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Autore: Allegra_    06/07/2012    4 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 : Una Serata … Particolare

-Tesoro ?? Ti senti bene ??? – domandò per la quinta volta mio padre da fuori la porta del bagno.
In effetti, era da più di due ore che ero chiusa dentro impedendo al poverino di entrare, ma le mie ragioni erano più che comprensibili.
Quella sarebbe stata la prima festa a cui partecipavo da quando ero a Torino, e anche se Dodo l’aveva definita “piccola”, per me era comunque un grande evento.
Adoravo le feste da quando ero piccola: la musica altissima, il cibo che nessuno tocca, le bevande che ti gasano al massimo, gli amici con cui ridere, scherzare …. Certo, con un ragazzo con cui appartarsi sarebbe di sicuro stato più divertente, ma quella non era affatto la mia situazione, quindi meglio non disperarsi.
Applicai ancora una volta il lucidalabbra alla menta con i brillantini che avevo comprato quel pomeriggio e finalmente uscì dal bagno.
L’espressione di mio padre era a dir poco buffa:aveva gli occhi letteralmente fuori dalle orbite mentre mi squadrava da capo a piedi, e le mani ferme sui fianchi in gesto teatrale.
-Sei stupenda Noe, come sempre. – mi sorrise dandomi ancora più sicurezza di quanta già ne avessi.
Da quando mi ero dovuta trasferire, avevo iniziato a portare la mia autostima a livelli piuttosto elevati, in modo che gli altri non potessero giudicarmi inferiore rispetto a loro … era semplice: venerarsi per essere venerata.
O almeno, così credevo …
-A che ora torni ??? – mi domandò dopo un po’ mio padre, mandandomi letteralmente in confusione.
- Non lo so … - ammisi – ti chiamo, ok ??? – gli chiesi con le labbra a cuoricino e sbattendo le palpebre … papà non resisteva mai alla mia espressione da cucciolo indifeso, così acconsentì senza problemi.
- Drin !! Drin !! –
Lo abbracciai mormorando – Deve essere Mic, scendo !! – gli schioccai un veloce bacio sulla guancia ed uscii sentendolo sospirare mentre mi guardava andare via.
Un po’ mi dispiaceva lasciare papà da solo:dopotutto eravamo lì da pochi giorni, e tutte le sere ce ne stavamo insieme sul divano a vedere film e a mangiare popcorn, ridendo e addormentandoci nemmeno alla fine della prima scena.
Però dentro di me sentivo che avevo fatto bene ad andarci, che quella festa mi sarebbe piaciuta … in un modo a me sconosciuto, ma mi sarebbe piaciuta.
-Ah !!! – strillò eccitata Mic vedendomi entrare nella macchina di sua madre.
La signora Frittaldi si voltò a guardare sua figlia stranita, poi posò lo sguardo su di me e sembrò comprenderla, dato che si limitò a salutarmi, senza alludere alla pazzia della ragazza seduta accanto a me.
Micaela indossava un pantaloncino di jeans corto e attillato con sotto un paio di calze viola pesanti, e un maglioncino dello stesso colore.
I ricci ribelli erano stati lasciati sciolti e il trucco sul suo volto non era eccessivamente marcato .. eppure quella sera mi trovai a pensare che fosse davvero bella, nella sua semplicità.
Solo dopo che la macchina partì, le diedi una gomitata per poi chiederle a bassa voce: - Ma perché cavolo hai strillato ?? –
Lei mi guardò e, senza rendersi capace del fatto che io non l’avessi capito da sola, mi spiegò – Sei bellissima stasera Noe !! –
Ed istintivamente portai lo sguardo su di me, per darmi un’occhiata di controllo.
Avevo passato la piastra sui miei capelli biondi per renderli lisci, visto che erano abbastanza mossi, mi ero truccata quel che bastava per far splendere i miei occhi azzurri e rendere le mie labbra più carnose di quel che non fossero già.
Come vestiti però, non avevo indossato nulla di così speciale.
Un pantaloncino corto molto stretto bianco, un maglioncino leggero nero della Guess, i miei stivali preferiti – neri, della Converse, che arrivavano fino al ginocchio e che per mia sfortuna non avevano il tacco  – e delle calze pesanti, però color carne.
