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Autore: Emilie Hamida    07/07/2012    2 recensioni
Stordito Loki si alzò dal malcapitato intrattenitore travestito da peluche e si guardò attorno.
Non riusciva a capire in che strano posto fosse capitato.
Le persone andavano vestite con pantaloni corti e T-shirt.
Si sentivano grida di terrore da una parte e risate dall'altra e qua e la si ergevano strane costruzioni, alcune delle quali erano addirittura in movimento.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il terribile scoppio fu coperto dal rumore dei fuochi d'artificio che i midgardiani stavano sparando fuori dal ristorante.
Thor ci mise un po' di tempo prima di rendersi conto di quello che era successo.
Come suo solito, Loki lo aveva colpito a tradimento e ora il dio del tuono si trovava steso a terra, con la testa dolorante per la botta appena presa.
Notò a pochi centimetri da lui la catena che Loki portava alle braccia.
 
Era riuscito a togliersela.
 
Thor si mise in piedi e guardò assorto i colorati fuochi d'artificio che si espandevano nel cielo buio.
" Maledetto Loki, dove sei scappato questa volta? "

 
 
Erano le due di notte.
I festeggiamente per la vittoria dell'Italia contro la Germania erano finalmente terminati.
Loki si distese sulla panchina di una piazza e fissò le stelle in cielo.
Si sentiva le palpebre pesanti e i muscoli doloranti.
Decise che un po' di riposo non gli avrebbe certo fatto male. Così chiuse gli occhi.
Il silenzio era pressoché assoluto e il sonno giunse in fretta.

 
<< Ma guarda tu come sta andando in malora l'Italia! Ogni giorno ci sono nuovi barboni per strada >> disse una voce ad di sopra di Loki.
Il dio aprì lentamente gli occhi e vide due uomini vestiti di un arancione sgargiante prendere delle buste nere da alcuni cassonetti per poi buttarle nel carico di un camion fermo li vicino.
Loki si mise a sedere e si stiracchiò.
Pur essendo mattina, il caldo era già soffocante.
Il dio dell'inganno si alzò e si stropicciò gli occhi. Guardò quella piazza e le poche persone che l'attraversavano.
Sorridendo si immaginò di possedere l'intera Midgard e ricordò di aver addirittura sognato enormi manifesti con la sua foto sovrastare su ogni monumento e ogni punto più alto della Terra. Ogni cosa, anche prodotti di bellezza come creme per viso o lamette usa e getta, avevano il suo viso stampato sulla confezione.
 
Preso dalle fantasticherie, non si accorse di Thor che mangiava una brioche e beveva un caffé seduto sulla panchina da cui si era appena alzato.
<< Buongiorno fratellino >> disse il dio del tuono, con la voce alterata dalla presenza di cibo nella bocca.
Loki si voltò di scatto e fissò suo fratello incredulo.
<< Come ... ? >>
<< Dormivi così profondamente. Non ho voluto svegliarti >> disse Thor scrollando le spalle.
<< Fratello, tu non puoi fermarmi ormai. Sto riacquistando tutti i miei poteri. In meno di un'ora questo pianeta sarà mio! >> disse Loki ridendo trionfante, prima di grattarsi le natiche, dove un gruppo di zanzare lo aveva punto attraverso i pantaloni la notte appena scorsa.
<< Loki, per favore, non sei abbastanza in forma per conquistare un pianeta. Certe cose vanno fatte con stile. >> disse Thor tranquillamente, poggiando la tazza del caffè sulla panchina, reprimendo la voglia di scarventarlo a terra come suo solito.
Il dio dell'inganno, a quelle parole, si incamminò verso la vetrina di un negozio di vestiti e si specchiò.
 
Dopotutto Thor non aveva tutti i torti.
Il suo viso era bianco più del solito, tanto che assomigliava ad un lenzuolo lavato con Perlana.
Il pallore era spezzato solo da profondi graffi e lividi, che si era procurato nei giorni precedenti, prendendole da tutti e in tutte le parti del corpo.
Come se non bastasse, aveva ancora qualche pezzettino di vetro nei capelli, altrettanto malridotti, incollati e sporchi di sugo com'erano.
Con evidente disgusto impresso sul volto, Loki si accorse anche di non emanare un gradevole odore, dopo ore ed ore passate a correre sotto il sole cocente e senza mai fermarsi per darsi una dignitosa ripulita.
 
Il dio dell'inganno si voltò verso il fratello, che lo stava scrutando, pronto a bloccare una sua possibile fuga.
<< Ora che ci penso, avrei proprio bisogno di un bagno >> ammise in fine, grattandosi la testa.
<< So più di te come funziona questo posto, fratellino. Seguimi,troveremo un posto dove poterci lavare. E vedi di non scappare, perché una volta che ci saremo puliti, torneremo ad Asgard. >> disse Thor, desideroso di riportare immediatamente Loki a casa, ma troppo preoccupato per i suoi capelli dorati, che avevano perso la laro brillantezza.
Loki annuì e seguì Thor fino ad arrivare ai piedi di un grande edificio, su cui campeggiava a lettere cubitali la parola " Hotel ".
Prima di mettere piede in quell'edificio, Loki si accorse di qualcosa che luccicava sotto il mantello di Thor. E non si trattava dell'armatura, ma della catena e della museruola che con tanta fatica era riuscito a togliersi.
 
