Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: black_eyes    09/07/2012    2 recensioni
Cosa accadrebbe se una ragazza italiana, Greta, scappasse dal suo passato e arrivasse nella città degli angeli caduti, conosciuta anche come Los Angeles?
Ci saranno due punti di vista. Greta e Grant
Primissima mia storia, betata da quell'angelo di GirlOnFire
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Darren Criss, Grant Gustin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

RINGRAZIAMENTI: Volevo ringraziare innanzitutto la mia adorata beta GirlOnFire (andate a leggere le sue storie, non ve ne pentirete! U.U ) che sopporta me e i miei scleri … poi volevo ringraziare quelle belle persone ( 16 in totale! Una vittoria immensa per me!! ) che hanno letto il primo capitolo di questo mio obrobrio, poi ringrazio tantissimissimo eloX26 per aver commentato e lulamae che sta seguendo questo sclero.
Se non chiedo troppo a queste meravigliose creature, che sono entrate in questa storia spastica e la stanno leggendo, se potevano scrivere anche una recensione mignon.
Anche solo per dire che dovrei buttare 'sta storia alle ortiche e io con lei.
COSA IMPORTANTE!! I personaggi non li conosco ( purtroppo ç_ç ) e i fatti narrati sono frutto della mia mente perversa!
Ok, ho parlato pure troppo … vi lascio al secondo capitolo!
Grazie ancora a tutte. Kiss&hugs :)

 

 

Iniziai a lavorare subito, nel pomeriggio. Davo le birre, offrivo panini dall'aria poco sana e mi prendevo i miei dieci dollari l'ora. Andai avanti così per un mese. Poi accadde l'impensabile. Alla tv apparve una mia foto di quando avevo dieci anni. Mi stavano cercando. Ero nei guai fino al collo!

"Andrea … la conosci quella ragazza?" mi chiese Tracy.

Scossi il capo senza guardare lo schermo. Merda, merda, merda!

"dicono si chiami Greta. È di Milano come te" continuò a dire "dicono che sia più vecchia di quella foto. Non si ricordano manco quanti anni abbia" alzai gli occhi su di lei "povera piccina. Avere una famiglia che la odia"

Mi morsicai un labbro e sistemai le bottiglie di alcolici sulla mensola. Mi tremavano le mani come non mai. Dovevo stare calma, e anche se mi avessero scovata sarei dovuta scappare più velocemente possibile.

Il mio lavoro al pub andava a gonfie vele, nessuno notava la somiglianza. Nessuno mi chiedeva nulla. Nessuno pensava a nulla. Una mattina dopo il turno di lavoro me ne tornai al mio appartamento, ero distrutta, avevo solo bisogno di una doccia calda e di una dormita. Aprii la porta e mi trascinai fino al bagno. Mi spogliai e mi misi sotto al getto dell'acqua. Con un solo accappatoio addosso mi stesi sul divano e accesi la tv. Si parlava di tanto in tanto di me. No, non di me. Di Greta. Mi addormentai con la tv accesa e le sirene dei vigili che giravano per tutto il quartiere. La solita routine.

Passarono ancora un paio di mesi. Non sentii più nulla alla tv del caso dell'italiana. Prendevo i miei soldi e riuscivo a pagare l'affitto senza arrivare con l'acqua alla gola. Mi trovavo bene. Ma un giorno, dopo ben otto mesi che lavoravo lì, ebbi la sensazione che la mia nuova vita si stesse per sgretolare sotto ai miei piedi e davanti ai miei occhi. Mi volevano licenziare. Stavo pulendo il bancone e i tavoli del locale quando sentii Tracy parlare con il capo riguardo ai miei turni, al fatto che lavoravo bene, ma che già a stare in due a servire bastava e avanzava. Passò una settimana da quella sera

"Andrea!" mi chiamò Tracy "puoi anche staccare prima questa sera … sistemo io"

"ok grazie" dissi sorridendole "Jhon! Volevo chiederti un favore" dissi a Jhon "mi potresti pagare questa settimana? Lo so che mi paghi alla fine del mese, ma non faresti un'eccezione?" domandai congiungendo le mani "ti prego"

"ok. Eccoti ottocentoquaranta dollari" mi fece un occhiolino "facciamo ottocento, gli altri te li do a fine mese".

Sospirai, mi pagavano di meno e stavo per essere licenziata. Mi andava bene comunque "grazie tante" dissi mettendo tutto in borsa. Vi erano ancora i miei documenti e il cellulare che non usavo. Guardai fuori dal locale.

"chissà perchè sono qui quei tipi" disse Tracy corrugando la fronte e indicandoli.

