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Autore: Ayumu_    09/07/2012    6 recensioni
Dopo un breve capitolo con Caroline protagonista, si avrà una storia concentrata sulla visione di un nuovo personaggio.
Nathan scoprirà cose che neanche nei sogni sapeva esistessero. Si innamorerà, si farà amici e nemici.
Scoprirà che Mystic Falls non è una semplice città.
Intanto Klaus cercherà in tutti i modi di ammaliare Caroline.
** La storia è ambientata dopo la terza stagione_
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stato di transizione


Una quantità enorme di ragazzi si spingeva con forza per entrare al più presto nel locale. 
Mentre Damon cercava di farsi spazio tra la folla, io lo seguii stupefatto: riuscivo a sentire il caldo sangue scorrere nelle vene di ognuno di loro, ed ero tormentato dai loro pensieri.
Usciti fuori dalla mischia camminammo per un breve tragitto; Damon mi sussurrò di seguirlo.
Correva velocemente, e più di una volta lo persi di vista.
Ero diventato un vampiro. Un essere spregevole, capace di mietere vittime su vittime. Mi sentivo totalmente diverso. Con un piccolo morso il ragazzo che stavo inseguendo aveva cambiato la mia vita.
Attraversammo una piccola foresta, dove gli animali selvaggi stavano riposando tranquillamente.
Stavo correndo alla velocità della luce, e mi sentivo come fossi rinato, capace di conquistare il mondo.
Quando si fermò scrutai per una seconda volta la sua vecchia casa. Questa volta però, dalla finestra vicino l’ entrata si potevano vedere due sagome muoversi lentamente.
Damon varcò la soglia con grande facilità, mentre io sbattei più volte il muso contro un’invisibile barriera. Era come se qualcosa mi bloccasse dall’interno, così cominciai a dare dei pugni con tutta la forza che avevo, credendo di rompere la barriera e di poter finalmente entrare, ma fu tutto inutile.
- Puoi entrare! – gridò una voce femminile all’interno. Facendo un passo più deciso in avanti, mi ritrovai senza alcuna difficoltà nel corridoio dell’ingresso. Mi girai attorno, per studiare l’edificio e per cercare Damon.  Mi voltai sulla sinistra, e vidi il vampiro appollaiato su un grosso sgabello, che sorseggiava da una bottiglietta d’acqua.
Nella cucina mi aspettavano un altro succhia sangue e una ragazza alquanto impaurita.
- Perché l’hai trasformato? – chiese l’umana rivolgendomi uno sguardo di compassione.
- Deve essere forte! – rispose Damon seccato.
- Ma che diavolo succede? – chiesi, incosciente del futuro che mi aspettasse.
La ragazza dalla carnagione scura mi fissò per un secondo, fece un cenno al vampiro e mi informò: - Dobbiamo fare un incantesimo! – Vampiri… streghe… Ormai facevo parte di quel mondo. Appena capii in che guaio mi ero cacciato, sentii una strana sensazione. Non avevo paura, ma cominciai a credere di non essere tanto forte come prima.
- I-Incantesimo? C-Che tipo di incantesimo?
Entrò un altro vampiro, con aria da saputello e con sguardo penetrante.  Mentre mi fissava dalla testa ai piedi, io gli rivolsi uno sguardo di disprezzo.
- Damon, non gli hai spiegato niente? – Sembrava irritato, stanco dalle azioni del vampiro dagli occhi di ghiaccio.
- E così sarebbe scappato a gambe levate? Potevo ipnotizzarlo, ma non l’ho fatto!
- Damon! – lo fermò fulminea la strega.
- C-Cosa volete farmi? – chiesi impaurito, cosciente che se avessi voluto affrontarli, sarei finito all’istante all’altro mondo.
- Fatemi restare da sola con lui, andate fuori! – ordinò la ragazza.
- Ma sei impazzita? Bonnie, non abbiamo tempo. – affermò perplesso Damon, scostandosi il più possibile dal vampiro misterioso.
- Facciamo come ci dice. – asserì l’altro. Damon non capì l’importanza della richiesta di Bonnie, ma poi uscì esclamando solo: - Fa come ti pare! - .