Insomma, su per giù io e Mic avevamo indosso la stessa roba, eppure lei continuava a ripetere quanto fossi stupenda … mah !!
-Pensa quando ti vedrà Fra’ !!! – trillò ad un tratto, facendomi sbottare improvvisamente.
- Cosa c’entra Livelli adesso ??? –
- Dai !! Si vede lontano un miglio che gli piaci, non avrebbe dato la sua felpa a chiunque !! – rispose calma ed ovvia, come se fossi stata io la stupida della situazione.
Sospirai, prima di spiegarle chiaramente: - Ti sbagli Mic: mi ha dato la felpa solo perché era suo dovere, visto che è stato lui a sporcarmi con quel dannato caffè, e poi … - non ebbi il coraggio di continuare: ricordare le sue parole di quel pomeriggio mi facevano sentire sconfitta, amareggiata … triste.
-Poi ?? – domandò lei sorridendomi curiosa, e allora decisi che dovevo pur dirlo a qualcuno, era brutto tenersi per sé i pettegolezzi, soprattutto se avevi un’amica a cui raccontarli.  
- Davvero ?? – alzò un sopracciglio a metà tra la stupita e la stranita, dopo che ebbi finito di raccontarle il resoconto di quel pomeriggio.
Annuii lasciandola a bocca aperta.
Dopo pochi secondi – mio malgrado – sembrò ritornare alla realtà e riflettere un attimo prima di esclamare convinta: - è orgoglioso, voleva farti capire che non gli interessi dopo un pomeriggio dove aveva dimostrato l’esatto contrario !! Però … -
Non la feci finire che subito urlai, in modo da coprire la sua voce: - Però siamo arrivate !! -
 
Casa di Edoardo era a dir poco stupenda.
Due piani uniti da una scala interna di cristallo – si, proprio come quella dei cartoni - , un salone più grande di tutta Firenze – dove in quel momento stavamo noi tutti – e delle stanze spaziose ognuna quanto il nostro liceo … alla faccia del mio misero appartamento in centro !!
Io e Mic eravamo arrivate da più o meno un’ora, e – come da programma – c’eravamo noi due, Dodo, Giò, Ste, tre o quattro ragazzi che avevo intuito stessero nella stessa squadra di calcio dei miei “amici”, la cugina di Dodo, Manuela, qualche sua amica e Fra’.
Per quanto mi costasse ammetterlo – davvero troppo – quella sera quest’ultimo era bellissimo: i jeans stretti che gli fasciavano le gambe in modo perfetto, le Nike bianche, e una felpa larga dello stesso colore, che ti veniva voglia di togliergliela per poter ammirare i suoi muscoli che tanto immaginavi al vedergliela addosso.
E in quel momento, mentre io chiacchierava con Mic, Manu e le altre, e lui se ne stava comodamente seduto sul divano a ridere con i suoi amici, Dodo fermò la musica proveniente dalle casse collegate al suo Ipod, ed esclamò sorridendo: - Giochiamo ad obbligo o verità !! –
Obbligo o verità ??? Ma stava scherzando ??
Era un gioco per bambini deficienti alle prime armi con le ragazze, non certo per noi che, – da quanto sapevo e mi era stato detto - non eravamo per niente alle prime armi, anzi ….
A quanto pare Francesco sembrava pensarla come me, visto che subito sbottò scocciato – Suvvia Dodo !! è per mocciosi !! –
Ma il suo amico non volle sentire ragioni, dopotutto era la sua festa, quindi ci fece sedere tutti sui divani e sulle poltrone per iniziare a giocare.
 Io ero tra Mic e un’amica di Manuela, Rossella, e per mia fortuna il gioco iniziava proprio dalla persona di fronte a quest’ultima, quindi Ste.
Calcolai velocemente che io sarei stata una delle ultime, mentre l’ultimo per eccellenza – seduto vicino al suo migliore amico – sarebbe stato ovviamente Fra’ … andavamo proprio di bene in meglio !!
A quanto avevo capito, conveniva scegliere l’obbligo in quanto le verità erano molto piccanti ed invadenti, ed io non avevo alcuna voglia di raccontare in piazza della mia vita personale.
Così, quando arrivò il mio turno, non ebbi dubbi al riguardo.