Sbiancai improvvisamente. Poliziotti. Ogni volta che li vedevo mi prendeva l'ansia

"ok. Il tuo turno è finito. A domani" disse Jhon fissando la porta

"a domani" dissi uscendo a testa bassa. Non andai in appartamento, camminai fino a che non svoltai un angolo. Poi mi misi a correre. Dovevo andarmene via da lì. Non avrei avuto molto tempo, Tracy e Jhon avrebbero parlato con i poliziotti, avrebbero risposto alle domande e io sarei divenuta una fuggitiva. Non avevo più un lavoro e i soldi che avevo mi sarebbero bastati per qualche tempo. Mi stavo facendo venire le paranoie assurde! Ma non ci sarei mai più tornata in Italia. Quella non era casa.

Corsi un po'. Rallentai solo quando sentii i polmoni scoppiare. Mi ero allontanata dalla città, ma mi serviva un posto dove stare, per dormire. Camminai fino ad arrivare di fronte a una specie di edificio e vi entrai: un b&b. Chiesi per una camera. La pagai subito e salii le scale. Mi feci una doccia e mi sdraiai sul letto con indosso solo un accappatoio. Di vestiti avevo solo quelli. Mi addormentai quasi subito e sognai di venire rincorsa. Sognai di tornare in Italia e di finire ancora in prigione. O meglio, dalla famiglia da cui ero scappata.

Mi svegliai con il fiatone. Mi sistemai alla meno peggio e uscii dal b&b. Camminai fino ad arrivare ad una strada trafficata e iniziai a fare l'autostop, dopo circa mezz'ora qualcuno si fermò. Una ragazza mi diede un passaggio fino a Monterey "grazie" le dissi appena scesi. Le pagai la benzina e andai in un negozio qualunque di vestiti. Comprai un paio di shorts e una canotta assieme a un costume. Non potevo girare con dei vestiti già usati. Girai per la città cercando di raccogliere qualche informazione. Di capire se mi cercavano ancora, ma non sentii nulla. Respirai a pieni polmoni e cercai un altro passaggio. Non mi andava di restare lì. Bel mare però, pensai camminando sul bagnasciuga.

Mi incamminai verso una delle stradine e iniziai a fare l'autostop. A questo punto avrei anche potuto farla a piedi la strada, dato che non si fermava nessuno e io continuavo a camminare. Mi fermai ad un bar e mi comprai un panino, pagai e continuai a cercare qualcuno che mi portasse via da quella cittadina. Un Bella per carità, ma non attraente. Con i piedi che mi urlavano di fermarmi e il caldo che mi asfissiava, mi fermai. Avevo bisogno di un po' di ombra. Vidi un macchina arrivare, e anche bella a dirla tutta. Misi avanti un braccio e la macchina si fermò vicino a me. Il finestrino dalla parte del passeggero si abbassò e un ragazzo dai capelli ricci si allungò verso di me

"bisogno di un passaggio?" mi chiese aprendo la portiera "sali"

"grazie" dissi salendo in auto e chiudendo la portiera. Mi morsicai un labbro. Portava una maglietta a manica corta e un paio di jeans stretti.

"dove la porto?" mi chiese il conducente. Aveva un paio di occhiali da sole con la montatura viola

forse era leggermente strano, ma era molto, molto, molto carino

"dove vai?" chiesi sistemandomi la cintura di sicurezza e sistemando la borsina con i vestiti sporchi in grembo

"Los Angeles. Tu?" domandò ingranando la marcia e partendo

"che combinazione!" dissi spalancando gli occhi "anche io!" mentii

il viaggio fu piacevole. Alla radio si ascoltava solo musica. E quando capitava su una stazione di informazioni cambiava subito. Mi morsicai un labbro. C'era da fidarsi?

"non mi hai detto come ti chiami" disse quando fummo fermi al bar di un distributore di benzina

stavo per rispondere Andrea, quello che avevo usato per otto mesi, quando notai che sghignazzava

"tu sei Andrea, giusto? O dovrei chiamarti Greta?" sorridendomi

"sì, sono io. Che vuoi fare? Riportarmi là?" chiesi stringendomi nelle spalle "non sono riuscita a farmi una vita nuova, mi hanno licenziata, forse mi hanno scoperta, sono un casino vivente" mi fissai le mani. Avevo ricominciato a tremare

"no" mi fissò "se vuoi andartene vai. Io non ti riporto da nessuno. Comunque … com'è scappare?" mi chiese

"non … tu non vuoi portarmi dalla polizia?" domandai spalancando la bocca

"se l'avessi voluto fare, ti avrei riportato fin da stamattina" rise "mi sono fermato perchè ti ho riconosciuta"

"e perchè non vuoi mandarmi dalla polizia?"