Capii che la voce della donna era diversa da quella che mi concesse di entrare. Era più cupa, più impaurita. Sembrava gli aspettasse di fare un compito alquanto spregevole. Era triste, lo si poteva capire dagli occhi lucidi e dalla voce strozzata.
Qualcosa mi diceva di potermi fidare di lei, di poter stare al sicuro.
Quando i due vampiri chiusero la porta d’entrata alle loro spalle, Bonnie non esitò un secondo: mi afferrò per  un braccio, e mi portò in una camera buia, dove non trapelava neanche un filo di luce dalle finestre serrate. Non si vedeva un granché, ma potei scorgere la sagoma di una donna, che sedeva su una scricchiolante sedia.
- Elena, l’abbiamo trovato. – disse Bonnie con una stridula voce. Accese la luce, e potei finalmente vedere il volto della ragazza che mi aveva parlato al telefono. Era legata. I suoi occhi mi guardavano con un filo di tristezza, di terrore. Aveva la faccia sfregiata, i capelli legati all’indietro e un viso pallido.
Appena la vidi mi venne un tremolio alle gambe, e le mani incominciarono a intorpidirsi.
- Nathan… - accennò la voce ferma e fioca di Elena. Rimasi per un istante immobile, e non riuscii a dire una sola parola.
- Cosa ti è successo? – chiesi dopo aver esitato per lungo tempo.
- Elena, - incominciò Bonnie rivolgendomi lo sguardo – è stata trasformata. Appena è entrata in stato di transizione, Damon l’ha portata a casa, e da un momento all’altro ha cominciato a dimenarsi e a lamentarsi.  Quando sono venuta l’ho trovata così. – si fermò fissando malinconica l’amica. Poi riprese: - Qualcuno ha fatto un potente incantesimo, bloccando il suo flusso sanguigno per lungo tempo. Devi aiutarci! Hai detto che Caroline ti ha lasciato il numero di Elena.  Devi trovarla! Devo fare un incantesimo per annullare quello che sta uccidendo Elena, e per realizzarlo ho bisogno di sangue di licantropo.
- Caroline è incinta, e suo figlio potrebbe salvarla. – appoggiò una mano sul viso della ragazza, e pianse a singhiozzi.
Licantropi?  Tutto quel sovrannaturale mi faceva sentire un estraneo.  
Pensai a Caroline. È così che si chiama la ragazza più bella al mondo, pensai. L’ idea di rivederla mi fece sorridere un po’, tanto poco da non darlo a vedere.
Per quanto mi sforzassi non riuscii a credere alle parole della strega. Tutto ciò mi sembrava troppo surreale. Credei di essere in un sogno, o di stare totalmente impazzendo. Mi appoggiai ad un mobile che avevo di fianco, e fissai incredulo il pavimento.
- So che tutto questo può sembrare assurdo… - Bonnie non potette finire la frase che urlai rocamente: - Tutto questo è assurdo!
Iniziai a pensare di dovermene andare, di dover ritornare al mondo normale che mi aspettava fuori da quella casa. I vampiri e i licantropi non fanno per me, pensai. Mi girai intorno per cercare una via d’uscita, e prima ancora che riuscissi a trovare la porta Elena fece per alzarsi. Soffriva, era debole. Si aggrappò a Bonnie  con forza e con determinazione riuscì ad alzarsi dalla scricchiolante sedia. Mi fissò. Non disse una parola, forse perché era troppo debole per parlare, ma così riuscii a scorgere l’amarezza dei suoi occhi neri, e furono quelli  a convincermi di aiutarla.
Poi Bonnie riprese : - Dobbiamo salvare Caroline!
Sa come convincermi, pensai.
Trovare quella ragazza era come dire “trovare un ago in un pagliaio”. Ero entusiasta all’idea di rivederla, e di condividere con lei la mia nuova natura, ma scoprire dove si trovasse era quasi impossibile.
Mi aveva dato il numero di Elena. Forse voleva che l’aiutassi, o forse aveva bisogno di lei.
Dopo alcuni secondi di riflessione chiesi con voce più sicura: - Come facciamo a trovarla?
- Non posso fare incantesimi di ricerca: devi trovarla da solo. So che negli ultimi periodi di tempo è stata con te, forse ti ha detto qualcosa… forse sai… - la bloccai: - No. Non mi ha detto niente.
