuore, come mai mi avrà chiamata?
'' Ehi dimmi ''
'' Spero di non disturbarti ma avevo voglia di sentirti.. '' tu avevi voglia di cosa?
'' Tranquillo, non disturbi dimmi pure '' in realtà stavo dormendo ma pazienza, sembra che sia diventato un hobby svegliarmi bruscamente al mattino.
'' Nulla di importante, volevo solo parlare un po' '' potevamo parlare più tardi
'' Capito '' trova tu un argomento perchè io essendomi appena svegliata sono a corto di idee.
Chiacchieriamo tranquillamente per una decina di minuti, dopo di che mi saluta e mi ringrazia per aver parlato con lui. Giuro che non lo capisco.
Appena tento di riaddormentarmi ecco che vibra il cellulare, è arrivato dunque un sms. Destinatario: Marco. Dalle stelle alle stalle.
<< Buongiorno tesoro, devo chiederti un consiglio riguardo Darla. Se non hai impegni più tardi passo da te >>
Vorrei tanto rispondere con un << fottiti >> ma non ne ho il coraggio. L'ho sempre aiutato con le ragazze ma si trattava spesso di semplici cottarelle che duravano un mesetto e poi svanivano nel nulla, questa volta mi sembra qualcosa destinato a durare e sono seriamente spaventata. Si può aver paura di perdere qualcosa che non ci appartiene? Non so rispondere a questo quesito ma una cosa è certa, sento di averlo perso, ora più che mai. Mi sento male quando penso che lei può baciarlo, può tenergli la mano, può chiamarlo ''amore'' e un giorno potrà fare sesso con lui. Erano tutte cose che ho sempre desiderato io di fare con Marco ma non ne ho mai avuto la possibilità perchè io sono la cara sorella spara consigli che non può essere considerata come un'ipotetica fidanzata.
Devo rispondere, siamo migliori amici ed è mio dovere aiutarlo. Non so cosa scrivere, qualunque risposta mi venga in mente mi sembra sbagliata. Mi infondo coraggio e scrivo di getto la prima cosa che mi passa per la testa << vieni quando vuoi >> Inviato.

Ore 11.00

Gioco nervosamente con le perline del mio bracciale, Marco sarà qui a momenti.
DIIIN DOOON
I miei sono usciti da un pezzo quindi vado io ad aprirgli la porta.
'' For you '' Marco mi pone una rosa bianca.
Avevo il timore che si trattasse di uno scherzo, che quella rosa in realtà fosse destinata a Darla così lo accolgo dicendo '' vieni dentro ''
Il suo volto ha un'espressione confusa '' Come sei fredda. Io ti regalo una rosa e tu neanche la prendi ''
E' davvero per me, non posso crederci, sento gli occhi bagnarsi, non devo piangere, non davanti a lui.
'' Credevo stessi scherzando scusami, è bellissima. Come mai questo splendido regalo? '' E' il dono più bello che mi abbia mai fatto.
'' Perchè te lo meriti, sei la persona a cui tengo di più, l'amica che mi è stata più vicina di tutti in ogni momento. Ti voglio bene tesoro '' E' dolcissimo cavolo, qualcuno mi raccolga con il cucchiaino.
'' Non dovevi, grazie mille Marco. Ti voglio bene anch'io, non immagini quanto '' Ecco, appunto. Non immagini quanto.
Mi abbraccia sorridendo, successivamente si siede sul divano nel salotto.
'' Comunque devi darmi un consiglio '' è finita la magia.

