Dai
il
primo capitolo non è andato così male, un
po’ di persone lo hanno letto. XD! Non
quante mi aspettavo. Probabilmente vi starete chiedendo
perché ho inserito
shonen ai…beh è semplice, perché
alcune coppie lo saranno e visto che non avevo
voglia di mettere le avvertenze ho semplificato il mio
lavoro….viva la
pigrizia! Fa caldo per pensare ad ogni singolo raiting XD! Ok..ho
finito di
sparare le solite fesserie di ogni volta ed ecco qua il prossimo
capitolo. Ho pensato
a Shusei ed Hotsuma..e sì sto andando in ordine di
apparizione Zweilt, prima o
poi..mi piacerebbe scrivere qualcosa su Yuki e Luka, ma più
avanti XD! Ora passiamo
alla prossima coppia e noi ci salutiamo in fondo ^^!
Era
il tramonto. Il cielo si era tinto dei tenui
colori del rosa e il sole era di un bel rosso vivo. Era uno spettacolo
naturale, che ricordava le fiamme. Era uno spettacolo magnifico per
tutti, ma c’era
qualcuno che pensieroso guardava fuori da una finestra di un imponente
castello. Quel cielo, quei colori spettacolari ricordavano a quella
persona un
momento della sua vita, che era impresso nella sua memoria. Gli occhi
d’oro di
uno splendido ragazzo dai tratti aristocratici e sottili guardavano
quel meraviglioso
cielo, sentendosi per la prima volta non indifeso davanti a quel cielo.
Il colore
delle fiamme lo faceva da sempre sentire a disagio, a causa delle
ustioni sul
petto. Non era semplice convivere con una ferita che sfigurava, ma lui
ci
riusciva e faceva in modo di non farlo pesare a colui che gliele aveva
procurate. Sapeva che quelle ferite lo ferivano come
nient’altro. Sapeva tutto
quello che c’era da sapere su Hotsuma e non era neanche
difficile. Hotsuma era
un individuo semplice. Lui, Shusei Usui, era complesso..tremendamente
complesso. Il suo viso dai tratti nobili era impercrustabile a
chiunque. Non aveva
semplicemente espressione. Certo. Spesso sorrideva in maniera gentile,
ma i
suoi occhi non ridevano mai. Aveva ragione quella sua Kohai, il cui
nome non
riusciva a ricordare, in quanto era inutile. Non era Hotsuma, anche se
c’era in
classe assieme, quindi non serviva ricordarlo. Shusei si ricordava il
nome di
ben poche persone: gli Zweilt, il suo amato compagno, Yuki e Luka. Gli
altri
nomi erano di gente di cui non gli importava niente, quindi non aveva
senso
sforzarsi di ricordarli. Erano volti senza luce. Erano volti inutili.
Erano volti
che non riusciva ad imprimersi nella memoria neppure a cercarli nella
sua sfera
di cristallo. Lui aveva una netta differenza nella mente tra le persone
di cui
gli importava e le persone poco importanti, quindi agiva di
conseguenza,
proteggendo quelle persone a cui era legato e guardando le altre con
sufficienza
e trattandole con fredda indifferenza, mascherando il tutto da una
sottile
patina di gentilezza. Era ghiaccio. Era freddo come ghiaccio. Spesso si
sentiva
morto dentro, come se non possedesse luce. Anche in quei momenti, di
pace
interiore ed esteriore, sentiva quando era solo di non avere nessun
motivo per
cui combattere, che non fosse Hotsuma. Non era neanche Yuki il motivo
che lo
spingeva a brandire le sue spade ed a mettere al servizio del mondo la
sua
Vista del Dio. Era Hotsuma. Il suo Hotsuma, così amante
della gente. Il ragazzo
sospirò un secondo. Aveva sentito un rumore alle sue spalle.
Si girò giusto in
tempo per vedere il protagonista dei suoi pensieri, almeno quando
pensava agli
esseri umani, cosa che faceva di rado. Il ragazzo biondo era appoggiato
al
muro. Le braccia muscolose erano incrociate. L’espressione
puramente
imbronciata, come sempre. Shusei si perse ad osservare il viso
così ben
conosciuto. L’espressione, le spalle, ogni singolo dettaglio
e sorrise. Sorrise
perché Hotsuma gli piaceva sempre e gli piaceva vederlo
anche con un’espressione
sempre arrabbiata su di un viso che in realtà era dolce e
stupido. Hotsuma era
proprio un cretino, ma gli piaceva per quello.
