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Autore: DeaEris    04/07/2012    4 recensioni
Il mio punto di vista sulle coppie più belle di tutte...piccoli stralci di vita quotidiana degli Zweilt..come si preparano, come si vestono, come si amano!
E' una storia a vari capitoli, ogni capitolo affronterà una coppia. Ci sono anche le coppie etero.
Primo Capitolo: Tsukumo/Tohko
Secondo Capitolo: Hotsuma/Shusei
Terzo Capitolo: Senshiro/Kuroto
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dai il primo capitolo non è andato così male, un po’ di persone lo hanno letto. XD! Non quante mi aspettavo. Probabilmente vi starete chiedendo perché ho inserito shonen ai…beh è semplice, perché alcune coppie lo saranno e visto che non avevo voglia di mettere le avvertenze ho semplificato il mio lavoro….viva la pigrizia! Fa caldo per pensare ad ogni singolo raiting XD! Ok..ho finito di sparare le solite fesserie di ogni volta ed ecco qua il prossimo capitolo. Ho pensato a Shusei ed Hotsuma..e sì sto andando in ordine di apparizione Zweilt, prima o poi..mi piacerebbe scrivere qualcosa su Yuki e Luka, ma più avanti XD! Ora passiamo alla prossima coppia e noi ci salutiamo in fondo ^^!

 

Era il tramonto. Il cielo si era tinto dei tenui colori del rosa e il sole era di un bel rosso vivo. Era uno spettacolo naturale, che ricordava le fiamme. Era uno spettacolo magnifico per tutti, ma c’era qualcuno che pensieroso guardava fuori da una finestra di un imponente castello. Quel cielo, quei colori spettacolari ricordavano a quella persona un momento della sua vita, che era impresso nella sua memoria. Gli occhi d’oro di uno splendido ragazzo dai tratti aristocratici e sottili guardavano quel meraviglioso cielo, sentendosi per la prima volta non indifeso davanti a quel cielo. Il colore delle fiamme lo faceva da sempre sentire a disagio, a causa delle ustioni sul petto. Non era semplice convivere con una ferita che sfigurava, ma lui ci riusciva e faceva in modo di non farlo pesare a colui che gliele aveva procurate. Sapeva che quelle ferite lo ferivano come nient’altro. Sapeva tutto quello che c’era da sapere su Hotsuma e non era neanche difficile. Hotsuma era un individuo semplice. Lui, Shusei Usui, era complesso..tremendamente complesso. Il suo viso dai tratti nobili era impercrustabile a chiunque. Non aveva semplicemente espressione. Certo. Spesso sorrideva in maniera gentile, ma i suoi occhi non ridevano mai. Aveva ragione quella sua Kohai, il cui nome non riusciva a ricordare, in quanto era inutile. Non era Hotsuma, anche se c’era in classe assieme, quindi non serviva ricordarlo. Shusei si ricordava il nome di ben poche persone: gli Zweilt, il suo amato compagno, Yuki e Luka. Gli altri nomi erano di gente di cui non gli importava niente, quindi non aveva senso sforzarsi di ricordarli. Erano volti senza luce. Erano volti inutili. Erano volti che non riusciva ad imprimersi nella memoria neppure a cercarli nella sua sfera di cristallo. Lui aveva una netta differenza nella mente tra le persone di cui gli importava e le persone poco importanti, quindi agiva di conseguenza, proteggendo quelle persone a cui era legato e guardando le altre con sufficienza e trattandole con fredda indifferenza, mascherando il tutto da una sottile patina di gentilezza. Era ghiaccio. Era freddo come ghiaccio. Spesso si sentiva morto dentro, come se non possedesse luce. Anche in quei momenti, di pace interiore ed esteriore, sentiva quando era solo di non avere nessun motivo per cui combattere, che non fosse Hotsuma. Non era neanche Yuki il motivo che lo spingeva a brandire le sue spade ed a mettere al servizio del mondo la sua Vista del Dio. Era Hotsuma. Il suo Hotsuma, così amante della gente. Il ragazzo sospirò un secondo. Aveva sentito un rumore alle sue spalle. Si girò giusto in tempo per vedere il protagonista dei suoi pensieri, almeno quando pensava agli esseri umani, cosa che faceva di rado. Il ragazzo biondo era appoggiato al muro. Le braccia muscolose erano incrociate. L’espressione puramente imbronciata, come sempre. Shusei si perse ad osservare il viso così ben conosciuto. L’espressione, le spalle, ogni singolo dettaglio e sorrise. Sorrise perché Hotsuma gli piaceva sempre e gli piaceva vederlo anche con un’espressione sempre arrabbiata su di un viso che in realtà era dolce e stupido. Hotsuma era proprio un cretino, ma gli piaceva per quello.