Senza che il fratello se ne accorgesse, il dio del male sfilò un ombrellone chiuso da uno dei tavolini posti di fronte all'entrata.
Con tutte le sue forze scagliò l'oggetto sulla testa di Thor, colpendolo talmente forte che si sentì un inquietante suono come di un metallo che sbatte contro una roccia.
Vedendo tante stelline danzare davanti agli occhi e sentendo tanti uccellini cinquettare in coro attorno alla sua testa, il dio del tuono si accasciò a terra.
Loki incominciò a ridere talmente forte da attirare l'attenzione di tutti.
Thor finse ancora di essere svenuto, attendendo il momento giusto per catturare Loki e legarlo di nuovo.
Non c'era più tempo da perdere, doveva riportarlo ad Asgard.
 
Loki continuava a ridere come un posseduto, con le lacrime agli occhi. Poi smise di colpo, quando uno strano movimento di viscere gli comunicò l'arrivo di una dissenteria fulminante.
Sconvolto dal dolore non si accorse del repentino scatto di Thor, che lo prese da dietro , tentando si legargli nuovamente i polsi.
Loki cercava di dimenarsi, ma Thor riuscì ad infilargli il tesseract in una mano, azionandolo.
Tuttavia i movimenti bruschi del dio dell'inganno non permisero al Cubo Cosmico di prendere la spinta necessaria a riportare i due su Asgard.
Così Loki e Thor furono scaraventati lontano , verso il mare.

 
 
<< Mamma, mamma! Guarda! >> urlò un bimbo sulla riva del mare, indicando qualcosa che volava in cielo.
La madre del piccolo gli sorrise, convinta che si stesse esaltando per l'ennesima volta al passaggio di un gabbiano o di qualche aereo.
 
I due oggetti volanti non identificati si avvicinavano sempre di più e, sotto lo sguardo rapito del bimbo, caddero in mare, alzando un'enorme quantità d'acqua.
I due, annaspando e tossendo, nuotarono verso riva e raggiunsero la spiaggia.
Loki emise un verso di rabbia, togliendosi un grosso granchio che si era aggrappato al suo orecchio.
<< Almeno possiamo dire di esserci dati una pulita >> disse Thor, strizzandosi i capelli.
Poi si avvicinò al fratello con fare minaccioso.
<< Maledetto! Non ho nessuna intenzione di tornare ad Asgard con te! >> gridò Loki in sua direzione, prima di cominciare a correre.
Thor sospirò e si mise all'inseguimento del fratello, senza curarsi dei midgardiani che passeggiavano sul bagnasciuga e che li fissavano sbigottiti.
Loki si voltò per vedere a che punto si trovasse Thor, andando ad inciampare in una grossa buca scavata da un gruppo di bambini.
 
Il dio del male alzò lentamente il volto coperto di sabbia e si ritrovò di fronte un piccolo midgardiano che lo guardava con aria di rimprovero << Mi hai rotto il castello! >> piagnucolò il bambino, prima di assestarli una palettata in testa.
Loki prese il bimbo per le spalle e lo tirò verso di se << Tu! Piccolo midgardiano impertinente! La pagherai per questo, io ti... >>
L'ennesimo movimento di viscere mozzò il fiato del dio, che restò con gli occhi sbarrati e la bocca semiaperta dal dolore.
Il bimbo si liberò della presa e gli diede un' altra palettata in testa. << Lo vado a dire alla mamma! >> strillò prima di allontanarsi.
Loki si alzò in piedi e individuò un lido non molto lontano da lui. Con un po' di fortuna forse avrebbe trovato li qualche toilette.
 
La speranza gli diede la forza di correre verso il casotto, riuscendo anche a seminare Thor.
Sul punto di piangere per la gioia, si fiondò verso un gabinetto e, dopo un'ultima occhiata alle sue spalle, chiuse con forza la porta.
Thor non riusciva a capire come avesse fatto a perdere di vista suo fratello. Erano passati parecchi minuti, ma non lo aveva ancora trovato.
Esausto si era seduto sulla sabbia, sfinito dal tentativo di un vucumprà che non desisteva dal volergli vendere una bandana.
Così, sbuffando, alla fine ne comprò una, pagandolo con i soldi avanzati del caffè.
Sovrappensiero fissò lo strano copricapo. Era bianco e blu.
Decise che l'avrebbe regalata a Loki.
Sempre se fosse riuscito a ritrovarlo.



  
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