“Cosa
fai qui, Hotsuma?” Domandò Shusei con una voce
morbida, dolce e melodiosa. Hotsuma aprì gli occhi, che fino
a quel momento
aveva tenuto chiusi. Permise così a Shusei di tuffarsi in
quel mare di
smeraldo. Un sorriso si delineò sulle labbra sottili del
biondo, mentre fissava
il castano negli occhi. Shusei era perfetto. Non c’erano modi
per definirlo se
non perfetto ed Hotsuma non si chiedeva neppure come fosse possibile
che Shusei
avesse avuto così tante donne, dato che era stupendo ed
intelligente. Era orgoglioso
di essere il suo compagno, perché Shusei era intelligente,
era forte, era bello
ed era un punto di riferimento per chiunque. Persino i più
grandi o gli adulti
alla Dimora trattavano Shusei in un modo diverso da come trattavano lui
e gli
altri ragazzi. Shusei era qualcuno con cui parlare liberamente, che
avrebbe
sempre compreso ogni parola anche quelle più complicate.
“Ero
in camera tua, ma tu non arrivavi mai. Così son
uscito per cercarti. Che ci fai qua?” Domandò con
il tono di voce vibrante che
solo Hotsuma possedeva. Shusei lo guardò un momento. Non
contestò neanche più
il fatto che ancora una volta il suo compagno avesse trattato la sua
camera e
molto probabilmente il suo letto, come se fosse di sua
proprietà. Ormai ci era
abituato. Cosa faceva lì? Era una domanda ben difficile in
effetti. Lui si era
rintanato lì per pensare e credeva di essere solo, ma come
sempre l’unione
Zweilt l’aveva fatto trovare dal suo compagno, dal suo amato.
Il sentimento di
Shusei per Hotsuma a dire il vero non era così lampante,
come poteva apparire. Era
vero che Shusei pensava soprattutto ad Hotsuma e pensava al bisogno che
sentiva
di essere fondamentale a Hotsuma, ma pensava anche ad altre cose. Non
aveva mai
pensato che la lotta fosse difficile, ma cosa avrebbe fatto se Hotsuma
avesse
perso la vita nella battaglia? Cosa avrebbe potuto fare lui da solo
senza la
sua ragione di vita? C’erano diversi Zweilt che vivevano,
nonostante la morte
del loro compagno, ma lui sapeva che non sarebbe potuto sopravvivere al
dolore.
Hotsuma era la vita stessa, era fuoco impetuoso, era calore immenso. Lo
teneva
in vita e lo riscaldava della fiamma dell’amore, ma non era
solo quello. Era la
metà della sua mela o almeno in un lontano passato lo era
stato e quello gli
mancava. In quel periodo era lui, ma allo stesso tempo non era lui.
Però, più
volte si era trovato a rimpiangere il non poter aver figli con Hotsuma
ed il
non potersi legare a lui in alcun matrimonio. Sorrise, però,
facendo finta di
niente. Non poteva dire quelle cose ad Hotsuma o si sarebbe di nuovo
arrabbiato
come un bambino.
“Pensavo..a
molte cose.” Rispose solamente,
esaustivo. Hotsuma lesse quelle parole, ma sapeva che il cervello di
Shusei era
sempre in movimento e faceva sempre pensieri che normalmente un essere
umano
non compiva. Decise di avvicinarsi ulteriormente, sapendo che la sua
vicinanza
sarebbe piaciuta anche al ragazzo castano. Lo affiancò e gli
mise una mano tra
i capelli. Amava tutto di Shusei. I morbidi capelli castani, tenuti
impeccabilmente in ordine, il viso dai tratti leggermente affilati, ma
piacevoli, gli occhi seri e con a volte una luce triste nello sguardo.
Hotsuma
si accorgeva di molte cose, cose che neppure Shusei sapeva, ma per
rispetto
verso Shusei se le teneva a volte per sé. Aspettava che
fosse Shusei a volersi
confidare. Non lo obbligava quasi mai a dirgli cosa gli passava per la
testa,
non fino a quando almeno mangiava con tutti e da quando lui aveva
imparato ad
amare Yuki ciò succedeva. Hotsuma sapeva che quello era un
modo di Shusei per
evitare di non far preoccupare Tsukumo. Tsukumo era qualcuno di cui
Hotsuma, da
sempre gelosissimo, non provava gelosia e neanche invidia per la
vicinanza con
Shusei. Non sopportava quando era Tohko a portare dalla sua parte il
suo
Shusei, ma non gli spiaceva quando vedeva Shusei rilassato a parlare
con
Tsukumo. Sapeva perfettamente che non era facile ottenere il rispetto e
la
stima di Shusei ed era contento che qualcuno, a parte lui stesso,
avesse la
possibilità di parlare con Shusei. Hotsuma aveva anche
notato che neppure Yuki
era vicino alla scorza di fredda cortesia che Shusei stesso aveva
imposto al
suo io. Nessuno si avvicinava mai a lui, a parte Hotsuma stesso. Rimase
a
fissare i colori del tramonto, chiedendosi cosa passasse per la mente
di Shusei
ed avendo pensato che fosse passato un tempo sufficientemente
ragionevole,
decise di chiedergli il motivo di quella preoccupazione.
“A
cosa? Cosa pensi di così complicato da
disturbarti?” Domandò, cercando di capire.