“Cosa fai qui, Hotsuma?” Domandò Shusei con una voce morbida, dolce e melodiosa. Hotsuma aprì gli occhi, che fino a quel momento aveva tenuto chiusi. Permise così a Shusei di tuffarsi in quel mare di smeraldo. Un sorriso si delineò sulle labbra sottili del biondo, mentre fissava il castano negli occhi. Shusei era perfetto. Non c’erano modi per definirlo se non perfetto ed Hotsuma non si chiedeva neppure come fosse possibile che Shusei avesse avuto così tante donne, dato che era stupendo ed intelligente. Era orgoglioso di essere il suo compagno, perché Shusei era intelligente, era forte, era bello ed era un punto di riferimento per chiunque. Persino i più grandi o gli adulti alla Dimora trattavano Shusei in un modo diverso da come trattavano lui e gli altri ragazzi. Shusei era qualcuno con cui parlare liberamente, che avrebbe sempre compreso ogni parola anche quelle più complicate.

“Ero in camera tua, ma tu non arrivavi mai. Così son uscito per cercarti. Che ci fai qua?” Domandò con il tono di voce vibrante che solo Hotsuma possedeva. Shusei lo guardò un momento. Non contestò neanche più il fatto che ancora una volta il suo compagno avesse trattato la sua camera e molto probabilmente il suo letto, come se fosse di sua proprietà. Ormai ci era abituato. Cosa faceva lì? Era una domanda ben difficile in effetti. Lui si era rintanato lì per pensare e credeva di essere solo, ma come sempre l’unione Zweilt l’aveva fatto trovare dal suo compagno, dal suo amato. Il sentimento di Shusei per Hotsuma a dire il vero non era così lampante, come poteva apparire. Era vero che Shusei pensava soprattutto ad Hotsuma e pensava al bisogno che sentiva di essere fondamentale a Hotsuma, ma pensava anche ad altre cose. Non aveva mai pensato che la lotta fosse difficile, ma cosa avrebbe fatto se Hotsuma avesse perso la vita nella battaglia? Cosa avrebbe potuto fare lui da solo senza la sua ragione di vita? C’erano diversi Zweilt che vivevano, nonostante la morte del loro compagno, ma lui sapeva che non sarebbe potuto sopravvivere al dolore. Hotsuma era la vita stessa, era fuoco impetuoso, era calore immenso. Lo teneva in vita e lo riscaldava della fiamma dell’amore, ma non era solo quello. Era la metà della sua mela o almeno in un lontano passato lo era stato e quello gli mancava. In quel periodo era lui, ma allo stesso tempo non era lui. Però, più volte si era trovato a rimpiangere il non poter aver figli con Hotsuma ed il non potersi legare a lui in alcun matrimonio. Sorrise, però, facendo finta di niente. Non poteva dire quelle cose ad Hotsuma o si sarebbe di nuovo arrabbiato come un bambino.

“Pensavo..a molte cose.” Rispose solamente, esaustivo. Hotsuma lesse quelle parole, ma sapeva che il cervello di Shusei era sempre in movimento e faceva sempre pensieri che normalmente un essere umano non compiva. Decise di avvicinarsi ulteriormente, sapendo che la sua vicinanza sarebbe piaciuta anche al ragazzo castano. Lo affiancò e gli mise una mano tra i capelli. Amava tutto di Shusei. I morbidi capelli castani, tenuti impeccabilmente in ordine, il viso dai tratti leggermente affilati, ma piacevoli, gli occhi seri e con a volte una luce triste nello sguardo. Hotsuma si accorgeva di molte cose, cose che neppure Shusei sapeva, ma per rispetto verso Shusei se le teneva a volte per sé. Aspettava che fosse Shusei a volersi confidare. Non lo obbligava quasi mai a dirgli cosa gli passava per la testa, non fino a quando almeno mangiava con tutti e da quando lui aveva imparato ad amare Yuki ciò succedeva. Hotsuma sapeva che quello era un modo di Shusei per evitare di non far preoccupare Tsukumo. Tsukumo era qualcuno di cui Hotsuma, da sempre gelosissimo, non provava gelosia e neanche invidia per la vicinanza con Shusei. Non sopportava quando era Tohko a portare dalla sua parte il suo Shusei, ma non gli spiaceva quando vedeva Shusei rilassato a parlare con Tsukumo. Sapeva perfettamente che non era facile ottenere il rispetto e la stima di Shusei ed era contento che qualcuno, a parte lui stesso, avesse la possibilità di parlare con Shusei. Hotsuma aveva anche notato che neppure Yuki era vicino alla scorza di fredda cortesia che Shusei stesso aveva imposto al suo io. Nessuno si avvicinava mai a lui, a parte Hotsuma stesso. Rimase a fissare i colori del tramonto, chiedendosi cosa passasse per la mente di Shusei ed avendo pensato che fosse passato un tempo sufficientemente ragionevole, decise di chiedergli il motivo di quella preoccupazione.