'' Certo, dimmi tutto... ti ascolto! '' Vorrei tanto poter tapparmi le orecchie.
'' So che io Darla stiamo un po' correndo, oggi volevo portarla a guardare le stelle sulla spiaggia per poi chiederle di diventare ufficialmente la mia fidanzata '' Crack, cosa è questo terribile rumore? Ah, è soltanto il mio inutile cuore.
'' Secondo te faccio bene? Dovrei regalarle qualcosa tipo dei fiori, una collana? '' Regalale un ceffone.
'' Se senti di voler fare questo passo fallo pure, regalale una rosa come hai fatto con me '' Peccato che il regalo sia lo stesso ma con un fine diverso
'' D'accordo sister, farò come dici '' Bravo, rendi pure felice una ragazza che non sono io.
Abbasso lo sguardo e comincio a guardarmi le ginocchia, gli occhi si stanno bagnando sempre di più.
Marco afferra il mio mento con delicatezza e volta il mio viso verso di sé guardandomi negli occhi con aria preoccupata '' stai piangendo '' dice con tono triste
'' Ma no... '' dico cercando di trattenere le lacrime. Sono diventata una piagnona ormai.
'' Invece sì, stai piangendo e devi dirmi il perchè '' Sembra davvero preoccupato, mi dispiace.
'' Lasciami stare, non è successo nulla '' sei tu il problema, sono innamorata di te cretino!
'' Per favore tesoro, dimmi la verità '' i suoi occhi stanno diventando lucidi '' ecco, brava. Adesso fai piangere anche me '' Non aveva mai pianto per me, era la prima volta che lo vedevo in una situazione del genere e non era affatto d'aiuto, vederlo piangere faceva aumentare le mie lacrime.
'' Scemo, perchè piangi anche tu? '' Sorrido tra le lacrime.
'' Perchè voglio capire cosa ti sta succedendo, sei strana. Anche l'altra volta hai pianto e ho finto di credere alla tua balla, adesso ti sei messa a versare lacrime improvvisamente e non mi dici neanche il motivo di tutto ciò ''
Non deve piangere, non a causa mia, mi sento una nullità.
Gli asciugo le lacrime con le dita e lo bacio sulla fronte, vorrei tanto baciare le sue labbra che ormai sono diventate umide e salate a causa del suo pianto. Vorrei rassicurarlo cullandolo tra le mie braccia e baciandogli quei capelli morbidi e profumati ma non posso, lui non mi appartiene.
'' Sei contenta di vedermi piangere? '' E tu sei contento di essere la causa dei miei pianti?
'' Certo che no ''
'' Allora spiegami cosa sta succedendo ''
Questa è l'occasione giusta per dirgli finalmente la verità, togliermi questo maledetto peso che ho dentro da anni ormai. Forse mi prenderà per pazza, mi riderà in faccia oppure se ne andrà via spaventato ma almeno gli avrò detto la verità. Se non ci fosse lei di mezzo sarebbe tutto più semplice, se lei non fosse spuntata dal nulla a quest'ora sarei serena e tranquilla.
'' Io ti amo '' tremo, tremo, tremo, tremo, tremo. Non posso crederci, gliel'ho detto.
'' Cosa? '' Improvvisamente smette di piangere e comincia a fissarmi in modo strano, vorrei poter rimangiarmi tutto.
'' Ho detto che.... niente... '' Sono una codarda, lo ammetto.
'' Ripetilo per favore, sii sincera con me '' Hai ragione, meriti di conoscere la verità.
'' Ok '' prendo un respiro, un respiro profondo, chiudo gli occhi per un attimo e poi tiro fuori tutto il coraggio che circola nel mio corpo '' Io ti amo ''
'' Tu cosa? '' Ma sei scemo o cosa? Non lo ripeterò un'altra volta.
'' Hai capito, non farmelo ripetere per favore. E' già abbastanza imbarazzante ''
'' Perchè non me lo hai detto prima? Da quanto tempo sei innamorata di me?'' Cos'è? Un interrogatorio?
'' Perchè non ne avevo il coraggio, comunque dalla seconda media ''
'' Azz... '' è questo tutto quello che sai dire?
Rimaniamo per un minuto in silenzio guardando in basso, il minuto più lungo della mia vita. Sento le lancette dell'orologio scandire i secondi, il battito del mio cuore sembra seguire il suo ritmo facendo però un rumore assordante. La mente si è azzerata, sento che mi manca l'aria, potrei svenire da un momento all'altro.
Tossisce e mi guarda negli occhi, per favore voltati o il mio cuore schizzerà fuori dal mio petto.
'' E' per questo che piangevi? '' Ottima osservazione cervellone.
'' Sì... ''

'' Ah... '' non ti sforzare sai
Mi rannicchio sul divano e poggio la mia testa sulle ginocchia, il mio corpo è il mio unico sostegno in questo momento.
Marco si guarda intorno imbarazzato, sta pensando a qualcosa, chissà cosa. Vorrei tanto dire che si è trattato di uno scherzo ma ormai non mi crederebbe, quel che è fatto è fatto e non si può tornare indietro.
'' Non so cosa dirti, davvero. Mi dispiace di essere la causa dei tuoi pianti, spero non piangerai più per me '' Penso che dopo questo nostro dialogo comincerò a piangere il doppio se non il triplo.
'' Tranquillo... '' Tanto non sei tu quello che sta soffrendo.
Mi gira la testa, perchè non parla più? Mi sento morire, quando passerà questa giornata? Voglio nascondermi sotto le coperte e dormire con tutti i miei peluche.
'' Devo andare adesso, ciao Elisa e non piangere mi raccomando '' Mi ha chiamata Elisa, non l'ha presa molto bene.
'' D'accordo, ciao '' un iceberg.
Non mi alzo nemmeno per accompagnarlo alla porta, si allontana lentamente ed esce fuori senza neanche voltarsi. E adesso? Cosa succederà? Sento un vuoto che brucia dentro di me, sono stanca di soffrire, di mangiarmi la testa e di farmi mangiare il cuore.
Un po' di latte freddo e poi a letto.