"i tuoi familiari non sanno quanti anni hai, non hanno una tua foto recente … ma che animali sono?"

"non sono i miei genitori" dissi abbassando il tono della voce "andiamo in macchina. Qui ci sono troppe persone" dissi indicandola "ti prego. Ti spiegherò tutto di me"

annuì. Salimmo in auto e ripartimmo per LA "raccontami tutto"

"mi chiamo Greta, sono di Milano e ho abitato fino a poco tempo fa in una casa famiglia. Tipo orfanotrofio"

"come mai?" chiese spegnendo la radio e guidando

"mio padre non lo conosco e mia madre mi ha abbandonato quando avevo cinque anni. Mi hanno affidato ad una famiglia che aveva già tre figli, in più si sono aggiunti altri orfani … ho vissuto lì per troppo tempo"

"come mai i segni sui polsi?" chiese senza staccare gli occhi dalla strada

automaticamente mi premetti il palmo sulle cicatrici "volevo morire"

"quante volte hai provato?" disse scuotendo il capo "lo sai che suicidarsi non è una risposta ai propri mali?"

alzai le spalle "ma almeno non avrei più sofferto … quattro volte. Ho provato quattro volte a morire"

scosse il capo "non va bene" rimanemmo in silenzio, guidò ancora fissando di fronte a sé "comunque io sono Darren"

lo fissai "piacere di conoscerti … come mai sei così gentile con me?"

"mi sei sembrata una gatta spelacchiata … mi hai fatto tenerezza" disse alzando le spalle "e sei carina" disse in italiano

quasi mi cadde la mandibola "tu …" iniziai a parlare in italiano "parli la mia lingua?" domandai

"sono stato ad Arezzo qualche mese … l'ho imparato" scosse le spalle "ti va se guidi tu? È da ieri che guido"

"ok" si fermò e mi fece andare al posto di guida "posso sistemare il sedile? Sono una nana io" dissi in americano

"non preoccuparti fai pure" si sedette e si accomodò vicino a me "anche io sono un hobbit"

risi a quella affermazione e ingranai la prima. Bella macchina. Non si sentiva neanche il rumore del motore quando si viaggiava, era rilassante

"ti va di fare una capatina a Long Beach?" chiese spezzando il silenzio. Era da dieci minuti che non si sentiva nulla

"come? Ma non volevi andare a LA?" chiesi fissandolo

"certo. Ma non mi aspettano presto" prese una chitarra dai sedili posteriori e iniziò a canticchiare una canzoncina

sorrisi e dato che che la conoscevo la canticchiai assieme a lui. Era proprio bravo come cantante. Sorpassammo l'uscita per LA e guidai fino a Long Beach. Parcheggiai l'auto e scesi. Mi stiracchiai e controllai quanti soldi avevo in borsa. Abbastanza, conclusi chiudendo il portafoglio e rimettendolo nella borsetta che avevo a tracolla.

"ascolta" dissi quando scese anche lui e mi fu accanto "grazie per il passaggio. Io resto qui, mi trovo un posto, un nuovo appartamento e magari una nuova identità, ci sono riuscita per otto mesi. Ci riuscirò per altri otto"

"ma no … dopo andiamo a LA e lì sarà più bello e più semplice … dai" mi fece un muso troppo dolce

scossi il capo ridendo "riesci a far dire di sì a tutti tu vero?"

"quando mi ci metto sì" disse ridendo "ma non avevi con te qualche altra valigia?"

scossi il capo "sono scappata. Avevo con me solo questa borsa. Il minimo indispensabile" alzai le spalle

"allora non dovresti cambiare i vestiti?" azzardò

"li ho cambiati da poco ma forse hai ragione, ne prenderò altri. Lo sai che oltre a essere bello sei anche intelligente?" e me ne andai lasciandolo di sasso

entrai in un negozio di vestiti. Cercai qualcosa da mettermi, trovai un costume, una canottiera e un altro paio di shorts. Li provai. Mi andavano a pennello. Li pagai e li indossai subito. Misi in un sacchetto gli altri abiti sporchi di sabbia, sudore e fumo e uscii dal negozio

"che mi hai detto prima?" disse Darren fermandomi per un polso

sorrisi inarcando un sopracciglio "che sei intelligente"