“A cosa? Cosa pensi di così complicato da disturbarti?” Domandò, cercando di capire. Qualunque cosa fosse Hotsuma, Shusei lo sapeva, avrebbe fatto l’impossibile per farla sparire dal mondo e proteggerlo così. Shusei sorrise, ripensando a quel giorno a scuola, quando gli aveva confidato una realtà e lui si era tanto arrabbiato. All’istante decise di dirgli la verità. Si sarebbe arrabbiato sicuramente, ma non poteva in alcun modo mentirgli. Non erano così che funzionavano i rapporti tra Zweilt. Non si poteva mentire al proprio compagno. Era come mentire a sé stessi, inoltre in quelle parole, Shusei avvertì una preoccupazione e non voleva dar più pensiero ad Hotsuma, dopo quello che era successo tra loro. Decise perciò di essere sincero. Poteva dimostrare la sua debolezza ogni tanto, giusto? Non doveva sempre portare chissà quali pesi sulle sue spalle, perché Hotsuma era un pochino sciocco e non aveva la sua freddezza nel porsi i quesiti. Poteva dividere il suo peso e farlo portare almeno un pochino ad Hotsuma.

“Pensavo alla fine. Pensavo a cosa farei se tu non ci fossi, ma poi ho capito che ovunque uno di noi vada, l’altro lo seguirà fino a trovarsi.” Disse in risposta. Lo pensava davvero Shusei. Hotsuma lo guardò un momento. Capiva la tristezza di quel discorso. Aveva pensato che l’altro lo stesse trattando come tutte quelle donne che aveva avuto, ma qualcosa negli occhi di Shusei lo convinse che non era così. Si appoggiò con delicatezza alla spalla del ragazzo, circondandolo con le braccia. Adorava sentire l’eccessiva magrezza di Shusei. Poi, la sua voce uscì, come sempre senza alcuna esitazione. Era normale per lui pensare quelle cose. Era perfettamente ovvio.

“Certo! Sei il mio compagno. L’unico al quale affiderei la mia vita. Non permetterò mai che ci separino.” Disse con convinzione. Hotsuma non conosceva il futuro. Non lo poteva conoscere, ma sapeva che mai nella vita qualcuno avrebbe potuto privarlo di Shusei. Shusei era suo. Shusei in tutta risposta sorrise ed annuì. Chiuse un momento gli occhi e sentì la mano di Hotsuma scendere sulla sua cicatrice. Accarezzare piano quella parte ferita di pelle. Era quella la loro promessa. Avevano promesso di morire assieme ed era ciò che nel caso sarebbe avvenuto. Uniti per sempre. Non avrebbe mai permesso o meglio non avrebbe mai più permesso che Shusei morisse solo. Loro dovevano vivere assieme o morire assieme. Era scritto nel loro destino.

“Quando mi hai portato via dalle mie fiamme hai detto che non volevi vivere in un mondo senza di me ed io ho detto a quella disgustosa Duras che non potevi morire solo. Noi siamo destinati o vivremo assieme o moriremo assieme.” Rispose, per poi chinarsi un momento e baciare da sopra il tessuto della camicia quelle ferite. Shusei perse un battito per quelle parole e per quel gesto. Non se lo aspettava e per la prima volta in vita sua le gote divennero rosse per l’emozione e l’imbarazzo, forse più per la seconda che per la prima. Sorrise ed annuì. Quando Hotsuma tornò alla sua altezza, Shusei rispose a quel movimento, baciando sulle labbra Hotsuma, unendole per la prima volta in quella vita. Aveva ragione, anche se forse quella era la prima volta. Non era la prima volta che Hotsuma rassicurava il suo animo con le sue parole, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ma era la prima volta in quella vita che Hotsuma aveva ragione. Loro erano uniti. Sarebbero morti assieme o vissuti assieme, senza mai abbandonarsi. Lui avrebbe cercato ovunque con la Vista la sua Voce.

 

Note dell’Autrice:

Spero che questo capitolo vi piaccia, lo ammetto..il primo non mi è sembrato cogliesse chissà quali simpatie, ma spero che il secondo possa piacere di più. Personalmente a me Hotsuma e Shusei piacciono parecchio, anche perché Shusei è uno dei miei personaggi preferiti. Ho un debole per i personaggi freddi, astuti ed intelligenti..poi mi aggrada abbastanza anche fisicamente. So che potrebbe apparire un poco pessimista, ma alla fine è come lo vedo io. Chiedo scusa alle fan di Hotsuma per avergli dato più volte del cretino, ma alla fine un po’ scemo lo è. XD! Spero che vi sia piaciuto. Grazie per la lettura e grazie particolare a Rebychan ^^!

Bacio!

  
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