Sera

E' tutto il giorno che dormo, non mi sento più le gambe. Controllo il cellulare: 2 messaggi. Prego tutti gli angeli del cielo che non siano sms di Marco. Destinatari: Davide e Laura (mia cugina).
Leggo prima il messaggio di Laura, voleva solo salutarmi, le risponderò più tardi.
Visualizzo adesso il messaggio di Davide << buonasera :-) cosa stai facendo di bello? >>
Di bello? Nulla. Rispondo << buonasera :-) guardo un po' di tv, tu? >> non potevo di certo dirgli che sto facendo la depressa nel letto.
Risposta: << idem :-) come va con Marco invece? >> Ti odio. Non dovevi tirar fuori questo argomento, non adesso.
<< male anzi malissimo...>> meglio dirgli la verità, almeno con lui riesco a sfogarmi.
<< Oddio cosa è successo? >> Difficile da scrivere in un semplice messaggio dal telefonino.
<< Poi ti racconto... >>
<< Ce la fai a prepararti in una quarantina di minuti? Passo a prenderti e ne parliamo se ti va >> Cavolo se mi va, ho un aspetto orribile ma accetto comunque, cercherò di rendermi presentabile.
<< D'accordo, grazie mille >>
<< Non devi ringraziarmi, tra un po' arrivo >> Sei il mio angelo custode
Cerco di sistemarmi nel migliore dei modi, spero solo di non spaventarlo con questa faccia.
<< Sono giù , ti ho portato qualcosa >>
Raggiungo il citofono ed urlo '' sali '' I miei sono a cena dai parenti quindi in casa non c'è nessuno, so che è un perfetto sconosciuto ma non ho affatto voglia di camminare per strada.
Apro la porta e lo attendo seduta sul divano '' è permesso? '' Eccolo, è arrivato.
'' Entra pure, non c'è nessuno... tranquillo ''
Chiude la porta con delicatezza, si guarda intorno spaesato dopo di che mi raggiunge con una busta in mano.
'' Alcool e schifezze varie '' dice mettendo in mostra la busta. '' Spero di riuscire a tirarti su di morale, se sei astemia o semplicemente non hai voglia di bere le butto via '' Hai avuto un'idea fantastica, altro che.
'' No no anzi, bere mi tirerà un po' su ''
'' Raccontami tutto dall'inizio, intanto apro qualche bottiglia''
Tra un sorso e l'altro gli racconto nei minimi dettagli ciò che era successo questa mattina con Marco, lui ascolta con interesse sorseggiando anche lui alcune bottiglie.
Parlando parlando facciamo fuori tutte le bottiglie e cominciamo a ridere come stupidi.
'' Forse abbiamo esagerato ahahahah '' non sono affatto lucida
'' Siamo un po' brilli ahahahah '' altro che brilli, siamo proprio ubriachi.
Cominciamo a ridere e a dire frasi senza senso. All'improvviso prendo i cuscini e li lancio per li salotto urlando insulti dedicati a Marco, Davide fa lo stesso divertito. Dopo aver lanciato tutti i cuscini ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere nuovamente, siamo proprio andati.
Ridiamo senza sosta, sempre più forte, che bello ridere, adesso mi sento meglio.
Mentre ride si avvicina sempre di più a me ed io, ubriaca fradicia, faccio lo stesso. Il suo volto è sempre più vicino al mio, entrambi puzziamo di alcool e sembriamo fuori di testa. Le sue labbra incontrano le mie e cominciamo a baciarci, ci baciamo con passione senza renderci conto di quello che stava succedendo. Dopo il buio.
Mi risveglio frastornata e mi guardo intorno, la testa è diventata pesante e non riesco ad aprire bene gli occhi. Davide è sdraiato sul divano e dorme profondamente, meglio non svegliarlo.
Controllo l'orario, cavolo sono le 23.30, i miei genitori rientreranno a breve.
Cerco di svegliare Davide ma non ho le forze necessarie, lo chiamo ripetutamente e lo prendo a cuscinate.
Niente da fare, non si sveglia. L'ansia comincia a farsi sentire, i miei potrebbero tornare da un momento all'altro e , vedendo un perfetto sconosciuto che puzza di alcool e dorme sul divano di casa nostra, sicuramente mi ammazzeranno.
Mi affretto a buttare tutte le bottiglie, sistemo i cuscini sul divano e mi lavo i denti e la faccia. Dopo aver bevuto un po' di acqua fresca ed essermi parzialmente ripresa, torno a svegliare Davide.
Gli lancio un bicchiere di acqua gelata in pieno volto, lui sobbalza e si sveglia terrorizzato, mi dispiace aver utilizzato un modo così barbaro ma mi sembrava l'unica soluzione.
'' Oh cavolo, abbiamo esagerato con l'alcool. Scusa, non volevo ''
'' Tranquillo, grazie a te mi sento e meglio e mi sono divertita un po'. Sei stato molto gentile a venire qui e portarmi queste cose comunque adesso devo chiederti di andar via ''
'' Ho fatto qualcosa di sbagliato? ''
'' Ma no, tranquillo... è che i miei torneranno a momenti e se ci trovano in casa da soli ci sgozzano entrambi ''
'' Ricevuto, allora ti saluto ''
'' Ok ma prima prendi la busta con le bottiglie e buttala nella spazzatura sotto casa ''
'' Se hai bisogno chiamami '' mi stampa un bacio sulla guancia e va via con la busta da buttare. Che giornata assurda.
Mi siedo un attimo sul divano con la testa fra le mani e mi torna una scena in mente: il bacio. Io e Davide ci siamo baciati da ubriachi, che vergogna.

  
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