-Obbligo- esclamai sicura guardando Giò che, per mia grandissima sfortuna, era colui che formulava le domanda e le imposizioni.
- Hm … - mormorò malizioso prima di ordinarmi tranquillo e sicuro, come se già stesse architettando da tempo quell’obbligo da farmi fare – Cinque minuti di sopra con Fra’ –
Lo guardai sgranando gli occhi ma lui non se ne curò e fece cenno al suo amico di alzarsi.
Mic mi mormorò all’orecchio – Vedi che ha accettato subito !! – e scocciata dalle sue insinuazioni, mi alzai anch’io e salii con lui le scale fino al piano di sopra.
-Che razza di pegno !! – brontolai poggiando le spalle al muro scocciata.
- Dai, secondo me invece è utile !! – rispose Fra’ parandosi di fronte a me.
- Che vuoi dire ?? – gli domandai stranita arcuando il sopracciglio.
In effetti, la sua risposta mi era sembrata alquanto strana, ma niente in confronto a ciò che esclamò dopo allontanandosi da me.
-Che non resisto più, quindi per favore stai zitta. –
Zitta ?? Non resisto più ?? Ma quanto mi odiava quel ragazzo da non poter sentire neanche il suono della mia voce !! ??
E come sempre, da brava attaccabrighe la quale non si sa tenere niente dentro che ero, sbottai irritata.
-Ti do così tanto fastidio ??? –
Sospirò scocciato: quel ragazzo non l’avrei mai capito, prima mi diceva di starmi zitta perché lo infastidivo, io gli rispondevo – cosa giustissima - e poi si scocciava anche ??
-Non tu, mi da fastidio che io muoia dalla voglia di baciarti !!! – esclamò arrabbiato prima di avvicinarsi a me e prendermi il viso tra le mani avvicinandolo al suo.
Ero alquanto … scioccata e stranita dal suo comportamento, ma quando con la lingua mi chiese di dischiudere le labbra per approfondire il bacio, non riuscii a tirarmi indietro.
Gli buttai istintivamente le braccia al collo, mentre lui spostava le sue mani dal mio viso ai miei fianchi, stringendoli possessivamente e attirandomi così di più verso di lui.
Presa dalla troppa passione che quel bacio mi stava trasmettendo, affondai le mani tra i suoi capelli scompigliati, stringendoli e giocandoci con le dita.
E solo in quel momento mi accorsi di essere sulle mezze punte, e che Fra’ si fosse piegato un po’ in avanti in modo di essere alla mia altezza … che dolce.
No aspetta un attimo !! Francesco Livelli dolce ??
No, questa non si era mai vista e sicuramente non sarebbe mai successa.
Ci staccammo solo dopo che entrambi avemmo perso il fiato, circa qualche minuto dopo, ed io rimasi a fissarlo intensamente, mentre lui si passava una mano tra i capelli in modo terribilmente sexy.
-Che significa questo ?? – domandai scioccamente, facendo il modo che lui mi guardasse di nuovo.
- Che hai delle labbra stupende e che sei una ragazza eccessivamente bella – constatò ovvio, prima di aggiungere ironico – anche se nana !! –
Sospirai scocciata, prima di domandargli ancora maliziosa e ironica allo stesso tempo: - è un modo per dirmi che ti piaccio ??-
Scioccò la lingua divertito, guardandomi serio.
-Si, mi piaci perché ci sai fare e sei anche messa molto bene – iniziò con il mio stesso tono squadrandomi, per poi tornare al mio viso e precisare offensivo: - Ma niente più, non illuderti. –
- E chi si illude !! – sbottai ironica, mentre reprimevo la vocina che nella mia testa urlava “ Io !! io !! io !!”
 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !! Grazie a ginnasta98 e annemarieclaire per le recensioni dello scorso capitolo … come sempre siete presenti e pronte a darmi fiducia !!
Che ne pensate di questo ??
Come vedete Fra’ ha baciato Noe, ma le ha anche detto che gli piace solo perché è bella e nient’altro, mentre lei a quanto pare sta iniziando a provare qualcosa, dall’ultima frase … che casino l’amore eh ??
Beh, spero recensiate in tante.
Un bacino <3

   
 
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