Qualunque cosa fosse Hotsuma, Shusei
lo sapeva, avrebbe fatto l’impossibile per farla sparire dal
mondo e
proteggerlo così. Shusei sorrise, ripensando a quel giorno a
scuola, quando gli
aveva confidato una realtà e lui si era tanto arrabbiato.
All’istante decise di
dirgli la verità. Si sarebbe arrabbiato sicuramente, ma non
poteva in alcun
modo mentirgli. Non erano così che funzionavano i rapporti
tra Zweilt. Non si
poteva mentire al proprio compagno. Era come mentire a sé
stessi, inoltre in
quelle parole, Shusei avvertì una preoccupazione e non
voleva dar più pensiero
ad Hotsuma, dopo quello che era successo tra loro. Decise
perciò di essere
sincero. Poteva dimostrare la sua debolezza ogni tanto, giusto? Non
doveva
sempre portare chissà quali pesi sulle sue spalle,
perché Hotsuma era un
pochino sciocco e non aveva la sua freddezza nel porsi i quesiti.
Poteva dividere
il suo peso e farlo portare almeno un pochino ad Hotsuma.
“Pensavo
alla fine. Pensavo a cosa farei se tu non
ci fossi, ma poi ho capito che ovunque uno di noi vada,
l’altro lo seguirà fino
a trovarsi.” Disse in risposta. Lo pensava davvero Shusei.
Hotsuma lo guardò un
momento. Capiva la tristezza di quel discorso. Aveva pensato che
l’altro lo
stesse trattando come tutte quelle donne che aveva avuto, ma qualcosa
negli
occhi di Shusei lo convinse che non era così. Si
appoggiò con delicatezza alla
spalla del ragazzo, circondandolo con le braccia. Adorava sentire
l’eccessiva
magrezza di Shusei. Poi, la sua voce uscì, come sempre senza
alcuna esitazione.
Era normale per lui pensare quelle cose. Era perfettamente ovvio.
“Certo!
Sei il mio compagno. L’unico al quale
affiderei la mia vita. Non permetterò mai che ci
separino.” Disse con
convinzione. Hotsuma non conosceva il futuro. Non lo poteva conoscere,
ma
sapeva che mai nella vita qualcuno avrebbe potuto privarlo di Shusei.
Shusei era
suo. Shusei in tutta risposta sorrise ed annuì. Chiuse un
momento gli occhi e
sentì la mano di Hotsuma scendere sulla sua cicatrice.
Accarezzare piano quella
parte ferita di pelle. Era quella la loro promessa. Avevano promesso di
morire
assieme ed era ciò che nel caso sarebbe avvenuto. Uniti per
sempre. Non avrebbe
mai permesso o meglio non avrebbe mai più permesso che
Shusei morisse solo. Loro
dovevano vivere assieme o morire assieme. Era scritto nel loro destino.
“Quando
mi hai portato via dalle mie fiamme hai
detto che non volevi vivere in un mondo senza di me ed io ho detto a
quella
disgustosa Duras che non potevi morire solo. Noi siamo destinati o
vivremo
assieme o moriremo assieme.” Rispose, per poi chinarsi un
momento e baciare da
sopra il tessuto della camicia quelle ferite. Shusei perse un battito
per
quelle parole e per quel gesto. Non se lo aspettava e per la prima
volta in
vita sua le gote divennero rosse per l’emozione e
l’imbarazzo, forse più per la
seconda che per la prima. Sorrise ed annuì. Quando Hotsuma
tornò alla sua
altezza, Shusei rispose a quel movimento, baciando sulle labbra
Hotsuma,
unendole per la prima volta in quella vita. Aveva ragione, anche se
forse
quella era la prima volta. Non era la prima volta che Hotsuma
rassicurava il
suo animo con le sue parole, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ma
era la
prima volta in quella vita che Hotsuma aveva ragione. Loro erano uniti.
Sarebbero
morti assieme o vissuti assieme, senza mai abbandonarsi. Lui avrebbe
cercato
ovunque con la Vista la sua Voce.
Note
dell’Autrice:
Spero che questo capitolo vi piaccia, lo
ammetto..il
primo non mi è sembrato cogliesse chissà quali
simpatie, ma spero che il
secondo possa piacere di più. Personalmente a me Hotsuma e
Shusei piacciono
parecchio, anche perché Shusei è uno dei miei
personaggi preferiti. Ho un
debole per i personaggi freddi, astuti ed intelligenti..poi mi aggrada
abbastanza anche fisicamente. So che potrebbe apparire un poco
pessimista, ma
alla fine è come lo vedo io. Chiedo scusa alle fan di
Hotsuma per avergli dato
più volte del cretino, ma alla fine un po’ scemo
lo è. XD! Spero che vi sia
piaciuto. Grazie per la lettura e grazie particolare a Rebychan ^^!
Bacio!