"prima" disse portandomi in spiaggia

"che avevi ragione?" mi morsicai il labbro

"Cristo voi italiane mi sapete far impazzire" mugugnò sedendosi in riva al mare

mi sedetti in parte a lui "non sei male" dissi dandogli una leggera gomitata "sei simpatico, carino" gli sorrisi "e mi hai aiutato nonostante io fossi una specie di fuggitiva" abbassai gli occhi, mi fissai i piedi, feci dei cerchi nella sabbia, nessuno mi era stato tanto vicino come lui "perchè lo hai fatto?" alzai lo sguardo e lo vidi fin troppo vicino a me "che fai?" chiesi allontanandomi. Non ero abituata a tutta quella gentilezza

"perchè anche tu sei carina, non sei interessata a essere famosa, e vuoi cambiare una vita che non hai voluto"

alzai le spalle deglutendo "sono una ragazza semplice, molte sono come me e anche meglio" sorrisi tristemente

"ma non mi hai riconosciuto … non … niente" disse agitando la mano

"ti prego ..." dissi poggiando la testa sulla sua spalla "cosa c'è?"

"nulla" disse scuotendo il capo "meglio che non te lo dica"

"Darren …" sussurrai sfiorandogli il braccio "che c'è?"

"niente" scosse il capo cercando di non ridere "ma quanto sei strana tu?" scoppiò a ridere "strana" ripetè. Il suo cellulare squillò. Lo fissò e sbuffò "scusa. Mi chiamano" si allontanò da me e andò a parlare da un'altra parte

fissai il mare. Dio! Da quanto tempo non ci andavo? Da quanto non stavo in pace con me stessa? Forse davvero dovrei stare qui. Ricrearmi una nuova vita. Non era male come idea. Mi cinsi le ginocchia con le braccia e vi poggiai sopra una guancia. Che ho fatto? Sono scappata di casa! Ho vissuto per otto mesi in una città, per poco non mi hanno scovata e adesso sono vicina a LA. Mezzo sogno e mezzo incubo.

 

Ok, il primo film era andato a gonfie vele. Era stato apprezzato e sarebbe uscito nei vari cinema,

adesso però ci avevano scritturato per una commedia. Darren, il primo giorno di lavoro tardava

"dove diavolo è?" chiesi prendendo il cellulare e controllando l'ora "dove diavolo è Darren?"

"doveva arrivare tre giorni fa, non era obbligato a tornare oggi per le riprese. La sua scena la possiamo fare domani" disse il regista "non preoccuparti, chiamalo" lo vidi andare al tavolo e prendersi qualcosa

"idiota!" dissi appena mi rispose "dove sei? Ti stiamo aspettando!" alzai gli occhi al cielo "non me ne frega un benemerito cazzo se sei al mare con… oh! Una ragazza? Bene. Bene, bene" sorrisi "racconta un po'! Com'è? È alta?" risi "bassa più di te? Allora deve essere proprio nana. Sì, so di essere simpatico. Noi ti aspettiamo qui. O in un modo o nell'altro ci devi tornare!" chiusi la telefonata

"allora? Darren?" chiese Janet, un'attrice "dov'è?"

"si è preso una pausa qui vicino. Arriverà"

dopo un'ora e passa Darren arrivò in studio. Accompagnato dalla tipa. E che tipa. Una nana, ma molto carina.

Capelli corti castano scuro, occhi tra il marrone e l'ambrato, un fisico non statuario ma con le curve al posto giusto. Indossava una canottiera viola, un paio di pantaloncini gialli e dei sandali blu. Capii perchè era amica di Darren. I colori non c'azzeccavano l'uno con l'altro, ma nel totale non stava male.

"scusate ma ho incontrato …" la fissò "Greta … qui vicino, mi ha chiesto un passaggio … doveva venire qui pure lei … sono stato gentile dai!" disse facendo il broncio

"non volevo disturbare nessuno" disse Greta mordendosi il labbro "mi spiace aver fatto tardare il vostro amico"

"ho fatto una gita al mare" le sorrise sfiorandole un polso "cominciamo con le riprese!" disse facendosi largo

"riprese?" chiese la ragazza "che riprese? Ora mi spieghi tutto!" disse puntando un dito contro Darren

"ecco, vedi… io sono un, ehm, attore" spiegò scompigliandosi i riccioli

"perchè non me lo hai detto prima? Adesso tutti penseranno che sono qui perchè cerco di essere famosa e balle varie …" cominciò a balbettare "sto sclerando" disse infine in italiano, quindi non capii nulla

"no tu non capisci"

"ok ragazzi" dissi alzando gli occhi al cielo "fate del sesso così sistemate tutto, e almeno non rompete a chi vuole e deve lavorare" me ne andai cercando di non ringhiare 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: black_eyes