Elena si sedette stanca, e dopo aver passato molto tempo in silenzio, decisi di credere in quelle parole. Promisi che mi sarei impegnato per ritrovare Caroline e riportarla a casa. Bonnie fu entusiasta, e mi diede un anello che mi permise di camminare alla luce del sole. La vidi fare un lieve e falso sorriso, prima di abbracciarmi e di congedarmi.
Uscii da quella casa inquietante molto di fretta,  e senza neanche salutare i due vampiri, corsi con velocità sovrumana oltre la foresta.
Per un momento l’infelicità che si stava espandendo in ogni parte del corpo, si mutò in orgoglio, malvagità.
Ripensai al fresco sangue che Damon mi aveva fatto bere quella stessa sera. Era.. estremamente buono, ed ebbi la necessità di succhiarne un altro po’. Mi ripromisi di andare in città e di fare solo una vittima, per poi ritornare a casa.
Mi recai nella parte periferica, dove un piccolo gruppo di nomadi viveva in miseria, sopravvivendo con i pochi spiccioli che gli davano i passanti.  Mi avvicinai silenzioso, leccando le labbra per il desiderio estenuante di riassaporare il denso liquido.
In totale erano cinque uomini e una donna. Tre di loro dormivano, altri tre si stavano riscaldando vicino a un piccolo fuoco. Buttai una pietra all’estremità opposta del loro echeggiare, in modo che tutti, attratti dal suono, mi rivolgessero le spalle. Corsi furtivo, avvinghiai un uomo con il braccio destro, e scappai nell’ oscurità. Lo uccisi prima che potesse urlare, prima che potesse chiedere aiuto. Mi sentivo forte e provai un’enorme godimento quando sentii il sangue scorrere veloce nel mio corpo.
La mia testa fu invasa dal desiderio di uccidere anche gli altri nomadi, e riuscii a controllarlo solo dopo alcuni secondi.
Mi risuonò in testa la parola “ipnotizzato”. Damon aveva detto di volermi ipnotizzare… ne sarei mai stato in grado anche io? Mi chiesi se fosse possibile comandare qualunque persona per il solo scopo personale.
Così, volendo studiare il più possibile i miei nuovi poteri, mi avvicinai ai nomadi sconvolti dalla sparizione del loro amico. Non fecero neanche in tempo a urlare, quando gli venni di fronte e gli ordinai di dimenticare tutto istantaneamente. Gli occhi dei due prima si socchiusero, poi si spalancarono di botto, quando dissero di voler soddisfare tutti i miei desideri.
Feci una grassa risata, facendo risuonare l’eco per tutta la città.
Ritornai a casa, con i sensi  maggiormente sviluppati, e finalmente contento del mio nuovo essere.
Giunsi sulla soglia d’ingresso, e mi accorsi che era tutto completamente buio.
L’odore di carne umana si fece sempre più forte, fino a quando con grande sforzo riuscii ad andare in camera da letto. Non volevo uccidere i miei genitori, non volevo far loro del male.
Mi buttai sullo scomodo letto e sprofondai in un lungo sonno.







@@@
Angolo autore:
Ringrazio chi ha deciso di mettere la storia tra i seguiti, i preferiti e le ricordate, e come sempre la mia Beta Nimueh, e la sua pazienza nei miei confronti.
Mi scuso per il ritardo e per i vari errori.

@  AmoTVD98: come ti sembra ora il povero Nathan? Ahahah, e beh.. Stefan.. sono assolutamente d'accordo con te!
@  Nimueh: Come ti sembra questo capitolo? E beh... stravolgere tutto il testo nel momento prima della pubblicazione è il mio stile :D Comunque sul precedente capitolo avevi più che ragione su alcuni aspetti. Quindi.. niente... ti dico solo che la pedofilia non è il mio genere (:3): egregi saluti.
@  vallyjessi: Mi sembra che del Klaroline si trovi nel capitolo seguente ;) Grazie per aver recensito, e spero che questo capitolo ti sia piaciuto come quello precedente.
 
   
 
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